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19/04/24
MARLENE KUNTZ
NEW AGE, VIA TINTORETTO 14 - RONCADE (TV)
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Sailing to Nowhere - To the Unknown
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21/11/2015
( 2345 letture )
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I Sailing to Nowhere sono una giovane band italiana proveniente dalla capitale ed attiva da un paio d’anni sulla scena melodic power. La loro proposta non è certo delle più originali, dal momento che tende a seguire una rotta sonora ormai ben rodata e dal facile successo commerciale (non per forza un elemento a sfavore), ma qualche fattore in grado di distinguerli dall’innumerevole massa di act simili per fortuna si riesce a trovare. Innanzitutto, la formazione è composta da musicisti prevalentemente esordienti ma capaci, ognuno in grado di esprimersi al meglio delle proprie potenzialità anche grazie alla particolarità di alcune delle composizioni qui presenti, che come vedremo presentano spunti anche molto diversi tra loro. Le due voci, quella maschile di Marco Palazzi (ex Kaledon) e quella femminile di Veronica Bultrini, si intersecano molto bene tra loro e donano alle canzoni quel qualcosa in più che riesce quasi sempre a rendere interessante l’ascolto. Le chitarre di Andrea Lanzillo e Luca Giuliani mantengono il passo e spesso e volentieri danno vita a passaggi davvero degni di nota, all’insegna più che altro della melodia, elemento cardine su cui ruota l’intera proposta dei capitolini. Il tutto sfocia talvolta in ritornelli molto catchy, ma non per questo meno apprezzabili. Pur non dando alle stampe niente di particolarmente innovativo, quindi, i Sailing to Nowhere riescono a tirare fuori un album meritevole di attenzione. Andiamo dunque ora a scoprire nello specifico quali sono gli aspetti migliori di To the Unknown.
Nove i brani presenti, dei quali almeno quattro superano le aspettative iniziali. Oltre all’inaspettata quanto apprezzabilissima cover posta in chiusura, ovvero Left Outside Alone di Anastacia, bastano titoli come No Dreams in My Night, You Won’t Dare e Sailing to Nowhere per individuare la ricetta vincente della band laziale: atmosfere molto vicine al power/symphonic, melodie trascinanti nonché toccanti e un imponente reparto corale. L’opener si avvale inoltre della partecipazione di un’altra tastierista, Valentina De Iuliis, il cui apporto si rivela fondamentale per la buona riuscita del pezzo. Il tappeto ritmico su cui poggia il tutto è un altro elemento positivo, in quanto molto ben impostato e mai troppo prevedibile. Sono invece più che altro i ritornelli a fare la fortuna di You Won’t Dare, con una prestazione eccellente dei due vocalist, mentre nel terzo dei brani originali sopracitati, Sailing to Nowhere, sugli scudi troviamo le sei corde, che sfornano melodie particolarmente piacevoli all’ascolto. Canzoni come Big Fire, Lovers on Planet Earth e Sweet Rain, pur diverse tra loro, si mantengono tutte similmente nella media, mostrando sì delle buonissime potenzialità da parte della band romana, ma anche allo stesso tempo gli attuali limiti, rintracciabili principalmente in una direzione sonora ancora troppo ancorata ai canoni del genere. Certo, non è detto che nelle intenzioni della band ci sia la volontà di spingersi troppo oltre a certi confini già tracciati, ma sappiamo ormai bene che l’originalità della proposta, così difficile talvolta da raggiungere, risulta di fondamentale importanza se si vuole emergere dalla media delle uscite odierne. Tranquillamente skippabili Fallen Angel e Strange Dimensions, nonostante la seconda conti la partecipazione di Terence Holler, voce degli Eldritch, purtroppo non determinante in una canzone già di per sé molto sottotono.
Una produzione pulita ed equilibrata ed un gradevolissimo artwork di copertina ci consegnano nelle mani un disco di tutto rispetto, rischiando di farci dimenticare che si tratta pur sempre di un album d’esordio. Proprio per questo motivo il lavoro dei Sailing to Nowhere si fa apprezzare ancora di più e ci fa sperare in un futuro roseo per la band laziale, nonostante tutte le difficoltà del caso accennate poc’anzi. Disco consigliato più agli appassionati di power metal melodico, i quali troveranno sicuramente un nuovo nome da appuntarsi per i prossimi anni, ma comunque alla portata di una vasta e assai varia gamma di ascoltatori.
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VOTO LETTORI
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33.18 su 137 voti [
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4
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Me ne farò una ragione Jagger (e come me tutti quelli che la pensano uguale o anche peggio), che tu non sei d'accordo con me, magari sei pure un componente del gruppo o molto vicino a loro sotto mentite spoglie di commentatore indipendente. Una rece, ma di sicuro non è l'unica ma io ora ricordo quella in particolare, molto azzeccata anche se troppo buona pure quella alla fine magari come valutazione secondo me, è per esempio quella (o almeno fino a poco tempo fa ce n'era una sola per questo disco su quel sito-database mondiale) sul noto Metal-Archives. |
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3
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Contrariamente a quello che ho letto, io li ho trovati molto interessanti e mi sono divertito molto ai loro concerti. Che debbano migliorare, ci sta, ma dire che sono una noia mortale o che sono solo caciara, non sono minimamente d'accordo. |
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2
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Gruppo senza un verso, caciara sia musicale che nelle 2 voci. Si potrebbero recensire citando semplicemente il loro nome, quello sì, è perfetto come descrizione. |
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1
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Ascoltati e visti dal vivo. Noia mortale |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. No Dreams in My Night 2. Big Fire 3. Fallen Angel 4. Lovers on Planet Earth 5. You Won’t Dare 6. Strange Dimensions 7. Sailing to Nowhere 8. Sweet Rain 9. Left Outside Alone
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Line Up
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Marco Palazzi (Voce) Veronica Bultrini (Voce) Andrea Lanzillo (Chitarra) Luca Giuliani (Chitarra) Livia Capozzi (Tastiere) Carlo Cruciani (Basso) Giovanni Noè (Batteria)
Musicisti Ospiti: Terence Holler (Voce nella traccia 6) Leonardo Porcheddu (Chitarra nella traccia 8) Valentina De Iuliis (Tastiere nella traccia 1) David Folchitto (Batteria nella traccia 6)
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