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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Vuoi per il suo lavoro con i Benedictum, vuoi perché il personaggio dà abbastanza nell'occhio, il nome di Veronica Freeman è piuttosto conosciuto nel giro. Convintasi a tentare la strada della carriera solista (parallela a quella della band d'origine) ed invitata ad esplorare strade diverse dalla casa discografica, la nostra si presenta adesso sulle scene col suo primo lavoro intitolato Now or Never, utilizzando come monicker quello di The V. Ottenuto l'aiuto di membri dei Benedictum e di uno stuolo di musicisti e produttori, sempre con lo zampino interessato della Frontiers, la ragazza di San Diego esordisce con un album molto anni 80, denso di richiami street rock, glam, hard rock ed ovviamente metal, anche se il core business di Now or Never è quello di arrivare ad un pubblico più ampio di quello dei Benedictum, non disdegnando possibili passaggi radiofonici. La domanda tipica da farsi in questi casi è sempre la stessa: per raggiungere il risultato si sono utilizzate solo canzonette di facile presa buone per una stagione ed allo scopo di fare cassa e basta, oppure si è puntato su una scrittura magari non molto pesante, ma comunque di classe e di qualità? Nonostante in Now or Never non manchino momenti dedicati all'airplay più smaccato, l'ascolto attento della scaletta porta a propendere in via maggioritaria per la seconda ipotesi.
La prima cosa che salta all'occhio in questa produzione è la pattuglia di professionisti che vi ha partecipato. A parte la nostra Veronica Freeman, il progetto The V ha visto all'opera Pete Wells, Aric Avina e Rikard Stjernquist dei Benedictum, Michael Sweet degli Stryper, e Garry Bordonaro (The Rods), Jeff Pilson (Dokken, Foreigner), Mike Lepond (Symphony X), Tony Martin (Black Sabbath), Leather Leone (Chastain), Jerry Dixon (Warrant), Jimmy Durkin (Dark Angel), Mick Tucker (Tank), Jordan Ziff (Age of Evil), Derek Kerswill (Unearth, Kingdom of Sorrow), Peter Tentindo (Venus Mars Project), oltre a John Herrera, Ryan Greene, Kenny Lewis, Meliesa McDonell, Michael Harris, Mel Brown e John O’Boyle. Insomma: un lotto di professionisti d'alto livello ed in parte di estrazione anche piuttosto seria dal punto di vista della pesantezza della musica di solito proposta. Il disco presenta in ogni caso momenti molto diversi, sia per la grande quantità di gente coinvolta, sia perché alcuni pezzi sono stati prodotti a parte. In particolare Love Should Be To Blame ed Again recano la firma di Michael Sweet, mentre King For A Day quella di Kenny Lewis; tutto il resto è stato curato da John Herrera. Ferme restando le buone prove strumentali da parte di tutti gli interessati ed il suono dell'album che risulta equilibrato tra l'esigenza di essere comunque un lavoro heavy-rock e quello di non essere particolarmente aggressivo, sono le parti vocali che, nemmeno a dirlo, caratterizzano Now or Never. La voce di Veronica è meno aggressiva e più modulata del solito, ma anche questo fa parte del focus del progetto The V, improntato, come già più volte sottolineato, verso un hard rock melodico che non si sposa che a tratti con la sua consueta irruenza. Bello l'inizio cazzuto (anche se forse non è il termine più adatto per descrivere qualcosa di attinente ad una donna) con Again, pezzo molto Stryper che si stampa subito in testa, mentre Now or Never è un heavy Rock'n'Roll di facile presa con ritornello anni 80 fatto per i concerti nei locali pieni di fumo e birra. Roller Coaster segue la stessa falsariga, ma con più brio e più blues, poi L.O.V.E. apre la porta alle radio con un brano allegro e di poche pretese, se non quelle di accompagnare magari una passeggiata in macchina con un simpatico rock da cantare insieme agli amici. Line in the Sand coglie più o meno lo stesso risultato, ma con più attenzione all'AOR vero e proprio. Discreto piglio per il mid malinconico Love Should Be to the Blame, prima di ritornare sui sentieri della spensieratezza con Kiss my Lips, altro heavy rock da live set con la partecipazione di Leather Leone. Spellbound è un heavy/AOR da ascoltare senza troppa concentrazione, poi Starshine entra con tutti e due i piedi nell'AOR da singolone per le radio rock generaliste degli U.S.A. con la collaborazione di Meliesa McDonell. Più avvincente Below Zero, nonostante i suoni siano sempre a cavallo tra AOR e hard rock. Come da titolo Ready to Run è forse l'unico pezzo dichiaratamente heavy. Semplice, immediato, una corsa sui sentieri dell'heavy metal della prima metà degli anni 80 e una Veronica Freeman più classica nel suo modo di cantare. Infine, chiusura affidata alle atmosfere oscure, quasi doom, di King for a Day, pezzo che non per nulla vede al microfono tale Tony Martin a dar man forte alla procace cantante americana.
La prova d'esordio del progetto solista The V, alias Veronica Freeman, non è certo un capolavoro assoluto, ma è coerente con gli scopi che si prefigge di raggiungere. L'idea, condivisibile, era quella di fare qualcosa di diverso dai Benedictum, visto che replicarne l'approccio non avrebbe avuto senso e di farlo puntando su suoni più melodici e di facile presa, senza tradire più di tanto il personaggio Veronica. Se inquadrato in questa ottica, Now or Never è un disco piacevole, con un paio di pezzi di ottimo livello, quattro o cinque tra il discreto ed il buono, tre o quattro accettabili ed un paio di filler. Insomma: un lavoro onesto, che non fa mistero di voler puntare a vendere qualche copia in più di quelle normalmente vendute dai Benedictum e di farlo attraverso una scrittura "in sicurezza", senza sorprese di sorta, ma ottenendo il risultato senza sputtanarsi, confezionando un album facile e leggero, ma non privo di classe e professionalità. Dal canto suo Veronica cerca di disciplinarsi, di usare la voce modulandola meglio e di più e di sposare quindi la filosofia di Now or Never, a prescindere dal fatto che sia stata lei a indicare la strada oppure le sia stata indicata dall'etichetta discografica. In tutti e due i casi, un dischetto non certo trascendentale, ma certamente ben fatto.
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3
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Un bel dischetto, niente di eclatante ma piacevole. giusto il voto della rece. |
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2
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Ne ho sentiti di giudizi generosi, ma questo entra nella top 3 di diritto. |
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1
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Il miglior disco hard rock mai realizzato |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Again 2. Now Or Never 3. Roller Coaster 4. L.O.V.E. 5. Line In The Sand 6. Love Should Be To Blame 7. Kiss My Lips 8. Spellbound 9. Starshine 10. Below Zero 11. Ready To Run 12. King For A Day
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Line Up
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Veronica Freeman (Voce) Pete Wells, Michael Sweet, Peter Tentindo, Jimmy Durkin, Mick Tucker, Jordan Ziff, Michael Harris (Chitarre) Jeff Pilson, Mel Brown, Garry Bordonaro, Aric Avina, John O'Boyle, Mike Lepond (Basso) Derek Kerswill (Batteria)
Musicisti Ospiti Leather Leone (Voce nella traccia 7) Meliesa McDonell (Voce e chitarra acustica nella traccia 9) Tony Martin (Voce nella traccia 12)
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