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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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( 4621 letture )
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And I can smell your fear again Paralyzed by doubt Writhring Ever within your own consciusness
Infernali visioni vengono e morbosamente assalgono l’impotente scheletro umano che ti avvolge, spire malvagie e claustrofobiche come abissi; tu armato di chirurgica perizia razionalizzata ti intrufoli nei meandri che chiudono la strada della luce latente in profondità. Comprendi solo dopo di essere immobile, attaccato al tuo futile vivere mortale in cerca di quel qualcosa da raccontare, da provare a descrivere senza banalizzare il respiro che non porta ad essere, seppur (meglio "seppur" ?) passivamente. Ascoltare un disco di Leviathan comporta dubbi atroci sul vacuo trascorrere: è una lama tagliente inerpicata all’interno della fragile oscillazione terrestre, l’altare del male al suo stato primordiale. Ogni nuova uscita porta un passo in più verso la perdizione dell’io, non si può ascoltare senza provare freddo e fare a gara col silenzio per chi urla più forte nella mente; si è in balia di un’onda in evoluzione, di un acrobata fuorilegge che ride sotto il bianco cerume. Raccontare della luce in fondo al tunnel che era stata uccisa attraverso i Dieci sottolivelli del Suicidio, passando per una Orrorifica meretrice tentacolare fino a Cospirazioni contro la vita e ai più recenti Traditori è un’impresa ardua, ma non così tanto per chi non la racconta, per chi la mostra sotto forma di musica, quando il nulla prende organicità. Ogni step discografico, definibile come full length, è un nuovo inizio, un punto zero da cui indietro non si torna perché nelle concezioni caleidoscopiche di Wrest esiste solo l’annullamento o la prosecuzione onirica.
Ci sono voluti quattro anni di silenzio, intervallati dallo splendido progetto Twilight e da una piccola apparizione in veste di bassista negli Hate Meditation. Quattro anni per ricomparire dal nulla e ricordare al popolo che a San Francisco non c’è solo il sole e gli splendidi tramonti sull’oceano. Comporre un album per la creatura Leviathan non è un processo attuabile con i classici schemi da studio di registrazione, essendo eseguito in totale solitudine, mentale e (stru)mentale. I brividi risalgono silenziosi lungo la tracklist quando si riesce a comprendere che dentro incubi sonori quali le violente The Smoke of Their Torment, Dawn Vibration o le malinconiche Scar Sighted e la conclusiva Aphonos, vi si trova un essere umano. Probabilmente è questo il lato più incomprensibile della musica di Wrest: quando si realizza che dietro a quei latrati, alle luride ed appiccicose distese di male che vengono proposte lungo tutta la durata del disco, c’è la concezione di un singolo che ti racconta se stesso, probabilmente è il momento di farsi delle domande. Gli istinti primordiali e più violenti vengono volontariamente lasciati nella prima porzione di tracklist, mentre, come un viaggio nel profondo, man mano che i minuti salgono, le atmosfere si fanno più pesanti ed introspettive. Un viaggio negli abissi marittimi dove la pressione dell’oceano, lascia man mano le stelle al cielo, inghiottendo ogni forma vitale fornita di pollice opponibile ed arrivando a fine percorso con la consapevolezza di essere riusciti a sopravvivere. Far ascoltare Scar Sighted a chi non ha idea di cosa gli si prospetti di fronte equivale ad annientare ogni sua convinzione ed ideologia prematura quando gli viene detto: “attenzione, questo fa male”. Non v’è più solamente black metal applicato ad una rude veemenza psicofisica, le sponde che reggevano i bastioni del passato sono crollati dando il via libera a contaminazioni industrial, drone e post-qualsiasicosa vogliate. I Twilight si abbracciano con elementi dei Sunn O))), attraverso deviazioni che ricordano in lontananza gli ultimi Blut Aus Nord con la trilogia 777; tutto sulla base tipicamente di matrice Leviathan. Within Thrall è uno degli esempi cardine della mutazione in corso dentro la creatura in essere; l’incipit iniziare è devastante, accompagnandoti con questa leggera armonia e distruggendoti poi in pochi istanti; in parallelo ci sono gli stacchi che fanno vibrare la colonna vertebrale sino al suo nervo più microscopico (2:55 dentro Dawn Vibration e 3:30 su Wicked Fields of Calm) dove tutto si ribalta e la rivoluzione prende forma. Wrest è maturato, ha preso coscienza delle proprie potenzialità e ha fatto in modo che il classico standard moderno venisse reso al meglio attraverso una serie di compenetrazioni e influenze atte a scombussolare ed indottrinare; la vera rivincita è saper stupire dopo aver deluso. Il precedente True Traitor, True Whore aveva lasciato l’amaro in bocca a molti, non riuscendo a far breccia nell’ascoltatore, frastornato a livello più psicologico che musicale per le mancate classiche ferite da taglio inflitte. Cambiando la produzione, più calda e avvolgente, tutto ne ha risentito in meglio portando l’avventura al limite del comprensibile; ora il distacco non c’è più e la sensazione di essere li tra un urlo e uno sgomento, tra un’atmosfera candida e l'ipervelocità claustrofobica del suo opposto è davanti agli occhi facendo provare una sensazione “3D” di tutto quello che accade.
Io mi congedo, silenziosamente e senza proclami di alcun tipo perché quando la ratio applicata ad un genere tanto ostico quanto estremo come lo USBM viene afferrato per il collo e ingabbiato dentro questi sessantacinque minuti, non c’è altro da aggiungere. Oggigiorno, se si vuole far male, musicalmente parlando, bisogna suonare così, poiché non servono blast beat a razzo o grid ultraveloci per comprendere come dentro, nel profondo di ognuno di noi rintocca lentamente ogni violenza psicologica e fisica.
There’s no light at the end of the tunnel
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9
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Finalmente sono riuscito a procurarmelo... grandissimo disco, marcio e malato come le prime uscite di questo artista... sicuramente meriterebbe un voto più alto.. prendere lo stesso voto (se non ricordo male) dell'ultima ciofeca targata Shining è da fuori di testa |
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8
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Miglior disco dei Leviathan dai tempi del debutto. D'accordo con Andrea sia sulla recensione e sia sul voto. |
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7
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È una bomba, sicuramente tra i miei ascolti di quest'anno. |
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6
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Vado leggermente controcorrente e, pur avendolo trovato obbiettivamente un ottimo disco (fatto molto bene e tutto), non sono riuscito ad apprezzarlo come probabilmente altri. Innanzitutto continuo a preferire il debutto (il suo unico lavoro che mi convinca al 100%, peso a parte), in secondo luogo questo ha una partenza stratosferica con picchi di creatività notevoli, tuttavia la seconda parte (proprio dall'esatta metà in poi) pur essendo di buona fattura non brilla come la prima, per me... Quindi tende ad annoiarmi un po' verso la fine e a pesarmi l'ascolto. Ma riconosco che sia sicuramente superiore a tutto quello che ha fatto dal secondo in poi (per me primo escluso che continuo ad apprezzare di più). Il mio voto sarebbe comunque abbastanza alto perché nonostante un po' di dettagli che non mi hanno convinto alla grande rimane un bel disco ed è fatto sicuramente meglio soprattutto delle ultime cose (a mio modo di vedere) abbastanza improponibili. Quindi bello sì, diciamo che non condivido l'entusiasmo generale dei più, ma bello. |
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5
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Disco davvero ottimo. Anch'io come enry non ho mai apprezzato appieno i suoi lavori passati, ma questo continua a crescere e non annoia, speriamo continui su questa via. |
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4
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Personalmente lo preferivo nel sue passate vesti più tradizionalmente USBM, ma rimane un autore sempre decisamente interessante da seguire, e le sue opere mai scontate e banali. Chapeau. |
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3
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Per il momento è l'album che più ho preferito in questo 2015... veramente ottimo |
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2
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Molto complesso, devo ancora assimilarlo bene. |
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1
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Preso da poco e ascoltato una volta sola, non posso sbilanciarmi ma potrebbe essere il primo disco che mi piace sul serio dei Leviathan. Assolutamente d'accordo sui Twilight, l'ultimo 'III:Beneath Trident's Tomb' è veramente bello. Ripasso più avanti... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. - 2. The Smoke of Their Torment 3. Dawn Vibration 4. Gardens of Coprolite 5. Wicked Fields of Calm 6. Within Thrall 7. A Veil is Lifted 8. Scar Sighted 9. All Tongues Toward 10. Aphonos
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Line Up
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Wrest (Tutti gli Strumenti)
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RECENSIONI |
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