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19/02/21
THE DEAD DAISIES
LIVE CLUB - TREZZO SULL'ADDA (MI)
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( 763 letture )
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C’è del marcio in Irlanda, o almeno in questo caso, parlando degli Zom, giovane formazione al debutto in chiusura 2014 con questo Flesh Assimilation. Dediti a un black/death aggressivo e caotico, ispirato da band come Sadistik Exekution e Teitanblood, in trenta minuti il trio di Dublino gioca le sue carte in una sequela inarrestabile di bordate, fin dall’opener Tombs of the Void, con un energico d-beat alla Discharge, intervallato dove doveroso dal blast beat.
Nello stile degli Zom convergono influenze black metal più datate, da Hellhammer o Beherit, udibili soprattutto nei riff più lenti e ossessivi come quelli di Gates to Beyond, così come richiami ai Blasphemy nelle sezioni serrate e ciecamente violente che si propongono. Tuttavia lo stile è arricchito dall’attitudine quasi punk dei groove in d-beat, che assieme ai riff in tremolo picking, sinistri e dissonanti, richiamano chiaramente i primi acts death metal come Possessed e Morbid Angel, ma rivoluzionandone l’impatto espressivo in un vortice caotico che sa di zolfo. Un pezzo come Conquest è davvero un emblema di pesantezza, che tralascia per un attimo la furia sul rullante per schiacciare con riff spessi e fangosi, richiamando sul finale lo stile degli Autopsy, dimostrando una densità sonora eccezionale anche nelle parti più lente. A dimostrare che la varietà non manca, dopo un paio di minuti di abisso musicale a bpm azzerati, Illbeings Unspeak ci propina una buona dose di black 'n' roll à la Darkthrone degli ultimi anni.
L’amalgama musicale è marcescente e cacofonico: le chitarre sono ronzanti e il basso roboante invade letteralmente l’intero mixaggio, dando un effetto di riverbero cavernoso all’intero complesso, adagiato su una batteria naturale e non esageratamente presente. Anche la voce particolarmente effettata contribuisce al risultato straniante della musica degli Zom, che raggiunge quasi l’inintelligibilità nelle sezioni grind. Il talento di questi ragazzi si apprezza meglio in una traccia come Dead Words, meno lanciata ma trascinantissima, che paga un dovuto tributo ai primi Slayer con riff come da manuale speed metal di primi anni '80, da cui ereditano un’attitudine sporca, arrogante e diretta che non fa prigionieri, unita all’eredità musicale degli artisti black e death metal prima elencati.
Dunque parecchia varietà e influenze musicali convergono nel lavoro di questi Zom, che con la pretesa di inacidire ancora di più il sound passato sono riusciti a tirare fuori un disco grezzo, furioso e primitivo, che difficilmente riuscirà ad annoiarvi nei suoi circa 30 minuti di durata, a patto che mastichiate sonorità tanto caotiche e marce. In quello specifico caso, Flesh Assimilation potrebbe fare al caso vostro, pur non collocandosi tra le uscite più brillanti dell’anno scorso.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Tombs of the Void 2. Hordes from the Cursed Realms 3. Gates to Beyond 4. Conquest 5. Illbeings Unspeak 6. Dead Worlds 7. The Dephts 8. Flesh Assimilation
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Line Up
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Sodomaniac (Chitarra, Voce) Chton (Basso, Voce) Sabbac (Batteria)
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