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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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21/12/2015
( 2289 letture )
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La nostra unica sicurezza è l’abilità di riuscire a cambiare. John Lilly
Il cambiamento è inevitabile, fa parte di noi e del normale percorso di qualunque cosa, restare legati ai soliti schemi ed al passato significa restare immobili, non alzare mai la testa ed in fondo anche mentire a noi stessi. La musica non fa eccezione, che sia da parte dell’ascoltatore o di chi la compone, la scrive, la propone ad un pubblico, senza farlo necessariamente per attirare verso di se nuovi fans e seguaci, per quello ci sarebbero ben altre strategie che esulano proprio dalla musica. Un compositore vero, che ama quello che fa e vive per essa è un animale inquieto che non segue altro che il proprio istinto ed il proprio cuore.
I Dark Moor guidati da Enrik Garcia, dopo una carriera più che onorevole e dignitosa che dura da quasi vent’anni, raggiungono il traguardo del decimo album, lasciandoci questa volta abbastanza spiazzati. La band non è nuova a mutamenti camaleontici: inizialmente orientati su un power/symphonic con voce femminile (ottimi dischi i primi, che pur avendo un debito pesante coi nostrani Rhapsody mostravano elementi piuttosto personali), nel 2003 avviene l’avvicendamento con il cantante Alfred Romero e la band si sposta lentamente verso lidi più heavy, talvolta hard rock, mostrando spesso di trovarsi a proprio agio anche con generi più folk, classici o pop. Ma la band non segue il trend del momento, perché in quel caso avrebbe ottenuto molto di più continuando a proporre power sinfonico con una voce femminile. Dopo il buon Ars Musica del 2013 -che già mostrava un cambio netto verso l’hard rock-, ora la band ci propone un disco indubbiamente maturo, completo, inattaccabile dal punto di vista degli arrangiamenti, ma che non mancherà di spaccare in due critica e fans.
Innanzitutto la tematica affrontata: gli alieni. Non è facile parlare di alieni senza scadere nel banale o nel ridicolo, la band riesce tutto sommato a bypassare l’inconveniente trattando marginalmente della cosa, ma anche a livello musicale troviamo pochi elementi che possano richiamare il tema, se non qualche synth che richiama X-Files, come nell’iniziale Abduction, ed in questo senso osare un po’ di più non avrebbe guastato. Parlando di musica ed arrangiamenti, invece, non ci sono dubbi sul fatto che Garcia e compagni si siano ispirati totalmente ai Queen, tanto che non è raro che vengano alla mente brani specifici della band inglese. Ed in questo i Dark Moor ci sanno fare tantissimo, gli arrangiamenti musicali e delle voci sono curatissimi, ma il confronto è arduo, perché Garcia è un ottimo chitarrista, ma non è Brian May; Alfred Romero è una delle voci migliori in ambito heavy che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi anni, ma non è paragonabile a Freddy Mercury ed il talento dei Queen è difficile da eguagliare. Ma la band riesce ad infilare una serie di brani accattivanti, immediati senza essere scontati, riuscitissimi, che possono lasciare spiazzati per l’estremo lato melodico, come il singolo Gabriel. Parlando di Queen non si può non citare Beyond the Stars o la suite conclusiva There’s Something in the Skies, in cui richiami ad un album come A Night of the Opera su tutti sono palesi. Nella ballad I Want to Believe troviamo anche cori gospel ed arrangiamenti vocali che non sfigurerebbero in un musical, o visto il periodo in qualche jingle natatalizio, e superato lo smarrimento iniziale (ed una leggera irritazione) non si può non apprezzare il brano per la sua bellezza e l’alto livello compositivo. Imperial Earth e Bon Voyage! sono i brani che più si accostano a sonorità metal, ma gli arrangiamenti vocali sono ancora un chiaro omaggio ed ispirazione a Freddy Mercury, tanto che mi piace immaginare come avrebbero potuto suonare tali brani dai Queen dei tempi che furono. Un plauso anche alla bellissima copertina, mentre riguardo ai video promozionali di Imperial Earth e Gabriel ci sarebbe da alzare più di una critica: il primo è volutamente ispirato ai B Movie di fantascienza e rischia di scadere nel ridicolo e il secondo lo segue a ruota, ispirato sempre a film di fantascienza come Navigator e Cocoon, L’energia dell’universo (Le due “o” incrociate nel nuovo logo della band sono forse ispirate alla locandina del film?). Ottima la fotografia e la qualità delle riprese, ma si poteva far di meglio per soggetto e sceneggiatura (e qualche consulenza più dettagliata, una sala operatoria non è certo come quella che compare nel video di Gabriel), ma siamo qui per parlare della musica, non dei videoclip.
Project X ci mostra l’abilità dei Dark Moor di mutare e maturare ulteriormente il proprio percorso musicale, un scelta che non sarà facile da accettare per i fans di vecchia data, e che faticherà anche a guadagnarne di nuovi, perché il settore del rock operistico non è certo dei più facili e questa ennesima prova si dimostra perciò molto coraggiosa. L’album paga una certa mancanza di personalità, ma se la strada dei Dark Moor si svilupperà in questa direzione non possiamo che attendere con speranza e curiosità i prossimi lavori. Nel frattempo non fatevi ingannare da un ascolto superficiale, approcciatevi a Project X con la mente aperta e senza pregiudizi, ciò che ne trarrete sarà ottima musica.
Se non ci piace dove stiamo possiamo spostarci, non siamo alberi.
Snoopy
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5
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Il coraggio va premiato. Per questo ho votato 50 invece del 40 che meriterebbe. |
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4
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grande disco,coraggio di cambiare peur mantenendo coerenza di fondo encomiabile.hanno semplicemente creato un opera rock,ci scommetto che dal prossimo album torneranno a suonare come gli album precedenti.grande gruppo cmq!voto molto alto. |
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3
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Per me non ci siamo, disco che concilia bene il sonno...trascurabile! |
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2
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per me voto 68. come tanti album power rock si avvicina troppo al ridicolo, ma riesce ad essere abbastanza piacevole da ascoltare. |
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1
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Ok i cambiamenti se fatti bene. Purtroppo manca tutto, delusione totale |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. November 3023 2. Abduction 3. Beyond the Stars 4. Conspiracy Revealed 5. I Want to Believe 6. Bon Voyage! 7. The Existence 8. Imperial Earth 9. Gabriel 10. There’s Something in the Skies
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Line Up
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Alfred Romero (Voce) Enrik Garcia (Chitarra) Dani Fernandez (Basso) Roberto Cappa (Batteria)
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