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29/03/24
500 HORSE POWER + GAIN OVER
BORN TO BE WILD MC PADOVA, VIA GUIDO NATTA 14 - RUBANO (PD)
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Eternal Tears of Sorrow - A Virgin and a Whore
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( 2493 letture )
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Nel 2001 gli Eternal Tears Of Sorrow giungono alla soglia del quarto disco con la pubblicazione di A Virgin And A Whore, ultimo lavoro prima del temporaneo scioglimento e della virata stilistica che accompagnerà la band dalla reunion in poi. Nonostante l’uscita a breve distanza da Chaotic Beauty, con cui non mancano i punti in comune, questo platter si contraddistingue per un generale rallentamento dei brani, a favore della componente malinconica e delle atmosfere più intime, esaltate specialmente dal lavoro delle tastiere e della chitarra lead, che in diversi punti avvicinano la proposta della band alle sponde del gothic. Questa generale impressione viene rafforzata ulteriormente dalle scelte di ospitare Juha Kylmänen dei For My Pain alla voce, proprio nella ballad The River Flows Frozen e in The Last One For Life e di proporre come bonus la cover di As I Die dei Paradise Lost.
Già a partire da Aurora Borealis si percepisce come i caleidoscopici lavori di synth costituiscano l’intelaiatura di A Virgin And A Whore, lasciando che gli strumenti a corde si occupino di cesellare melodie solo in poche mirate occasioni, mentre i tasti cristallini di Pasi Hiltula si occupano di erigere architetture di synth. Le strutture dei brani sono tuttavia sorrette anche da un solido impianto ritmico, tra cui spicca l’operato di Petri Sankala per il lavoro nei pattern di batteria, semplice ma ricco di groove seppure mai in primo piano come il contributo melodico della coppia Hiltula/Kokko, che in più occasione nel corso del disco si cimentano in armonie e scambi di assoli. Le partiture delle asce, seppure si allontanino sporadicamente dal mero compitino fatto di accordi senza mai perdere le proprie radici heavy/thrash (Fall Of Man, Blood Of Hatred), sono solide e massicce grazie ad una scelta di suoni azzeccata che riesce nella delicata impresa di non far sovrapporre i piani sonori di chitarre e tastiere grazie ad una strutturazione ottenuta con pan e riverberi che posizionano le keys tutto intorno al resto della band, rendendole libere tanto di fare da tappeto, quanto di ornare i brani con pregiati arabeschi adamantini (Prophetian, The Last One For Life). Su questa base si inserisce il cantato di Altti Veteläinen, su cui vale la pena di spendere un paio di parole: pur non possedendo un timbro propriamente inquadrabile come uno scream o un growl, l’urlato del finlandese è un elemento caratteristico del suono della band e necessita di diversi ascolti per perdere l’impressione che sia semplicemente sgraziato. Punto di forza di questa voce è il non essere eccessivamente aggressiva, in modo da non staccarsi dal contesto sonoro in cui si va ad inserire (caratteristica che invece in più persone rinfacciano di recente agli Omnium Gatherum); le vocals di Veteläinen sono certamente migliorabili, ma riescono comunque a trovare una propria collocazione nell’amalgama degli Eternal Tears Of Sorrow senza andare a creare uno strappo. La tracklist scorre fluidamente ed anche il posizionamento di The River Flows Frozen (presente anche in versione acustica e cantata totalmente da Kylmänen nell’edizione speciale) risulta quanto mai azzeccato, andando a creare un rilassamento esattamente a metà del running time e lasciando che gli arpeggi di chitarra e le melodie più struggenti accompagnino le parole intrise di sconforto delle liriche:
Like frozen leaves We are falling On to the soil so barren and cold
The rays of sun No more warming Our hearts now so cold
Through this field Of the withered flowers We go still one more time
The hidden beauty Forever gone The river's frozen once again
Dopo essersi immersi nella desolazione, la risalita avviene per gradi e abbandonando gradualmente le clean vocals (presenti anche in The Last One For Life) per poi recuperare energia con la cover di Sick, Dirty And Mean, in grado di riportare alla mente le sfuriate di Chaotic Beauty grazie ai ritmi sostenuti. Il disco si chiude in modo quasi simmetrico, andando a recuperare sempre più gli affreschi di synth e pad delle tastiere, assolute protagoniste insieme ala chitarra di Kokko della malinconica Aeon, che fa paio con Prophetian per lo splendido ritornello.
Nel complesso, pur senza toccare vette di eccellenza, A Virgin And A Whore è un lavoro piacevole e ricco di spunti melodici, in grado di incarnare appieno il malinconico spirito finlandese nell’arco dei suoi tre quarti d’ora di running time. I paesaggi sonori creati dagli Eternal Tears Of Sorrow riescono a creare l’impressione di perdersi tra le lande innevate e, lasciando vagare lo sguardo sull’immenso gelo delle distese sconfinate, sentire il freddo interiore che può essere allentato solo da uno sguardo all’immensità dello spettacolo offerto dal cielo in una notte illuminata dall’aurora boreale.
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Bel disco, non un capolavoro comunque apprezzabile.Prophetian sono anni che gira sul mio stereo al massimo volume. Gran pezzo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Aurora Borealis 2. Heart Of Wilderness 3. Prophetian 4. Fall Of Man 5. The River Flows Frozen 6. The Last One For Life 7. Sick, Dirty And Mean 8. Blood Of Hatred 9. Aeon
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Line Up
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Altti Veteläinen (Voce, Basso) Petri Sankala (Chitarre) Antti Kokko (Chitarre) Pasi Hiltula (Tastiere) Petri Sankala (Batteria)
Musicisti Ospiti: Juha Kylmänen (Voce)
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RECENSIONI |
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