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19/04/24
MARLENE KUNTZ
NEW AGE, VIA TINTORETTO 14 - RONCADE (TV)
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( 1384 letture )
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I Noctiferia, formati nel 1996, hanno un primato piuttosto particolare: sono stati la prima band slovena a pubblicare un album di metal estremo, introducendo nel loro paese d'origine una realtà ancora molto poco conosciuta. Il disco in questione è Baptism at Savica Fall, rilasciato nel 1998, un black metal melodico ed atmosferico di stampo Dissection ed Emperor e contaminato anche dal death metal. Con il passare del tempo, la band si è mossa verso nuove direzioni stilistiche, allontanandosi sempre di più dal black degli esordi per dedicarsi ad un thrash/death metal industriale, rifacendosi alla lezione impartita precedentemente da act storici come Fear Factory e Meshuggah (senza, però, l'enorme complessità ritmica che contraddistingue questi ultimi in particolare) e progredendo, di fatto, similmente agli svizzeri Samael, partiti anch'essi con un black metal abbastanza canonico e poi approdati, intorno alla metà degli anni '90, su territori più industrial e sperimentali (tra l'altro, è evidente come le sonorità di un album come Passage abbiano influenzato i lavori più recenti del gruppo di Lubiana).
Il quinto full-length dei Noctiferia, intitolato Pax e pubblicato a dicembre 2014, non si differenzia più di tanto dal precedente Death Culture, nonostante un maggiore uso dell'elettronica industriale (complice anche l'entrata in line-up del tastierista Damjan Tomoski) e una riduzione della componente death metal (le brutali accelerazioni della chitarra e i blast beat della batteria -che erano presenti nel disco uscito nel 2010- sono infatti assenti), in favore di un approccio più tipicamente post-thrash, impreziosito da un retrogusto "epico" dato dai tappeti di tastiera, che compaiono praticamente in ogni brano. Oltre ai già citati Meshuggah, il sound cybernetico di Pax può essere ricondotto a quello dei più recenti Sybreed (soprattutto) e a quello della one man band connazionale Neurotech. Apre le danze la title-track di 2 minuti, che funge da introduzione all'album: un assemblaggio di inquietanti effetti elettronici accompagnato, dalla metà in poi, da una parte parlata e dalla batteria (il cui suono del rullante è distorto elettronicamente) di Matthias Gergeta. In Sleeper is Awake, tra i soliti riff meshugghiani, l'onnipresente sintetizzatore e il ringhiato di Gianni Poposki, c'è spazio anche per brevi momenti meno aggressivi che rievocano i celeberrimi Rammstein.
Probabilmente, la traccia migliore, anche e soprattutto grazie al suono meccanico e, appunto, industriale della chitarra di Igor Nardin (accompagnato dall'altro chitarrista Roman Fileš) nella seconda metà del pezzo. Dopo le successive Gaga People, Cellulite of this World e The Falsifier, si passa a Su Maha Ghora: l'arpeggio di chitarra inziale introduce quella che è una traccia leggermente più melodica rispetto alle antecedenti. A metà circa, però, i brevi muri chitarristici di godfleshiana memoria incupiscono l'atmosfera del pezzo. Le restanti Rudra the Roarer (dove si avverte di nuovo l'influenza dei Rammstein e, più di ogni altro brano, dei costanti Meshuggah, soprattutto nel riffing contorto), I Am You, Wetiko e Barai non si discostano da questo mix di thrash e industrial metal, raggiungendo comunque risultati qualitativi più che dignitosi.
Decisamente più convincente rispetto a Death Culture, Pax, pur non essendo un lavoro originalissimo e pur riproponendo nuovamente una formula già espressa dai Noctiferia in altri 2-3 album, risulta un prodotto più che discreto.
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6
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Ecco, non mi trovi d'accordo sul fatto che il disco è poco personale: il disco assorbe e rielabora molte influenze (le influenze "meshugghiane" sono indubbiamente presenti, ma non ci troviamo di fronte ad un disco djent - queste influenze vengono inserite in un contesto industrial metal che ha molti più punti in comune con Samael, Fear Factory, Pain, Rammstein e, in maniera decisamente minore, Godflesh), il tutto dando vita ad un risultato più che soddisfacente (il 72 in questione) e, a mio modestissimo avviso, anche abbastanza originale. |
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5
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Guarda a me è piaciuto abbastanza in alcuni punti, meno in altri. A dirla tutta mi aspettavo peggio dopo Death Culture, che ho trovato abbastanza scialbo, e invece mi ha "sorpreso". Il fatto è che l'ho trovato spesso poco personale (anche se comunque in maniera minore rispetto alla media), soprattutto quando vengono citati in continuazione i Meshuggah. Poi guarda, almeno per i miei "criteri di valutazione", 72 è un voto positivo |
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4
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Sulla disamina dell'album mi trovi d'accordo con quello che scrivi riguardante le sue influenze. Per quel che concerne la sua valutazione complessiva, lo ritengo di qualità più elevata di quanto tu faccia trasparire, ergo non condivido la frase precedentemente citata, mi trovi d'accordo sulle influenze del disco, mentre sulla qualità complessiva ritengo che sia un album migliore di quanto hai esposto. |
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3
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Non ti trovi in accordo con tutta la recensione o solo con la frase conclusiva? |
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2
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Partono dal black metal (Baptism at Savica Fall), si trasformano in una band black/death (Per Aspera - che tra l'altro in Slovenia per qualche settimana domina le classifiche grazie ad un'azione organizzata fra i metallari locali), poi in una band industrial metal, molto simile ai Pain (Slovenska morbida), dopo iniziano ad assorbire parecchie influenze dai Samael (Death Culture) e infine nel proprio sound assorbono anche influenze djent (Meshuggah in primis) con Pax. Premesso tutto ciò non posso trovarmi in accordo con quanto espresso nella recensione, dove si afferma che Pax ripropone la formula dei precedenti 2-3 dischi. I Noctiferia con questo album danno finalmente vita ad un album molto solido, indubbiamente il migliore del genere nel 2014. |
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1
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A me è piaciuto parecchio "Slovenska Morbida" un album di qualche anno fa. Specie i pezzi in tedesco erano veramente trascinanti. Sono curioso di ascoltarlo |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Pax 2. Sleeper is Awake 3. Gaga People 4. Cellulite of this World 5. The Falsifier 6. Su Maha Ghora 7. Rudra the Roarer 8. I Am You 9. Wetiko 10. Barai
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Line Up
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Gianni Poposki (Voce, Percussioni) Igor Nardin (Chitarra, Tastiere) Roman Fileš (Chitarra) Damjan Tomoski (Tastiere) Uroš Lipovec (Basso) Matthias Gergeta (Batteria, Percussioni)
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RECENSIONI |
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