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The Juliet Massacre - Human Abuse
( 1872 letture )
Chiunque abbia seguito le uscite italiane in ambito core degli ultimi anni, avrà sicuramente sentito parlare dei The Juliet Massacre, che nel 2012 esordivano con Pray for an Afterlife, disco con cui il gruppo è riuscito a crearsi una schiera di fan molto consistente anche all’estero. Dopo tre anni di silenzio, li ritroviamo con il qui presente Human Abuse, prodotto interamente da loro.

Chi li ha conosciuti con il debutto, può star tranquillo ed approcciarsi al nuovo album senza problemi. Il gruppo resta ancorato alle sonorità deathcore udite nel precedente lavoro, ma molto spesso si affaccia su coordinate più legate allo slam vero e proprio. Ed è proprio questo il punto di forza del gruppo, ovvero l’essere in grado di creare un sound che può essere apprezzato anche da chi il deathcore più puro difficilmente lo digerisce. Ma il grande pregio del gruppo, è senza ombra di dubbio il songwriting, la capacità di scrivere canzoni con una logica e che non cadono mai nel breakdown completamente random, anzi. Le tracce infatti, sono costruite principalmente su ritmiche spinte e aggressive più che sui ritmi pachidermici fini a se stessi. Un giochetto questo che rende i rallentamenti più pesanti e a tratti anche “imprevedibili”. Stilisticamente parlando, si passa da momenti vicino ai primi Job for a Cowboy, con quindi richiami alla scuola più tech-death, ad altri che si rifanno a gruppi come Benighted e Despised Icon (oltre a degli accenni a sonorità djent). Nell’insieme si ha quindi un lavoro frenetico e piacevole, con canzoni che trascinano (bisogna dirlo, merito anche del growl/pig squeal) e che regalano più di qualche soddisfazione e sorpresa; tra le sorprese inoltre, ci sono le collaborazioni con Alessandro Falà (Sawthis) su Chocking the Last Breath, di Julien Truchan (Benighted) su The Tragedy of the Guns e di Radim (Spasm) su Slam Against the Injustice, uno dei pezzi più divertenti e puramente slam del lavoro. Presenze che si fanno sentire e danno sicuramente una maggior impronta di personalità ai brani, Chocking the Last Breath su tutte.

Infine possiamo confermare la qualità e le potenzialità del gruppo, che con questo nuovo album ha tutte le carte in regolare per fare il decisivo salto di qualità con il successivo lavoro. Certo, qualcosa da sistemare rimane, come ad esempio quei momenti meno coinvolgenti e trascinanti che ogni tanto si fanno sentire.. Nulla che affossi il lavoro naturalmente, poiché pezzi come la title-track, Drown in the Dust, Beaten and Killed, Freedom of Speech e Gli Anni di Piombo sopperiscono a queste piccolezze. Un album quindi più maturo, divertente e che molto probabilmente si farà apprezzare ancora più del debutto.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
58.5 su 2 voti [ VOTA]
LUCIO 77
Martedì 14 Giugno 2022, 17.21.38
3
Ascoltato anche questo.. Rispetto all'Esordio, mi pare più "schizofrenico" e meno Brutal.. Comunque, altro Album meritevole di essere preso in considerazione...
Suicide Noise
Giovedì 3 Settembre 2015, 19.37.26
2
Gran bell'album. Gran bella band. Aggiornate l'anno di pubblicazione, 2015 non 2014
TaiToaplan
Giovedì 6 Agosto 2015, 12.46.08
1
Vai Sabatino Fossemò, detto Lù Giorge
INFORMAZIONI
2014
Autoprodotto
Death Core
Tracklist

1. Human Abuse
2. Earth Annihilation
3. Chocking the Last Breath
4. Drown in the Dust
5. Suffering in a Lake of Solitude
6. The Tragedy of the Guns
7. Beaten & Killed
8. Her Violated Body
9. Freedom of Speech
10. Slam Against the Injustice
11. Gli Anni Di Piombo
Line Up
Alessandro “Alex Gore” (Voce)
Antonio “Antomega” (Voce)
Claudio “The Killer” (Chitarra)
Sabatino “Sab” (Chitarra)
Luchino “Jubbino” (Basso)
Andrea “Pelle” (Batteria)

Musicisti ospiti:

Alessandro Falà (Voce su Chocking the Last Breath)
Julien Truchan (Voce su The Tragedy of the Guns)
Radim (voce su Slam Against the Injustice)
 
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