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Shiraz Lane - For Crying Out Loud
15/04/2016
( 2163 letture )
Gli Shiraz Lane sono un quintetto di giovanissimi ragazzi finlandesi, poco più che ventenni, pronti ad invadere il mondo con il loro hard rock di stampo americano: formatisi nel 2011 a Vantaa, si sono rapidamente guadagnati l'attenzione degli addetti ai lavori ed il consenso di una basta base di fan, non solo nel loro Paese di origine, dal momento che nel 2015 hanno già avuto modo di esibirsi di fronte allo sterminato pubblico del Wacken. Cosa avranno mai di così eccezionale questi ragazzotti, per aver avuto la possibilità di esibirsi di fronte a cotanta platea, senza neppur aver all'epoca pubblicato l'esordio discografico? La risposta a tale domanda viene alla luce ascoltando proprio l'album di esordio, intitolato For Crying Out Loud e pubblicato in questi giorni ad opera della Frontiers Records, sempre attenta in ambito hard rock e non solo. Questi cinque capelloni del Nord, in poche parole, ci sanno davvero fare.

Voce squillante, chitarre incisive, ma non invadenti, strofe e ritornelli catchy e coinvolgenti sono senza ombra di dubbio le caratteristiche principali del sound degli Shiraz Lane, che in questo loro primo album omaggiano i grandi nomi del genere, come Guns N' Roses, Aerosmith, Motley Crue e, perché no, The Darkness: l'intero For Crying Out Loud è infatti animato da una certa vena pop che la band non fa nulla per nascondere, ma che all'interno dell'album risulta essere incastonata in modo efficace e risulta assolutamente di buona fattura. Le danze sono aperte dalla splendida Wake Up, dove il singer Hannes Kett fa già ottima mostra delle sue notevoli doti vocali, accompagnato da una base musicale che è quanto di più hard rock si possa desiderare. Ad esser pignoli, il ritornello (che fa naturalmente Wake Up) è ripetuto qualche volta di troppo per risultare sempre efficace, ma il brano in sé è comunque di impatto: che inizio! Momma's Boy (letteralmente: il mammone) è un altro eccellente veicolo per la voce cristallina del frontman, ma in questo caso anche i musicisti mostrano di che pasta siano fatti, con una serie di riff azzeccati ed una sezione ritmica che dirige l'orchestra in modo silente, sottile, ma implacabile. C'è anche qualcosa dei Bon Jovi prima maniera in questo brano, il che peraltro non guasta. Dopo due tracce tirate e scanzonate, la band rallenta un po' il ritmo con House of Cards (sarà almeno la decima traccia così intitolata che ci capita di recensire da quando ha preso il via la celebre serie TV!), interessante e ben congegnata, ma che sinceramente ci piace meno delle prime due, forse perché queste ultime erano davvero coinvolgenti; da apprezzare, ad ogni modo, il lavoro granitico delle chitarre. Begging for Mercy si muove su coordinate simili, ma convince di più con la sua atmosfera clamorosamente e deliziosamente anni 80: il ritornello in particolare, melodico e catchy nella sua accezione più pura, farà indubbiamente faville dal vivo, anche grazie ad un bellissimo assolo di Jani Laine. Potevate forse avere un album in stile eighties senza la ballad di turno? Naturalmente no ed a tale immancabile funzione assolve egregiamente Same Ol' Blues, un po' banale ma comunque in grado di regalare emozioni, stavolta più grazie alla trama di chitarre che alla pur impeccabile interpretazione del frontman. I Guns N' Roses ed i Motley Crue fanno sentire la loro voce in Mental Slavery, la traccia più sleaze dell'album, nella quale i nostri mostrano di padroneggiare bene anche questa sfumatura del genere che suonano, con un bel riff portante ed una linea vocale azzeccata, seppur forse troppo “pulita” in qualche passaggio. Un po' di blues fa capolino in Behind the 8-Ball, soprattutto nelle chitarre, dato che il nostro giovane amico al microfono, come detto, non ha nella profondità e nella ruvidezza dell'ugola le sue doti più caratteristiche; l'acutezza della sua voce, tuttavia, non gli impedisce di risultare credibile anche su brani non strettamente hard rock, al punto che la traccia è, forse, una delle migliori dell'album. Dopo sette tracce che si attestano tutte (o quasi) su livelli eccelsi, l'album mostra un po' il fianco verso la conclusione: la title-track è infatti interessante, ma non imprescindibile, Bleeding è costruita ma un po' troppo diluita nella sua lunghezza e, infine, M.L.N.W. risulta la traccia meno riuscita di Shiraz Lane, a dispetto del suo essere comunque divertente.

E' un po' un peccato non avere una conclusione allo stesso livello di buona parte dell'album, ma questa flessione non impedisce certamente a For Crying Out Loud di essere un lavoro fresco, ottimamente costruito ed interpretato e divertente. Era un po' che non ci capitava di avere a che fare con una band tanto giovane autrice, al contempo, di un lavoro di esordio così maturo e piacevole. Non ci resta che raccomandarvi il loro ascolto, dato che questi cinque ragazzi potrebbero essere fra i prossimi crack della scena hard rock scandinava e non solo.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
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Metal Shock
Martedì 24 Maggio 2016, 17.14.20
1
Non male il disco, niente di stratosferico ma si lascia ascoltare molto bene. Quando va sul falsetto il cantante assomiglia molto a Justin dei The Darkness. Voto giusto
INFORMAZIONI
2016
Frontiers Records
Hard Rock
Tracklist
1. Wake Up
2. Momma’s Boy
3. House Of Cards.
4. Begging For Mercy
5. Same Ol’ Blues
6. Mental Slavery
7. Behind The 8-Ball
8. For Crying Out Loud
9. Bleeding
10. M.L.N.W.
Line Up
Hannes Kett (Voce)
Jani Laine (Chitarra)
Miki Kalske (Chitarra)
Joel Alex (Basso)
Ana Willman (Batteria)
 
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