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Polarized - Western Hypnosis
( 2015 letture )
La globalizzazione musicale ha portato alla formazione di molte band con musicisti provenienti da vari paesi ritrovandosi sotto un unico moniker, fortunatamente non ne è esente l’Italia. I Polarized sono una di queste band con i componenti originari dall'Italia, Svezia, Bosnia e tutti sono ex componenti di band come Node e Carnal Forge. I nostri propongono un thrash metal di stampo moderno ma senza tralasciare gli insegnamenti dei mostri sacri come Testament o Annihilator pur non rifacendosi al loro sound ma ad un thrash più scandinavo, dove oltre alla furia di alcuni passaggi è sempre presente una buona dose di melodia dovuta anche ai solo di Dino Medanhodzic, spesso pregni di armonia e passaggi più classici. Daniel Botti oltre al buon lavoro chitarristico offre una buona prova sotto l'aspetto vocale il quale può ricordare i primi lavori degli Atrophy con Brian Zimmermann; la parte ritmica è sostenuta da Lars Linden al basso e da Marco Di Salvia attuale batterista di Pino Scotto che, in questo caso, regala una prova più tecnica e varia.

L'apertura del disco è ad opera di The Seven Sin, un brano che sin da subito dimostra l'attitudine thrash dei Polarized dove un intro arioso porta al riff iniziale che esplode con tutto il suo furore e la tecnica dei quattro musicisti, il brano si sviluppa su di un cantato aggressivo mentre le armonie musicali leggermente dissonanti danno un tocco personale alla band. Il breve solo dopo il primo bridge è impostato sulla melodia, una componente che non manca assolutamente ai Polarized. L'approccio moderno della band gli permette di spingersi verso ambienti più classici, come in Rise, un brano monolitico basato su di un riff possente e semplice ma grazie ad alcuni passaggi nel suo svolgimento lo porta verso lidi melodici più tipici del nord europa, dove alcune cose degli Arch Enemy più recenti possono essere ascoltati senza remore; il solo di Dino Medanhodzic è decisamente classico, con scale veloci e stacchi ricchi di armonia e melodia accompagnati dalla ritmica che ne innalza il livello. I Polarized si presentano come thrash metal band il che, in alcune sue parti, è totalmente vero ma in tutta la seconda parte del platter, tolta la title-track, i nostri si spingono verso atmosfere decisamente riconducibili ad un metal moderno e meno grintoso, dove spesso ci si ritrova un po' spiazzati. I quattro ragazzi sanno suonare e anche bene, però forse è la loro proposta che spazia troppo all'interno dei brani stessi nei quali non c'è una linea costante nel genere che offrono, chitarre arpeggiate e passaggi al limite del metal più ''leggero'' come nel caso di Black Loyalty dove si possono trovare soluzioni a tratti davvero efficaci come nella parte centrale nella quale il tutto risulta tecnico e ben strutturato, ma che a sua volta si distacca un po' troppo dalle parti che lo abbracciano, nonostante la parte cantata ben si sposi con tutta la struttura e grazie a dei chorus azzeccati. Alla fin fine questi elementi rendono il brano piacevole ma sicuramente non thrash. Vi è poi la presenza di alcuni filler, dei quali non si sarebbe sentita la mancanza, e come già ho accennato la conclusiva Western Hypnosis che riporta i Polarized su coordinate più consone anche al loro background musicale, infatti si propone come un bel brano tirato con dei break che permettono di gustare i particolari delle parti di chitarra mentre la voce di Daniel Botti accentua lo spirito aggressivo del pezzo; incisivo il chorus che porta ad una parte con un'atmosfera drammatica e suggestiva mentre la sezione ritmica ricama ottimi passaggi arrivando al solo verso la chiusura del brano che riesce ad imprimere una buona dose di melodia facendo assurgere il brano a migliore del disco.

Un buon debutto da parte dei Polarized, troppo discontinui nella proposta musicale sotto l'aspetto dello stile; visti i quasi quaranta minuti dell'album forse avrebbero fatto meglio ad optare per un EP lungo eliminando tranquillamente un tre pezzi che non rendono onore alle composizioni della band. Senza dubbio c'è un gran margine di miglioramento grazie alla perizia tecnica dei quattro musicisti, ma dovrebbe essere sfruttato sui brani più energici e comunque tecnici, tralasciando inutili orpelli che seppur ben suonati spostano l'attenzione dell'ascolto verso una sorta di noia e di attesa. Consiglio più di un ascolto per poter apprezzare alcuni passaggi veramente belli, anche se purtroppo tutto l'insieme non rende piena giustizia alle potenzialità della band.



VOTO RECENSORE
71
VOTO LETTORI
91 su 2 voti [ VOTA]
MetalFlaz
Venerdì 11 Settembre 2015, 9.37.04
1
ascoltato alcuni pezzi su Youtube, devo dire non male, la prestazione del Botti, che mi fa tornare in mente Sweatshops (grandissimo album)
INFORMAZIONI
2015
Mighty Music
Thrash
Tracklist
1. The Seventh Sin
2. Wish'em Well
3. Recipe For Death
4. Black Loyalty
5. Rise
6. Permanent War
7. Listen
8. Western Hypnosis
Line Up
Daniel Botti (Voce, Chitarra)
Dino Medanhodzic (Chitarra)
Lars Linden (Basso)
Marco Di Salvia (Batteria)
 
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