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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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28/11/2015
( 4524 letture )
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Tredici uscite discografiche ufficiali, comprese due compilation e un live album, escludendo un numero infinito di demo ed EP. Questo sono stati i canadesi Voivod dal loro anno di nascita nel lontano 1981 fino al 2005. Una vera e propria istituzione nella cultura metal progressiva mondiale, una continua fucina di idee innovative e stordenti che ne hanno sancito anno dopo anno lo status di band culto su scala planetaria. Poi il 26 agosto del 2005 tutto cambia: Denis D’Amour (aka Piggy), fondatore della band, genio indiscusso e principale carburante creativo per il motore artistico del quartetto, viene a mancare a causa di un cancro al colon. Una notizia di questa portata, oltre a scuotere profondamente la comunità metal mondiale, suonò apparentemente alle orecchie di chiunque come la fine della band stessa, venuto a mancare proprio il fondatore. Ma ecco l’ennesimo colpo di genio di un vero musicista amante della propria musica e delle persone coinvolte nel progetto Voivod: nonostante il male lo perseguitasse e lo stesse consumando da tempo, Piggy continuò a comporre musica fino a pochi giorni dalla sua dipartita, salvando ogni traccia sul proprio pc e permettendo ai suoi compagni di avventura, nonostante la sua scomparsa, di suonare attorno alle sue idee le loro, andando così a comporre un disco tanto originale quanto anomalo intitolato Katorz, a indicare con un fonema della parola francese ”quatorze” la quattordicesima release ufficiale del combo canadese. Meglio premettere che quest’album è di difficile catalogazione, perché presenta tutto ciò che ha reso grande una band come i Voivod: punk degli albori, thrash, progressive thrash, prog rock e post rock alternativo, in un turbinio di emozioni in cui ogni brano, sempre diverso nel mood da quello successivo, catapulta l’ascoltatore in un viaggio emotivo spaziotemporale da arte futurista.
L’avventura sensoriale parte con The Getaway, che in realtà si rivelerà essere la canzone più metal dell’intero album: con il suo incedere da rock ‘n’ roll sostenuto si stampa subito nella testa dell’ascoltatore e non lo lascia più fino alla fine, grazie anche alla convinta interpretazione vocale di Snake. Con Dognation inizia il viaggio di esplorazione in territori alternative post rock dalle forti contaminazioni punk, il tutto supportato dalla batteria di Away, mai fuori dalle righe ma anzi sempre pronta a sottolineare le sfumature chitarristiche del compianto compagno di viaggio, e dal basso di quel Jason “Jasonic” Newsted di “Metallica memoria”. Non sappiamo e non sapremo mai se effettivamente Piggy avrebbe o meno modificato le tracce che i suoi compagni hanno poi deciso di pubblicare inserendo le proprie parti, ma sappiamo, o abbiamo quasi la certezza, che avrebbe gradito le tematiche trattate nei testi, ossia la denuncia sempre sottile, ironica e intelligente di temi scottanti quali la guerra, la società benpensante e le sue ipocrisie radicate nella povertà e nel classismo sociale della schizoide Mr. Clean, nell’indifferenza verso il prossimo del post rock di una sofferta After All, nella politica e nei politici come madre e padri di ogni falsità nella causticamente veritierà Odds & Frauds e nella difficile crescita di un’adolescente qualunque dell’allucinata Red My Mind, come se quegli adolescenti più o meno cresciuti fossimo proprio noi ascoltatori. I passaggi da un brano all’altro sono interludi sonori a opera del defunto Piggy e risultano essere perfetti collanti tra le idee del mastermind della band e i suoi compagni di viaggio, quasi come l’alchimia tra i quattro non potesse essere spezzata nemmeno dalla morte stessa, tanto che la seconda parte dell’album diventa più introspettiva, almeno a tematiche trattate, e sempre più disturbante a livello sonoro e compositivo: si passa quindi dal rock ossessivo e post grunge di Silly Clones, in cui la vita umana sembra non avere più alcun significato se non le ripetizione continua e ricorsiva di gesti e abitudini fino alla fine dei giorni, passando dalla claustrofobia psichedelica ed elettronica della struggente No Angel, in cui una vita in trappola non ha più senso alcuno di essere vissuta degnamente, fino al ritorno rock e stoner di una The X-Stream il cui tema è l’enfasi generale e orrorifica degli eccessi umani, che porta inesorabilmente all’autodistruzione, per concludersi con il rock “zeppeliniano” di Polaroids altamente contaminato da una matrice metal punk di origine proto-ottantiana, quasi come a definire con fermoimmagini effimeri il nostro passaggio sul complesso pianeta Terra fino al dissolvimento totale di ogni ricordo.
Katorz non è un classico album metal, anzi a dire il vero è il meno metal che i Voivod abbiano mai pubblicato ed è di certo segnato dall’essere un album forzatamente fatto in più tranches, spezzato dalla morte del leader in più parti e poi assemblato con fatica e dovizia di particolari, come un necrologio a mosaico che ne definisce la complessa natura progressiva e pregna di sfaccettature infinite: un passaggio di testimone tra fratelli per mantenere vivo e in salute un progetto storico sempre all’avanguardia e alla ricerca continua di spunti di riflessione che possano dare una mano concreta a risvegliare le menti ottuse e sopite dell’umanità, distratta dalle facezie della vita, al fine di riscoprire valori ormai perduti ma inesorabilmente validi nel mondo attuale. Questi sono i Voivod più introspettivi, quelli che non ti aspetti ma che ti segnano inesorabilmente, e quel genio di Piggy l’aveva già previsto da tempo...
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8
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Questo album non dice niente, non va da nessuna parte, è il loro peggiore in assoluto. Non fa niente, li perdono. |
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7
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I Voivod non hanno mai fatto un album uguale all'altro e ciononostante non hanno a mio parere mai sbagliato un colpo, nemmeno come in questo caso, nel momento più delicato della loro storia. Non è certo Katorz uno degli album fondamentali della discografia, ma per genialità e inventiva al momento della sua uscita stracciò comunque gran parte delle pubblicazioni coeve. Pezzi come le prime due tracks o come The X-Stream strappano applausi! Da 80 pieno. |
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6
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A me piace molto...non è un capolavoro ma è un grande album che si fa ascoltare molto volentieri. E poi amo sta cosa dei Voivod che ogni album non sai mai cosa aspettarti. E' sempre una sorpresa |
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5
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Per me nulla di eccezionale. Saranno gusti ma mi infastidisce che in ogni brano viene lasciato spazio a quello che dovrebbe essere un assolo di chitarra, però l'assolo non c'è mai. |
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4
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Mah, non sono molto d'accordo sui contenuti della recensione. Dal mio punto di vista, questo è un disco molto heavy, che prende riff e situazioni molto classiche riadattandole al loro stile. Lavori come Angel Rat sono poco metal, ma questo proprio no. Ci sono molti più riff e richiami al metal tradizionale che in tutti i precedenti dischi usciti da AR in poi. Questo è il mio punto di vista. Qualitativamente è una bomba, io lo adoro. Darei 90 , ma mi trattengo e do 85... |
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3
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@Testamatta ride guarda la mia memoria vacilla ma... mi pare invece che il cancro fosse presente già da parecchio tempo. ad ogni modo ho di lui un bellissimo ricordo in un concerto del babylonia di Ponderano ( BI ), parlava tranquillamente con noi del pubblico, persona squisita e musicista eccezionale. |
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2
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Vabe, i migliori, poco altro da aggiungere. Una piccola precisazione alla pur ottima e sentitissima recensione (si sente il rispetto e il pudore): Piggy non era consumato da tempo dalla malattia, mi pare piuttosto di ricordare che la morte sopraggiunsea a soli 2/3 mesi da quando gli fu diagnosticato il cancro, fu un decorso fulmineo. |
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1
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Per quanto mi riguarda è il disco che faccio più fatica ad inquadrare, mi da sempre emozioni contrastanti per via della tragedia di piggy. Loro sono e rimarranno sempre un gruppo unico ma questa cicatrice non andrà mai via. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Getaway 2. Dognation 3. Mr.Clean 4. After All 5. Odds & Frauds 6. Red My Mind 7. Silly Clones 8. No Angel 9. The X-Stream 10. Polaroids
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Line Up
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Snake (Voce) Piggy (Chitarra) Jason “Jasonic” Newsted (Basso) Away (Batteria)
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