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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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( 2067 letture )
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Tornano sotto le luci dei riflettori i losangelini Terror, paladini dell’hardcore d’oltreoceano, saliti alla ribalta ad inizio anni Duemila con One with the Underdogs, primo full length della loro carriera, arrivato dopo l’esordio in formato EP di Lowest of the Low l’anno prima. I Terror del 2015 non sembrano aver perso lo smalto di quel periodo d’oro, anzi, sono oggi se possibile ancora più incazzati che mai e lo dimostrano col nuovo disco intitolato The 25th Hour. Non fatevi ingannare dalla copertina apparentemente innocente, col suo sfondo bianco che tanto si discosta dagli artwork visti nei primi album, in special modo quello del già citato One with the Underdogs, crudo e spaventoso nella sua semplicità estrema. Con Keepers of the Faith prima e Live by the Code poi, lo stile, almeno per quanto riguarda gli artwork di copertina, è cambiato, ma del tutto immutata è rimasta la direzione musicale perseguita dal gruppo californiano. Ciò non toglie che già in The Damned, The Shamed (2008) le composizioni si siano fatte più diversificate, anche se in minima parte. L’apporto delle chitarre è diventato più significativo dal punto di vista melodico -termine che certo un po’ stona col nome Terror- e la rabbia è stata espressa da una varietà maggiore di soluzioni all’interno dei singoli pezzi. E se Keepers of the Faith è l’esempio più lampante in questo senso, essendo l’album più lungo (intorno ai quaranta minuti) e più thrash oriented (riff e assoli in gran quantità), pur restando comunque ancorato agli stilemi dell’hardcore, Live by the Code è un ritorno ai fasti originari: canzoni che sono più che mai pugni nello stomaco senza compromessi e che vanno dritte al punto senza indugi. Cosa troviamo allora nel sesto studio album della band losangelina?
The 25th Hour segue in linea di massima la scia del lavoro precedente, ma si rivela essere il disco più violento e diretto che i Terror abbiano prodotto negli ultimi anni. Se solo pensiamo che i quattordici brani presenti superano raramente i due minuti di durata e che nel complesso l’album ne dura appena ventidue, è facile capire quanto i Nostri stavolta vadano più al sodo che mai.
When the pressure drops And the stakes are high A minute to prey A second to die The Twenty Fifth Hour strikes
La titletrack posta proprio in apertura assume le sembianze di un’introduzione strumentale, anche grazie al fatto che le uniche parole del testo -riportate qua sopra- arrivano solo negli ultimissimi secondi. Proseguendo nell’ascolto la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un muro di suono compatto e privo di spiragli di luce, anche se alcuni brani riescono fortunatamente ad elargire un minimo di varietà al platter, grazie a ritmiche leggermente meno uniformi. Stiamo parlando di Bad Signs, ma anche di The Solution, dotata addirittura di un incipit malinconico, che sfocia poi nel classico vortice di rabbia tanto ben espressa dalla voce potente di Scott Vogel. Blinded by the Lights, ovvero il brano più lungo del disco, sembra anche uno dei più adatti ad essere riproposto dal vivo, mentre la rapidissima Trust No Face scorre veloce come un lampo nel cielo in tempesta facendoci tornare al nucleo più essenziale del sound-Terror. Nella seconda metà del disco meritano menzioni speciali Mind at War e Sick and Tired, altri due ottimi esempi di un certo tipo di “violenza ragionata” di cui la band californiana ci ha spesso fatto mostra: canzoni che si esauriscono come istantanee, ma che sono in grado di trasmettere qualcosa a chi le ascolta. Verso il finale va segnalata anche Both of You, pezzo cattivissimo grazie alla sua formula che passa da un ritmo oscuro e cadenzato ad uno più veloce ed aggressivo.
Questo nuovo lavoro a firma Terror lascia dunque il segno e ci dimostra che la band capitanata da Scott Vogel è ancora in ottima forma. The 25th Hour è evidentemente legato al primo periodo della loro carriera, ma mette in campo anche l’esperienza dei dischi successivi. Stiamo parlando però di un lavoro che difficilmente potrà essere apprezzato da chi non è abituato a queste sonorità, e che per il suo scarso minutaggio potrebbe venire sottovalutato o addirittura frainteso anche da chi in questo genere ci bazzica più spesso. In ogni caso, The 25th Hour ci riconferma che i Terror sono ancora sulla cresta dell’onda e non hanno certo intenzione di rallentare la loro corsa.
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5
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Hard core diretto e senza fronzoli come pochi sanno fare. |
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4
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condivido in pieno il commento precedente. Più lo ascolto e più mi convince. 75 ok |
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3
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In questo disco si respira aria di Madball in ogni nota, in ogni passaggio, nell'uso della voce... comunque ci riescono bene e per me qua sanno essere superiori alle ultime uscite dei newyorchesi. Un bel 75 per me ci sta. |
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2
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Puro e assoluto HC ... Grandi!!!!! |
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1
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Gran disco di vero hardcore... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The 25th Hour 2. No Time for Fools 3. Bad Signs 4. Feed the Rats 5. The Solution 6. Blinded by the Lights 7. Trust No Face 8. Why? 9. Mind at War 10. Set the Trap 11. Sick and Tired 12. Life Goes On 13. Both of You 14. Deep Rooted
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Line Up
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Scott Vogel (Voce) Martin Stewart (Chitarra) Jordan Posner (Chitarra) David Wood (Basso) Nick Jett (Batteria)
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