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HEADBANGERS PUB, VIA TITO LIVIO 33A - MILANO

Abnormality - Mechanisms of Omniscience
27/04/2016
( 1555 letture )
Lanciati dalla Sevared Records nel 2012 con l’ottimo debutto Contaminating The Hive Mind, gli statunitensi Abnormality firmano un contratto con la Metal Blade Records e registrano il secondo album della carriera intitolato Mechanisms of Omniscience. Non sono stati quattro anni di vuoto, bensì anni pieni di concerti e tour che han permesso agli Abnormality di farsi le ossa.

Guidati sempre dalla cantante Mallika Sundaramurthy, i nostri non si discostano da quanto proposto sul debutto, continuando ad assestarsi su di un death metal non eccessivamente tecnico, violento e carico di un groove di scuola Suffocation. Ci s’imbatte quindi nel vero punto di forza del gruppo, in grado di scrivere canzoni ricche di riff ma al tempo stesso lontanissime dal suonare macchinose, anzi, si può tranquillamente dire che dal primo all’ultimo minuti si viene letteralmente travolti dalla pesantezza e dalla furia della proposta. Grandi protagonisti, oltre a Mallika e alla sua ottima prestazione vocale, sempre varia e travolgente, sono i chitarristi Sam Kirsch, neo entrato che ha fortemente contribuito alla scrittura del disco, e Jeremy Henry, ispiratissimi e in grado di scrivere pezzi coinvolgenti (dimostrando anche una particolare cura per gli assoli) e che raramente soffrono di cali d’attenzione. Attraverso un continuo alternarsi di blast beat, rimandi alla vecchia scuola del death più puro e degli stacchi groove da headbanging, il disco sembra assumere la forma di un uragano, offrendo all’ascoltatore degli ottimi brani. Complice questo continuo alternarsi di situazioni e l’inserimento di dissonanze, il disco gode di un dinamismo che coinvolge e soprattutto rende l’ascolto piacevole. Si potrebbe, a voler trovare il pelo nell’uovo, sentenziare sul fatto che qualche minuto in meno avrebbe giovato ancora di più al disco, ma si tratta comunque di poca roba dato che i brani scorrono senza intoppi e offrono interessanti di sviluppo per il futuro del gruppo; a tal proposito, bisogna citare Synthetic Pathogenesis, brano particolarmente dissonante, roccioso e in cui si scorgono delle aperture “atmosferiche” molto interessanti. Facendo un paragone con il debutto quindi, potremmo dire che questa volta il gruppo si sia concentrato maggiormente sulle sensazioni da comunicare che sulla violenza più cruda e gli intermezzi Catalyst of Metamorphosis e Assimilation confermano quanto detto. Superfluo dirlo, ma in mezzo a tutto ciò è impossibile non notare il lavoro di Jay Blaisdell alla batteria, in perfetta simbiosi con il resto del gruppo. Un peccato invece che il basso di Josh Staples venga coperto troppo spesso, ma questi sono i classici problemi in cui incorre un bassista, specialmente quando si tratta di sonorità come queste.

Mechanisms of Omniscience è quindi un disco che diverte, che non delude le aspettative ma che mostra un gruppo intenzionato a non ripetersi pur restando sui suoi binari. Dischi come questi sono un vero e proprio toccasana per gli amanti del death metal che pur suonando tecnico non cade mai nell’eccesso, e inoltre, è il disco che conferma le qualità degli Abnormality, che con il prossimo album potrebbero consacrarsi definitivamente come una delle band migliori nel suo genere. E non è roba da poco…



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
66 su 3 voti [ VOTA]
Pa3zio
Sabato 30 Aprile 2016, 14.51.12
2
Dobbiamo essere onesti: ci troviamo difronte ad un grande disco. Violento, veloce, cattivo... Death Metal senza compromessi!! Una vera mazzata sui denti. VOTO 90 (dare di meno è un insulto a questa band)
Undercover
Mercoledì 27 Aprile 2016, 23.16.17
1
Ho avuto modo di ascoltarlo più volte, ma non riesco a paragonarlo qualitativamente al debutto decisamente più frenetico e meglio impostato, penso a quella mattonata pazzesca che è "Shooting The Messenger" e la produzione non l'ho trovata indovinata soprattutto, cosa che ha fatto notare il recensore, a causa del basso di Staples troppo sommesso e spesso soverchiato dal resto. Proprio quello strumento a esempio eccelleva nel pezzo che ho citato a riprova di un lavoro dietro al mixer più centrato in quell'occasione. Mancano poi due pezzi della portata di "Monarch Omega" e "Fabrication Of The Enemy". Se a "Contaminating The Hive Mind " avrei dato tranquillamente un 80, a questo non riesco a dare più di 70.
INFORMAZIONI
2016
Metal Blade Records
Death
Tracklist
1. Swarm
2. Synthetic Pathogenesis
3. Mechanisms of Omniscience
4. Catalyst of Metamorphosis
5. Vigilant Ignorance
6. Irreversible
7. Hopeless Masses
8. Assimilation
9. Cymatic Hallucinations
10. Consuming Infinity
Line Up
Mallika Sundaramurthy (Voce)
Jeremy Henry (Chitarra)
Sam Kirsch (Chitarra)
Josh Staples (Basso)
Jay Blaisdell (Batteria)
 
RECENSIONI
75
 
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