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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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10/10/2015
( 2832 letture )
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Giunti al terzo full length, i Violentor necessitano di poche presentazioni: avendo progressivamente conquistato uno spazio di tutto rispetto nel nostro underground, il trio toscano ha fatto da sempre leva sulla schiettezza e la brutalità, tant’è che la scelta del monicker non sembra affatto essere un caso.
Eccoci che ci ritroviamo, quindi, con Maniacs, che distanziandosi di due anni dal precedente Rot segna un passo in avanti, se non dal punto di vista stilistico -in quanto permangono le coordinate speed-thrash già testate con successo in precedenza-, sicuramente dal punto di vista dell'accuratezza per i dettagli. La cover art del disco è infatti, contrariamente alle precedenti molto scarne, più studiata ed elaborata e si avvale dell'apporto grafico di Roberto Toderico , che alcuni di voi ricorderanno per aver collaborato con band del calibro di Asphyx, Soulburn, Sinister, oltre che con numerose realtà underground nostrane. Protagonista della copertina è un altare su cui troneggia una donna abbandonata a sé stessa, una sorta di Venere decomposta, a cui sono lacerate diverse parti significative del corpo: un seno, parte del braccio ed il pube. L'immagine scelta ci suggerisce con la sua decadenza alcune delle tematiche fondamentali del disco, in cui i Violentor hanno scelto di riversare tematiche sociali come la vicenda ben nota del killer seriale Pietro Pacciani, meglio conosciuto come "il Mostro di Firenze", che anni fa si rese protagonista di un numero consistente di omicidi nell'area fiorentina. Non si parla, dunque, solo di frivolezze, come ad un primo impatto ci si potrebbe aspettare, perché con il termine "maniacs" viene spesso identificata l'orda di appassionati collezionisti ed ascoltatori di musica, ma si vuole declinare in maniera musicalmente brutale delle situazioni delicate, senza incorrere tuttavia nell'errore di rendere l'operazione eccessivamente pedante. Rimanendo aderenti ad influenze venomiane e mescolandole con contaminazioni più rock'n'roll ed heavy alla Motörhead, lo scopo finale dell'album è quello di trasportarci nel caos e nella velocità di una cavalcata lunga nove brani ed introdotta da un breve estratto al piano che ci fa piombare nelle classiche atmosfere da horror-thriller, dove le note sembrano presagire ed accompagnare i più sanguinolenti misfatti (Profondo Rosso, ...e tu vivrai nel terrore! L'Aldilà e L'Esorcista docet).
Tormented crea uno stacco pazzesco con l'intro e ci fa quasi risvegliare dalla trance ipnotica verso la quale ci eravamo fatti cullare, scandendo l'andamento che riscontreremo in tutto il resto dell'album, dove vengono alternati pezzi più frettolosi ed in pieno spirito thrash, ad intermezzi che spezzano l'incedere dinamico, a favore di uno più cadenzato e rallentato. Un esempio concreto di questa articolazione la abbiamo con la seconda The Power of Lust, che presenta i cambi di tempo prima descritti e che personalmente ho molto apprezzato. Sostanzialmente l'attitudine-cardine la potremmo definire come "menefreghista", nel momento in cui i Violentor si pongono nei confronti dell'ascoltatore come delle forze distruttrici, dei bulldozer pronti ad annientare la mediocrità e lo schifo provato nei confronti delle varie vicende raccontate nei testi, con forza e fierezza, tant'è che in alcuni punti il frontman Dog sembra quasi ringhiare, più che cantare.
La titletrack arriva al cuore del concept con l'incipit in cui ascoltiamo lo stesso Pacciani dichiararsi "Innocente, come Iddio sulla croce" , per poi gettarci in una furia risonante che è specchio anche della rabbia per la lucida ostinazione nella negazione che spesso pervade i serial killer. Non manca una strigliata anche a tutto il popolo italiano con l'autoesplicativa Italian Bastards, ma è verso le battute finali che i Violentor ci danno lo schiaffo definitivo, mettendo come outro la filastrocca che il popolo toscano creò proprio nel periodo in cui i delitti del Mostro erano sulla bocca di tutti: una conclusione che crea un contrasto tra il senso di goliardia che dovrebbe di norma provocare una filastrocca ed il cinismo terribile con cui all’interno della stessa vengono richiamate le atrocità compiute. Insomma, Maniacs si afferma come un disco di puro thrash/speed vecchia scuola, che arriva dritto al sodo senza curarsi di convenevoli o cortesie di ogni sorta; un disco incazzato che senz’altro piacerà a tutti gli amanti delle sonorità semplici e d’impatto e che si inserisce in continuità con quanto fatto fino ad ora dal gruppo.
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VOTO LETTORI
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31.46 su 366 voti [
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10
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Ho veramente paura di conoscere il testo di cinta must die, per fortuna su internet non si trova, e il cantato rende difficile comprenderlo |
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9
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Ahahahahahah... che schifo... che ridicoli... patetici... e questa roba inutile, trita e ritrita, ispirata alla serie Z di un tempo decenni dopo, dovrebbe essere il metal italiano da supportare e blablabla? Ahahahahahahah... ma fatela finta tutti, loro, i leccaculi vari e tutto il ciarpame... |
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8
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Bello sto sito, basta che una band italiana pubblivhi un bell album e fioccano i 30/100 del pubblico. Grandi Violentor. Andate in culo. |
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6
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mi piacerebbe leggere il testo di "le fighe devono morire"... |
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Visti i commenti e il voto li andrò a reuperare e poi dirò la mia. Ciauz |
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3
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Confermano quanto di buono avevano fatto su 'Rot', grande gruppo ormai una certezza per le mie orecchie. |
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2
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Una realtà che andrebbe considerata più attentamente. Coerenti! |
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Di questo disco ho ascoltato un paio di pezzi e mi sono piaciuti. Dal vivo li ho visti una volta, 3 anni fa, festival benefit con tante band, davanti a circa 1000 persone, alla fine del concerto ho scambiato 2 parole col cantante...veramente è stato 1 scambio amichevole di bestemmie tosco-emiliane ,come l'appennino che ci divide... |
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INFORMAZIONI |
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Go Fuck Yourself Productions
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Tracklist
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1. Intro 2. Tormented 3. The Power of Lust 4. The Great Deceiver 5. The Rejection 6. Maniacs 7. Italian Bastards 8. Schizofrenic Paranoic 9. Sign of the Cut 10. Cunts Must Die
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Line Up
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Dog (Voce, Chitarra) Rot (Basso, Voce) Iago Bruchi (Batteria)
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