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10/05/21
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LEGEND CLUB - MILANO
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Sleepy Hollow - Tales of Gods and Monsters
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05/05/2016
( 1062 letture )
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Sleepy Hollow, ovvero band di culto dell’US Power giunta con questo Tales of Gods and Monsters al terzo full-length di una carriera iniziata negli anni 80 (e proseguita nel 2012 con il comeback-album Skull 13). Tales of Gods and Monsters, diciamolo subito, è un disco con vari spunti interessanti, ma non esaltante. Un calderone di riffoni gargantueschi, vocioni baritonali, effetti fuori campo e retrogusto power/doom, il tutto miscelato in modo ondivago. Come se gli ultimi Iced Earth di Barlow incontrassero i Candlemass più heavy - ma senza l’estro e la personalità di entrambe le band - per intenderci. Nondimeno, gli Sleepy Hollow sono dei più che onesti mestieranti: la voce del nuovo acquisto Chapel Stormcrow è timbricamente intrigante, pur se spazia su tonalità alla lunga piuttosto piatte; il riffing di Steve Stegg - mastermind della band - è indubbiamente la componente di maggior pregio del sound del quartetto; batteria (robusta, il che non guasta) e basso non sconvolgono, limitandosi a porre l’accento sul passo sincopato e greve richiesto dall’heavy/doom. L’impasto è fortemente classico, con ovvi rimandi al power americano old-school e al dark metal prima maniera di Black Sabbath e Pentagram. Il respiro vintage traspare anche dall’artwork di copertina, che pare rifarsi al preromanticismo di William Blake nella rappresentazione epica del contrasto sacro-pagano (i famosi “divinità” e “mostri” del titolo).
Lunghi preamboli a parte, Tales of Gods and Monsters è un disco che troverà i suoi estimatori. Suona vecchio in tutti i sensi, anche nel migliore del termine. Il songwriting, pur non brillante, è di una solidità che molte nuove leve possono solo sognarsi. La “quadra” espressiva è centrata, con una palette emozionale stratificata e sufficiente a evitare la fuga anticipata dell’ascoltatore. L’utilizzo di integrazioni parlate e cori non è invadente e serve a regalare un pizzico di atmosfera in più, fondamentale in un genere che vive di intensità come il power/doom. Entrando infine nel merito delle singole tracce, va evidenziato nuovamente un senso di varietà e di consapevolezza che non può che derivare dall’esperienza pluridecennale degli Sleepy Hollow. L’opener Black Horse Named Death - dal titolo già di per sé evocativo - gioca su coordinate prettamente Iced Earth e si avvale di un riffing solido e di un comparto atmosferico di sicura presa. Convince meno invece la successiva Sons of Osiris, che restituisce un senso di scollatura strutturale e di mancanza di compattezza stilistica. Martellante ed efficace il riff portante della solida Bound by Blood, tra gli episodi power più riusciti del disco; la canzone si distingue anche per la qualità dell’interpretazione solistica di Stegg. Nell’accoppiata On Blackened Seas-Baphomet gli Hollow rendono manifesto il proprio lato più doom, con incursioni trasversali in territori addirittura groove metal e quasi grunge. Baphomet, in particolare, ha tutta la cupa potenza richiesta per soggiogare gli appassionati di metallo duro. Il disco mostra un po’ il fianco solo nel finale, con idee chitarristiche riciclate dai pezzi precedenti (Shapeshifter) e con la voce cantilenante di Stormcrow che potrebbe giungere a noia. La conclusiva Shadowlands non aggiunge granché a quanto sentito in precedenza, ma è una closing song più che degna.
Tales of Gods of Monsters è un’uscita solida e che conferma gli Sleepy Hollow come cult band dell’underground US Power. Non siamo davanti a un capolavoro, ma il mestiere contenuto in questo disco è più che sufficiente a regalare frangenti di puro appagamento agli appassionati di doom, di old-school, di divinità antiche e di oscuri mostri. Sguainate gli spadoni, Baphomet vi aspetta.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Black Horse Named Death 2. Sons of Osiris 3. Alone in the Dark 4. Bound by Blood 5. Goddess of Fire 6. On Blackened Seas 7. Baphomet 8. Creation Abomination 9. Shapeshifter 10. Time Traveller 11. Shadowlands
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Line Up
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Chapel Stormcrow (Voce) Steve Stegg (Chitarra) Saculus von Doom (Basso) Allan Smith (Batteria)
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RECENSIONI |
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