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Canedy - Headbanger
( 1350 letture )
Non è cosa nuova che musicisti metal appartenenti a band di successo o comunque con lunghe e rispettabili carriere alle spalle decidano, per un motivo o per l’altro, di incidere un album solista che sia solo loro. La maggior parte di essi nelle loro band sono cantanti o chitarristi, come ben sappiamo. Il disco analizzato in questa recensione invece non è il coraggioso esordio solista di un cantante né tantomeno di un chitarrista, ma bensì di un batterista newyorkese di tutto rispetto: Carl Canedy, noto per la sua militanza nella band heavy metal The Rods. Dopo una carriera trentennale che lo ha portato a condividere il palco con band del calibro di Iron Maiden e Judas Priest, nel 2014 il nostro decide di mettersi in gioco con un progetto interamente suo, i Canedy appunto, e Headbanger ne è il primo capitolo.

Fin da subito è chiaro che il musicista non mira ad esplorare territori troppo lontani a quelli già ripercorsi più e più volte nell’arco della sua intera carriera, proponendoci brani di stampo heavy classico impreziositi, oltre che dall’innegabile bravura del nostro dietro le pelli, anche dalla presenza di una schiera di ospiti davvero di prim’ordine come il chitarrista Chris Caffery (Savatage, Trans-Siberian Orchestra) o il cantante Joe Comeau (Overkill, Annihilator), che offrono qui performance davvero ottime ed assolutamente brillanti. Si va dalle atmosfere cupe e cadenzate in pieno stile Black Sabbath di Cult of the Poisoned Mind alle chitarre urlanti ed i groove selvaggio che ricorda il rombo di una Harley di No One Walks Away, passando per l’hard rock incattivito e gli assoli fulminei e taglienti di My Life, My Way nella quale troviamo al microfono un Mark Tornillo (Accept) davvero in ottima forma, con un timbro sporco che ricorda molto Brian Johnson dei tempi d’oro. Impossibile poi non menzionare la riuscita The Code brano originariamente appartenente all’album Vengeance dei The Rods nella quale alla voce troviamo un ospite d’eccezione: nient’altri che Ronnie James Dio. La traccia è qui proposta come bonus track ma non per questo meno godibile per chi si fosse perso l’album nel quale originariamente è stata pubblicata, anche solo per ascoltare uno degli ultimi lavori del compianto Ronnie James, il quale, come testimonia la suddetta canzone, fino all’ultimo ha saputo regalarci interpretazioni assolutamente da brivido. Forse a tratti qui la voce di Dio pare un po’ sprecata in un pezzo come questo, non esattamente in grado di sfruttare appieno tutto il suo potenziale, ma rimane comunque un risultato davvero piacevole da ascoltare. Troviamo anche alcuni passaggi un po’ meno riuscito come la dura quanto poco incisiva Madman ed alcune parti di Ride Free Or Die ma nel complesso sono poca roba e non intaccano troppo il risultato finale.
Siamo insomma davanti ad un album molto variegato. Un buon prodotto che omaggia più che egregiamente i tempi d’oro dell’heavy metal, contaminando sapientemente qua e là con svariate sfumature ed influenze dell’era in cui questo genere è nato. Canedy con questo album dimostra di essere un musicista davvero capace e, per quanto il disco sia composto di tracce in cui la batteria non è, per forza di cose, l’unica protagonista, non c’è dubbio che il missaggio, la produzione e tutto il resto siano incentrati molto sul mettere in risalto questo strumento, senza però rubare troppo spazio agli altri. Al nostro non si può fare una colpa dato che il progetto porta il suo nome ed è giusto che sia così, tuttavia alcuni espedienti risultano un po’ stranianti e ridondanti come il vizio di porre al termine di ogni traccia, in maniera completamente slegata dal resto del brano, un assolo di batteria di indiscutibile buona fattura, ma che il più delle volte centra poco o niente con il brano stesso. I batteristi sicuramente apprezzeranno ma ad altri potrebbe risultare fuorviante o fuori luogo. In ogni caso, sono scelte che non minano in alcun modo la fruibilità del disco e la piacevolezza dei pezzi in esso contenuti. Nel disco sono presenti anche due (assolutamente superflue) tracce demo rispettivamente di No One Walks Away e Cult of the Poisoned Mind di qualità audio davvero bassa, ed un assolo di batteria del nostro registrato in sede live dal titolo Rabid Thunder, quest’ultimo di buona fattura anche se di qualità audio non eccelsa (forse sarebbe stato meglio registrarne uno nuovo in studio così come è stato fatto per i già citati brevi assoli posti alla fine di ogni brano).

A conti fatti dunque questo Headbanger è un validissimo album heavy metal, che strizza l’occhio ai batteristi ma non per questo diretto esclusivamente a loro, anzi. Non è assolutamente un album perfetto ma possiede qualcosa che molti altri non hanno: è capace di sprizzare da tutti i pori una grandissima passione per la musica ed essere un omaggio al metal nudo e crudo, una boccata d’aria da tutti i nuovi sottogeneri nati nel corso degli anni. Un album per chi è nato, ha vissuto o semplicemente ha sempre amato la musica dell’epoca in cui tutto è cominciato. Un album per chi, nonostante gli ostacoli della vita ha il coraggio ancora oggi di mantenere vivo il verbo del rock. Insomma un album per gli headbanger, appunto.



VOTO RECENSORE
79
VOTO LETTORI
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INFORMAZIONI
2014
Nire Records
Heavy
Tracklist
1. The Calm Before - Into the Storm
2. Cult of the Poisoned Mind
3. My Life, My Way
4. No One Walks Away
5. Crush
6. Heat of the Night
7. Crossfire
8. Ride Free or Die
9. Madman
10. The Code (Bonus Track)
11. No One Walks Away (Demo)
12. Cult of the Poisoned Mind (Demo)
13. Rabid Thunder (Live Drum Solo)
Line Up
Carl Canedy (Batteria, Chitarra e Basso su traccia 5)

Musicisti Ospiti:
Ronnie James Dio (Voce su traccia 10)
John Hahn (Basso su traccia 7)
Chris Caffery (Chitarra solista su traccia 2, 3)
Mark Tornillo (Voce su traccia 3, 6, 8)
Joe Comeau (Voce su traccia 2, 7)
Erin Canedy (Voce su traccia 2, 6)
Gary Chesek (Basso su traccia 2, 10)
Andy Hilfinger (Basso su traccia 3)
Nolan Ayres (Basso su traccia 11)
David Porter (Voce su traccia 9, 11)
Rosane Galvao (Basso su traccia 9)
Garry Bordonaro (Basso su traccia 8)
Lincoln Bloomfield (Basso su traccia 6)
Stephen Murphy (Tastiere su traccia 1 “The Calm Before”)
Bernie Olenick (Tastiere su traccia 1 “Into The Storm”, 2, 6)
 
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