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Somehow Jo! - Satans of Swing
24/10/2015
( 1211 letture )
Prima che mia sorella partisse per l’Irlanda e che si stabilisse lì per lavoro, avevamo un piccolo rito: tutti i sabati, appena io uscivo da scuola e, quando io ormai ero all’università, appena lei usciva dal lavoro, ci recavamo a Lucca in uno dei quei noti fast-food di cui preferisco tacere il nome, non tanto perché se lo scrivessi farei pubblicità al suddetto, quanto piuttosto perché se lo scrivessi tornerei ad essere schiavo di quel nome, poco più che un Nazgûl per intenderci, e, nelle mie lunghe pause fiorentine, so già che trascorrerei il tempo lì a ingozzarmi di schifezze invece che in aula studio con solo una schiacciatina cotto e fontina sullo stomaco. Sì, cari lettori: sono a dieta, va bene?
Comunque, durante questo nostro piccolo rito, che puntualmente tutte le volte che vado a trovarla a Cork si rinnova, eravamo soliti in macchina fare una cosa: siccome a lei la “mia” musica non è che piacesse tanto e, comunque, lei non aveva voglia di ascoltare i vari Nirvana, Pearl Jam o Muse, nonostante mi avesse instradato lei all’ascolto di questi gruppi, mettevamo sempre musica che eravamo soliti definire “tamarra”. In poche parole: Lady Gaga, Ke$ha (notare il simbolo del dollaro, $, al posto della “s” vera e propria), Eiffel 65 e altre cose su questa lunghezza d’onda che, sul mio stupendo iPod sono andata a sostituire (e lo dico con grande orgoglio) AC/DC e altri gruppi del genere.
Successivamente, la nostra concezione di “tamarro” si ampliò e cominciammo ad inglobare quei gruppi che facessero della musica pop/rock che mettesse felicità: ed ecco che tornammo ai Muse (personalmente rinominati “The Tamarros” da mia sorella dopo aver visto il video di Panic Station) e, soprattutto, a un gruppo italiano, di Livorno per la precisione, che ci piaceva tantissimo, i Bad Love Experience, che solo la grandiosa nevicata del 2011 ci impedì di andare a goderci pure in concerto.
E ascoltando questo Satans of Swing dei finlandesi Somehow Jo! non posso fare a meno che ritornare a quei giorni, quando mia sorella prendeva il suo brodino a scuola e lo portava fuori, divertendoci e cantando a squarciagola (più lei che io). È uno di quei dischi da ascoltare in un giorno d’estate e capace, anche nei suoi momenti più riflessivi, di disegnare un sorriso sulle vostre labbra. Questi ragazzi finlandesi ci offrono un alternative rock mischiato con incredibile ingenuità e intelligenza con un heavy metal già di per sé poco canonico, con delle sfuriate più death e un gusto acustico prominente. Insomma, è uno strano ibrido. Lovesong, la seconda traccia, è un pezzo guascone e scanzonato che mi rimanda, non so perché, a gustose risse da bar tra gente che si è trovata a discutere ovviamente a proposito del Principio di indeterminazione di Heisenberg o sulle virtù e la santità della madre di qualcuno. Poi, vogliamo parlare dell’interludio in flamenco? No, dai: preferisco fermarmi qui. Poi c’è Godbye. Ecco, questa sì che è una bella storia. Parte come la classica ballata strappa-mutande, quelle alla Bryan Adams per intenderci. E niente, parte un riff death e poi torna il lento. Sì, okay. È un ibrido incomprensibile e indefinibile, eppure grandioso: è un po’ come immaginarsi Dennis Rodman o Mario Balotelli commentare con Socrate o Platone Essere e Tempo di Heidegger. Vogliamo poi soffermarci sul testo? Di una profondità spiazzante e imbarazzante, in mezzo allo scanzonato ibrido imbastito dalla loro mente.

Now the god is high,
Looking down with red eyes.
Tell me more about the faith, baby.
“Yes, I’d like to kill my own people
If they commit a sin.
They’re about to open their eyes to fuckin’ everything!”

Ora il dio è ubriaco,
e osserva tutti con gli occhi rossi.
Parlami ancora della fede, baby.
“Sì, mi piacerebbe uccidere il mio popolo
se commettono un peccato.
Stanno per aprire gli occhi sul fottuto tutto!”


Ah, tanto perché lo sappiate: appena finito di ascoltare disco sono andato ad ascoltarmi a ripetizione Summer of ‘69 e Heaven. E, ultima postilla: io, caro ma ne vale la pena, come era solita dirmi la mia “dolce” professoressa del liceo, Essere e Tempo l’ho comprato e letto, ma dopo pagina 19 ho chiuso perché non avevo ancora capito un’acca di ciò che il buon vecchio Martino andava dicendo…
E andiamo ora direttamente alla fine: Satans of Swing. Non serve che dica molto, il nome già dice molto: è chiaramente una parodia di Sultans of Swing dei Dire Straits, brano che, personalmente, ho sempre poco amato e gruppo che ho sempre mal sopportato. Quindi, diciamo, per me è un po’ come ascoltare la nemesi perfetta, soprattutto con la sua parte spagnoleggiante verso metà; un autentico capolavoro. In ogni caso, forse, tra tutti i brani di questa fatica dei Somehow Jo!, rimane il più quadrato. E il che, comunque, è tutto un dire. Andando però alla conclusione, mi sono dimenticato di citare Fool. Canzone ruffiana e guascona, se ce n’è una. Oppure la depressione gioiosa di Hatesong o la maledetta Great Sex & Red Wine.
Insomma, ci sono molti spunti di riflessione alla fine di questo Satans of Swing. È un disco che spezza la monotonia di una riproduzione heavy, che è capace di farsi ascoltare e rinnovarsi, capace anche di risollevare un po’ il morale di chi lo ascolta. Ci sono anche dei passaggi a vuoto, ovviamente. Ad esempio, la prima traccia, Next King oppure Beginning e la precedente Hellhole Bar. Ma la bontà di questo disco è totalmente fuori discussione. E io, personalmente, non vedo l’ora di poterlo ascoltare in un caldo sabato estivo mentre, con la mia sorellina, spensierati e felici, ce ne torniamo a quel fast-food.



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
85.5 su 6 voti [ VOTA]
Altered
Martedì 12 Maggio 2020, 13.46.18
1
Una band straordinaria, originale, fresca, innovativa. Riescono a passare dall'alfernative al prog al metal più feroce con una semplicità straripante. Personalmente ho apprezzato molto di più il secondo album, Tusk, del 2019, spero vogliate recensirlo perché è davvero un gioiellino. Consiglio a chiunque abbia voglia di ascoltare un prodotto unico, ibrido e sorprendente di mettere su i dischi dei Somehow Jo. Non ne rimarrete delusi!
INFORMAZIONI
2015
Inverse Records
Alternative Rock
Tracklist
1. Next King
2. Lovesong
3. Godbye
4. Hatesong
5. Fool
6. Great Sex & Red Wine
7. Hellhole Bar
8. Beginning
9. Satans of Swing
Line Up
Christian Sauren (voce, chitarra)
Sakari Karjalainen (chitarra)
Eero Aaltonen (basso, voce)
Lassi Peiponen (batteria)
 
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