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20/12/19
BENEDICTION + DISTRUZIONE + TOL MORWEN
CIRCUS CLUB - SCANDICCI (FI)
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Crowbar - Time Heals Nothing
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27/02/2016
( 1606 letture )
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Too hard Giving myself the power to make it all end Take it, take it Be my own man stand up and never look back Never Through my suffering indulging in all that I could No lie Keep myself clean a fight that I know I can't quit I said I know that time will be The only factor
Benedette siano le distorsioni, i tempi lenti e le liriche oppressive. Benedetto sia colui che riesce a guardare in fondo all'abisso, senza paura di tuffarcisi né di non riuscire più a risalirne le forti correnti. Gloria alla musica capace di incanalare tutto questo in un massiccio composto metallico di riff ed urla graffiate, gloria agli inossidabili Crowbar.
La band di Kirk Windstein, corpulento chitarrista conosciuto dai più per la sua militanza nel supergruppo sludge Down (con cui i nostri condividono ideali, riff e provenienza geografica), è sempre stata portatrice sana di ansia e degenerazione sensoriale, vomitata senza troppe cerimonie in faccia a chiunque osi avvicinarcisi. Ascoltare un album dei piedi di porco è un'esperienza che distorce lo stomaco e annebbia il cervello, tanta è la potenza - in termini di watt e carisma - sprigionata dal quartetto di New Orleans. Nel disco in esame, terzo capitolo sulla breve distanza per Kirk e soci, non troveremo nulla di innovativo o complesso, non inutili orpelli o funamboliche fughe strumentali, ma soltanto puro e semplice odio distillato in musica e testi che non lasciano spazio alcuno a speranza o fiducia nel futuro a noi prossimo. L'effetto provocato da tracce come l'efficace opener The Only Factor, impreziosita da un rallentamento sul finale, o dai nervosi riff di Lack of Tolerance (da segnalare l'ottimo lavoro dietro le pelli di Craig Nunenmacher, ad inizio millennio diventato poi onesto mestierante dietro le tamarre file dei Black Label Society), piuttosto che dalla "viscida" e doomy title-track, è quello di un T-34 sovietico sopra le vostre incolpevoli coscienze, ridotte in polvere dopo l'opprimente lavoro chitarristico di Windstein. Il musicista del Middlesex, vero e proprio mastermind di tutto ciò che si cela dietro il moniker Crowbar, non si limita però a sciorinare indefessamente cemento a presa rapida travestito da corde e pickup; l'ex Down dona infatti ad ogni brano un'atmosfera sulfurea grazie alla sua voce abrasiva e gutturale, perfetta amplificazione naturale per i racconti orrorifici contenuti in Time Heals Nothing. Il significato definitivo è infatti semplice da intuire: non esiste nessuno spiraglio di luce, solo profondo ed inscalfibile buio emotivo. L'unica via per sopravvivere è l'abitudine, il lasciarsi scivolare il fango addosso - inutile è combattere, tempo sprecato sono i tentativi di risalire il corso di un fiume tanto nero e scomodo quanto incontrovertibilmente destinato a farci da casa per l'eternità.
Non il mio personale favorito della discografia, non sicuramente il loro lavoro più ispirato od emozionante (il titolo iridato spetta forse all'eponimo secondo disco, piuttosto che a Odd Fellows Rest, anno domini 1997), ma è comunque tutto grasso che cola, nessun dubbio. È impossibile rimanere impassibili dinanzi al sincero grido di rabbia lancinante che la musica ivi contenuta rappresenta. Lasciatevi investire dai cingoli di questo carro-armato in tracce, ne uscirete diversi e più forti, garantito.
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3
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Mastodontici. Disco granitico e molto valido, un gran "bel" sentire. 75 |
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2
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@alekos: parole sante, assolutamente condivisibili! |
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1
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Monumento alla disillusione e alla miseria sub-urbana che oggi, ancora più che nel 1995, suona dannatamente attuale... Dopo il 9/11, dopo Katrina, dopo lo scandalo dei mutui subprime e il continuo impoverimento del cosiddetto "ceto medio", il messaggio dei Crowbar suona ancor più condivisibile e forte, proprio come un piede di porco dritto sul muso. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Only Factor 2. No More Can We Crawl 3. Time Heals Nothing 4. Leave It Behind 5. Through a Wall of Tears 6. Lack of Tolerance 7. Still I Reach 8. Embracing Emptiness 9. A Perpetual Need 10. Numb Sensitive
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Line Up
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Kirk Windstein (Voce, Chitarra) Matt Thomas (Chitarra) Todd Strange (Basso) Craig Nunenmacher (Batteria)
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