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Kanseil - Doin Earde
( 3147 letture )
Sono passati ormai tre anni dal primissimo debutto sotto forma di Demo dei Kanseil, il quale era composto da cinque tracce che lasciavano intravedere qualche spunto interessante in prospettiva di un album completo. Oggi la band veneta arriva al traguardo del primo full-length personale attraverso la pubblicazione di Doin Earde, merito anche del supporto dell’ormai conosciuta Nemeton Records. L’ascolto del disco mette in luce un folk metal di qualità che sicuramente merita una maggiore attenzione all’interno dell’attuale scena italiana (satura di piccole band che dimostrano poco e niente), infatti i Kanseil sono riusciti a convincermi grazie ad un sound piuttosto fresco che utilizza in modo intelligente una serie di influenze derivanti soprattutto da band nostrane più conosciute, ad esempio i primi Folkstone ed i Furor Gallico. Per quanto riguarda la produzione non ho notato difetti evidenti, anzi, il tutto è ben assemblato e c’è una perfetta sintonia tra i vari fattori che costituiscono la totalità delle canzoni.

Sempre restando legati al discorso riguardante la resa sonora possiamo prendere in esame la seconda Ciada Delàmis, dove si può notare un sound molto pulito e bello da ascoltare, con le parti classiche prive di distorsione che riescono ad esprimere al meglio la propria emotività. Se consideriamo Doin Earde nella sua interezza non notiamo un’eccessiva varietà tra una traccia e l’altra, ma ognuna di queste è ricca di tanti particolari che rendono l’ascolto vivace ed interessante. Mažaròl è esattamente uno di quei brani in grado di colpire proprio per il modo in quei è composta, decisamente diversa dagli standard del folk metal e tra le migliori dell’intero platter. Non mancano comunque pezzi più canonici che si basano sull’alternanza tra metal estremo e strumenti folkloristici come ad esempio Bus de la Lùm e la storica Tzimbar Bint, oramai il simbolo dei Kanseil. Per quanto riguarda la componente folk la cornamusa è lo strumento dominante lungo tutto il corso di Doin Earde, a questa si aggiungono anche il kantele, flauti, contrabbasso, rauschpfeife e bouzouki (essenziale nell’ottava Bosc da Rème per ravvivare l’atmosfera). A parte questi momenti sicuramente ottimi a volte emerge la sensazione di essere all’ascolto di un debut-album, soprattutto quando i brani vengono tirati eccessivamente per le lunghe (la title-track), oppure quando i Kanseil cadono in qualche ripetizione di troppo andando a creare un composizione eccessivamente lineare e priva di spessore (Panevìn). Un altro fattore sicuramente positivo è l’utilizzo degli intermezzi: Ais un Snea spezza molto bene la prima parte del disco introducendo una sezione dell’album più progressiva e articolata; La Sera invece si limita ad introdurre la traccia finale, ma lo fa con classe e con un fare tanto piacevole quanto rilassante. Infine volevo fare una breve menzione per Vajont, canzone che, nonostante una durata superiore rispetto al solito, non mette assolutamente in difficoltà la band trevigiana, la quale si destreggia piuttosto bene durante lo scorrere di tutti i dieci minuti del brano.
La musica però non è il solo elemento d’interesse di Doin Earde, anzi, anche la lettura dei testi ha il suo fascino e aiuta a farci apprezzare quest’opera sotto ogni punto di vista: passeremo infatti da antiche leggende locali a belle poesie accompagnate da archi e chitarre acustiche, da emozionanti e sentiti omaggi alla loro terra natia, non a caso il titolo dell’album significa “Tua Terra”, ad altrettanto sentite tragedie, come ad esempio quella che racconta della strage del Vajont, un testo ben fatto che mette alla luce gli aspetti più negativi e drammatici di questo storico avvenimento.

In conclusione, tra alti e bassi, il debutto dei Kanseil è sicuramente degno di un ascolto ed è tra i dischi puramente folk metal che ho più apprezzato nell’ultimo periodo. L’unico difetto evidente è dato dalla durata eccessiva dell’album: nonostante i brani siano singolarmente ben fatti, risulta comunque difficile approcciarsi ad un’ora filata di musica folk. In futuro basterà un po’ di accortezza sotto questo aspetto e non credo ci saranno ulteriori problemi, dato che comunque i Nostri sono ancora al debutto ed è naturale che si registri anche qualche calo all’interno delle tracce.
Sicuramente promossi e un’ottima speranza in vista di un prossimo capitolo.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
82.05 su 18 voti [ VOTA]
Luke25
Sabato 8 Aprile 2017, 19.22.51
5
Bon 70 è comunque un bel voto quindi nulla da dire, però non capisco la critica al minutaggio... Sinceramente io lo trovo scorrevolissimo questo disco e Vajont è una canzone stupenda forse la più bella dell'album con Bus del la Lum. Domanda, lo avete ascoltato parecchio questo disco? Chiedo perchè io appena comprato l'ho ascoltato una volta sola e condividevo totalmente la vostra visione: buon disco, un po' prolisso e Vajont la consideravo lunghetta ma ora son due settimane che lo ascolto per bene e sul serio non è per nulla scontato! i testi sono stupendi e sul serio scorre via che è una meraviglia tra canzoni aggressive e cupe ed altre più lente. Il mio consiglio è di prendervi del tempo e ascoltarlo con calma, credetemi che cresce con gli ascolti
ErnieBowl
Venerdì 12 Giugno 2015, 12.25.46
4
In pratica concordo su tutto a parte per Panevìn, che essendo amante dei Folkstone non posso fare a meno di canticchiare il chorus ogni volta che me lo si propone ahahaha, nonostante però sia consapevole che sia ispirata alla parte più canonica dei Folkstone e che non sia niente di speciale. Un po' derivativo in certi punti e troppo lungo come è già stato detto ma carino da ascoltare e con qualche spunto più interessante degli altri che se sviluppato potrà rendere più particolare il sound dei Kanseil. E concordo con Theo per i 100 e i 90 che non stanno né in cielo né in terra e non solo per loro ma per qualsiasi band folk che sta prendendo piede ultimamente, almeno qui al Nord-Italia. Insopportabili.
Theo
Venerdì 12 Giugno 2015, 11.58.21
3
Finalmente un voto sensato ed adeguato al (buon) lavoro, dopo le maree di inguardabili 90-100/100 un po' ovunque. Bravo Giacomo, condivido... Soprattutto sul difetto principale del disco che non lo alza oltre al 70/100: la durata eccessiva e la prolissità di alcune soluzioni (specie sul pezzo finale da oltre 10 minuti in cui la si è fatta un po' fuori, aggiungendo parti alla scrittura che a mio avviso non aggiungono nulla di concreto al songwriting del pezzo). Ad ogni modo, ben fatto... Lontano dai votoni assurdi che si trovano in rete, ma non male.
Enomis
Venerdì 12 Giugno 2015, 10.59.51
2
Idem.
Halo
Venerdì 12 Giugno 2015, 10.19.37
1
Gruppo interessante, approfondiró
INFORMAZIONI
2015
nemeton records
Folk Metal
Tracklist
1. Lo Spirito della Notte
2. Ciada Delàmis
3. Dòin Earde
4. Panevìn
5. Ais un Snea
6. Mažaròl
7. Bus de la Lùm
8. Bosc da Rème
9. Tzimbar Bint
10. La Sera
11. Vajont
Line Up
Andrea Facchin (Voce)
Federico Grillo (Chitarra)
Davide Mazzucco (Chitarra, Bouzouki)
Luca Zanchettin (Cornamusa, Kantele)
Stefane Da Re (Rauschpfeife, Flauto)
Dimitri De Poli (Basso)
Luca Rover (Batteria, Percussioni)

Musicisti Ospiti
Andrea (Voce nelle tracce 3, 6)
Nakìa Spizzo (Voce nella traccia 11)
Antonio Làzzara (Contrabbasso)
 
RECENSIONI
ARTICOLI
18/10/2017
Live Report
DELIRIUM X TREMENS + KANSEIL
Revolver, San Donà di Piave (VE), 14/10/2017
 
 
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