|
29/03/24
500 HORSE POWER + GAIN OVER
BORN TO BE WILD MC PADOVA, VIA GUIDO NATTA 14 - RUBANO (PD)
|
|
Stratovarius - Elements Part 2
|
( 3551 letture )
|
Seguito del controverso Elements Part 1, il secondo Elements ne riprende le tematiche e il filone sonoro. I tempi dei leggendari Episode e Visions sono lontani: gli Stratovarius sono già scossi dai tumulti interni che porteranno alla fuoriuscita di Kainulainen prima e di Tolkki poi. La mancanza della stabilità dei momenti migliori porta gli Strato a ricercare nuovi lidi musicali; in questo contesto nasce il progetto Elements, doppio album (che inizialmente doveva uscire in un'unica soluzione) incentrato sugli elementi naturali e sul rapporto dell'umanità con la natura. Le novità introdotte sono molteplici, a partire dal format, per arrivare all'accostamento a lidi decisamente più progressive e sperimentali, passando per la lunghezza di alcuni brani, più strutturati e compositi che in passato. Elements Part 1, che delle due sezioni è appunto quella più sperimentale, non incontra il favore dei fan storici della band: gli Strato sono tacciati di essere diventati una band fintamente intellettualoide e di aver rinnegato il proprio passato, fatto di brani diretti, melodici e perfettamente in bilico tra metal duro e sinfonia. Elements Part 2 è un disco ugualmente contaminato, ma costruito su brani di durata più contenuta - e quindi per forza di cose più diretti - rispetto al primo Elements.
Diciamolo subito: se avete detestato Elements Part 1 difficilmente amerete alla follia questa seconda parte; gli Stratovarius hanno deciso, tutto sommato coerentemente, di proseguire per la propria strada. Il disco procede a ritmi considerevolmente più blandi rispetto a quelli dei lavori storici. Le canzoni si prendono il loro tempo per nascere, crescere, deflagrare e implodere, quasi fossero esse stesse elementi naturali. Nondimeno, è impossibile non rilevare una certa fiacchezza esecutiva, un vuoto emotivo atavico, un senso di non compiutezza, come se agli Strato di inizio millennio mancasse l'urgenza umana e artistica dei momenti migliori. La band, nel 2003, è ormai consapevole di aver acquisito un blasone internazionale e dunque, inutile nasconderlo, un po' si permette di vivacchiare. Gli Stratovarius non hanno perso, ovviamente, la propria dimensione di musicisti di qualità superiore. Il disco è tecnicamente impeccabile e rifinitissimo dal punto di vista della cura del suono. La svolta programmatica intrapresa dalla band, però, più che svecchiarne la proposta, pare averla resa all'improvviso molto più fiacca e anacronistica; come se Tolkki e soci si fossero limitati a fare il compitino, ammantando il tutto con una patina di sofisticazione naive, più che sufficiente per gettare fumo negli occhi a una sostanziosa parte dell'audience. Elements Part 2 non è un brutto disco, per il semplice fatto che per una band di fuoriclasse come gli Stratovarius del periodo migliore è impossibile partorire delle vere brutturie; si tratta però di un disco che manca di esplosioni, di picchi, di un afflato che lo faccia risuonare davvero. Un disco che si staglia contro le orecchie delle ascoltatore, senza riuscire quasi mai ad arrivare al cuore. Oltretutto, i momenti migliori del lavoro sono quelli che riecheggiano il passato, quelli che tornano al power sinfonico ma dritto al punto di Visions. E così la velocissima I'm Still Alive riesce a infuocare il platter per tutti i cinque minuti della sua durata; I Walk to My Own Song, nobilitata da un Kotipelto sublime, regala invece uno dei momenti più emotivamente densi dell'intero disco; da non trascurare pure l'eccellente ballad Season of Faith's Perfection, che si inserisce a dovere nella leggendaria tradizione delle ballate made in Stratovarius. Dove Elements 2 fallisce, al contrario, è nei mid tempos come Alpha & Omega e Awaken the Giant, contaminati da decise derive progressive e sostenuti da un'effettistica piuttosto contemporanea, lontana dalle sonorità più tipicamente power-sinfoniche di fine anni '90. Il gruppo dimostra di essere in un territorio quasi sconosciuto, un territorio in cui la classe di Johansson è sacrificata, la magia delle corde vocali di Kotipelto non riesce a esplodere a dovere e il solismo di Tolkki è relegato in secondo piano. Il risultato sono brani che non convincono, che sarebbero discreti o addirittura buoni se usciti sotto qualsiasi altro moniker, ma che sono deboli in quanto pezzi degli Stratovarius. Altro problema di Elements 2, ereditato da Elements 1, è il senso di noia e appiattimento che presto si trova a percorrere il platter. Le cartucce migliori del disco sono quasi tutte sparate nella prima metà dello stesso; la seconda parte, caratterizzata da tinte ora progressive ora addirittura pop ancora maggiori, manca clamorosamente di canzoni-traino. Da segnalare anche quanto male il drumming serrato di Michael si sposi con le soluzioni soft adottate dal resto della band.
Un disco che avesse unito il meglio dei due Elements non avrebbe ugualmente raggiunto il livello dei due capolavori targati Stratovarius, ma almeno sarebbe uscito dal limbo in cui purtroppo si vanno a collocare questi due, incompiuti, album. Con i due Elements, il gruppo finlandese ha iniziato il proprio, quasi irreversibile, declino. Tale declino, per fortuna, pare essersi arrestato (dopo un decennio) con l'uscita dell'ottimo Nemesis. Ma questa è un'altra storia, ancora in corso, per fortuna.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
14
|
Una boiata ragazzi, l'ho sentito forse una volta sola.... |
|
|
|
|
|
|
13
|
Sbaglio o dopo l uscita di questo album.il buon tolkki si era beccato una accoltellata in spagna? Disco discreto inferiore ai precedenti. Poi si risolleveranno con ottime uscite.. Do 70 punti all album.. Il buon timo sicuro ne avrà presi di più! Scherzo |
|
|
|
|
|
|
12
|
I due Elements sono stati da sempre screditati, in realtà sono due opere grandiose costituite da eccellenti canzoni. Poche storie, gli Stratovarius sono una grandissima band e lo dimostrano (quasi) in ogni album. Voto 78 come la prima parte. |
|
|
|
|
|
|
11
|
Mi ricordo che all'epoca mi era piaciuto. Ero alle "prime armi" con la musica metal e ascoltavo parecchio power. Poi mi ha preso il black e questo album mi sembra ora un po' "easy". Ma devo riconoscere che le composizioni sono piacevoli e che si ascolta sempre volentieri. Non sottoscrivo quindi in toto l'opinione del recensore. Però ammetto che non è un disco fondamentale. Au revoir. |
|
|
|
|
|
|
10
|
totale disaccordo con la rece. questo è un bel disco power, vario, con pezzi veloci, mid tempos, lenti e ballads. sicuramente non comparabile ai capolavori della band, ma cmq di alto livello |
|
|
|
|
|
|
9
|
Ah ok |
|
|
|
|
|
|
8
|
L'ho scritto..... Era per fare un continuo del pensiero.... |
|
|
|
|
|
|
7
|
e perché non l'ha scritto sotto il disco 1? |
|
|
|
|
|
|
6
|
QUESTO IL MIO POST AL DISCO 1: Gli anni volano ma la grand emusica resta e, a differenza di molti, reputo questo Elements (e il successivo) un album di asoluto valore, valore cresciuto negli anni! Per nulla d'accordo col recensore, raramente anzi sono stato così in disaccordo con una recensione anche per le parole scritte oltre che per il voto messo a detta sua di..."circostanza". Eagleheart è il classico brano alla Strato di Visions / Episode che spiazza durante l'ascolto di tutto il disco ma che come singolo ben fa da ponte tra ciò che la band fece prima e ciò che la band sarà in questi concept Episode I & II; Soul of a vagabond e Find your own voice differenti tra loro in tutte vengono accumunate da una performance di Koti a dir poto spettacolare, calda ed emozionante al massimo come raramente capita (soprattutto in Soul..). La maestria musicale della band si fa apprezzare in brani quali Elements e Fantasia ricchissimi di spunti interessantissimi e che ci portano gli Strato su lidi che raramente avrei pensato arrivassero, fantasia da sola vale l'acquisto. La bellezza della ballad A drop in the ocean è difficile da descrivere a parole, va ascoltata. Il barocco in Stratofortress fa esprimere Tolkki in ciò che piu' amava fare (ovvero imitare il piu' possibile lo stile di Malmsteen). Infine, note un pò dolenti Learning to fly (un pò banale, ma pur sempre sopra la media delle songs power di molte band) e Papillon (detto così, su due piedi...una rottura di cazzo immane...). Il mio voto si avvicina all'80, questo disco verrà poi superato dalla pt. II (migliore, siamo sugli 85 per me) e la band ci consegna due dischi che, a distanza di anni, sono delle piccole gemme nella loro discografia. Molto migliori dell'oimonimo sfortunato album e dei due post Tolkki (che comunque apprezzo). COMMENTO AL DISCO 2: Rimanendo in scia con il commento di Elements pr. I diciamo subito che reputo superiore questo secondo capitolo, arricchito di canzoni che richiamano direttamente i dischi dell'apice (I'm still alive e I walk to my own song e Know the difference su tutte ma anche la mid time Alpha & Omega e l'epica Season of Faith's Perfection). Peccato per la ballad Luminus (una palla al piede) e le ultime due, carine ma potevano essere sviluppate meglio anche se l'idea di base è più che buona. Come detto in precedenza il voto che gli dò è 85 ma pensate un attimo se la soluzione che Tolkki e compagni fosse stata quella di mettere in piedi un solo disco, chiamato ELEMENTS con i brani migliori dei due album: Una scaletta come: 1.EAGLEHEART - 2.SOULS OF A VAGABOND - 3.FIND YOUR OWN VOICE - 4.FANTASIA - 5.ELEMENTS - 6.A DROP IN THE OCEAN - 7.I WALK TO MY OWN SONG - 8.I'M STILL ALIVE - 9.SEASONS OF FAITH - 10.KNOW THE DIFFERENCE - 11.ALPHA & OMEGA e infine magari la strumentale 12. STRATOFORTRESS. 12 brani di grido che avrebbero dato alla band il degnissimo erede di Destiny di cui forse sarebbe stato anche superiore....che ne dite? |
|
|
|
|
|
|
5
|
Anche io mi accodo al giudizio recensivo e al parere degli altri commenti ,non mi e' mai entrato in testa. |
|
|
|
|
|
|
4
|
concordo anche io, disco piuttosto deludente, con idee riciclate (da se stessi e da un intero movimento) e una band alla frutta. Dopo vision è stato un rapido declino, anche se con gli ultimi album si sono abbastanza ripresi. Per quanto mi riguarda , però, il fatto di rimanere così ancorati ad un genere (per me) superato li condanna cmq a restare ai margini dei miei ascoti. |
|
|
|
|
|
|
3
|
Concordo con Elia, un mix coi pezzi migliori dei due album avrebbe tirato fuori un disco decente, invece di alcuni pezzi molto buoni e tanti filler...si sono poi ripresi con Polaris,e ancor di più con il bellissimo Elysium, che a differenza della maggior parte delle persone considero di molto superiore al mediocre e sempliciotto Nemesis |
|
|
|
|
|
|
2
|
Concordo su tutto. Disco cosi cosi, come un pò tutti dopo Infinity. Escluso l'ultimo Nemesis |
|
|
|
|
|
|
1
|
Dopo visions li ho mollati. Troppe citazioni, plagi, autoplagi, anche se la classe non e' mai mancata. Minestra riscaldata |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Alpha & Omega 2. I Walk to My Own Song 3. I'm Still Alive 4. Season of Faith's Perfection 5. Awaken the Giant 6. Know the Difference 7. Luminous 8. Dreamweaver 9. Liberty
|
|
Line Up
|
Timo Kotipelto (Voce) Timo Tolkki (Chitarra) Jari Kainulainen (Basso) Jens Johansson (Tastiere) Jörg Michael (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
|
|
|
|
|
|
|
|