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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Ultra-Violence - Deflect the Flow
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( 4593 letture )
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Il thrash metal ormai sta vivendo una nuova giovinezza, sono innumerevoli le giovani band dedite ad un genere che ha vissuto il suo periodo migliore negli anni ottanta ma che in realtà non è mai morto. Band più o meno recenti stanno dando nuova linfa a questo genere con varie sfaccettature, basti pensare agli spagnoli Angelus Apatrida o ai greci Suicidal Angels ma anche qui in Italia sono innumerevoli le thrash metal band di ottimo livello come ad esempio i Game Over, Blindeath o gli Ultra-Violence. A due anni da The Privilege to Overcome i ragazzi di Torino tornano con il nuovo Deflect the Flow, anch'esso registrato ai Domination Studio di Simone Mularoni e pubblicato sotto l'etichetta inglese Candlelight Records, nome di punta del panorama metal mondiale. Gli Ultra-Violence hanno già avuto modo di dimostrare le loro capacità sia tecniche che compositive su molti palchi europei e da queste esperienze nasce il nuovo album; un disco nel quale oltre a trovare una massiccia dose di thrash metal vengono inseriti passaggi più estremi sul filo del death con blast beat e ritmiche velocissime; da sottolineare l'impressionante lavoro di Simone Verre alla batteria dove potenza, tecnica e gusto compositivo rendono la sua performance davvero ineccepibile. Il lavoro delle due chitarre ad opera di Loris Castiglia e di Andrea Vacchiotti è egregio, ritmiche al fulmicotone con ottimi incroci e assoli veramente azzeccati e puntuali coadiuvati dalla presenza costante del basso di Roberto ''Robba'' Dimasi; la voce di Loris è più aggressiva rispetto al precedente lavoro, cattiva e potente. Deflect The Flow è la conferma di una band con un grande potenziale e ottime idee in fase di stesura dei brani, il disco è leggermente più corto rispetto al precedente ed è una mazzata incredibile.
Burning Through The Scars apre l'album, riff affilati con la sezione ritmica corposa sin dalle prime note che inquadra il brano come potente ed aggressivo, i nostri sono notevolmente migliorati e lo si evince sin dalle prime note; il lavoro di Loris ed Andrea alle chitarre è spettacolare, si incrociano, si chiamano e seguono un mood thrash impressionante; la sezione ritmica è potente grazie ai passaggi precisi di Simone e all'incedere costante di Roberto che mantengono altissimo il livello compositivo; la voce è aggressiva rendendo i passaggi vocali davvero piacevoli coadiuvati dai cori altamente corposi. Gli Ultra-Violence hanno saputo creare un proprio stile, riconoscibile e personale, tutte le inevitabili influenze sono ''mascherate'' con il tocco dell'ultra-violenza; bisogna ricordare che il nome non deriva dall'album d'esordio degli immensi Death Angel quanto dalla famosa pellicola di Stanley Kubrick, Arancia Meccanica. In The Name Of Your God è un brano che si discosta dal solito, pur rimanendo Ultra-Violence al 100%. La partenza è devastante, un bel riff puramente thrash introduce il cambio repentino fatto di blast beat e la voce di Loris Castiglia che sfiora sonorità death metal come tutta la parte in questione; ma gli Ultra-Violence hanno il thrash metal nel dna, infatti il brano è sostenuto da ritmiche non molto complesse ma comunque efficaci, giungendo all'inframezzo acustico che in qualche modo spacca in due il brano; pur senza perdere un briciolo di aggressività si arriva al solo, inizialmente velocissimo salvo poi evolversi melodicamente, parlando con buoni spunti tecnici: un ottimo brano sia per tecnica che per costruzione dello stesso. In Deflect The Flow troviamo un notevole passo avanti a livello compositivo; normalmente il secondo disco è un passo difficile e, anche se il debutto si attesta su ottimi livelli, i quattro piemontesi sono riusciti a migliorarsi sia tecnicamente che sotto l'aspetto delle composizioni, più elaborate e con quel tocco di modernità che molte giovani band thrash hanno saputo costruire. Ovviamente, i rimandi al passato sono inevitabili ma per quanto riguarda gli Ultra-Violence sono celati dietro ad aperture ben congegnate. Uno dei migliori brani dell'album è senza dubbio Why So Serious?, dove il testo è formato da citazioni di Joker nel film The Dark Night di Christopher Nolan; i nostri propongono una sorta di thrash'n roll dove le ritmiche e i riff hanno un'impostazione rock 'n' roll pur rimanendo su una base thrash. Il giro di basso è molto bello ed introduce il riff portante del brano che si evolve e si rincorre con il supporto della voce di Loris, aggressiva ed incisiva; il lavoro delle chitarre è di pregevole fattura come i break che offrono aspettattive prima delle ripartenze coadiuvate dai cori sempre apprezzabili. Gli Ultra-Violence danno una prova di maturità non indifferente, tutti i brani si incastrano alla perfezione e nel disco trova spazio anche la cover di Don't Burn The Witch dei Venom la quale viene ''svecchiata'' con un sound attuale e una potenza non indifferente mentre con The Way I'll Stay i nostri propongono un pezzo che ricorda i Megadeth dei bei tempi andati, miscelati con i primi Metallica ma con un'impostazione attuale indirizzata verso un thrash moderno: ascoltate lo stacco nella seconda parte del brano per rendervi conto di cosa sono capaci i torinesi.
Una conferma e un deciso passo avanti da quanto proposto fino adesso dalla band, ottime ritmiche, preziosi assoli, il basso di Roberto ''Robba'' Dimasi che dona spessore ai brani e l'immenso lavoro di Simone Verre dietro ai tamburi sostengono a dovere il cantato aggressivo di Loris Catiglia; un disco da ascoltare dall'inizio alla fine, senza sosta. L'Italia ha veramente delle proposte in ambito thrash (e non solo) di altissimo livello, Deflect The Flow è un album completo, potente e incredibilmente thrash; mettete da parte gelosie e giudizi affrettati scapocciando allegramente con una sana dose di ultra-violenza.
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@ElManjo hai sentito il loro ultimo singolo the storm? Che pena, teniamoci stretto operation misdirection e questi precedenti...non li sentiremo mai più dai nostri queste sonorità...sono molto dispiaciuto per il loro cambio di stile oggi |
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Molti bravi i nostri, ma concordo con @ElManjo, l'ultimo album operation è una bomba...booom |
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Qualcuno recensisca l'ultimo "Operation misdirection", che è una bomba clamorosa, i precedenti in confronto sono robetta, davvero |
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Sono sicuro che il cd nuovo sarà al livello dei precedenti. Grandi Ultraviolence! |
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Gran disco davvero, lo sto ascoltando che è un piacere. |
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Giustamente, prima di esprimersi una persona vuole ascoltare bene l'Album 2, 3, 10 volte. Bene: al decimo ascolto mi sento di dire che i ragazzi sono bravi, le canzoni non mi dispiacciono affatto e, tutto sommato, li preferisco alla stragrande maggioranza delle new bands del thrash metal. Sotterranno quasi tutti gli americani, per capirci. Solo che non è il mio tipo di thrash ... Troppo "moderno". Ma dei gusti non si discute, mentre lo spessore oggettivo è innegabile. |
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11
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Uno dei migliori gruppi thrash italiani! |
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10
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@Matteo questo è il problema delle ondate di band che escono in determinati periodi anche nella NWOBHM uscivano dischi a ripetizione alcuni con personalità alcuni innovativi ma molti fac-simile. Ora è il ritorno del thrash e come dici tu molte band valide tecnicamente ma molto simili fanno divertire ma sono intercambiabili, poi ci sono delle chicche decisamente buone come dice @AL gli ultra non sono i vektor o gli sterbhous ma non sono male, naturalmente mia opinione. |
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9
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@Matteo: in parte ti do ragione perché molti gruppi thrash di nuova generazione (e anche alcuni vecchi che sono tornati in pista o che sono finiti sotto certe etichette) suonano praticamente uguale e purtroppo in molti casi sono poco ispirati. sembrano album prodotti solo per sfruttare il momento e non per convinzione. però ci sono alcune eccezioni e anche per me gli Ultra-violence lo sono. Sicuramente non sono i Vektor però è un buon gruppo. |
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8
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@jek, si in mezzo a quelli citati sono quelli più "fuori luogo", però trovo che molti elementi siano in comune con le altre band che ho riportato e credo che gli ultra-violence prendano un pò più di un semplice spunto da loro. Per me è così, questo disco non è niente di che. E' un copia incolla di quello che altre giovani band stanno già facendo ai giorni nostri, non ha un suo sound. Forse per cavalcare la loro onda, non lo so. |
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7
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Ottimo disco. Struttura dei brani molto ben articolata e gran dinamicità come suoni e tecnica strumentale. 3 cd, 3 centri pieni. Avanti così ragazzi ! |
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5
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Ahahah! Galilee, forse per te! Rispetto agli ultra violence, nel genere, in italia ce ne sono di 100 volte migliori! |
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4
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L'ultimo mi era piaciuto, appena ho metabolizzato gli ultimi acquisti penso proprio di prenderlo. @Luca ottima recensione. @Matteo passi per gli altri gruppi citati ma i Sylosis non li trovo così omologabili. |
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3
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Non ho l'album in questione, ma dopo averli sentiti al Metalitalia devo fare i complimenti agli Ultraviolence. Giovani e talentuosi non ci sono dubbi. ottima tenuta del palco, buona tecnica , ma soprattutto a differenza del 90% dei gruppi thrash in circolazione, buone composizioni dalla marcata personalità che si ricordano subito. E questo fa nettamente la differenza. Ottima recensione. Nel genere in italia, assolutamente tra i migliori, se non proprio i migliori. |
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2
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Ottimi musicisti gli Ultra-Violence!!! Ma tutto si ferma lì, a mio parere. Infatti credo che, a differenza di quanto si dice sulle loro capacità compositive, non siano in grado di scrivere canzoni "che rimangano". E in loro non trovo nemmeno tutta l'originalità di sound che gli si concede. Anzi, a mio avviso cavalcano quell'onda di Thrash band che vanno tanto di moda ora. Suonano esattamente come Havok, Sylosis, Angelus Apatrida, Dust Bolt, Suicidal Angels e compagnia bella. E di fatto, come questi ultimi citati, producono canzoni piatte, senza elementi caratterizzanti, ritornelloni o riff degni di nota. Va bene fare strutture compositive innovative, va bene far sfoggio di tecnica, ma qua manca la capacità di saper scrivere canzoni "anthemiche", diciamo, che altri gruppi hanno, anche qua in Italia. E tutto quello che ho detto lo ritrovo in questo disco come in quello precedente. 83 per me è eccessivo. Credo sia un disco più da 70/75 massimo. Io non ci trovo tutta questa progressione rispetto al primo. Poteva esser fatto meglio. Chiaramente, questo è il mio punto di vista! |
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1
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primi ascolti non mi aveva esaltato poi è migliorato. per me un 80. band in continuo miglioramento. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Burning Through The Scars 2. Why So Serious? 3. Gavel's Bang 4. Lost In Decay 5. In The Name Of Your God 6. A Second Birth 7. The Checkered Sun 8. Don't Burn The Witch (Venom Cover) 9. The Way I'll Stay 10. Fractal Dimension
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Line Up
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Loris Castiglia (Voce, Chitarra) Andrea Vacchiotti (Chitarra) Roberto ''Robba'' Dimasi (Basso) Simone Verre (Batteria)
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RECENSIONI |
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