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Lacrimosa - Stille
02/04/2016
( 3127 letture )
A distanza di tre anni da Inferno la mente dell'eclettico artista tedesco Tilo Wolff concepisce il quinto full length, Stille. Disco che, canzone dopo canzone, ci rivela in parte un nuovo volto dei Lacrimosa: con le precedenti uscite il duo tedesco ci proponeva dapprima il gothic cupo, ma raffinato e malinconico, di Angst e Einsamkeit, a cui -nonostante Tilo avesse già seminato il suo genio visionario- non erano ancora stati però levigati gli spigoli.
Con Satura e ancora di più con Inferno permane l'atmosfera criptica, ma iniziano ad essere più presenti elementi di rock e metal, ma è con Stille invece che ha la sua realizzazione il progressivo spostamento verso un sound non meno complesso ma più raffinato, in cui metal e musica classica si compenetrano, creando un amalgama unico che mano a mano i Lacrimosa hanno distillato nella loro discografia e nella quale Stille si pone come una fra le numerose perle.

Fin dalla prima canzone, Der erste Tag, siamo invitati ad entrare nel mondo musicale dei Lacrimosa. La durata del brano è decisamente consistente, ma il suo andamento appare sinuoso e vario: echi di piano propiziano l'incedere maestoso degli archi, mentre la melodia dei fiati serpeggia, creando ricami raffinati e delicati, su cui si inserisce l'inconfondibile voce di Wolff. Ancora una volta il musicista tedesco arricchisce il suo cantato con una buona dose di teatralità, abile nell'alternare pacati narrati ad un cantato straziante, quando la tensione dei brani aumenta.
Non mancano cori celestiali e cristallini che delineano un'ambientazione soave insieme alle parti orchestrali, mentre gli strumenti “canonici” del metal compiono numerose incursioni nei momenti di maggiore concitazione.
Alla chitarra e alla batteria viene concesso molto spazio, comparendo in frammenti decisamente agitati con ritmiche furiose e riff vigorosi, oltre a ciò sono numerosi gli interessanti momenti di solismo della sei corde in cui si intravedono influenze di chiara matrice heavy, dai Led Zeppelin fino addirittura a Van Halen (Deine Nähe in particolare).
Ovviamente non può mancare Anne Nurmi, compagna di Tilo non solo nella musica ma anche nella vita, la quale compare come protagonista assoluta nella positiva Not Every Pain Hurts e nella allucinata Make It Ends, oltre a ciò la voce sottile della cantante finlandese appare spesso come dolce sfondo al cantato di Wolff.
Procedendo con l'ascolto si raggiunge dunque la lunga Die Strasse Der Zeit, che con il suo inizio solenne si pone efficacemente a chiusura del disco: nel suo quasi quarto d'ora di musica, mentre si srotolano partiture di violino dalla forte connotazione classica, si attraversano idealmente varie epoche, fatte di guerra e distruzione, di solitudine ed egoismo, per poi trovare soltanto nel periodo greco il vero splendore insieme ad un senso di gioia e di speranza.

Chi conosce i Lacrimosa sa che non sono una band semplice e immediata. Tilo Wolff ha infatti quasi sempre seguito ciò che il suo lato interiore gli suggeriva di comporre, viaggiando lungo un binario compositivo del tutto personale e quasi mai banale.
Stille dunque, sia per la forma molto elaborata dei brani che per la loro durata, risulterà ostico ai più, rivelandosi nei fatti un ascolto decisamente impegnativo nel suo alternarsi tra atmosfere diverse e nell'articolarsi delle melodie. Nonostante ciò le canzoni sono pressoché prive di quell'aura oscura e grave che contraddistingueva le prime uscite del duo, che qui si è rivolto invece verso tematiche più luminose ed ottimiste, che si accompagnano perfettamente con lo spostamento delle sonorità, meno fosche e angosciose, in cui viene lasciato molto spazio alla “sezione” rock e metal.
Canzoni come Der erste Tag, Siehst du im Licht? o ancora Stolzes Herz sono alcuni fra gli esempi di come in Stille siano presenti momenti più aggressivi e dinamici, in cui è dato soprattutto un maggiore risalto alla chitarra, ma nei quali si mescolano partiture orchestrali raffinate e suggestive.
Con Stille i Lacrimosa si fanno strada verso l'apice del loro percorso artistico con un emozionale bilanciamento tra musica classica, rock e metal: una deliziosa overture per i successivi svolgimenti della band.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
94.78 su 14 voti [ VOTA]
Legalisedrugsandmurder
Giovedì 31 Agosto 2023, 20.53.36
5
La triade infermo stille elodia è da leggenda
Galilee
Giovedì 31 Agosto 2023, 20.34.24
4
Lo riascoltavo ieri. Ma che bomba è make it end? Da lacrime.
Rob Fleming
Domenica 3 Aprile 2016, 9.29.14
3
Non conosco la produzione precedente e quella successiva, ma questo è un signor disco. Die strasse der zeit è a mio avviso il loro brano manifesto: uno splendido incrocio tra i Therion meno veloci e gli Elend più gotici. Solo che a differenza di questi ultimi c'è la magnifica voce di Tilo Wolff ad impreziosire il tutto. 83
Tevildo75
Sabato 2 Aprile 2016, 23.58.11
2
anche per me e' un'album almeno da novanta,non c'e' quasi niente fuoriposto, l'album fila liscio dall'inizio alla fine,nonostante il fatto che non sia un lavoro facile.
Galilee
Sabato 2 Aprile 2016, 13.08.10
1
Disco epocale, uno di quelli che negli anni 90 ha fatto la differenza è assieme ai migliori dei Therion ha posto le basi per un intero filone. La recensione non è male, argomenta bene i contenuti dell'opera, ma il voto finale è tirchio assai. Questo è il loro manifesto ed è la perfezione. 95/100 solo perchè qualcosa nella produzione non mi convince in toto.
INFORMAZIONI
1997
Hall of Sermon
Symphonic Metal
Tracklist
1. Der Erste Tag
2. Not Every Pain Hurts
3. Siehst du mich im Licht?
4. Deine Nähe
5. Stolzes Herz
6. Mein zweites Herz
7. Make It End
8. Die Strasse der Zeit
Line Up
Tilo Wolff (Voce, Tastiere, Chitarra)
Anne Nurmi (Voce)
 
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