|
18/02/21
IMONOLITH + LOGICAL TERROR
MK LIVE - CARPI (MO)
|
|
Saxon - Power & the Glory
|
17/10/2015
( 4045 letture )
|
Inghilterra, anni '80: basterebbe già solo questa breve frase per rievocare nella mente di ogni metalhead che si rispetti quel periodo storico in cui si sono scritte alcune delle pagine più importanti nella storia dell'heavy metal, ma se ad essa aggiungiamo anche il nome Saxon, qualsiasi dubbio risulta inammissibile. Nello specifico oggi si ritorna al 1983, anno in cui il gruppo di Byford e soci rilascia il proprio quinto album in studio, intitolato Power & the Glory. Reduci da un trittico di album quali Wheels of Steel, Strong Arm of the Law e Denim and Leather, considerati da molti come i più importanti della loro carriera, il quintetto inglese decide di rimanere sulla stessa linea d'onda, confezionando quello che, a conti fatti, può essere considerato il degno successore dei capolavori sopracitati.
Quanto detto trova conferma fin dalle prime note della opener e title-track, Power and the Glory, il cui riff iniziale, sostenuto dalle rullate di batteria del nuovo arrivato Nigel Glocker, suona sporco e grintoso come il rombo di una Harley. La stessa carica si riflette poi nelle seguenti Redline e Warrior, la prima cadenzata ed introdotta da un acido riff fatto di armonici tirati, la seconda più martellante e sorretta da un ritmo che pare rifarsi a quello di Children of the Grave dei Black Sabbath. Lodevoli gli assoli di chitarra di Graham Oliver e Paul Quinn che qui, come in tutto il resto dell'album, continuano a duellare, passando da ritmiche roboanti a veloci e taglienti fraseggi. Con la traccia successiva i Nostri rallentano lievemente ed aggiungono un pizzico di melodia in più per un brano, sempre ben lungi dal potersi definire "ballad", ma al quale non manca di certo una certa classe e che, tra le altre cose, è stato eseguito dalla band persino al festival di Sanremo dell'83. Appena il tempo di riprendere fiato, dunque, prima di essere travolti dai ritmi aggressivi di This Town Rocks, introdotta da un solo di batteria e da tappeti di doppia cassa che riconfermano ancora una volta le doti del sostituto di Pete Gill dietro le pelli e che ricordano quasi la famosa Painkiller dei Judas Priest (che verrà però quasi un decennio più tardi). Watching the Sky e Midas Touch, la prima allegra e melodica, la seconda più cadenzata e dotata di una strofa fatta di arpeggi lievemente distorti e piuttosto d'atmosfera, sono entrambe canzoni che rimarcano esplicitamente la forte vena di hard rock, onnipresente nelle composizioni della band. Il disco si conclude poi con The Eagle Has Landed, considerato uno dei pezzi di storia dei "Sassoni". Trattasi di un brano dai ritmi più lenti rispetto alla media delle canzoni finora citate, introdotto da una batteria cadenzata e colorata in maniera semplice ma eccellente dal basso di Steve Dawson, sul quale le chitarre intessono fraseggi dal sapore fortemente blues. Il tutto condito poi dall'onnipresente voce di Biff Byford, in forma smagliante qui come nel resto dell'album e sempre pronto a vocalizzi lunghi e perfettamente controllati.
Con questa quinta fatica, dunque, i Saxon non si smentiscono, ma anzi rimangono assolutamente coerenti con il sound e lo stile che li ha portati al successo. Forse Power & the Glory non eguaglia i suoi illustri predecessori, ma grazie ad una serie di fattori, come la presenza di brani del calibro di The Eagle Has Landed, uniti alla tipica grinta che contraddistingueva anche i lavori precedenti di Byford e soci, ne fanno un più che degno successore, in grado di farsi ricordare ed apprezzare ancora oggi, a più di trent'anni di distanza dalla sua uscita.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
18
|
Uno dei miei dischi preferiti dei Saxon. Chiamatemi eretico, ma lo preferisco mille volte a Wheels Of Steel. 90. |
|
|
|
|
|
|
17
|
Un altro ottimo album,vario ma sempre contraddistinto da ritmiche rock'n roll stile motorhead belle tirate.Almeno fino a quest'album,mi pare che la band non abbia sbagliato un colpo.. |
|
|
|
|
|
|
16
|
per la produzione il peggior platter come linee vocali dei Saxon, non e' colpa del grande Biff, per il resto bastioni di ottiime hot songs. this town rocks |
|
|
|
|
|
|
15
|
Anch'io comincio a sentire qui in Power And The Glory una raffinatezza che lascia intravedere il futuro più radiofonico della band, ma davanti a canzoni come The Eagle has Landed e la title-track.... chissenefrega voto: 90. Per quanto riguarda Sanremo... beh in quegli anni oltre agli artisti pop stranieri passarono (oltre ai Saxon) anche Kiss, Def Leppard, Europe, Bon Jovi, Queen, Van Halen; e se usciamo dall'ambito hard rock allora c'erano Sting, Depeche Mode, Dire Straits.... Oggi chi sono gli ospiti stranieri? |
|
|
|
|
|
|
14
|
Non ho mai capito se abbia inciso di + il cambio di batterista o la produzione + accurata, ma nonostante vi siano pezzi cosmici (title track, This town, Eagle..), il disco mi sembra + patinato, meno Motorcycle Man rispetto alla famosissima triade che lo precede. E pur essendo Glocker oggettivamente + bravo e vario di Gill. Al commento 1 c'è un ragazzo che ha scoperto la grande Musica guardando sanremo. X la serie Il Festival Dell'Impossibile! |
|
|
|
|
|
|
13
|
Buon disco, ma la copertina merita una menzione speciale (negativa)... |
|
|
|
|
|
|
12
|
Dei Saxon anni 80' non c'è un disco che non adori. Una di quelle band che per me non hanno mai fatto fiasco. Qui abbiamo un ennesimo ottimo disco con suoni interessanti e alcuni pezzi scintillanti come Watching The Sky, Nightmare e Power And The Glory, le altre comunque rimangono su livelli di alta qualità. Warrior mi ricorda quasi il riff di Dissident Aggressor. |
|
|
|
|
|
|
11
|
E con questo i Saxon servirono il poker d'assi..... 4 capolavori di metallo britannico fumante! Title trak da urlo,la scanzonata this town rocks,warrior e eagle has landed le mie preferite.90/100 |
|
|
|
|
|
|
10
|
A me questo disco piace... |
|
|
|
|
|
|
9
|
gran disco che a me piace più degli illustri predecessori. orrenda la copertina, ma chi se ne frega? |
|
|
|
|
|
|
8
|
che spasso vedere il pubblico imbalsamato di sanremo battere le mani sul ritmo di "nightmare" , ah ah ah |
|
|
|
|
|
|
7
|
Bella recensione, daccordissimo con Leonardo per il discorso valorizzate del sound naturale.Fantastica la titletrack, un vero e ptoprio inno metallico, con il suo storico riff , tanto chebinfluenzo' non poco i loro connazionali Iron Maiden, basta infatti ascoltare 2 Minutes to Midnight per accorgersi della assonanza tra i 2 riffs.Molto bella anche Red Line, che e' un po un condensato in miniatura del marchio sonoro della band, sia per il suo riff di armonici tirati sia appunto perche' racchiude sonoramente la bella mescola di, rock classico, hard rock, blues e heavy.This Town che ha del magico, grazie a uno dei temi sonori batteristici più' interessanti e contagiosi di tutto l'album. Veramente bravo e sconvolgente con il suotocco E il suo stile in questo brano Glockler.Cosi' come il meraviglioso e incredibile riff di chitarra in Midas Touch.C'è da dire comunque che in tutto il disco il lavoro di chitarra e' veramente di ottima fattura, merito della stupenda doppietta chitarristica Quinn-Oliver, che riescono a valorizzare al meglio la bella e caratteristica voce di Byford, che riesce a ricamare ogni traccia con le sue efficaci e incisive melodie canore, dando prova di grande perizia interpretativa in lungo e in largo nel classico e brillantemente epico brano The Eagle Has Landed.Con questo lavoro raggiunsero il successo di vendite e un tour che li porto' anche negli States dove riscossero anche li consensi e buone vendite.Per me, 84. |
|
|
|
|
|
|
6
|
Uno dei miei preferiti dei Saxon, grandissima title track |
|
|
|
|
|
|
5
|
D'accordo con Leonardo, spesso in quegli anni lì bastava una nota per riconoscere un gruppo... Ovviamente grande album, questo. 80 per me è giusto. |
|
|
|
|
|
|
4
|
''Power & The Glory'' è un altro centro perfetto dopo tutti quei capolavori che avevano rilasciato prima, difficile per altri gruppi rimanere nell'eccellenza ma non per i SAXON. Voto: 97/100. |
|
|
|
|
|
|
3
|
Mi è sempre piaciuto, ha un sound riconoscibile e naturale come era in uso in quel periodo, senza troppi fronzoli. Ci sono dei momenti sonori nell'album molto belli che danno valore ai pezzi, non come il pattume odierno col suono lineare e pompato senza motivo. Una delle cose che mi piacciono dei Saxon anni 80' è che hanno fatto dischi alquanto vari dimostrando di saper ottenere prodotti di qualità apprezzabile. Come voto per me è un 82. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Li ho visti anche io a Sanremo ma già li ascoltavo. L'album e' un capolavoro degli anni ottanta ovviamente sotto ai 3 da 99 cioè strong wheels leather ma comunque un 95 e' un voto realistico |
|
|
|
|
|
|
1
|
Quest'album ha un sapore particolare per me, Sanremo 1983, i Saxon presentarono uno scandaloso playback di "Nightmare" e l'allora tredicenne Lontano conobbe l'heavy-metal e la sua vita cambiò nell'arco di poco meno di 4 minuti  |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Power and the Glory 2. Redline 3. Warrior 4. Nightmare 5. This Town Rocks 6. Watching the Sky 7. Midas Touch 8. The Eagle Has Landed
|
|
Line Up
|
Biff Byford (Voce) Graham Oliver (Chitarra) Paul Quinn (Chitarra) Steve Dawson (Basso) Nigel Glocker (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|