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CIRCOLO DEV , VIA CAPO DI LUCCA 29/3G - BOLOGNA

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ALCHEMICA MUSIC CLUB, VIA DEI LAPIDARI 8B - BOLOGNA

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Joe Satriani - Strange Beautiful Music
( 4028 letture )
Joe Satriani è, senza alcun dubbio, tra le figure a cui possiamo guardare per identificare, ormai con un approccio quasi storico, l’evoluzione della chitarra, la cui influenza si è estesa ampiamente tra i chitarristi attuali. Il musicista americano di origini italiane, nel corso della sua carriera ha avuto modo di esprimere una personalità determinata in molti modi diversi, sfruttando quasi ogni possibilità dell’ambito musicale: come musicista e ancor prima come insegnante; collaborando con innumerevoli artisti e band, dando avvio al celeberrimo G3; lavorando allo sviluppo della sua stessa strumentazione. Oggi lo ritroviamo impegnato con la sua carriera solista, che porterà all’uscita del nuovo album il prossimo luglio e con la superband Chickenfoot.
Nel 2002, dopo quasi vent’anni di carriera, Satriani pubblicava il nono album full-lenght, intitolato Strange Beautiful Music. Erano passati due anni dalle sperimentazioni di Engines of Creation, che avevano deluso talune aspettative ma, allo stesso tempo, dimostrato che il chitarrista americano non aveva timore di superare alcuni limiti formali nel suo processo di crescita.

Strange Beautiful Music è un disco composto da quattordici tracce, tra cui è presente anche una cover. La formazione che accompagna Joe Satriani in questo lavoro vede presenti musicisti che già avevano contribuito ai dischi precedenti e che avrebbero continuato a farlo in quelli successivi: Jeff Campitelli, Matt Bissonette, Eric Cadieux e John Cuniberti.
Il disco si apre con Oriental Melody che, come suggerisce il titolo, è pervasa di atmosfere levantine; il ritmo calmo e rilassante permette di sognare ad occhi aperti. Nella successiva Belly Dancer è più facile rintracciare lo stile con cui Satriani è identificato maggiormente, connesso con quanto elaborato in Surfing With The Alien; anche in questa canzone si infiltrano però elementi orientaleggianti, in modo totalmente diverso rispetto al brano d’apertura. Satriani realizza una fusione magistrale di elementi diversi, di Occidente ed Oriente; similmente, se inizialmente il brano mantiene la serenità, la chiusura sconfina in una digressione meno controllata. Di particolare impatto e potenza sono Mind Storm e Seven String, entrambe interpretate con una chitarra sette corde. Tra i due, il primo brano citato è tra i più apprezzabili del disco, grazie ad una struttura varia e all’inclinazione più pesante del suono. Satriani dimostra, all’interno della stessa canzone, sia la sua capacità di esprimersi attraverso progressioni armoniche prive di virtuosismi, che l’abilità tecnica e l’uso dell’inconsueto negli assoli; Mind Storm, infine, non perde mai compattezza e rinnova l’attenzione di chi ascolta dalla prima nota all’ultima.
Proprio dopo questo brano così attuale, segue Sleep Walk, cover dell’originale pressoché universalmente conosciuta composta da Santo&Johnny Farina sul finire degli anni cinquanta. La sua comparsa tra le creazioni di Satriani produce un senso di straniamento a cui è quasi un peccato essere preparati; si tratta di un momento di sospensione totale. Strange Beautiful Music comprende anche canzoni dall’indole più distesa, le ballads a cui Satriani ci ha abituato nel corso degli anni. Succede fin troppo spesso che chitarristi e musicisti in genere non riescano ad essere incisivi quando si cimentano in questa tipologia di brani; le melodie non si fissano nella mente, mancano di storia. Per Satriani questo non avviene. What Breaks A Heart e You Saved My Life sono romantici, quieti. Starry Night è un dolce momento di lirismo, che ha fatto guadagnare al chitarrista americano una nomination ai Grammy Awards del 2003.

Strange Beautiful Music è un disco che sembra fatto di materia onirica; la musica che Satriani ha creato è la stessa in cui a volte capita di imbattersi nei sogni, di cui conserviamo il ricordo della perfezione, ma non la composizione. Il chitarrista americano ha saputo fissare nella memoria di tutti noi quei momenti musicali sospesi. Un altro elemento caratterizzante di questo disco è la cura che si scorge dietro; non solo per quanto riguarda i brani singolarmente, ma anche per la struttura nell’insieme. La casualità non è contemplata, le canzoni si susseguono in un ordine perfetto; a partire dalle prime due tracce con forte influenza orientaleggiante, passando per Sleep Walk, che è come una parentesi, fino a raggiungere gli ultimi brani, The Journey, The Traveler e You Saved My Life. Vi si rintraccia quasi un filo conduttore, che non necessita delle parole per concretizzarsi; Strange Beautiful Music è sotto questo aspetto un vero disco strumentale.
Prendendo in considerazione i singoli brani, si può giungere alla medesima conclusione; le parole a Satriani non servono, la sua chitarra canta e diventa voce con una chiarezza disarmante, quasi parlasse una lingua a noi nota. Satriani utilizza il suo strumento come un poeta fa uso delle parole, ascoltandone il ritmo, l’intonazione e la cadenza, creando discorsi in cui nulla può essere lasciato al caso.
Il punto di estrema forza di questa attitudine cantabile, che ricorre continuamente nella carriera di Satriani, risiede in quella che può essere definita, impropriamente, semplicità della composizione; la musica di Satriani non è pretenziosa, l’abilità come musicista non è mai fine a se stessa. Non è neppure banale. Si potrebbe considerare Satriani come colui che è in grado di leggere per noi quale nota dovrebbe seguire ogni altra, nel modo più naturale possibile; ci lascia il modo di intravederla, ma mai di prevederla con troppa certezza.



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
74.5 su 6 voti [ VOTA]
Andrew Lloyd
Lunedì 17 Febbraio 2020, 8.58.36
4
"Chords of Life" davvero stupefacente, vale l'acquisto del disco. Nessuno ha la "musicalità" di Satriani. Bisognerebbe chiedere parere anche ai Metallica che evidentemente hanno ne tratto ispirazione per "The Day That Never Comes" su "Death Magnetic".
roby5150
Giovedì 3 Settembre 2015, 21.28.47
3
davvero uno degli album migliori, escludendo ovviamente i prodigiosi album a inizio carriera: Surfing/Flying/Extremist e per certi versi anche Not Of This Earth. Per la prima volta si sente Satriani fare uso dello sweep, non ricordo in quale brano però
Philosopher3185
Giovedì 18 Giugno 2015, 17.16.55
2
Dopo due album buoni ma non eccezionali,il buon Satriani è tornati a livelli di eccelenza assoluta.Uno dei suoi migliori album..propio una musica strana ma bellissima.
Nikolas
Giovedì 21 Maggio 2015, 11.48.03
1
Emotivamente il mio preferito di Joe. Sarà perché c'è What Breaks A Heart, che a mio avviso è semplicemente una meraviglia da godersi ad occhi chiusi... Disco da 90 senza problemi!
INFORMAZIONI
2002
Epic Records
Shred
Tracklist
1. Oriental Melody
2. Belly Dancer
3. Starry Night
4. Chords of Life
5. Mind Storm
6. Sleep Walk
7. New Last Jam
8. Mountain Song
9. What Breaks A Heart
10. Seven String
11. Hill Groove
12. The Journey
13. The Traveler
14. You Saved My Life
Line Up
Joe Satriani (Chitarra elettrica, chitarra acustica, banjo, basso, tastiere)
Eric Caudieux (Tastiere)
John Cuniberti (Percussioni)
Matt Bissonette (Basso)
Jeff Campitelli (Batteria)

Musicisti Ospiti
Robert Fripp (Chitarra elettrica)
Gregg Bissonette (Batteria)
Pia Vai (Arpa)
 
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