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Pitbulls in the Nursery - Equanimity
( 2526 letture )
Equanimità [e-qua-ni-mi-tà] s.f. Inv. Modo equo di pensare e sentire; equità, imparzialità: e. di giudizio

VECCHI CAGNACCI
Dieci anni, dieci lunghissimi anni, dieci rotazioni attorno al sole. Quante cose sono successe nella tua vita in dieci anni? Sei uno di quelli che dice “la solita routine”, oppure fai parte di quelli che iniziano a raccontarmi cosa è successo? Spero nella seconda, altrimenti saresti all’interno di un futile costante circolo vizioso. Il corpo, la mente, le abitudini, ogni collegamento e tendenza cambia così come cambi tu, volontariamente ed involontariamente. Applicando un banale concetto come quello riportato qui sopra ad un musicista X ed al suo intero bagaglio compositivo è possibile dunque comprendere quanto i Pitbulls in the Nursery siano stati svezzati, mantenuti in forma e fatti diventare grandi. Si potrebbe quasi dire che i riescono a mangiare con le loro stesse forze, a dispetto di un passato lontano che aveva sì dato alla luce un album eccelso ma in alcuni passaggi leggermente troppo debitore di sonorità statunitensi. Oggi, finalmente, i nostri non hanno più paura di andare oltre il cancello che li separa dalla totale libertà e dalla possibilità di correre, mostrandosi per quello che realmente sono in grado di comporre.

VIVE LA FRANCE
Se, come detto, nel precedente Lunatic i francesi scendevano leggermente a compromessi con quel death metal di stampo floridiano, sfumato da chiaroscuri appartenenti alla scuola francese, oggi la struttura di ogni brano, ancora di più l’anima del gruppo è differente, dilatata, stratifica e contaminata da molteplici sfumature che prendono il nome di “carisma”. Avere avuto la possibilità/necessità di sfornare un secondo album a così lunga distanza dal precedente ha aiutato a cambiare le carte in tavola radicalmente, fornendo una chiave di lettura che ad oggi possiamo identificare indiscutibilmente all’interno di una scena francese sempre più florida ed importante. Molte le band che negli ultimi anni hanno avuto la possibilità di mettersi in mostra attraverso album più o meno validi che hanno donato luce a quello che oggi è una cisterna di piccole e nuove promesse; band quali Klone, Gojira, Scarve, Yyrkoon (R.i.P.) o Trepalium hanno indissolubilmente marcato il territorio attraverso composizioni eccelse e che vengono apprezzate sempre più dai fan, che finalmente oggi non ricordano il paese d’oltralpe solamente per la baguette e il bacio con la lingua.

DIVIDI E CONQUISTA
Perché mai un titolo per un paragrafo così inusuale? Me lo chiedo io che sto scrivendo, per cui cerchiamo di fare ordine, orsù! Dividere, nel senso di smembrare una canzone, dilatarla nello spazio tempo, renderla immortale andando oltre le mode del periodo, gli stilemi che ti impongono “se non fai così sei out”. Dividere le molteplici circostanze che mettono il classico death in un angolo e portano questi concepimenti moderni al sopra di ogni traccia in banali quattro quarti. Dividere le opinioni, dato che sicuramente in molto saranno contro, trovando all'interno di Equanimity il classico calderone pronto e buttato nel mercato attraverso la tipica equalizzazione programmata di suoni statici e fini a se stessi; comprensibile ma non condivisibile, sia chiaro. Divide in ultimo perché, come già ribadito nelle righe precedenti, pochissimi sono i punti in comune tra i Pitbulls in the Nursery di oggi e quelli di un passato remoto; i fan di vecchia data probabilmente saranno li a storcersi il naso ascoltando più e più volte passaggi distanti anni luce dal pensiero iniziale. Canzoni come la potente ed incessante Crawling, The Oath, con quel riff portante da strappalacrime, attraverso quei Fear Factory di un tempo dimenticato, o la progressiva Soulbones, che prende i migliori Gojira, e li destruttura facendone poltiglia per gatti in confronto. Non mi sono dimenticato di Conquista, mi basta poco per farvi capire quanto serva un semplicissimo battito di ciglia per non credere alle proprie orecchie volendo tornare indietro più e più volte sentendo un passaggio che non ci pareva possibile. Conquista nella sua spontaneità d'essere, così esplosivo quanto scorrevole e a tratti fin troppo melodico; se in alcuni passaggi c'è quel prolisso che non ti lascia gustare tutto a perdifiato, come tuffarsi a capofitto nell'acqua gelida, la sensazione di vuoto e dell'essere circondati da demoni feroci e cannibali v'è più che mai, racchiusa in poche note o dilazionata nelle variazioni di tempo lungo i molteplici rallentamenti. Ascoltare tutta l'ora di fila, senza stop, e concentrarsi sul risultato finale porta una sana dose di dispersione di calorie. Conquista e racchiude in così tanto/poco tutto quello che oggi il metal moderno chiede ad un musicista che vuole suonare serio e in modalità “advanced”. Provare per credere: Reality a 3:45 cambia pelle, diventando il fratello gemello, la nemesi, il Dott. Jekyll che non ti aspetti, crogiolandosi nella vastità dell'essere così perché l'intolleranza è contagiosa. Mille esempi, mille difetti e pregi che si contestualizzano e si disarmano reciprocamente nella tracklist che portano ad una sola conclusione.

CAN CHE ABBAIA… MORDE
Mordono forte i Pitbulls in the Nursery e non chiedono scusa per nulla di quello che combinano all'interno dell'asilo nido, mordono e schiamazzo ovunque, ma a differenza di molti altri loro colleghi identificabili in classici cani randagi, loro sono gentili e eleganti. Graffiano la preda, tu, e la lasciano morire lentamente, ascolto dopo ascolto sino a quando disarmato non dovrai a tutti i costi ammettere di essere di fronte ad un ottimo album made in France che conquisterà sicuramente il cuore di molti a fine anno. Probabilmente non sarà tra nella top ten, ma verrà sicuramente ricordato attraverso la sua versatilità e il dinamismo combinati con una potenza senza eguale nel panorama metal. A volte l'intelligenza paga, basta saperla sfruttare dosandola a lungo termine, senza avere fretta di eccedere, ricordandosi chi si è e dove il progredire della vita ci porta incondizionatamente.



VOTO RECENSORE
84
VOTO LETTORI
89.5 su 2 voti [ VOTA]
Oudeis
Domenica 5 Luglio 2015, 14.17.36
1
Brutal? ...vabbe', ad ogni modo è proprio un bel dischetto con tante idee ed arrangiamenti interessanti. 80.
INFORMAZIONI
2015
Klonosphere Records
Technical Brutal Death
Tracklist
1. Crawling
2. Rule The Plight
3. The Oath
4. Reality
5. Interlude
6. Insiders
7. Conspiracy
8. Soulbones
9. Your Dream’s Not Mine
Line Up
Termis Backle (Voce)
Mat Commun (Chitarra)
Saim Thevenet (Chitarra, Sitar)
Francesco Ugarte (Basso)
Jerome Farion (Batteria)
 
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