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Signum Regis - Chapter IV: The Reckoning
08/01/2016
( 1478 letture )
Nati nel 2007 come band “costola” dei Vindex, gli slovacchi Signum Regis sono una power metal band dall’impostazione musicale sinfonica, con assoli votati al neoclassicismo ed allo shredding. L’utilizzo di testi a sfondo cristiano, inoltre, colloca il gruppo nell’area del cosiddetto “white metal”. Di loro vi abbiamo già dato notizia in occasione delle recensioni di The Eyes of Power del 2010 e di Exodus del 2013. Li ritroviamo adesso, dopo l’uscita dell’EP apripista Through the Storm (che, comunque, non contiene nessuno dei pezzi presenti nell’album), in occasione della valutazione di Chapter IV: The Reckoning, loro nuova fatica sulla lunga distanza.

Su una base solidamente power esaltata da una produzione ottimale, con il suono finale ottenuto mediante il lavoro in sala d’incisione del bassista Ronnie König e quello di masterizzazione effettuato da Jens Bogren (Symphony X, Arch Enemy, Devin Townsend), i Signum Regis offrono una qualità di scrittura scorrevole ed elegante. Questa, pur essendo priva di guizzi di qualità assoluta, mantiene sempre una grande gradevolezza, spesso esaltata da ritornelli particolarmente ariosi, pienamente nello spirito dello stile e dei testi. Individuato finalmente un cantante fisso nella persona di Mayo Petranin, dopo l’esperimento obbligato dell’utilizzo di un cantante differente per ogni brano perpetrato col precedente lavoro -il singer era comunque già presente proprio su quel disco- i Signum Regis trovano qui la probabile quadratura del proprio cerchio. Insistendo sulle loro prerogative classiche, i cinque confezionano infatti un album sostanzialmente riuscito. Le suddette possono essere individuate in una batteria granitica e spesso connotata dall’uso del doppio pedale, un basso in evidenza e non privo di un certo gusto in molti passaggi, tastiere discrete, ma presenti, chitarra capace di macinare riff sempre gradevoli e di mettere insieme assoli di matrice compresa tra il classicheggiante e lo shredding (Filip Koluš è un musicista da non disprezzare affatto), più una voce potente, interpretativa e misticheggiante ove serve. Da Lost and Found, tipico opener di genere ed ottima presentazione per la band, fino a The Kingdom of Heaven, rocciosa e solenne hard rock/power song dotata di un ritornello che in concerto dovrebbe produrre un ottimo effetto sul pubblico, Chapter IV: The Reckoning si snoda senza particolari incertezze. In mezzo, tanta decisa melodia tipicamente power (The Secret of the Sea, The Magi, Tempter of Evil, nelle ultime due appare come guest Roger Staffelbach degli Artlantica), accelerazioni furiose in rapporto all’area di appartenenza del gruppo (The Voice in the Wilderness, Prophet of Doom, When Freedom Fails), in canzoni sempre ammantate da un retrogusto “sacrale” che si attaglia correttamente allo spirito dei testi, ed altri passaggi che si rivelano essere una giusta via di mezzo, come in Quitters Never Win. Discorso a parte merita la conclusiva Bells Are Tolling. Apertura dolcissima per piano e voce, con il primo suonato dall’altro ospite presente su questo album, ossia Mistheria, ed atmosfera medievaleggiante per la prima metà del pezzo, tutto eseguito in questa modalità e con il solito ritornello che tende verso l’alto, tipico dei Signum Regis. Poi, brusca entrata degli strumenti elettrici e canzone che evolve improvvisamente verso situazioni oscure, prima di trovare una sintesi tra le due anime del pezzo in un finale che, dopo il solito pezzo di bravura di Koluš, termina lasciando l’ascoltatore col sorriso sulle labbra.

Equilibrato e compatto, Chapter IV: The Reckoning mostra un gruppo coeso e con le idee chiare circa ciò che vuol fare e su come farlo. Nessun brano che faccia gridare al miracolo, ma un certo gusto, la capacità di trasmettere esattamente ciò che si vuole e ciò che si sa fare, una buonissima tecnica generale e dieci canzoni che vanno dal gradevole al buono, anche se due o tre sono meno efficaci della media del gruppo. Volendo indicare una singola canzone capace di dare la misura esatta delle qualità dei Signum Regis a chi volesse interessarsene, è sicuramente da indicare The Magi, caratterizzata dall’uso di più riff, molta melodia ed ottimi soli con citazioni di Bach. Se non avete problemi con l’approccio religioso dei testi, dal punto di vista musicale i Signum Regis sono senza dubbio una band capace di soddisfare le aspettative dei fan del power metal melodico, ma non priva della capacità di pestare duro, fondendo bene le due anime della loro musica. Chapter IV: The Reckoning è dunque un prodotto composto da una realtà matura ed affidabile, scritto e prodotto in modo professionale e, tanto per gradire, presentato anche da una discreta e coerente cover. In sintesi: una piacevole conferma che, tra breve tempo, sarà disponibile anche su vinile.



VOTO RECENSORE
76
VOTO LETTORI
74.4 su 5 voti [ VOTA]
Ishgral
Martedì 12 Gennaio 2016, 11.47.13
1
Che due palle....sempre la solita solfa
INFORMAZIONI
2015
Ulterium Records
Power
Tracklist
1. Lost and Found
2. The Secret of the Sea
3. The Voice in the Wilderness
4. Prophet of Doom
5. The Magi
6. Quitters Never Win
7. Tempter of Evil
8. When Freedom Fails
9. The Kingdom of Heaven
10. Bells Are Tolling
Line Up
Mayo Petranin (Voce)
Filip Koluš (Chitarre)
Ján Tupý (Tastiere, Cori)
Ronnie König (Basso, Cori)
Jaro Jančula (Batteria)

Musicisti Ospiti:
Roger Staffelbach (Chitarra nelle tracce 5 e 7)
Mistheria (Piano classico nella traccia 10)
 
RECENSIONI
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