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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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10/04/2016
( 9089 letture )
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Chi conosce i Deftones sa bene che la band di Sacramento non ha mai rilasciato un album uguale all'altro, rifuggendo le facili catalogazioni per esplorare territori musicali assolutamente particolari e personali; infilati nel calderone nu metal grazie ai primi Adrenaline ed Around the Fur, hanno poi mostrato di avere molto altro da dire con il monumentale White Pony, capolavoro che nel 2000 li ha catapultati verso vette creative sconosciute a gran parte delle band del calderone nu metal. In seguito, prodotti il buon Deftones e l'interlocutorio Saturday Night Wrist, indubbiamente il lavoro meno riuscito della loro pregevole discografia, hanno poi rilasciato un altro pezzo da novanta, lo stupendo Diamond Eyes, primo senza il bassista storico Chi Cheng, caduto in coma nel 2008 e spentosi nel 2013 in seguito ad un gravissimo incidente stradale. Diamond Eyes, un po' come White Pony, mescolava la violenza e l'aggressività dei primordi ad un gusto della melodia davvero particolare, che il gruppo ha poi deciso di estremizzare con il successivo album: con Koi No Yokan, infatti, i Deftones si sono addentrati in territorio post-rock e post-metal, inaugurando una nuova fase della propria variopinta carriera.
Cosa aspettarsi, dunque, da questo nuovissimo Gore? E' presto detto: come la band ed il suo frontman hanno ormai ampiamente dimostrato (vi dice qualcosa il notevolissimo side-prokect Palms?), il nuovo solco musicale intrapreso è sempre più distante dalla violenza degli esordi e sempre più improntato verso il post-metal sperimentato nel precedente Koi No Yokan. Se dunque sperate in ritorno, anche parziale, all'alternative di White Pony o anche solo di Diamond Eyes, resterete certamente delusi ascoltando Gore; se, viceversa, avete apprezzato la sterzata del 2012, allora questo album girerà parecchio nel vostro lettore, pur essendo necessario precisare che, a nostro avviso, Gore non raggiunge i livelli eccellenti toccati da Koi No Yokan. Cerchiamo di capire perché: l'album, prodotto da Matt Hyde, già all'opera con Slayer e Children of Bodom, si apre con Prayers/Triangles, già nota in quanto rilasciata come singolo; la chitarra inizia graffiando, ma poi evolve con rapidità verso note malinconiche e sognanti, accompagnate presto dalla batteria e dalla voce di Chino Moreno, una delle classiche ugole che o si amano o si odiano (e noi la amiamo, per esser corretti). Poco dopo la metà il brano cambia totalmente pelle e, se prima la faceva da padrona la melodia, dopo le chitarre tornano a mordere duro, come il buon Stephen Carpenter sa fare; in questo genere di brani i Deftones sono maestri e, come tale, Prayers/Triangles si candida a sicuro successo negli show dal vivo del quintetto di Sacramento. Acid Hologram è più lineare, con le chitarre che tessono un sottofondo rude, a tratti vagamente grunge (oseremmo dire...acido), sul quale il frontman canta con la sua consueta voce malinconica; non male, anche se l'accoppiata con le chitarre in stile Seattle non suona bene al 100%. Molto meglio, in tal senso, Doomed User, una mazzata di violenza old school, dove Carpenter macina riff schiacciasassi da manuale e Moreno grida che è una bellezza, regalandoci anche uno splendido ritornello. Una volta tanto, pare proprio che una band abbia rilasciato come singoli brani fra i migliori dell'album! Ma, naturalmente, non ci sono solo loro: Geometric Headdress, uno dei pezzi di Gore che più ricordano lo stile di Diamond Eyes, è l'esempio materiale di come sia possibile combinare in modo superbo riff di chitarra e parti di batteria molto semplici, a tratti perfino banali, ottenendo comunque una canzone splendida, magnificata da un'altra prestazione notevole di Moreno. Viene poi Hearts/Wires, brano molto atmosferico e dal retrogusto elettronico (del resto, si è vociferato a lungo che il titolo di questo ottavo album fosse ispirato a Martin Lee Gore dei Depeche Mode!), come mostrano in particolare i primi 60 secondi; successivamente, pur mantenendosi molto melodico ed onirico, il pezzo si evolve verso una struttura più classicamente rock, accelerando ed indurendosi man mano che i minuti scorrono. Da brividi, davvero, in certi passaggi. Vi chiederete allora, giustamente: come mai all'inizio abbiamo parlato di un lavoro non sui livelli di Koi No Yokan, se finora, a parte Acid Hologram, non abbiamo riscontrato punti deboli? E' semplice, perché i punti deboli di Gore si manifestano proprio nella sua parte centrale: Pittura Infamante, che avrà subito attirato la vostra attenzione per via del titolo in italiano, è forse il pezzo più classic heavy dell'album, ma, al di là dei riff muscolari di Carpenter, non ci convince come quanto abbiamo ascoltato finora. Lo stesso può dirsi per Xenon, che scorre via senza lasciare particolari ricordi e, seppur in misura minore, per (L)mirl, dove pure possiamo ascoltare un'ottima prova dei musicisti, specialmente del bassista Sergio Vega. Per fortuna, verso la conclusione il livello torna decisamente buono: la title-track è un tripudio di chitarre prima in sordina, poi in primo piano, con alcuni riff fra i più pesanti e “doom” mai partoriti dai Deftones ed un Chino Moreno luciferino. Ottima alzata di capo dopo tre brani così così! Phantom Bride, forse la canzone più “pop” di Gore, vede la partecipazione straordinaria di Jerry Cantrell, chitarrista, seconda voce e principale compositore dei geniali Alice in Chains e vi cullerà con la sua dolcezza e le sue splendide trame alle sei corde, dopo i riff soffocanti della title-track. Infine, l'ottava fatica dei ragazzi di Sacramento è chiusa da Rubicon, piccola perla magnificata da linee vocali fra le più belle di tutto l'album. Naturalmente, è superfluo dire che anche gli strumentisti fanno un lavoro superbo.
Otto album, almeno tre incarnazioni diverse. Volendo sintetizzare al massimo, i Deftones potrebbero essere descritti così: Gore è il secondo album della fase “post-rock” della band californiana e, al pari di Koi No Yokan, mette in mostra sia violenza che atmosfera, sia rabbia che malinconia, in un caleidoscopio sonoro che non molte band in giro per il mondo sono in grado di affrontare con tanta abilità. Eppure, come abbiamo detto, Gore ci convince complessivamente meno del suo predecessore: benché la prestazione dei membri della band sia assolutamente impeccabile, non possiamo ignorare il vistoso calo di ispirazione della parte centrale dell'album, con tre brani (su undici totali) che non reggono il confronto con le gemme come Prayers/Triangles, Doomed User, Hearts/Wires. Per alcuni versi è un peccato, perché avremmo potuto celebrare un altro piccolo capolavoro da parte di questo gruppo straordinario. D'altro canto, però, il fatto che alcuni pezzi siano sottotono non sminuisce il valore di un album comunque notevolissimo e superiore, come qualità, a molte uscite di band sulla scena da venti anni come i Deftones.
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Gran bel disco.merita un bell'80 pieno.i deftones si sono evoluti verso un post rock /alternative rock /metal.il nu metal non esiste più' da anni ormai.i ragazzi sono vecchi ormai e le stronzate sono finite da un tempo.metteteci poi il grande amore di chino moreno
per la Wave anni 80 e solo allora capirete perché questo disco suona così'.non e' per tutti ma solo per coloro di ampie vedute e palati fini pur essendo metallari fino al midollo.come me,adieu! |
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Alti e bassi. Ma nell'insieme mi è piaciuto. Momenti migliori le ultime due tracce (la chitarra di Jerry Cantrell.. stavo per commuovermi!). Alla fine un 72 ci sta. |
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Lo ascolto da fine settembre. Dunque...a me lavori come questi danno sui nervi, soprattutto quando li sforna una delle mie band di riferimento. Ci sono episodi STELLARI, tra i picchi più alti della loro divina carriera e sono: "Prayers/Triangles", "Doomed User", "Geometric Headdress", "Hearts/Wires", "Gore", "Phantom Bride" e "Rubicon". Se fosse un EP o un album "breve" contenente, appunto, 7 canzoni, lo valuterei con la lode. Il problema è che ci sono 4 canzoni che cadono nell'anonimato più totale, se non l'arpeggio iniziale di "(L)MIRL" che mi ha ricordato una canzone degli Alice in Chains. Parlo delle stesse canzoni di cui ha parlato nell'ottima recensione Andrea. Quindi, tirando le somme: l'evoluzione mi sta piacendo alla follia (IN FLAMES ASCOLTATE ED IMPARATE!) perchè rimangono loro da oltre 20 anni, sono riconoscibilissimi e lo standard qualitativo è elevatissimo ma dai primi tre capolavori siamo lontani anni luce, musicalmente parlando, e giustamente non possono più essere definiti Nu Metal. Riassumendo: 7 perle che necessitano di un ascolto ripetuto ma che vi daranno, una volta assimilate, grande gioia. La prima traccia è sognante, romantica, letterariamente parlando, infinita, eterea, un autentico capolavoro, una copertina strepitosa e raffinatissima, collegata al sound proposto e 4 canzoni più che deboluccie che non lasciano nulla, o poco niente. 80. Ps: A quanti di voi ricorda Chino Moreno come mai prima d'ora Alberto Ferrari dei Verdena (soprattutto in "Solo un grande sasso" e "Il suicidio del samurai") ??? |
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Ottimo lavoro anche questo sebbene, nel complesso, inferiore aI precedente con il quale ha maggiori affinità. Concordo con il recensore sul fatto che la parte centrale sia il punto debole del disco. Alzerei però il voto di almeno cinque punti, perché il resto è davvero di pregevole fattura con delle canzoni davvero molto belle; Phantom Bride su tutte: mi ha sinceramente commosso e credo che sia la loro canzone più bella di sempre, almeno per me. |
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Dopo vari ascolti lo rivaluto. Sicuramente uno dei loro migliori album, veloce, potente, forse poco variegato rispetto ai precedenti lavori. 85. |
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Premesso che non conosco bene i Deftones... Però ho ascoltato bene e per intero questo album e da "ascoltatore esterno" per me è un capolavoro. Un album con uno stile unico, difficile da trovare di questi tempi. Sperimentale, va quasi verso il post-metal. Ed il tocco in più è l'assolo del grandissimo Jerry Cantrell in Phantom Bride. |
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@Jonk Cagate Headup ed Elite? Forse è il caso che smetti di ascoltare questa band. |
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Speravo in un colpo di reni dopo le mie personali perplessità di KNY, invece sono riusciti a fare di peggio. Ci sarà pure un richiamo al sound aggressivo ma per me l'album non ha mordente. Peccato. |
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ovviamente sono in disaccordo con il glorioso (wim) jonk... "adrenaline" io lo metto al secondo posto dopo "around the fur", sarà un po' acerbo ma è un pezzo di storia, venuto subito dopo lo sconquassante debutto dei korn, a delineare le coordinate di questo nuovo genere... e poi definire "headup" una cagata... mah... |
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bellissimo disco,come sempre la voce di chino è una delle piu interessanti,capace di avvolgerti e coccolarti.Disco stupendo,pero KNY è leggermente superiore.Ah ha partecipato anche Jerry,uno dei miei chitarristi preferiti che ha dato un tocco alla traccia conclusiva del cd.Voto:80 |
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Bel disco dalle atmosfere avvolgenti,più che discreto ma niente entusiasmi,sia questo che il precedente KNY rimangono alcune spanne sotto Diamond Eyes,sicuramente va apprezzata la loro volontà dell'intraprendere strade sempre più vicine al post metal/rock/shoegaze piuttosto che arruffianarsi fan di vecchia data,il loro punto più basso (ma di partenza) per me rimane l'acerbo debutto Adrenaline,e pezzi cagata da due soldi come Headup o Elite sono il peggio che abbiano composto andando a danneggiare album bellissimi come ATF e WP |
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Devo dire purtroppo che, a parte un paio di pezzi, faccio fatica a concludere l'ascolto. Non mi prende quest'album. Mi annoia dopo i primi pezzi. |
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Da super fan sia Gore che Koy no Yokan mi hanno un po' deluso....si parla cmq sempre di buoni dischi con sempre qualcosa di interessante all'interno;penso stia venendo un po' a mancare il buon Stephen Carpenter. riff pesanti alcuni anche interessanti ma spesso un po' piatti.cmq ultima cosa Saturday night wrist super disco a mio parere |
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Beh...di Rap nelle sue vocals non sento influssi almeno dai tempi di "Around the Fur". Ed anche a quei tempi erano abbastanza 'vaghe'...almeno rispetto a colleghi contemporanei come Orange 9mm, Downset e anche Korn. La componente "wave" c'è sempre stata. Comunque, questo "Gore" cresce ad ogni ascolto per quanto mi riguarda. |
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Peraltro, a mio gusto, è un prodotto davvero raffinato anche sul versante grafico: la copertina è geniale come composizione, e anche per quanto riguarda l'associazione fra titolo e soggetto ritratto (senza contare il contrasto che i fenicotteri - ROSA! - implicano con tutta l'iconografia rock/metal); l'interno asciutto con alternanze di banco e nero; la sola foto nel retro del booklet è attraversata dalle frequenze rosa di un tramonto alle spalle della band; il digipack che ricalca il gatefold del vinile... Davvero elegante e misurato. Peraltro, ripeto: cresce di brutto, ascolto dopo ascolto, come un buon vino o un buon scotch che hanno bisogno del loro tempo per "aprirsi" e sprigionare pienamente tutto il bouquet di aromi in loro possesso. |
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Ma infatti io sto parlando per quanto riguarda le mie impressioni |
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Absynthe, hai avuto moooolta più pazienza di me e hai scritto COMPLETAMENTE ciò che penso pure io, quindi grazie . Mirco, riguardo all' evoluzione di Koi No Yokan/Gore ti invito a leggere il commento di Absynthe; la penso esattamente come lui, per me Gore è l'evoluzione perfetta del precedente. |
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Per me è un album da 90. E, coerentemente con ciò che lo precede, completa un tris in crescendo sonoro e stilistico da non credere per il livello odierno delle band sulla ventina. Andrò contro i cosiddetti die-hard fans, e il loro preferire la prima parte di carriera a quella centrale, un po' sottotono (ma con perle nascoste), e a questa post-Chi che reputo la più interessante in assoluto. Chino elimina gradualmente il rap dalle sue vocals, incorporando sempre più nel sound della band quegli elementi dream pop e new wave, preponderanti nei suoi progetti paralleli. Non sono d'accordo sul giudizio corale inferto a Acid Hologram: a parer mio, uno dei loro brani più insidiosi, ossessivi e visionari. Se dovessi cercare la parte meno interessante del disco, probabilmente indicherei Xenon - l'unica davvero mediocre sotto il profilo compositivo. Mi manca quel basso grasso e contundente di Chi ma, stilisticamente e qualitativamente parlando, Diamond Eyes / Koi No Yokan / Gore è un trittico di album che considero ognuno come il prolungamento del precedente (un po' il concetto che esprime @Manuel a proposito dell'intero percorso della band - ma che in questa fase si fa più evidente in termini di continuità e di qualità). L'album in sé cresce, e molto, col procedere degli ascolti: la complessità sonica, i vari layers sovrapposti su idee a volte minimaliste, uniti a un mixing dai risvolti "corali", fanno di quest'ottava uscita un album estremamente affascinante e, a tratti, enigmatico. Questi, in sintesi, i mie due squallidi centesimi. |
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Concludo dicendo che spero nel fatto che il prossimo disco sarà fatto tra meno di 3 anni... da KNK a Gore è passato troppo tempo. Ma ovviamente, non essendo una band commerciale, se non si sentono pronto possono pure aspettare 15 anni per quanto mi riguarda. |
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@Manuel: si infatti, fare un altro disco sullo stile di Around The Fur sarebbe stupido e inutile( oltre che commerciale, in quanto sarebbe una mossa fatta per riattirare fan ), senza nulla togliere a quel capolavoro di disco. I Deftones sono perfetti così. Comunque anche per me ogni disco è l'evoluzione del precedente, apparte per Gore, che per quanto non fosse affatto brutto, non mi sembra l'evoluzione di Koi no Yokan... |
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@kappa: io adoro tutta la discografia dei Deftones perché sono sempre uno l'evoluzione del precedente; probabilmente se facessero un "Around The Fur PT. 2" rimarrei molto deluso... Sono l' unica band, ripeto UNICA, del periodo nu metal (genere che per loro è sempre stato fuorviante) che è stata in grado di mantenere altissimo il livello delle composizioni. Per la cronaca: White Pony è il mio preferito, ma subito dopo c'è Koi No Yokan. |
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Per me nemmeno di striscio, soprattutto se paragonato ad ATF... |
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@Kappa: Diamond Eyes è ad un livello secondo me pari ai primi dischi.. |
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@Manuel: c'è poco da capire, ho detto che quello è un disco che ha fatto storia, non ho mai detto che deve essere un metro di paragone, semmai poteva far sperare in una evoluzione più di qualità, che secondo me, poco alla volta, è andata scemando. Non a caso ho detto che è tipo 15 anni che fanno roba non alla loro altezza. Poi, de gustibus, se ti piacciono questi Deftones, buon per te... |
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Io in tutte le canzoni sento la solita voce di Chino, non sento nulla di diverso. Conoscendo molto bene Max Cavalera e Chester Bennington( dei Mastodon ho ascoltato molto poco )e conoscendo in ugual modo anche Chino Moreno avrei avvertito subito certe anomalie |
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In (l)mirl non capisco dove senti Max Cavalera... nella canzone non ci sono i suoi growl che avrei riconosciuto anche con il volume a 0.001, ci sono solo un paio di scream e sono i soliti scream che Chino fa da 10 anni. In Acid Hologram la voce è sempre quella di Chino... anche se in effetti nel ritornello la voce secondaria assomiglia a quella di Chester, ma è facilmente confondibile dato che si sente poco, quindi è sempre lui o in alternativa un altro membro del grupoo che fa i cori... ma non penso perché ci sono anche in Doomed User e si sentono gli scream di Chino. Ricordatevi che da KNK sono passati 4 anni e in 4 anni possono cambiare le cose... |
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@Mirco morgese: su pittura infamante e (l)mirl sono sicuro che rispettivamente ci sia uno dei mastodon e Max cavalera..se così non fosse chino Moreno si è divertito a fare l'imitatore in questo disco |
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Mi correggo per quanto riguarda i titoli dei brani (ancora non li ho memorizzati...): Geometric Headdress, Pittura Infamante (concordo, sembra uno dei Mastodon), Xenon (chi caz...è che canta??), (L)mirl, sulla titletrack c'è una specie di growl e non sembra Moreno, e su Rubicon pure non capisco chi sia. Mah!! |
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E nemmeno io riesco a trovare traccia di altri guests nei credits...ma che storia è mai questa?? |
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@Farmit: Forse abbiamo fumato la stessa roba, perché ho pensato esattamente la stessa identica cosa! |
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@Farmit ma cosa ti fumi? |
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Ma sono l'unico a cui pare che ci siano vari guests alla voce in alcune canzoni?nello specifico in "acid hologram" Chester Bennington dei linkin park;in "pittura infamante" uno dei cantanti dei mastodon; in "(l)mirl" è sicuramente Max cavalera e anche "xenon" non è cantata solo da chino..però non sono accreditati da nessuna parte e in nessuna recensione che ho letto se ne parla..mah |
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Ascolto Deftones dai loro inizi. L'evoluzione del suono continua, così come il volo sognante, sospeso, enigmatico, sofferto, ricercato, talvolta sfociante in rabbia, talvolta in totale dolcezza, ma comunque ben congegnato, in ogni angolo. Non posso ridurmi a dire meglio questo del precedente. Deftones hanno fatto passi diversi in ogni lavoro, acquisendo comunque maturità ed esporando territori che ogni volta variano. Il suono e la metrica non può essere sempre diverso, altrimenti il "marchio di fabbrica" non risulterebbe così forte. Bello. Soddisfacente. A tratti impegnativo. Bello ascoltare Deftones e comunque avere sempre nuove senzazioni. Per me vale 85 |
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Giuro che non capisco commenti come quello di Kappa, qua sotto...come si fa ad ascoltare e giudicare i Deftones nel 2016 se il metro di paragone è il loro secondo disco, uscito però quasi 20 anni prima? Un gruppo come loro, pieno di dinamica sia da un pezzo all'altro che, soprattutto , da un disco all'altro non può essere confrontato con un album uscito così tanti anni fa... Per quanto mi riguarda, altra PERLA! 87/100 con tendenza al rialzo! |
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Scialbissimo, come lo sono da almeno 15 anni a questa parte, ma stavolta peggio. E mi spiace perchè Around the Fur è un album che ha fatto storia. |
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.....non voglio fare paragoni che' secondo me ogni album ha una storia a se' stante.dico solo che gia' al primo ascolto mi è' piaciuto un sacco e più' lo ascolto più' me ne innamoro.pigi play e ti lasci trasportare dalle melodie e dalla voce di un eccelso chino (come sempre),una sorta di viaggio alla pink floyd.....per me 90.... |
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5 brani su 11 mi piacciono, ed è la prima volta che mi capita coi Deftones, che di solito non riescono a sfornare brutte canzoni nemmeno se si mettono d'impegno. Inoltre la produzione è bruttina. orse mi avevano abituato troppo bene...niente da fare, per me è inferiore a tutto quello che hanno fatto fino ad ora. |
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Questi qua non hanno a mio avviso mai sbagliato un colpo. Le vette di lavori come "White Pony" e "Saturday Night Wrist" (ebbene si...adoro quel disco) sono forse irripetibili ma...classe pura. Per ora un 80 pieno. |
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Nel prossimo album elimineranno le chitarre per far diventare Carpenter il secondo bassista. Seriamente, con l'accordatura sta esagerando. |
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Gramdissimo album che con il tempo crescera' ulteriormente. A mio parere più fresco e ispirato del precedente. |
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Per il sottoscritto, che ha apprezzato molto l'evoluzione della band da 'white pony' in poi, non può che far piacere l'atmosfera sognante e generalmente più distesa degli ultimi lavori. Reputo 'Koy No Yokan' uno dei migliori album di sempre, sinceramente, e 'Gore' è , per certi versi , il suo figlio minore. Liquido e corrosivo. |
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10
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L'album più strano, controverso ed allo stesso tempo consapevole dei Deftones. Mi hanno estasiato e non è una novità, ma per la prima volta non riesco a giustificare la cosa. Ricercato, sognante, oscuro, a tratti disarmante... Una perla che non definirei come la migliore della loro discografia ma che, tuttavia, inserirei senza esitazione nel pantheon delle loro opere migliori per perizia degli interpreti e sensibilità nell'esplorare più e più volte sonorità inedite. Forse sarò il solo, ma per ora (pochi ascolti) lo reputo un pezzo da 90. L'ennesimo di una carriera idilliaca. |
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9
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Musicalmente non sono male, ma non ho mai sopportato la voce di Moreno e non sono mai riuscito a farmeli piacere |
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8
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Non mi è dispiaciuto questo album. Concordo pienamente con il recensore, anche io ho notato cali in quelle 3 tracce... ma per il resto sono delle perle. Doomed User è una bella song ma ha un riff scontatissimo, mi ricorda Royal. Per me è 78. |
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Nulla di nuovo e mi pare un po' inferiore a Koi No Yokan, anche se non mancano quei due o tre pezzi che mi fanno bagnare le mutande (Prayers su tutti). Si aggira sul 70. Bel dischetto senza dubbio, ma non credo che tra un anno sarò ancora qui a riascoltarlo. |
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Per me 85 meglio di Koi No Yokan |
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Molti stanno dicendo che è un disco sperimentale e che cresce con gli ascolti e blah blah...secondo me è semplicemente inferiore a Diamond Eyes o Koi No Yokan. In alcuni momenti non sembra nemmeno di ascoltare i Deftones. |
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4
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in effetti questo 75 mi ha deluso un po', dopo le 3 anteprime mi aspettavo un voto più alto... ok che ci sono 3 brani sottotono e che complessivamente convince meno di "koi no yokan", ma addirittura 10 punti in meno? quello si è beccato 85... |
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3
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Il loro disco più brutto fino ad oggi per quanto mi riguarda. |
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Adoro il nu metal.. Korn. Coal chamber. Slipknot. Disturbed. Kittie. Limp b. Godhead ecc ma i deftons mai riusciti a seguirli e pure visti live.. Son curioso stavolta mi metterò d impegno! |
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1
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Per ora ho ascoltato solo i singoli, che sto amando. Sono pochi 3 brani su 11 sottotono, e non possono certo fare un capolavoro ogni volta, però sono contenta che anche stavolta abbiano dato il massimo |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Prayers/Triangles 2. Acid Hologram 3. Doomed User 4. Geometric Headdress 5. Hearts/Wires 6. Pittura Infamante 7. Xenon 8. (L)MIRL 9. Gore 10. Phantom Bride 11. Rubicon
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Line Up
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Chino Moreno (Voce, Chitarra) Stephen Carpenter (Chitarra) Frank Delgado (Tastiere) Sergio Vega (Basso) Abe Cunningham (Batteria)
Musicisti ospiti Jerry Cantrell (Chitarra su traccia 10)
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RECENSIONI |
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ARTICOLI |
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