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Mad Hornet - Would You Like Something Fresh?
19/01/2016
( 2313 letture )
Una band per cui vale la pena mettersi all’ascolto. Questi ragazzi nostrani hanno sfornato un platter davvero molto, molto stimolante ed avvincente, scegliendo la via dell’autoproduzione. Ma facciamo un paio di passi all’indietro per fotografare il contesto. I Mad Hornet nascono all'alba del 2006 a Maruggio, piccolo centro nella provincia di Taranto, partendo con una formazione a 5, dedita ad un hard rock pomposo e melodico, anche grazie alla presenza di un tastierista. Nello stesso anno registrano un demo autoprodotto (Shout From The South), poi rimpasti di formazione li portano ad eliminare le key, sposando un sound più robusto di matrice hard, che confluirà nell'esordio dell'anno successivo ribattezzato Hot Tarots. L'album ottiene ottimi riscontri e viene supportato da numerosi show dal forte impatto che non bastano a mantenere vivo l’ensemble, che si scioglie a principio del 2009, quando problemi logistici e divergenze di vario genere, decretano lo stop. Ken Lance (Salvatore Destratis-chitarra) intraprende numerose collaborazioni con artisti pop di rilevanza nazionale ed effettua tour esteri con essi, mentre i restanti membri abbracciano progetti legati alle loro diverse influenze musicali, che vanno dal glam al progressive, dal blues al funk. Solo nel 2013 ritorna attivo il monicker Mad Hornet con l'aggiunta del possente ed estroverso basso di Alex Piamba (Alessandro Saracino), che già aveva collaborato con Mic Martini (Mimmo Maiorano-voce) e Frank Beats (Francesco Duggento-batteria).

I risultati della reunion si concretizzano in svariati live di rodaggio e soprattutto nella composizione e pubblicazione di nuovo materiale che prende il titolo del qui presente Would You Like Something Fresh?, CD che dimostra una decisa maturazione e un caleidoscopio di influenze e rese sonore da leccarsi i baffi. Nonostante l’autoproduzione, non per scelta di purismo ma per mancanza di etichette, (esistono ancora label?), il quartetto viene supportato dalla nostrana agenzia di promozione, Atomic Stuff. Le influenze della musica di questi ragazzi sono palesi, spuntano le matrici anni 80 della scena losangelena, ma con un piglio originale e non come opera di mera fotocopia, i death metaller quindi, potranno virare su altro. La titletack è solo una piccola intro presa da una pellicola di Christian De Sica, poi si parte a manetta con Your Body Talks, penetrata da un basso pulsante ipermoderno, ritmiche energiche, la voce del singer a dettare ritmi, atmosfere alla Van Halen, per un pezzo davvero ben sviluppato e riuscitissimo. Dying Love sciorina un gran lavoro di armonici della sei corde, una sezione ritmica tellurica, ottime partiture di basso, melodie brillanti e la voce polimorfa di Mic Martini a rendere liquida l’atmosfera: ora elettrica ora più mite, con un guitar solo da brividi, insomma ennesima perla scintillante. Poi giunge il pezzo che più mi ha colpito, quella Blue Blood, vera hit del disco a parere del sottoscritto. Un ritornello gigante, costruzione armoniosa degna delle grandi band universalmente note, arrangiamenti perfetti, scelte melodiche di alto lignaggio, uno scampolo che lievita dopo ogni ascolto, i ragazzi dimostrano magnetismo, songwriting eccelso e un solo che richiama a tratti Vito Bratta dei White Lion: meriterebbero di esser contrattualizzati all’istante. Free Rock Machine è un’alabardata sulle gengive con una carica adrenalinica allo spasimo con tanto di asce fumiganti e un solismo a cascata, parecchio originale, che mette in evidenza le sterminate doti tecniche di Ken Lance. Song numero 6, il gioco della morte di Game Of Death elegge ancora sugli scudi le proprietà scrittorie del quartetto, un basso a trattore, la voce che gratta e detta strofe piene di pathos e un chorus anthemico, Raise ‘N’ Do It gode di una base strumentale di rilievo e vi getterà sui marciapiedi del Sunset Strip nel ’87 al tramonto, in attesa di un rock party notturno da sballo. Walkin’ With You si presenta come una semiballad che sale di tono, bella performance vocale che sfocia in un ritornello caliente e strofe che pescano un po’ dalla new wave inglese dei primi eighties, basso e batteria saltellanti in opening e scocca l’ora di Pink Pants School, vero omaggio ai Van Halen più pompati in stile Hot For The Teacher: se nessuno vi dicesse nulla, potreste scambiarla per una nuova composizione di Diamond Dave e soci, tutto è al suo posto e furoreggia, il be bop vocale, le lancinanti guitar, le scansioni indiavolate, la pregevolezza strumentale, insomma questi Mad Hornet si dimostrano davvero boombastici. What Is Love? è a dir poco sorprendente, vi ricordate di un certo Haddaway che sfondò le piste tunzettare con questo mega successo dance, datato anno ‘93? Decisamente un bel pezzo, ma per renderlo in chiave hard ci vuole coraggio e capacità di mezzi, ebbene, questi quattro pistoleri riescono anche in questa impresa, fornendo alla traccia un’anima di granito avvalendosi anche di uno spruzzo di vocals femminili, chiude i giochi Roses Under The Rain, ballata acustica che poi si elettrifica, con climi dissonanti, un basso ancora in clima di fendenti e una prova vocale maiuscola.

Non conoscevo i Mad Hornet, mi sono imbattuto in loro per caso e benedico il fato per questa loro seconda prova, la domanda mi fiorisce spontanea: come si può lasciare una band come questa senza un contratto? Qui troverete strumentisti con le palle, un cantante duttile e poliedrico, pezzi che spaccano, stralci musicali originali da addentare, chitarre eruttanti di alta qualità, una dinamica buona e un sound equilibrato e moderno. L’hard rock vive, vibra e palpita anche grazie agli italici Mad Hornet, chissà se provenissero dalla Scandinavia, nuova patria da un decennio del nuovo rock duro, quanti dischi, lodi e tour conterebbero sui loro stivali. In bocca al lupo a questo gruppo che merita tutte le fortune, ora, subito!



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
99 su 2 voti [ VOTA]
Pink christ
Lunedì 12 Marzo 2018, 9.50.03
2
Bel hard rock...molto bravi
brainfucker
Giovedì 28 Gennaio 2016, 18.25.06
1
non è il mio genere ma li ho beccati dal vivo un paio di volte e sono davvero coinvolgenti, inoltre il chitarrista è davvero bravissimo!
INFORMAZIONI
2015
Autoprodotto
Hard Rock
Tracklist
1 Would You Like Something Fresh?
2 Your Body Talks
3 Dying Love
4 Blue Blood
5 Free Rock Machine
6 Game Of Death
7 Raise ‘N’ Do It
8 Walkin’ With You (in the afternoon)
9 Pink Pants School
10 What Is Love?
11 Roses Under The Rain
Line Up
Mic Martini (Voce)
Ken Lance (Chitarre)
Al Piamba (Basso)
Frank Beats (Batteria)
 
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