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Decomposing Entity - So It Begins
( 974 letture )
Non conosco i Decomposing Entity. Siamo alle solite: leggere prima la bio per avere un ascolto più consapevole (e magari più influenzato) o passare direttamente all'ascolto asciutto e non inquinato, riservando al poi informazioni e dettagli?
Presto fatto.

L'intro, So It Begins , è una ballata strumentale dalle sonorità arabeggianti. Il velluto caldo della melodia si tinge di logoro e inquietante in alcuni passaggi. Chiusura sfumata, non amo, ma tant'è. Non male.

Undo The Error , la successiva, mi fa completamente dimenticare l'aria di assuefazione e angosciante torpore dell'intro: un rapido riff, lo stacco e l'apertura a una traccia robusta e compatta. Chitarre spesse e bellicose, una batteria dal passo ritmato, un vocalism che è raspa di ferro.

Brano numero tre, Succubus. Uno screaming tirato e dritto fa da apripista a un riff cadenzato e preciso. Velocità tese, passaggi orecchiabili. Niente di nuovo, ma l'ascolto è piacevole.

Disgust in Theory è quella che forse più si avvicina ai miei gusti personali. L'apertura, la marcia cadenzata della batteria, i riff quasi ballabili (che mi si passi il termine), di quelli che non ti basta l'headbanging ma di quelli che vuoi scuoterti completamente. Groove coinvolgente. Le corde disegnano un buon tappeto sul quale giocare con la batteria e la voce. A tre quarti della lirica la potenza cala, ci si concede del respiro: ci spiazza un ponte melodico acustico che richiama le arie arabeggianti dell'intro e in questa presa di tempo, un ottimo growl si plasma perfettamente a quelle corde dai sapori lontani. Ma l'atmosfera mediorientale si fonde in un salire di energia, che tramuta in un'avanzata scandita e potente. Mi piace.

Private Session segna il perno di quest'album. Di nuovo l'andatura sostenuta, la marcia militare di riff densi e coesi. Ma qui, alla traccia numero 5, inizio a stancarmi delle solite chitarre e della batteria incessante e sudata, come se facesse fatica a emergere. Voglio dire: fosse stato un EP, chiuso alla quarta traccia, non avrei avuto niente da ribattere. Ma se per fare un full-length devi ripropormi le stesse cartucce sparate per i primi quattro brani, mi annoio. Magari nelle ultime quattro liriche alzano il tiro.

Macché. Ripped to Regenerate si apre esattamente con il solito giro arabeggiante di cui sopra. Si evolve nel moto massiccio e cadenzato di cui sopra. Stacchi di cui sopra. Drummin', voce, riffature, già, proprio di cui sopra.

Con la traccia sette si sale sul podio. Andrà sicuramente meglio con questa Social Disease.
E invece no.
Suoni di distruzione, sensazione apocalittica, mood minaccioso e grave. Bell'atmosfera, creata soprattutto da vocalism corali lineari, lontani dal growl. Ma tutto il resto rimane invariato. Peccato.

Arrivata al brano numero otto sono portata a dire: dai, ancora due. E in effetti Quai Quae non delude le mie aspettative. Sebbene da un lato le chitarre siano ben espresse e toniche, la batteria sicura e senza inflessioni, il growl steso su un buon songwriting, rimane il lato ruvido dell'aspetto generale: è molto, troppo simile alle altre liriche.

E si chiude l'album con Coocoon, brano sofferente e arrabbiato: non manca ovviamente il solito ronzio soffocante delle chitarre che ha permaso l'intero rilascio, l'inarrestabile ritmo sferzante della batteria, un vocalism che incornicia molto bene tutto l'album. Ma non mi dire, anche questa finisce sfumata, come l'intro. Per me una canzone death non può finire sfumata. Passi l'intro, ma non un brano death fatto, finito e confezionato. Per la natura stessa del genere trovo impensabile che una canzone death con tutta la sua carica violenta, la potenza, la ferocia, la cattiveria, la scarica di malvagità che porta con sé possa finire in modo attenuato, tenue, evanescente. Inaccettabile.

Ma chi ha realizzato So It Begins?
I Decomposing Entity sono un trio croato proveniente da Zagabria. All'attivo contiamo Decomposing Entity, EP datato 2009, due singoli e una demo tra il 2010 e il 2015 e infine So It Begins, il loro primo full-length.
La loro line-up ha una storia piuttosto turbolenta ed è caratterizzata da un continuo cambiamento della formazione del gruppo.

Non è un album inascoltabile o da buttare via, questo no. Ma certo è un rilascio che non compensa il prezzo dell'acquisto.
Per un ascolto senza alcuna pretesa.



VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
49 su 1 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2015
Perennity Records
Death
Tracklist
1. So It Begins (intro)
2. Undo The Error
3. Succubus
4. Disgust In Theory
5. Private Session
6. Ripped To Regenerate
7. Social Disease
8. Quai Quae
9. Cocoon
Line Up
Davorin Švaner (voce,chitarra)
Jurica Jakić (basso)
Marin Lelas (batteria)
 
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