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Moonsorrow - Jumalten Aika
01/04/2016
( 7221 letture )
Attesi, attesissimi. Stiamo ovviamente parlando dei Moonsorrow che, dopo tanti, troppi anni di attesa da Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassa, ritornano a calcare le scene portando alle stampe questo nuovo Jumalten Aika, presentato dai Sorvali come una release che narra le “storie di dei e di uomini dal destino incerto, di fuoco e morte, della creazione e delle rune”, con maggiori influenze folk rispetto al passato e un filo rosso di influenze black metal a districarsi, unendole, lungo le tracce, come a voler ritornare al passato e ai primi lavori del combo finlandese. A rendere più complesso il tutto, una scelta non facilissima quanto alla durata dei cinque pezzi che compongono il platter: tutti, salvo uno, sono oltre i 12 minuti. Eppure, se una band di tale calibro ha in tal modo optato, deve aver avuto delle valide ragioni. Un primo, anche rapido ascolto a Jumalten Aika, ci conferma difatti come Henri Sorvali e soci sappiano -non a sorpresa- perfettamente il fatto loro, anche questa volta.

Volendo analizzare questa produzione in tutte le sue variegate sfaccettature, un interessante punto di partenza potrebbe essere quello dei testi. Se, infatti, come da tradizione i contenuti sono narrati in lingua finlandese (e ciò non vi scoraggi, le versioni fisiche di questo full-length riportano le traduzioni integrali in inglese, per meglio poter comprendere le tematiche scelte dalla band), essi ancora una volta confermano la grande attenzione ed interesse del combo di Helsinki verso la mitologia finlandese e scandinava più in generale, già anticipata dal titolo dell’album (e dell’omonima opener) Jumalten Aika, ovvero il “tempo degli dei”. E queste divinità, che tutto hanno creato, se messe a confronto con l’uomo lo fanno diventare fragile, dipendente, vacillante nel suo destino incerto, impossibilitato a non creare credenze e a non dipenderne:

Kehän tähän piirsi ensimmäinen jumalista
Nuo häkeltyneet raukat sitä jätti kiertämään

Il primo degli dei disegnò qui un cerchio
e questi confusi disgraziati [gli uomini] ci girano intorno


Non sorprendono quindi le preghiere della seconda parte di Ruttoletho incl. Päivättömän Päivän Kansa (officiate dallo sciamanico Jonne Järvelä dei Korpiklaani), dove il “popolo del giorno senza giorno” (così i finlandesi definiscono il lungo periodo invernale con limitate, se non assenti, ore di luce) chiede di essere liberato dal tormento dell’oscurità attraverso un sacrificio (si ricordi che, nella mitologia finlandese, esisteva una figura divina chiamata Päivätär o “vergine del giorno”, a cui veniva associato il sole) o, in contrapposizione, la conclusiva Ihmisen Aika (Kumarrus Pimeyteen), dove il “tempo degli uomini” viene definito esclusivamente attraverso la guerra, portatrice di paura, potere e spirito d’insaziabilità, ben rappresentata dall’opposizione di ferro ed oro, anche se quell’”inchino verso l’oscurità” accennato nella seconda parte del titolo ci ricorda, non a caso, di non dimenticare la limitatezza degli uomini. A fare da segnavia lungo questo percorso lungo il nord e la sua mitologia -su cui la band intesse e connette i propri pezzi, senza ricalcare necessariamente le storie originali- sono inoltre molteplici altri elementi, a partire dal Mimisbrunn, il pozzo che nella mitologia norrena si trovava nelle vicinanze del mitico albero Yggdrasil (nello Jotunheim, nome non certo nuovo ai conoscitori più navigati della discografia dei finnici), presidiato dal gigantesco jötnar Mímir in quanto fonte della sua saggezza, invidiata perfino da Odino, fino a giungere all”ora del lupo” (Suden Tunti), in cui l’animale, imprigionato grazie ad un tranello ed impossibilitato a muoversi o liberarsi, promette vendetta una volta giunto il Ragnarök, proprio come il mitologico lupo Fenrir, in catene per la vita a causa della profezia che prevedeva come esso avrebbe ucciso Odino proprio in quella battaglia finale. Ruolo cruciale lo giocano anche le rune che, nella già citata Ruttoletho incl. Päivättömän Päivän Kansa, riescono a trasferire all’uomo incredibili conoscenze.

Dal punto di vista strumentale, invece, non c’è storia: i Moonsorrow sono e rimangono una macchina da guerra perfettamente oliata, il cui cammino sembra non trovare ostacoli di fronte a sé, mantenendosi solido durante l’intera durata di questo disco. Lo stile del quintetto conserva le sue basi esattamente dove l’ascoltatore se le aspetta, con un muro sonoro imponente e straziante, lunghi riff introduttivi e numerosi e variegati passaggi atmosferici legati alla natura (fuoco, acqua, neve, vento…), ma sa mantenersi interessante e sorprendere chi ascolta nonostante la durata mastodontica della maggior parte delle tracce, come se i Sorvali sapessero esattamente quando cambiare marcia, cambiare ritmo, cambiare atmosfera, rendendo in tal modo tali pezzi appetibili anche in sede live. Se dal punto di vista dei vocals, non è cambiato quasi nulla (ma, in questo caso, lecito è chiedersi se qualcosa potesse essere migliorato), con lo screaming devastante e distintivo di Ville Sorvali a fungere da voce narrante, ben coadiuvato da cori epici e maestosi a cura dell’intera band, lo strumentale appare essersi ulteriormente sviluppato, per il meglio. Se, infatti, si volesse dividere quanto finora pubblicato dai finlandesi in due parti, una maggiormente ‘folk’ con un iniziale tocco black e una prevalentemente ‘pagan’, Jumalten Aika sembra aver trovato l’equilibrio tra le due ‘anime’, con la componente folk più viva che mai (ascoltare Suden Tunti per credere) grazie anche alla maestria di Henri Sorvali nel gestire l’usuale varietà di strumenti tradizionali, la serietà e i contenuti del pagan a fronteggiarne le frange più festaiole e un vigoroso tocco black a pervadere ed incupire il tutto, anche se non manca perfino qualche passaggio acustico (Mimisbrunn). Il sound di questa release, inoltre, appare come il migliore finora apparso in una produzione firmata da questo combo, con la batteria, affidata alle sapienti mani di Marko Tarvonen, ad apparire aggressiva e possente, come un terremoto che perdura lungo l’intero full-length, messo in risalto da una registrazione ottimale, che ne garantisce piena fruibilità. I suoni risultano particolarmente naturali anche per il basso di Ville Sorvali, protagonista in particolare in Mimisbrunn e Ihmisen Aika (Kumarrus Pimeyteen), mentre le chitarre, leggermente al di sotto della sezione ritmica per lasciare il giusto spazio alla voce, si intrecciano alla perfezione, acquisendo una compattezza e completezza che non lascia indifferenti. Dovendo fare un paragone, sia a livello di durata, che di qualità, che di varietà compositiva, quest’ultima fatica potrebbe essere comparata, non a torto, ad un album memorabile nella discografia della band nordica quale Verisäkeet.
A chiudere una produzione già così ricca e caleidoscopica, due bonus track di lusso nell’edizione limitata: l’energetica Soulless dei Grave e la peculiare Non Serviam dei Rotting Christ, come a voler strizzare nuovamente l’occhio al black metal.

Cosa aggiungere? I Moonsorrow confermano ancora una volta il proprio talento, con un album pressoché privo di difetti che, seppur non reinventandosi o evolvendosi in maniera radicale, offre all’ascoltatore -sia egli un novellino al primo approccio con la musica dei finlandesi o uno sfegatato fan di vecchia data- un’ottima e matura prova delle proprie capacità a tutto campo. Approcciatevi senza timore a questi quasi settanta minuti di arte oscura e sofferta, brillante e malvagia, perfetta rappresentazione di un “tempo degli dei” che si è incarnato in musica.



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
96.66 su 80 voti [ VOTA]
duke
Venerdì 22 Maggio 2020, 6.50.40
37
...in effetti...un gran disco.....tra le migliori uscite di quell'anno....
Porcaccio
Venerdì 22 Maggio 2020, 0.16.48
36
Uno dei miei album preferiti. Concordo con Korgull: una canzone a caso da un album a caso, ed è un capolavoro. Splendidi ed inumani. Realizzazione perfetta, varietà, qualità della produzione, si aggiungono a canzoni bellissime. Capolavoro.
Korgull
Giovedì 21 Maggio 2020, 22.22.55
35
Scrivo solo per dire che sono daccordo con l'ultimo commento....è l'unico gruppo esistente di cui puoi prendere una canzone a caso di un album a caso ed è un capolavoro. Senza parole
Stagger Lee
Giovedì 21 Maggio 2020, 21.15.57
34
Comprato a scatola chiusa quando è uscito. Mai sentita una discografia così perfetta...ogni uscita è meglio dell'altra. Non sono esseri umani!!! ovviamente 100.
The Fool
Giovedì 1 Marzo 2018, 15.34.45
33
In questi giorni di freddo e neve mi è parso piuttosto naturale immergermi nuovamente nelle atmosfere dei Moonsorrow e quindi ho ripreso la loro ultima fatica dopo quasi un anno. Nonostante l'album sia un pelo inferiore a capolavori veri come Havitetty e Verisakeet, rimane una perla di rara bellezza ed è un'ulteriore conferma della grandezza di questi incredibili musicisti.
The Ancient Mariner
Martedì 28 Novembre 2017, 19.28.59
32
Autentico capolavoro, l'ennesimo di una carriera di successi. Questo è più di un disco, è un viaggio in mondi remoti...
lisablack
Venerdì 18 Agosto 2017, 19.47.07
31
Album meraviglioso, non ascolto altro da giorni..questa è musica. Approfondiro' la discografia, sono rimasta indietro..( grande sbaglio) !!
lisablack
Domenica 30 Luglio 2017, 11.04.46
30
Molto molto bello, coinvolgente e atmosferico. 90.
MorphineChild
Venerdì 7 Luglio 2017, 15.24.14
29
a distanza di un anno abbondante, rivedo il mio giudizio in positivo, anche se la parola capolavoro, visto il livello mostruoso di dischi come Verisakeet e Havitetty, è forse troppo. Si tratta del disco più "quadrato" dei fratelli Sorvali, più legato ai riff di chitarra che alle atmosfere, più lineare nella composizione dei brani, più "terreno" e crudo. Viene a mancare il devastante senso di oppressione che ha reso unico quel macigno di Varjoina, così come i frangenti più emotivi dei dischi precedenti, in favore di un sound asciutto e tirato, con un feeling quasi da live in studio. I brani sono tutti di altissimo livello, comunque, dal memorabile coro della title track fino all'ultima nota della da me già citata cover di Non Serviam, una chicca deliziosa che non mi stancherò mai di vendere a tutti come una delle migliori cover che abbia mai sentito (per me è a livello con la versione di Painkiller firmata Death, tanto per dire).
metaller nel cuore
Mercoledì 21 Giugno 2017, 10.55.08
28
Comprato quando é uscito, l'ho ascoltato solo tre volte. Con il terzo ascolto mi si é rivelato finalmente, l'anima Black é molto preponderante in questo disco e contribuisce ad accrescerne il feeling negativo. É troppo presto per dare un voto per me, sicuramente é un ottimo disco ma ho bisogno di tempo per sviscerarlo per bene. Mimisbrunn la migliore per me.
Mother North
Mercoledì 19 Ottobre 2016, 16.47.50
27
Eh si. Bum bum e la mattina ti fa svegliare in un cappotto di mogano.
Continental
Mercoledì 19 Ottobre 2016, 16.17.19
26
Grande disco che ascolterei volentieri con la recensionista...prima e poi ...bum bum
Macca
Giovedì 22 Settembre 2016, 20.44.11
25
Non amo il genere, ma loro sono una grande band: devo approfondirli perchè a parte questo, Kivenkantaja (fantastico!) e Varjoina non li conosco molto. Questo mi è piaciuto molto comunque, lo voglio ascoltare ancora e assimilare per bene perchè merita moltissimo. Voto 85
black brains
Venerdì 13 Maggio 2016, 23.22.31
24
concordo...tutta la loro discografia è ottima... compreso questo..
Cristiano Elros
Venerdì 13 Maggio 2016, 0.08.57
23
Dopo averlo ascoltato per benissimo posso dare il mio giudizio: Album bellissimo, l'avrete già detto in tanti, ma questi davvero non riescono a fare un album brutto, ma neanche bruttino o discreto, stanno sempre su livelli alti o altissimi! L'album in questione mi sembra un riassunto di tutto quello che hanno proposto finora, concordo con chi dice che per la prima volta i Moonsorrow si siano "fermati". Ma questo non è affatto un male, soprattutto se ne esce fuori un album del genere, oscuro, epico fino al midollo, ritualistico, antico e sacrale. Sono tornati i cori e le partiture più gloriose, i momenti Folk e le sfuriate Black uniti al sound angosciante e nichilista delle ultime uscite. Manca forse una canzone che sta una spanna sopra tutte le altre, come invece è successo per tutti gli album precedenti, ma questo forse è perché la qualità di tutte e 5 le canzoni è molto omogenea, tutti grandissimi pezzi, Ruttoletho su tutti... Suden Tunti è quella meno bella se proprio devo trovare un qualcosina di negativo...
Fanath
Lunedì 2 Maggio 2016, 12.13.40
22
Lo sto ascoltando lentamente ma inizio a "percepirlo". A tratti ricorda Verisakeet, e concordo inoltre con Doomale...in certi punti mi sembra di sentire l'eco di Shadowthrone!!! Immensi! La percezione più intensa che ho in questo momento è che la componente Pagana sia fortissima, cori e voci che si rincorrono in un vero e proprio rituale. Se ascoltato in cuffia, in bicicletta, lungo la Treviso-Ostiglia, immerso nei boschi...bè...da brividi! Inarrivabili Moonsorrow, grazie...
jek
Lunedì 18 Aprile 2016, 20.45.04
21
L'ho acquistato quasi al buio dopo aver letto recensione e commenti nonostante di viking non sappia nulla, oggi sono riuscito finalmente ad ascoltarlo bene e tutto intero un paio di volte e per quanto mi riguarda mi associo al coro degli entusiasti, un ottima opera metal canzoni lunghissime ma non smarronano. Il pezzo più bello Suden Tunti il riff non me lo riesco a togliere dalla testa.
Daniele Perduno
Lunedì 18 Aprile 2016, 10.59.27
20
ottimo album e ottima recensione!
Voig
Lunedì 18 Aprile 2016, 9.49.01
19
Finalmente è arrivato a casa e ho avuto giorni interi per ascoltarmelo fino al midollo. Sapete quella paura che un gruppo dopo tanti capolavori perda la verve e arrivi a sbagliarne uno (di esempi ce ne sono anche troppi - chi ha detto svedesi e inglesi?) ? Ecco, con loro non c' è. E di fatti è l' ennesimo capolavoro. Per quanto mi riguarda, fino ad ora album del 2016
Sans Coeur
Domenica 17 Aprile 2016, 1.19.09
18
Per il momento sono fermo alla prima traccia. Molto bella e soprattutto non stanca nonostante la sua lunghezza e i cambi di tempo. Ma ho difficoltà a percepire la batteria, soprattutto il rullante sembra inesistente. Ho provato a fare una playlist con "Kuin Ikuinen" + "Jumalten Kaupunki" + "Huuto" e Jumalten Aika. È una mia impressione o queste ultime due hanno in comune il suono della batteria molto basso? Mi chiedo se sia una scelta voluta o altro.
Falkenbach
Sabato 9 Aprile 2016, 17.20.52
17
Posso confermare il mio precedente commento ed aggiungere che per me si colloca al secondo posto nella top 3 della loro discografia, dietro a Verisakeet e davanti a Voimasta. Voto definitivo: 95/100, migliore uscita metal dell'anno assieme al nuovo degli Oranssi Pazuzu, altro disco di prim'ordine (in attesa di ascoltare l'ultimo dei Novembre di cui tutti parlano benone).
EnemyOfReality
Mercoledì 6 Aprile 2016, 13.22.06
16
Album davvero grandioso, devo ancora assimilarlo bene ma a primo impatto mi sembra tra i più riusciti della già loro superba discografia. A voler cercare il pelo nell' uovo potevano essere più originali con la copertina (praticamente uguale a quella dei Thyrfing di Farsotstider,per il resto sale sicuramente sul podio delle migliori uscite di quest' anno insieme a Novembre e Borknagar
Le Marquis de Fremont
Martedì 5 Aprile 2016, 13.26.44
15
Bellissimo album, di una band che effettivamente non delude mai. Pur non essendo un grandissimo amante del Pagan/Viking Metal, questa è una delle band che mi piacciono di più. Qui le canzoni sono una migliore dell'altra, con nessun disturbo dovuto alla lunghezza dei pezzi (tra l'altro nessun problema per uno che viene dal prog e da jazz...) e con un songwriting ricco di idee. Assieme con i Novembre, la miglior uscita di questo 2016, fino ad ora. Au revoir.
Pacino
Lunedì 4 Aprile 2016, 12.21.47
14
grande album, come sempre d'altronde!
Michele
Domenica 3 Aprile 2016, 23.09.14
13
Ascoltato ancora, più volte. Sono d'accordo con la recensione, questo disco è bellissimo; anche la produzione ha un suo perché, anche se all'inizio lascia spiazzati. Quest'album sembra essersi scritto da sé, tanto è spontaneo e trascinante. Hanno fatto centro di nuovo!
Doomale
Domenica 3 Aprile 2016, 12.01.46
12
Per il momento vorrei aggiungere solo una cosa...Ma il riff iniziale portante della title-track quanto puzza di Satyricon periodo "The Shadowthrone"? Spettacolo.
Cerberus
Domenica 3 Aprile 2016, 11.19.38
11
@MorphineChild non sono del tutto d'accordo, io qualche elemento di novità ce lo vedo: tipo certe parti acustiche con canto tradizionale joik, che fino all'altro ieri usavano solo i Korpiklaani (nel metal). Quoto su Mimisbrunn, anche se al primo ascolto la mia preferita è la titletrack col suo coro ignorantissimo!
Fenrir
Sabato 2 Aprile 2016, 20.37.34
10
Album spettacolare....da pelle d'oca. Capolavoro!!!!
MorphineChild
Sabato 2 Aprile 2016, 14.07.26
9
non posso ancora parlare di capolavoro, essendo ai primi ascolti, ma è certamente un ottimo disco. per la prima volta i Moonsorrow si sono "fermati", provando a riunire le varie sfaccettature del loro suono piuttosto che introdurvi elementi di novità, ma il risultato è ancora una volta eccellente. su tutte spicca Mimisbrunn, svarione epico all'altezza di monumenti come Pimea e Jotunheim, con quella melodia portante introdotta con delicatezza e sviluppata in diverse sezioni, aumentandone il pathos e liberandone la tensione in una galoppata finale da brividi. a completare il quadro, una produzione ottima (DR9! dinamiche!) e la considerazione che questi, al settimo disco e mezzo, non hanno ancora sbagliato un colpo. le ultime parole le spendo per la cover di Non Serviam, veramente fantastica
Cristiano Elros
Venerdì 1 Aprile 2016, 19.57.01
8
Ho fatto il pre-order e sono in trepidante attesa! Ripasserò quando l'avrò ascoltato per bene
Dave
Venerdì 1 Aprile 2016, 17.16.41
7
Quanto ho atteso trepidante l'ascolto del nuovo album...che dire, l'ennesimo capolavoro firmato dal genio dei Sorvali! È un inno agli dei, al paganesimo, alla natura....anche a me ha ricordato le atmosfere di Verisakeett, ed anche il livello qualitativo è alla pari! Questi sono dei Geni, io alzo il voto a 95
Falkenbach
Venerdì 1 Aprile 2016, 15.05.40
6
L'ho ascoltato quasi con le lacrime di gioia, attendevo da cinque anni questo disco, che per quanto mi riguarda è la miglior uscita dell'anno, indipendentemente dal fatto che siamo soltanto al primo di aprile. Black/folk ai massimi livelli per un gruppo che ormai da tempo è ai vertici della scena black/folk. Come scrive Doomale ci si discosta dalle atmosfere doomeggianti di Varjoina, qui emerge l'anima black metal dei cugini Sorvali e rispetto al precedente a me francamente le atmosfere sono sembrata meno cupe e "opprimenti". Le parti folk sono come sempre di eccellente qualità ed inserite al posto giusto al momento giusto, e il loro stile epico/atmosferico è ormai marchio di fabbrica. Come ogni loro album, devo ascoltarlo altre volte per assimilarlo al meglio ma posso già dire che siamo sopra al 90/100 e che, al momento, si colloca nelle mie preferenze sotto a Verisakeet, a pari merito al secondo posto con Voimasta e Kivenkantaja. Riguardo alla produzione: in diverse occasioni la batteria mi è sembrata sovrastata dalle chitarre o comunque poco udibile. Ma viste le produzioni dei dischi precendenti e considerato il fatto che ci troviamo di fronte ad un disco black metal, ha ragione Michele: l'effetto è voluto. Ci sarebbe da stupirsi molto del contrario.
vioz
Venerdì 1 Aprile 2016, 14.19.49
5
ma come fanno a migliorarsi ogni volta? sono dei fenomeni, disco di valore assoluto!
Michele
Venerdì 1 Aprile 2016, 11.13.48
4
Ascoltato ancora poche volte, ma la qualità non manca. Sono d'accordo con Doomale, nemmeno a me la produzione piace molto, ma probabilmente il disco, con dei suoni più puliti e meno confusionari, non avrebbe ricreato la stessa atmosfera.
Malleus
Venerdì 1 Aprile 2016, 10.51.54
3
Bello, bello davvero, dopo 3 ascoti mi azzardo a dire che un 90 è abbastanza realistico
Doomale
Venerdì 1 Aprile 2016, 9.49.26
2
L'album lo devo ancora comprare...ma ammetto di averlo già ascoltato due o tre volte. Non posso eprimermi ancora, anche se già si capisce che è un album in perfetto stile Moonsorrow...a primo colpo mi ha ricordato più Verisakeet che Varjoina. Aspetto di consumarlo per benino nello stereo per capire fino a quanto và oltre il bellissimo (che è il loro standard). Unico cosa che non sono riuscito a capire è la produzione...non mi sembra il massimo..o comunque al pari dell'ultimo. Ma magari mi sbaglio...Ripasso più in là...
Alex Cavani
Venerdì 1 Aprile 2016, 9.49.00
1
Non vedo l'ora di ascoltarlo tutto! Mi hai messo addosso una curiosità ancora più alta di quella che avevo già!
INFORMAZIONI
2016
Century Media
Viking
Tracklist
1. Jumalten Aika
2. Ruttoletho incl. Päivättömän Päivän Kansa
3. Suden Tunti
4. Mimisbrunn
5. Ihmisen Aika (Kumarrus Pimeyteen)
Line Up
Ville "Seponpoika" Sorvali (Voce, Basso)
Henri "Urponpoika" Sorvali (Chitarra, Voce, Tastiera, Fisarmonica, Flauto, Tin Whistle, Scacciapensieri)
Mitja Harvilahti (Chitarra, Voce)
Markus Eurén (Tastiera, Voce)
Marko "Baron" Tarvonen (Batteria, Chitarra, Voce)
 
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