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Endless Pain - Cosa Nostra
( 1971 letture )
Tornano i bresciani Endless Pain, a cinque anni di distanza dall’ultima fatica Chronicles of Death, disco che ha manifestato la quasi totale virata verso la brutalità del death metal, pur tenendo ancora in mente una certa struttura thrashy, tipica degli albori. Pubblicati sotto l’etichetta inglese Banksville Records, i nostri cinque connazionali decidono di scomodare una delle tematiche che più ha toccato -e tocca tuttora- da vicino la nostra penisola, la mafia. Non è difficile da comprendere, data la cover che richiama distintamente gli stereotipi del mafioso emigrato oltreoceano con il fido Thompson sotto braccio e, soprattutto, titoli che evocano alcune delle pagine più buie della nostra storia recente. L’ensemble è sempre lo stesso, carico d’esperienza in studio e dal vivo, capace di combinare generi estremi quale il death ed il thrash con una semplicità disarmante, regalandoci un lavoro ben più convincente rispetto all’ultima uscita discografica. Ma procediamo per ordine: alla voce troviamo sempre Hate con le sue vocals devastanti che aiutano il sound soffocante nel diventare ancora più claustrofobia e pesante. La sezione ritmica è sempre la stessa, con Enrico al basso ed il tentacolare Fuso dietro le pelli. Alle due chitarre cambia qualcosa e, ad affiancare il fido Beppe, troviamo Giulio. Ebbene, guardando al recente passato della band, la domanda che viene naturale porsi è molto semplice: saranno riusciti gli Endless Pain a regalarci un lavoro più sostanzioso di Chronicles of Death, esprimendo un songwriting in grado di far brillare le indubbie qualità tecniche del quintetto?

Tutto comincia dall’introduzione di 23 Maggio 1992, una delle giornate più nere della cronaca antimafia, il giorno della strage di Capaci da parte di Cosa Nostra, dove venne ucciso Giovanni Falcone con la moglie e tre agenti della scorta. Un minuto e mezzo dove si accavallano alcuni effetti d’ambiente, bassi ed una solitaria chitarra acustica che ci catapulta nell’ambiente della musica popolare sicula. Quindi attacca Dishonor Before Death (Burke the Infame) e gli Endless Pain cominciano a dispensare una sana dose di mazzate: i riff di chitarra sono delle vere cinghiate sui denti, con qualche solismo d’effetto che s’intramezza tra una linea e l’altra, a comporre un brano che è tutt’altro che noioso o pedante. La prova dietro le pelli di Fuso è devastante, abbastanza variopinta e condita da un sapiente uso della doppia cassa, mai bloccata per più di qualche battuta. Sopra a tutto ciò si staglia Hate con il suo growl potente e d’impatto, a controbattere le linee preponderanti degli strumenti a corde. Nel Nome del Padre attacca con blast-beat, riff tipicamente death metal ed un incedere da puro headbang, a mettere in risalto una produzione certosina ed impatto, capace di dare un giusto spazio a tutti e cinque i musicisti. Qualche reminiscenza thrash si può sentire sparsa nel riffing mutevole delle chitarre di Beppe e Giulio, anche se ormai a questo punto della riproduzione è diventato più che evidente che il genere suonato dagli Endless Pain è un puro death metal, tra l’altro per nulla scontato o pedissequo come a volte può accadere nel dedicarsi a questa frangia musicale dopo i trascorsi in altri generi. Come abbiamo già accennato prima, la band bresciana è tutt’altro che sprovveduta e l’esperienza nel settore è palpabile in ogni brano: Good Fuckin’ Fellas e Evil Empire (Cosa Nostra) ci mettono in mostra la prestazione straordinaria di Fuso che si trascina dietro l’intera band in cambi di tempo e di riff, capaci di mantenere salda l’attenzione dell’ascoltatore ed accantonando completamente le debolezze dell’album precedente. Passando per un’altra rapida cavalcata death, Murder of Honor, si giunge ad un momento di “pausa” con Omertà, dove il primo minuto del brano ci consegna un intro di chitarra soffuso ed atmosferico, sotto il quale la batteria ed il basso si dilettano in esagerazioni strumentali di altissimo livello. Quindi, gli Endless Pain tornano a pestare sull’acceleratore e riprendono a scartavetrarci la faccia, tornando su ritmi altissimi alternati a veri e propri break d’effetto. Passando per Transversal Vendetta e The Left Hand, si giunge all’outro (Donna Rosaria) dove troviamo straordinariamente un pianoforte “noir” che ci accompagna con il suo incedere malinconico, a cui presto si accompagnano gli archi di un’orchestra come se tutta la furia dei precedenti trenta minuti fosse stata spazzata via da questa chiusura che, se si vuole fare un certo paragone sempre in terra italica e sempre in ambito death metal, richiama distintamente la title-track basata sul theme de Il Padrino dei Fleshgod Apocalypse, guarda caso autori di un EP intitolato Mafia.

Quando tiriamo le somme, il risultato è indubbiamente positivo. Gli Endless Pain sono riusciti ad alzare l’asticella della qualità del loro songwriting, affiancandolo alle capacità tecniche indiscutibili che già si potevano apprezzare nei dischi precedenti. In Cosa Nostra, tuttavia, la struttura dei brani appare meno scontata, capace quindi di mantenere alta l’attenzione dell’ascoltatore senza perdere un’oncia della brutalità sentita in Chronicles of Death. È abbastanza semplice quindi affermare che, finalmente, la band bresciana è riuscita a raggiunger un livello complessivo che, viste le loro capacità strumentali, si meritavano già da anni, sfornando un album impegnativo e mai scontato. In conclusione Cosa Nostra è un disco di sanissimo death metal del ventunesimo secolo, capace di condensare in poco più di mezz’ora tutte le moderne qualità che questo genere musicale ci ha regalato negli ultimi anni, in Italia e nel resto del mondo. Avanti così!



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
37 su 25 voti [ VOTA]
LAMBRUSCORE
Lunedì 20 Luglio 2015, 13.14.03
2
Ho sentito solo 3 pezzi, poco per giudicare, comunque sono rimasto un po' stupito, visto il loro cambio di stile, non sembrano per niente la band che ho visto live alcune volte un po' di anni fa, non mi dispiacciono neanche così, più sul Death con puntatine brutali che ci stanno, secondo me, spero di sentire tutto l'album per poi giudicare meglio. So che hanno avuto alcuni scazzi con dei loro ex musicisti, magari qua è venuta fuori tanta rabbia, ahaha....
Ulvez
Lunedì 20 Luglio 2015, 9.21.29
1
ottimo disco davvero, decisamente più sul death/brutal rispetto ai precedenti.
INFORMAZIONI
2015
Banksville Records
Death
Tracklist
1. Intro (23 Maggio 1992)
2. Dishonor Before Death (Burke the Infame)
3. Nel Nome del Padre
4. Good Fuckin’ Fellas
5. Evil Empire (Cosa Nostra)
6. Murder of Honor
7. Omertà
8. Transversal Vendetta
9. The Left Hand
10. Outro (Donna Rosaria)
Line Up
Hate (Voce)
Beppe (Chitarra)
Giulio (Chitarra)
Enrico (Basso)
Fuso (Batteria)
 
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