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Aleph - In Tenebra
( 4552 letture )
Dopo numerosi cambi di line up, 2 demo d’ottima fattura e tanto heavy sparpagliato per la penisola, gli Aleph hanno finalmente deciso di fare sul serio. E sia lodato il giorno in cui è nato l’embrione di In Tenebra, album dallo straordinario carisma e dalla tecnica sopraffina.
Cominciamo dall’inizio: gli Aleph fanno sul serio, giocano con le partiture rese note al grande pubblico da gente come Atheist, Pestilence e soprattutto Sadist (quelli di Above The Light e Tribe). Un gioco dicevo, un gioco che preleva linfa dalle tastiera eteree dei pluriosannati Dream Theather e ci trasporta in un territorio, si malsano e rabbioso, ma anche prog e sognante. Technical death/thrash, con armonizzazioni lasciate a tastiere che tanto ricordano il tocco di Tommy Salamanca. A differenza dei Sadist (ricordiamo che la band nel febbraio 2005 ha supportato i leggendari thrashers genovesi Necrodeath) gli Aleph si concentrano più sulla violenza stilistica, sul nichilismo sonoro e sull’impatto estremo che i nostri “spandono” sulle sette tracks di In Tenebra.

Eccoci quindi a raccontare un disco che nulla ha da invidiare a molte band che vivono di estrema tecnica. L’anima corrosa di Patrick Mameli è ben presente nelle composizioni, fin dalla prima The Fallen, pezzo dalla forte matrice malinconica, gestita da un dolce piano che cerca di controllare i più puri sentimenti. Ma The Fallen è corrosa, è agonizzante e minimale nella sua essenza. Alterazioni scomposte, laceranti tastiere e un growls a metà fra Mameli e il Schuldiner del periodo Leprosy. Unfaithful apre la porta al prog piu’ disarmante, impressiona per precisione e potenza il drummer Manuel, autentico tuttofare e polipo(dis)umano della band. Ancora l’animaccia dei Death si scaglia sulla composizione, un pezzo tiratissimo che al suo interno cerca soluzioni mid-tempo armonizzate ora da riff melodici ora dalle “solite” tastiere. Depths è un'altra perla che racconta le geste del “teatro dei sogni”: una lenta sonnolenza sonora si apre sull’ugula clean del buon Dave, davvero un ottimo e coinvolgente interprete metal. Mother Of All Nightmares riprende le sonorità di estremo technical death/thrash, un insolita suite strumentale di circa 2 minuti, manifesta tutta l’inquietudine sonora della band, resa tale da una recita stile Meat Loaf che preannuncia il massacro death. E sembra davvero di correre sui binari dei Pestilence che furono, un passaggio tremendo e teso, spaventoso e sempre sulla corda.

In poche parole, se potete, fatelo vostro, sia mai che fra 2-3 anni non lo troviate sugli scaffali dei negozi a prezzi piu’ alti…



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
32.82 su 28 voti [ VOTA]
uno qualsiasi
Domenica 28 Marzo 2010, 15.55.58
3
li ho visti per piu di una occasione e purtoppo mi sono addormentato.....piu di una volta.....
ghoul
Lunedì 22 Dicembre 2008, 12.08.40
2
sinceramente, non mi sembra niente di che
Arakness
Giovedì 12 Ottobre 2006, 16.10.49
1
Ottima recensione Dario... per un album sorpendentemente riuscito, ricchissimo di spunti. Abbasso un pò il voto poichè ritengo che alcune sbavature vi sono e che i nostri possono ancora far meglio, ma credo e spero che torneremo a parlare in futuro positivamente di questi Aleph.
INFORMAZIONI
2006
Fuel Records
Melodic / Techno / Death
Tracklist
The fallen
Unfaithful
Depths
Mother of all nightmares
In tenebra
The fallen (native lyrics)
Acid tears
Line Up
Dave Battaglia: vocals, guitars
Lorenzo Fugazza: guitars
Antonio Ceresoli: bass
Giulio Gasperini: keyboards
Manuel Togni: drums
 
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27/11/2002
Articolo
ALEPH
La biografia
 
 
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