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17/06/23
FIRENZE ROCKS
VISARNO ARENA - FIRENZE
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Khymera - The Grand Design
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03/12/2015
( 2708 letture )
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A sette anni di distanza dal precedente disco, tornano i Khymera con un nuovo CD titolato The Grand Design, marchiato Frontiers Music. Il gruppo, nato come progetto tra il nostro connazionale Daniele Liverani e Steve Walsh, mitico elemento dei Kansas, ha preso sembianze di vera band stabile, con una formazione completamente rinnovata. Ora le redini stanno saldamente tra le mani e l’ugola di Dennis Ward (Pink Cream 69-Unisonic), affiancato da Felix Bohnke, Michael Klein, Eric Ragno e Jim Rybkost, con la collaborazione di Paul Logue, già Eden’s Curse. Va detto che Dennis Ward aveva già contribuito fortemente, sia a livello vocale che strumentale, nei due precedenti lavori A New Promise (2005) e The Greatest Wonder (2008), così trasformarsi nel punto di riferimento della line-up è divenuto automatico, sia per quanto concerne scrittura e composizione piuttosto che la produzione.
Copertina colorata e dinamica, poi si sgomma subito all’interno di un prodotto contenente rock melodico che mostra tante abilità e pezzi da far rizzare i peli superflui, in ogni dove, sul nostro corpo. Never Give Up On You è una song da big band di AOR americano, percorsa fortemente da equilibri, potenza, dinamiche irretenti, melodie, cori celestiali, incedere irresistibile, chitarre pungenti, solo sfolgorante, insomma che si vuole di più per iniziare? Nulla credetemi. Tell Me Something ha più che un’assonanza con i Bon Jovi di Bad Medicine e Born To Be My Baby nella struttura del pezzo, anche se il chorus e gli sviluppi strumentali e canori incidono ancora una volta a favore di questi “ragazzi chimerici”, Say What You Want sa ancora di già sentito, le armonie gridano il loro potere su una semiballad che gira come un orologio atomico, pulita e spazzolata in tutto e per tutto, forse un pochino troppo, magari un po’ più di rancido e ruvido da parte di Ward non avrebbero guastato: produzione cristallina. I Believe risulta una scheggia condita da una voce che va su e cresce in tonalità mentre il tessuto strumentale viene intarsiato da coralità e finezze con un’anima hard, esperimento decisamente riuscito, molto Toto l’incipit di A Night To Remember, che si muove su coordinate sincopate della chitarra e armonie di livello elevato con Dennis Ward che regala una performance al microfono degna di lodi. E’ lui il frontman, l’anima pulsante di questa realtà musicale, non esistono oscuri dubbi. She’s Got The Love è una bella steccata da hard americano anni ottanta, ma con un gusto che sfiora l’AOR con perle incastonate, e un solo della sei corde attivato da polvere nera, da sparo immediato con cascate cromatiche inarrestabili da parte di Michael Klein che si dimostra uno strumentista con gusto e tecnica invidiabile. Land Of Golden Dreams si presenta come altro spicchio di grande musica, andamento lento, sfumature platinate e poi ancora coralità immarcescibili, chitarre al top e una voce che crea miraggi, la title track è saltellante carbonella di rock duro punteggiata dalle key, Streetlights invece affonda le radici in una ballad pianistica ispiratissima, interpretata in maniera magica con porzioni di armonie e melodie che convincono da subito e vi faranno pensare a situazioni peccaminose davanti ad un camino e due calici di abbondante libagione alcolica. Who’s Fooling Who, non quella dei Bonfire, è l’ennesimo, piacevolissimo, scorrimento del timing con la formula precedentemente narrata, Finally è preda di punteggiature di hammond e un ritmo da party senza sbracare ma tenendo alto il vessillo della qualità con un intervento solistico della chitarra molto Vito Bratta dei White Lion, chiude il lavoro Where Is The Love, una ballatona ricca di pathos e vocalità duttili e sfaccettate, orchestrazioni e scampoli che appartengono al bagaglio musicale di questo quintetto che concepisce la qualità come priorità.
La scheda del disco professa una verità, i Khymera piaceranno ai fans di Giuffria, Icon e Signal, noi ci sentiamo di aggiungere che potranno entrare nelle grazie di chi apprezza l’hard fatto con palle fumiganti, senso della melodia, songwriting scintillante e di peso specifico. Un gran bel disco, mai appesantito, snello, efficace capace di pungere nelle zone più sensibili del ascoltatore, un gruppo che suona magnificamente e sa mettere su solchi un caratura e uno spessore di livello. Ennesimo diamante di questo provvido anno metallico targato 2015. God Bless Ya!
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5
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Niente da fare. Ho provato e riprovato ma non mi prende 😩. Molto molto meglio con Liverani ed Ermolli in formazione...ma so di essere controcorrente. |
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4
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Niente da fare. Ho provato e riprovato ma non mi prende 😩. Molto molto meglio con Liverani ed Ermolli in formazione...ma so di essere controcorrente. |
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3
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Manca Steve Walsh..... il più grande ! |
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2
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grazie per i complimenti Graziano |
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1
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Non volevo prenderlo, vista l'assenza di Walsh, ma la recensione (ottima e dettagliata) mi invoglia non poco.... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Never Give Up On You 2. Tell Me Something 3. Say What You Want 4. I Believe 5. A Night To Remember 6. She’s Got The Love 7. Land Of Golden Dreams 8. The Grand Design 9. Streetlights 10. Who’s Fooling Who 11. Finally 12. Where Is The Love
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Line Up
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Dennis Ward (Voce, Chitarra, Basso) Michael Klein (Chitarra) Eric Ragno (Tastiere) Jim Rybkost (Piano, Tastiere) Felix Bohnke (Batteria)
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RECENSIONI |
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