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The Order of Chaos - Apocalypse Moon
26/01/2016
( 1308 letture )
Non me ne vogliano i puristi del melodic-death, del symphonic o di altre band female-fronted, ma spesso nel music business di questi tempi, quando un gruppo fa capo ad una vocalist, spesso ci si trova di fronte a compagini di discreto livello, simili a centinaia di altri gruppi alla ricerca di un po’ di successo, che tuttavia spiccano nel mercato globale grazie al bell’aspetto di chi vi canta nei videoclip. Non è un segreto che, spesso, produttori ed etichette discografiche, basino molto del risultato finale sull’apparenza di band piuttosto che sulla sostanza, creando dei veri e propri teatrini di passaggio di personaggi da un gruppo all’altro, per cercare di rilanciare un brand senza più idee. Tanto per capirci, il discorso viene intavolato anche da band quali i The Agonist nel loro divertentissimo ed auto-ironico video Gates of Horn and Ivory, a sottolineare questi magici intrighi del potere danaroso delle etichette discografiche e dello sfruttamento del "vulvocentrismo" dell’universo. Ebbene, tutta questa introduzione per dirvi che i qui presenti The Order of Chaos fanno parte di quella ristretta frangia dove l’aspetto della front-girl è secondario al talento messo in campo in questo terzo album, Apocalypse Moon, e che se questa band otterrà un discreto successo, sarà solo merito della sostanza compositiva insita nel disco. Piuttosto recente, il quintetto canadese ha ottenuto un contratto con la tedesca Killer Metal Records dopo aver pubblicato l’autoprodotte Same nel 2009. Ad esso sono seguiti Burn these Dreams nel 2011, il 7" Sexwitch nel 2013 ed infine, Apocalypse Moon, terzo album che deve anche essere necessariamente quello di conferma. Ci saranno riusciti?

I The Order of Chaos si presentano con un crescendo melodico, rielaborato in post-produzione, che introduce il riffing portante di The Anthem of Pain per alcune battute, con l’arrivo progressivo di tutti gli strumenti, pronti ad attaccare con il pezzo vero e proprio. Solide mazzate, riff di chitarra trascinanti ed una voce aggressiva ma mai esagerata, che pone Amanda Kiernan sugli scudi sin da subito. Il lavoro solista non è estremamente complesso, ma segue linee piuttosto efficaci che ricalcano un po’ lo stile di Chris Broderick nei suoi The Act of Defiance. Se il pezzo d’apertura è stata una bella mazzata nei denti, Death After Life alza ancora l’asticella, con riff catchy ed un lavoro dietro le pelli serrato ed efficace, senza scadere in inutili arzigogoli. La cantante si conferma piuttosto versatile, spaziando da clean vocale sino ad accenni di growl, senza tuttavia abusarne come la maggior parte delle sue "colleghe" nell’heavy metal: Indoctrination e Downfall ne sono la conferma, con la prima cantata quasi interamente con harsh vocals necessarie visto l’impeto del riffing, mentre la seconda si concentra maggiormente sull’emozione e sull’esibizione clean, essendo una semi-ballad heavy. La band, al contempo, si adatta con eleganza ai propri cambi di ritmo, senza mai scadere in forzature evidenti, trovando la giusta quadra in un genere che, con le dosi sbagliate, potrebbe diventare molto noioso. Se proprio si deve trovare un difetto a questo album, può essere l’eccessivo numero di brani che rende il tutto un po’ meno immediato e semplice da fruire, in un’unica riproduzione. Per quanto non vi sia nessun pezzo che si scende al di sotto di un discreto livello compositivo, un taglio di un paio di canzoni sarebbe giovato ancor di più al risultato finale. In ogni caso, in brani come Survival of the Richest e The Venom, gli amanti della musica heavy/thrash metal troveranno pane per i loro denti, senza contare la naturale predisposizione dei pezzi all’esibizione live dove, se tutti i musicisti mantengono l’efficacia che hanno in studio, ci si deve divertire non poco. Nell’ultima parte dell’album troviamo ancora grandi esempi di solismi di chiara ispirazione a guitar-heroes degli anni novanta-duemila, come Jeff Loomis e Chris Broderick, come in Sexwitch, dove John Simon Fallon e John Saturley si scambiano il piedistallo dell’assolo con grande affiatamento. Da segnalare, infine, la bellissima Deceiver che, pur partendo da un ritmo cadenzato e piuttosto scontato nel metal moderno, mette in luce un’evoluzione di gran classe, con richiami ai Tool nello stacco, elevandosi probabilmente a brano migliore dell’intera setlist, dove la prestazione di tutti e cinque i musicisti rasenta la perfezione.

Se cercate sonorità moderne, quella mistura tra heavy, thrash e melodic-death metal con una produzione accattivante ed un buon tiro, sia vocale che strumentale, allora i The Order of Chaos fanno proprio per voi. Partendo dalla vera mattatrice della band, Amanda Kiernan che si districa su ritmiche di chitarra indiavolate con una varietà vocale davvero di buon livello, spaziando dalle clean vocals a saltuari accenni di growl, immancabili sembra in un disco moderno, possiamo definire riuscito il lavoro strumentale e compositivo della band canadese. Ci sono cambi di tempo, brani con un po’ più di rifiato e refrain accattivanti, senza mai perdere di vista una certa elaborazione strumentale nei solismi dell’accoppiata John Simon Fallon / John Saturley. Nei The Order of Chaos, quindi, non c’è nessun brand da sfruttare, nessuna strizzata d’occhio a lavori triti e ritriti, solo una buona dose di sostanza e tanta passione che si può percepire dal risultato finale. In conclusione, il quintetto canadese ha sfornato un lavoro fresco, che non innova nulla in particolare ma mantiene ad un buon livello l’asticella qualitativa per quasi tutta la durata del disco, il cui unico difetto è un’eccessiva prolissità a cui si sarebbe potuto ovviare lasciando un paio di brani al di fuori della setlist. Per il resto, il potenziale è più che evidente e la band dimostra una genuinità che molte compagini ben più famose non possono vantare, il che li eleva sicuramente ad una di quelle realtà underground da tenere strettamente sott’occhio per gli amanti del metal moderno. Promossi su tutta la linea.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
55 su 1 voti [ VOTA]
jek
Giovedì 28 Gennaio 2016, 20.12.17
1
Ho sentito qualcosa sul tubo ma quando dico che digerisco poco le voci femminili nel metal mi riferisco a questa. Peccato perché musicalmente sono molto validi.
INFORMAZIONI
2015
Killer Metal Records
Heavy
Tracklist
1. The Anthem of Pain
2. Death after Life
3. Indoctrination
4. Downfall
5. Evil Surrounds Me
6. Survival of the Richest
7. Apocalypse Moon
8. The Venom
9. Sexwitch
10. Victim of Circumstances
11. Deceiver
12. The Devil that You Know
Line Up
Amanda Kiernan (Voce)
John Simon Fallon (Chitarra)
John Saturley (Chitarra)
Duncan Hickerty (Basso)
Tim Prevost (Batteria)
 
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