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Riverside - Love, Fear and the Time Machine
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( 5743 letture )
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I polacchi Riverside tornano con l'ennesimo album in studio, Love, Fear and Time Machine a due anni di distanza dal precedente e non esaltante Shrine Of New Generation Slaves. Concettualmente il gruppo prosegue col sound proposto nel disco precedente, difatti se in Shrine Of New Generation Slaves l'aggressività del metal era stata drasticamente ridotta, in questo Love, Fear and Time Machine i nostri l'hanno completamente eliminata dal proprio sound, preferendo buttarsi in lidi più lisergici, rilassati ed acustici, quasi ambient, pur mantenendo come principale influenza i Pink Floyd. Chiunque confidasse perciò in un ritorno alle sonorità più consone alla band, ovvero l'ottimo prog metal che aveva sconvolto la scena internazionale contenuto nel piccolo capolavoro Second Life Syndrome e nel buon Anno Domini High Definition, rimarrà con l'amaro in bocca. In generale, per comprendere meglio Love Fear an Time Machine, si potrebbe fare un paragone con gli ultimi lavori degli Opeth, in particolare Heritage e Pale Communion: infatti per tutti e tre i lavori si nota fin da subito un ritorno a sonorità anni 70', un tanto minuzioso quanto vano tentativo di replicare il mood e le soluzioni sonore adottate dai grandi nomi del prog rock. Da questa operazione ne deriva la stesura di canzoni formalmente impeccabili, ma emotivamente piatte, scialbe, prive di mordente e tutte simili tra di loro: insomma il rischio di annoiarsi durante l'ascolto è piuttosto alto. L'album è aperto dalla bucolica Lost (Why Should I Be Frightened By A Hat), canzone incentrata per una buona metà su un cantato nostalgico, che ricorda gli Opeth di Damnation; la voce tuttavia è supportata da un basso pulsante e linee di chitarra in continua evoluzione. La canzone poi cresce d'intensità, senza mai esplodere del tutto; tuttavia, soprattutto nella fase solista, vengono tracciate belle linee melodiche, che permettono al pezzo di portare a casa la sufficienza. Allo stesso modo la successiva Under The Pillow prosegue sullo stesso canovaccio della precedente: il brano è piacevole, ma si sente la mancanza d'idee incisive. #Addicted e la seguente Caterpillar and the Barbed Wire, rispettivamente la terza e la quarta traccia del platter, non brillano di certo per inventiva: entrambe infatti sono sorrette da un basso pulsante e dai fraseggi caldi e profondi, ma il cantato, dalle linee melodiche incolori e poco ispirate, porta inevitabilmente alla noia e a qualche sbadiglio. Bisogna perciò attendere la quinta traccia dell'album per poter ascoltare un brano degno di nota, intitolato Saturate Me, che nei suoi sette minuti di durata parte con una lunga intro strumentale progressive metal al cento per cento, per poi evolvere in modo personale: di sicuro sono necessari diversi ascolti per poter apprezzare quello che è probabilmente il brano migliore del platter. Con la successiva Afloat tuttavia si ritorna alle atmosfere di "opethiana" memoria, con un cantato sostenuto da una cullante chitarra acustica; la canzone, per quanto derivativa, tuttavia crea un'atmosfera rarefatta, oscura e malinconica. La tripletta composta da Discard Your Fear, Towards The Blue Horizons e Time Travellers riassume quanto detto fino ad ora senza variare più di tanto la sostanza: ci sono infatti gli arpeggi bucolici e malinconici, le chitarre effettate, la voce che scimmiotta Akerfeldt; il quarto d'ora occupato da queste tre canzoni lascia l'ascoltatore nell'indifferenza più totale. A poco serve dunque la conclusiva Found (The Unexpected Flaw of Searching) che, per quanto ben suonata, non riesce a risollevare le sorti di un album sottotono e pieno di ombre e pochissime luci.
In conclusione si può ben dire che questo album non verrà affatto ricordato tra i migliori prodotti dai Riverside, ma anzi potrà essere preso come esempio di una brutta tendenza sempre più diffusa tra i gruppi prog metal più significativi di tentare di scimmiottare i grande nomi del passato, senza però donare qualcosa di personale al sound e bisogna ammettere che questa vera e propria febbre ha coinvolto quasi tutti i grandi nomi di questa scena (il più delle volte con risultati piuttosto deludenti) dagli Opeth ai Dream Theater, agli stessi Riverside. Concedo tuttavia una sufficienza, seppur risicata, non fosse altro per premiare le capacità tecniche della band e la splendida copertina. Album consigliato solo ai collezionisti e ai fan più sfegatati della band.
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Scrivere un commento di critica offensivo senza argomentarlo è umanamente da maleducati |
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dare una valutazione di sessanta a questo album è musicalmente da inetti |
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I voti del lettori non mentono. Album ispirato e onirico. 86/100 |
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Quoto @ocram, l'ho riascoltato oggi dopo aver appreso la notizia da Facebook... Io non so se aveva qualcosa per cui sapevano che non gli mancava molto (penso al "Fear" e al "Time Machine" del titolo però), ma ora dal punto di vista emotivo è un altro disco, emoziona ancora di più, per una volta anche nei testi... Se chiudessero così sarebbe perfetto |
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Se penso che questo è il canto del cigno di Piotr Grudzinski mi sento male........ma cavolo che canto del cigno!!! è davero un album stratosferico, emozionale e toccante.....molto "anathema", del resto propio gli Anathema erano il gruppo preferito di Piotr. Non sarà più lo stesso ascoltare quest'album. |
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È morto Piotr Grudzinski... |
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Un 70 glielo do, io ci sento molte influenze tipo Marillion per alcuni giri di tastiera, Cuere per alcuni ritmi e del ottimo prog rock. Potrebbe salire come voto! |
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Finalmente ascoltato negli ultimi giorni....ha ragione Pete: un album da sottofondo mentre cucini...ecco....si....devo aggiungere altro??? Anzi, oltre alla cucina, io lo uso anche in camera da letto: funziona benissimo anche come sonnifero...notte |
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ho ascoltato questo disco perchè un amico mi ha invitato ad andare al loro concerto che si terrà in autunno, per cui non ho idea di cosa abbiano suonato in passato, ma qui ci trovo poco di salvabile nel senso di "interessante"...avete tirato in ballo Opeth e Anathema...direi che stanno proprio su un altro livello, qui ci sono delle parti imbarazzanti, mi duole dirlo perchè tanti di voi lo trovano un bell'album, ma manca proprio la classe! Un esempio (su tutti)? "Towards the blue horizon", parte centrale...le band a riferimento sopracitate su delle armonizzazioni del genere ci avrebbero ricamato parti di batteria raffinate e arrangiamenti di chitarra vari e di classe, qui troviamo invece la piattezza totale. Questo discorso vale per tutti i brani tranne qualche momento più azzeccato come l'inizio di "discard your fears". Il problema non è quindi il genere a cui sono approdati, ma proprio l'ispirazione e la caratura artistica. In più la voce non mi ha lasciato così impressionato...bravo eh, ma niente di eclatante. Chitarre e batteria sono gli strumenti più deboli del disco. Andrò comunque a sentirmi gli album scritti in passato che hanno rivoluzionato il prog...son curioso! |
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L'ho acquistato in Germania assieme a quello dei Maiden. Incuriosito dalla copertina, non conoscevo la band e ci ho buttato un ascolto nello store. Un album di pregevole fattura, ben prodotto e molto "lounge", lo ascolto spesso la sera mentre cucino o mi rilasso con una birra. Non conosco le opere precedenti. Curiosità, solo io ci sento un po' di Anathema ed addirittura Coldplay? Non riconosco molto gli Opeth. Una scoperta piacevole. |
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direi che siamo in linea con quanto vista su shrine. Quindi chi aveva storto il lato per l'allegerimento del suono non gradirà questo e ci può stare. Però è cmq un disco che mantiene motli degli altri elementi positivi cui la band ci ha abituato (malinconia , la voce splendida etc.). Anche io preferivo di più lo stile di un tempo, però qui non siamo a livello Heritage (intendo come svolta dal metal al prog anni 70). Insomma tutto questo per dire che la recensione, seconda me li punisce eccessivamente,e che non sono così d'accordo sullo scimmiotare, a me questa sembra un band con una sua identità precisa. Voto 70/75 |
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Basta poi vedere i voti dei lettori e quello del recensore eh. |
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Ah dimenticavo... L'intro strumentale "PROG METAL" di Saturate Me?! Sarò rincoglionito forte ma per quanto mi riguarda quello è proprio il punto più 70's del disco... |
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Premetto che non ho letto i commenti precedenti e premetto altrettanto che darò un opinione del tutto personale nelle righe che seguiranno queste parole. Il problema grosso della recensione è l'approccio: non si può valutare un'opera solo perché ci si aspetta qualcosa piuttosto che un'altra. Questo campanilismo pro sonorità metal ed il conseguente screditare ciò che si discosta dal suddetto approccio musicale di un'artista mi sembra abbastanza stupido. Sarà, ma per me si resta ad un buonissimo livello compositivo in quest'album. Ambient?! Non commento. Dico solo che Caterpillar And The Barbed Wire per quanto mi riguardo è un pezzo dal forte impatto emozionale, di piatto e scialbo ci trovo ben poco. |
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@Fox Dreamer ti quoto in pieno... io sono dell'opinione che le influenze è inevitabile che ci siano in un prodotto musicale, il problema sta in chi in quest'ultime vede solo plagi su plagi. |
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devo ammettere che sto disco è una lagna mostruosa e lo dico da fan della band manca la rece del primo che insieme a second life è ancora il punto più alto della band |
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fox dreamer concordo pienamente con cio' che dici.... |
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Ave Fox Dreamer! concordo su tutto! |
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Allora... partiamo da alcune cose su cui tutti siamo d'accordo: l'album è sicuramente quello più semplice e meno pesante della loro discografia. Meno metal e io aggiungerei anche meno progressive nel senso stretto del termine, anche se qualche tinta rimane. Ora gli album si debbono giudicare per la loro pesantezza? Per la loro etichetta? Per la coerenza con l'etichetta appiccicata alla band? E mille altre domande... si potrebbero fare. Non conosco il recensore ma si può dire che un pò è stato influenzato dai suoi gusti musicali nonché dal passato della band. Io personalmente delle etichette non me ne importa nulla (anche se ascolto prevalentemente prog), quando un disco è buono è buono, non me ne importa manco molto del passato di una band. Non si può suonare a fotocopia solo e sempre le cose meglio riuscite, per una band sarebbe la morte. Rimane solo ed esclusivamente l'ascolto dell'album. Per me l'album è ispirato e propone qualcosa di diverso rispetto al loro solito. Se poi scimiottano o meno questo o quello.... bisognerebbe domandarlo a loro, perché se no rimane un processo fondato sul nulla o su discutibili comparazioni.... e in 30 anni di musica ho sentito spesso e volentieri: Salvo poi ascoltare il pezzo incriminato è dirmi:. Per me questo è un buon album, intimistico, diverso dagli altri... meglio peggio non lo so. Però certo non è la schifezza che il recensore voleva far passare. Ci sono gruppi metal che sicuramente suonano più virtuosi, più potenti, più veloci... che fanno musica più discutibile di questi. E chi ve lo dice ha ascoltato di tutto fidatevi. ciao |
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@Entropy Concordo con GT_Oro. Io ho l'edizione con i 2 CD, e fidati, non ti perdi nulla di che. Tutti pezzi molto Ambient. Comunque do anche un mio giudizio sul disco. A me è piaciuto molto, e poi sta storia della sindrome di Heritage non mi dice nulla. Se una band vuole cambiare, perchè negarlo? Io sono aperto ai cambiamenti (tranne a quelli devastanti come nel caso dei Morbid Angel) e posso dire che quest'album mi ha convinto molto. Bel lavoro Riverside |
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grazie , mi sa che prendo quella normale va! |
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@Entropy: ci sono quattro pezzi strumentali perlopiù ambient prog, a meno che non ti siano piaciuti alla follia quelli del bonus di SOANGS non ti perdi niente. |
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Possiamo usare un'espressione diversa da "gay friendly" per intendere qualcosa di moscio o morbido, o comunque non in linea con i nostri gusti per favore? Sarò suscettibile, ma non la trovo proprio rispettosa...grazie |
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Qualcuno mi sa dire se vale la pena comprare la versione con il bonus disk? ballano 5 euro, ma a me sembra di capire che ci siano pezzi nuovi completamente, no versione rifatte o strameb di pezzi esistenti... sono indeciso |
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Ma infatti io sta storia non la capisco. Se uno si perde in virtuosismi che due balle i virtuosismi e le autocelebrazioni, se uno crea un prodotto più intimista e riflessivo che noia e che barba vogliamo le scale. Se uno inserisce roba elettronica automaticamente è perché non sa più suonare. Se uno torna alle radici prog è perché copia avendo perso l'ispirazione. Boh. Comunque me lo spieghereste dove sta il gay friendly in HCE? Perché davvero non lo so... |
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Che poi HCE sarà pure gay friendly ma ha un concept mica facile da scrivere e interpretare, oltre ad avere dei bei pezzi tipo 3 Years Older. @GT_Oro a volte il prog suona meglio se minimale o comunque senza scale al fulmicotone rispetto al freddo esibizionismo di una certa band americana che si cita sempre... |
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@Ad Astra: passi per gli Opeth, ma svolta gay friendly di Wilson? Wilson prima ha fatto due dischi di quasi brit pop (Stupid Dream e Lightbulb Sun) con i PT poi si è messo a fare quasi metal negli ultimi tre. Ma di cosa stiam parlando. |
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@ Blacksoul: non è una voce particolare ma si sposa bene con la proposta musicale. Come anche il fatto che presi singolarmente non sono certo dei fenomeni di strumentisti, ma han trovato una bella alchimia. |
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Io non ho mai capito cos'ha la voce di Duda di particolare: a me alla fine piace pure, perchè ha un'emotività pazzesca che va a creare un tutt'uno con le parti strumentali dei suoi gruppi, ma dovessi sentire un brano dei Lunatic Soul o dei Riverside a cappella non mi direbbe niente il suo cantato... |
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Valutazione dopo 4 giorni di ascolto: album più che discreto, Saturate me ottima, altre tre o quattro belle, il resto in ogni caso ascoltabile (sarà che per me Duda potrebbe leggere l'elenco del telefono e starei ad ascoltarlo comunque...). Certo, è un disco più rilassato, più maturo, meno ispirato forse, ma è anche giusto che un musicista provi a dire qualcosa di diverso....e nel caso dei Riverside questo cambiamento mi è sembrato alla fin fine naturale... |
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Perfettamente d'accordo con la recensione di Stefano. Io sono tra i collezionisti ma sono fortemente deluso. |
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Effettivamente è un album noioso e mieloso con pochissime cose interessanti. Non avevo avuto la stessa sensazione con gli ultimi degli Opeth che certo hanno virato verso il prog ma con belle canzoni. Qui manca l'ispirazione e si sente che hanno fatto fatica e mettere assieme i pezzi. E' il secondo loro album insulso, dopo ottime cose fatte in passato. Peccato perché la voce di Duda è bellissima. Concordo con Monsieur Ad astra che sono proprio in declino. Au revoir. |
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Per la prima volta mi sento in totale accordo con stefano. Anche il sede live le canzoni prese da questo album han dimostrato di avere dei buchi enormi. La sindrome gay friendly di opeth e Wilson ha smussato anche i loro angoli. Peccato vederli in declino. Fortunatamente esistono altre realtà a cui attingere. |
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Secondo discaccio di fila per quanto mi riguarda; band che sta cadendo in una brutta crisi creativa. La recensione centra il punto quando parla d'impersonalità, purtroppo; venderanno di più, suoneranno di più, ma artisticamente qui c'è davvero poco. |
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Sì infatti, magari i Dream Theater cambiassero, anche scopiazzando dai '70, sempre meglio che farlo da loro stessi Sì alla fine son gusti, a me questa evoluzione piace, non è ADHD che per me è il loro capolavoro ma è un ottimo album. Comunque una delle uscite prog dell'anno... |
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ovviamente non sono d'accordo con il recensore album bello anche se di prog metal a tratti c'e' ma non per questo e' un brutto album anzi e' bellissimo e il recensore so ascolti meglio l'album! voto 80/85 |
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A me pare che il disco sia stato analizzato nei dettagli, le intenzioni di Duda o le sue crisi esistenziali potevano anche essere esplicitate, ma non mi paiono strettamente necessarie. |
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Ah, mi ero dimenticato di citare la "febbre da scimmiottamento dei grandi nomi del passato" che ha colpito i... Dream Theater??? Magari prendessero un po' di spunti dal passato piuttosto che dai loro stessi album degli anni 90 visto che suonano la stessa roba da un decennio. |
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Indicazione di genere sistemata; circa il resto, come sempre, non mi stupisce che in questi casi emergano opinioni differenti. |
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Ma fosse solo quello il problema. Parla di Duda che scimmiotta Akerfeldt quando hanno due timbri e approcci completamente diversi. Parla di un revival di sonorità vintage che in questo disco proprio non riesco a capire dove le abbia sentite, anzi delle due hanno annullato quasi del tutto l'uso dell'organo che era sì quello uno stilema prog settantiano. Sì è dimenticato di dire il processo che ha portato a questo album, come scritto da Duda su internet, cioè quello di fondere i Lunatic Soul con i Riverside. Sì è dimenticato di citare la fase di songwriting, incentrata sulla crisi di mezz'età che Duda sta attraversando. Mi dispiace, di solito sono abbastanza d'accordo coi recensori ma stavolta proprio no. |
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Comunque, vorrei far notare che due tra i dischi 2015 che preferisco sono Leprous e Riverside, nelle recensioni di questo sito si sono presi 52 e 60 se sminuite anche Meliora dei Ghost facciamo tris  |
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Tralasciando il fatto che il recensore dice, giustamente, che hanno eliminato ogni influenza metal dal loro sound salvo poco etichettare il disco come prog metal... e già qui... Non sono un fan sfegatato della band perchè ritengo ottimi solamente due dischi, tre con questo, e Shrine è quello che mi piace meno. Inutile dire che non condivido quasi niente della rece, mi limito a dire che Found e Saturate Me per me sono le migliori. Però una cosa sulla quale concordo c'è: gli ultimi due dischi possono essere paragonati a gli ultimi due degli Opeth: Heritage e Shrine due album che lasciano poco, Pale Communion e questo due disconi. |
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Ma anche no. Direi che stavolta non il recensore non ne ha azzeccata una. Voto 78. |
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