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Selvans - Lupercalia
15/02/2016
( 3783 letture )
Fra le tante iscrizioni che possiamo trovare nel famoso reperto archeologico che prende il nome di Fegato di Piacenza, non manca quella del dio Selvans, dio etrusco della foresta, dal quale questo gruppo abruzzese prende ispirazione per il suo nome. La nascita della band è attribuita infatti all’idea di “celebrare lo spirito interiore delle terre italiche, attraverso la ricreazione dei culti e del folklore dei differenti gruppi etnici che hanno risieduto in Italia nei secoli” attraverso “ancestrali italiche melodie mescolate con atmosferici, sinistri ed evocativi toni metal al fine di creare un inno verso quelle antiche spiritualità”. Nati nel 2014, i Selvans firmano in breve un contratto con la Avantgarde Music in collaborazione con la quale, dopo un breve EP, hanno portato alle stampe quest’album di debutto, intitolato Lupercalia.

Fin da un primo ascolto, è evidente come la già citata dichiarazione d’intenti della band sia una chiave perfetta per comprendere la musica che i Selvans ci propongono: oscura, ancestrale, spirituale e ritualistica. L’album si apre infatti con la strumentale Matavitatau, la quale, piena di mistero, ci prepara a tutte le sonorità di questa produzione che, per quanto meravigliose ed evocative, possono essere riassunte in questa intro. La prima canzone vera e propria si apre con un urlato Versipellis!, vocabolo latino usato per intendere quella creatura che prende il nome di “lupo mannaro”, che appare in letteratura per la prima volta nel celebre Satyricon di Petronio Arbitro. La traccia viene costruita attorno ad un blast beat portante, accompagnato da riff e da assoli chiaramente black-oriented. Il brano seguente, O Clitumne, è dedicato al fiume umbro Clitunnio, celebrato da autori latini come Virgilio, Stazio, Silio Italico e Giovenale. Il brano, il più folk fra quelli contenuti in quest'album, inizia con un ritmo piuttosto rallentato, per poi ricollegarsi ai precedenti con serratissimi blast beat, che placano la loro violenza solamente durante la breve, peculiare e onirica parte centrale, riprendendo poi velocemente le redini del pezzo, calcando sullo stesso stile incalzante e incessante di qualche minuto prima. Entrambi i successivi Hirpi Sorani e Scurtchìn, con testi in italiano invece che in inglese, si concentrano invece sull’anima più black del combo abruzzese. Il primo è caratterizzato da sonorità particolarmente oscure, mentre il seguente si evidenzia per la sua leggera smorzatura proprio in quelle ritmiche fulminee e violente che si sono al contrario susseguite nella prima parte della release, rendendolo così forse il meno appetibile ed interessante a più di un ascoltatore. Il gran finale è invece affidato alla suite N.A.F.H. che, con i suoi 17 minuti, è con tutta probabilità il pezzo più vario di questo full-length, venendo caratterizzato da una evocativa voce pulita in grado di dare un tocco ancora più trascendentale di quanto Lupercalia già non sia. Il testo (inizialmente nuovamente in inglese, per ritornare alla lingua di Dante in chiusura) è disperato, nichilista e colmo di un pessimismo che pochi sanno raggiungere. Mera e cruda rappresentazione della morte che avanza e del crollo delle illusioni che la speranza, illusione stessa, ci pone davanti. Liriche che ci sbattono la realtà in faccia e ci fanno comprendere la nostra impotenza di fronte alla mostruosità del Nulla, unica certezza di questo mondo con cui l’uomo, volente o nolente, deve entrare in contatto e prenderne coscienza.

Sarà per il preciso blast beat che si impone, dominando, per quasi tutta la durata dell’album. Sarà per i peculiari riff e assoli ben studiati e calibrati. Sarà per lo scream di Selvans Haruspex, che dimostra di saper dare il massimo in ogni sua espressione e cadenza. Sarà anche per il contributo della italica Avantgarde Music, la quale -va ricordato- ha collaborato ai loro albori anche con realtà di alto calibro come Behemoth, Carpathian Forest e Katatonia e che da tempo sa contraddistinguersi per le valide scelte in ambito underground. Ma questo è, nonostante qualche imperfezione, un album davvero valido, di cui noi italiani dovremmo andare fieri, visto che siamo davanti ad una realtà che probabilmente in un prossimo futuro sarà in grado di firmare capolavori che si avvicinino a quell’eccellente De Ferro Italico dei Draugr, dopo tutto anche loro abruzzesi. Ma affidiamo alla storia il giudizio su questo album e soprattutto sull’avvenire di questa band davvero promettente.

Nessun inno di gloria in memoria di me
Nessun idolo
Nessuna iscrizione
Nei libri di storia non troverai il mio nome
Ora
Il buio incombe!
E alla fine di esso
Una flebile luce
Preludio
Del nulla.



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
90 su 37 voti [ VOTA]
Walter
Domenica 25 Novembre 2018, 23.09.44
10
Già solo per un pezzo come N. A. F. H questo disco merita l'80, considerando tutto il resto, beh, 90.
Doomale
Mercoledì 14 Settembre 2016, 19.35.52
9
Album bellissimo, di cui davvero si va' fieri. Poco da aggiungere oltre quello gia' detto..se non giù il cappello per questi ragazzi! Peccato solo non aver avuto un vero drummer in fase di registrazione. Folk Black davvero "Mediterraneo". 8,5
IO
Sabato 20 Febbraio 2016, 11.20.17
8
fenomenale! 90 almeno!
Cristiano Elros
Martedì 16 Febbraio 2016, 22.25.45
7
Bellissimo... L'ho comprato e consumato, per me è un capolavoro, l'unica traccia che non mi fa impazzire è Scurtchìn. Il resto è pura magia, con apici drammatici in O Clitumne! e N.A.F.H.. Comunque anche per me è più Black che Folk, di Folk c'è solo l'impianto e i temi, musicalmente si sente qua e là.
Vecchio Sunko
Martedì 16 Febbraio 2016, 18.23.02
6
Disco buono....... ma preferisco l'Ep precedente, piu' diretto.
d.r.i.
Martedì 16 Febbraio 2016, 14.33.42
5
Molto più black che folk secondo me! Voto 85!
Necuratu
Martedì 16 Febbraio 2016, 14.23.03
4
Album dell'anno! sbagliato anche definirli folk dato che li trovi più spesso in contesti black metal o comunque estremi. Li avrei visti bene al fosch dell'anno scorso.
Dygg
Martedì 16 Febbraio 2016, 11.48.51
3
finalmente anche in Italia un gruppo che fa folk con maturità e stile senza armature di cartone e frasi prese di peso da spartacus...
Doomale
Martedì 16 Febbraio 2016, 11.47.14
2
L'Ep precedente mi era piaciuto molto...questo ancora non lo ascolto ma se è sulla strada di quello va piu che bene. Inoltre visti dal vivo e meritano anche li! Bene
Thorn
Martedì 16 Febbraio 2016, 0.10.38
1
per me, nulla di che. Solita solfa e pacchianità.
INFORMAZIONI
2015
Avantgarde Music
Folk/Black
Tracklist
1. Matavitatau
2. Versipellis
3. O Clitumne!
4. Hirpi Sorani
5. Scurtchìn
6. N.A.F.H.
Line Up
Selvans Haruspex (Voce, Tastiera, Strumenti Tradizionali, Programmazione)
Sethlans Fulguriator (Chitarra, Basso)
 
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