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19/04/24
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BAHNHOF LIVE, VIA SANT\'ANTONIO ABATE 34 - MONTAGNANA (PD)
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Dark Funeral - The Secrets of the Black Arts
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14/05/2016
( 5714 letture )
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Un classico del genere irrinunciabile, un must per qualsiasi appassionato di black metal, direbbero alcuni. Una prova scarna, prevedibile, che della grande second wave black conserva soltanto l’estetica e l’attitudine, direbbero altri. Sebbene il primo lavoro in studio dei Dark Funeral sia ormai ventenne e considerato, se non fondativo, quantomeno di un certo rilievo per lo sviluppo di un determinato sound, i giudizi di valore su di esso non cessano di essere contraddittori. Tale assenza di unanimità in merito, tuttavia, non può che far pensare ad uno dei marchi di fabbrica delle cosiddette pietre miliari, ovvero il loro esserci come un persistente rumore di fondo anche in tempi e circostanze assolutamente differenti e contraddittori rispetto a quelli in cui sorsero ed anzi, l’imporsi e riproporsi con convinzione nonostante tutto ciò. E se né l’attuale proliferazione di altrettanto validi ed importanti lavori né tantomeno le eccellenti prove contemporanee a questa release (basti pensare, ad esempio, ad Antichrist dei Gorgoroth ed al di poco precedente Opus Nocturne dei Marduk) le hanno impedito di continuare a brillare, nel corso degli anni, probabilmente ciò non è dovuto soltanto al segreto delle arti oscure, messo laconicamente a tema dei nostri nel full-length. The Secrets of the Black Arts è il principio di una carriera senz’altro prolifica eppure, allo stesso tempo, il canto del cigno per quella leggendaria formazione. Nel successivo Vobiscum Satanas, difatti, l’unico membro fondatore a restare nella band sarà Lord Ahriman, che, da quel momento in poi, sarebbe stato la mente principale del combo svedese dopo la dipartita di David Parland -in arte Blackmoon-, figura di spicco e principale protagonista della travagliata genesi del full-length. In prima istanza l’album fu prodotto presso gli Unisound Studios di Dan Swanö -che aveva anche lavorato alla realizzazione del promettente EP, Dark Funeral- e tuttavia il sound del lavoro risultò insoddisfacente, soprattutto per Blackmoon. Quest’ultimo, che aveva additato alla scarsa professionalità ed alla stanchezza mentale del produttore –nonché, a sua detta, di una penosa prestazione alle pelli- la catastrofe consumatasi, si rifiutò di pubblicare l’album, affidando la produzione ad un allora inesperto Peter Tägtgren che proprio in quegli anni e utilizzando ancora della strumentazione economica stavo cominciando a forgiare quel trademark Abyss studio di cui beneficieranno numerose produzioni dell’epoca e successive (basti pensare a Vittra dei Naglfar e ad Enthrone Darkness Triumphant dei Dimmu Borgir). Il segreto delle arti oscure dunque prende forma e quello che ne risulta è un disco dal sound gelido e sferzante, che sacrifica la vividezza della prima produzione targata Unisound in favore di un’attitudine più notturna e solenne, corpo e sangue della release. La maggior dinamicità dei brani dell’omonimo EP, almeno dal punto di vista della sezione ritmica, lascia il posto ad un’interpretazione più statica e granitica del genere costituita dall’assalto frontale del riffing in tremolo in chiave minore e da una prova alle pelli muscolare e potente, articolata in serrati e dopaminergici blast beats. Sarebbe pedante, nonché superfluo, descrivere volta per volta ciascuna delle tracce che compongono The Secrets of the Black Arts. Ciò significherebbe scioglierle dal compatto tessuto narrativo in cui sono avviluppate che fa dell’omogeneità e della scarsa differenziazione sostanziale tra le stesse uno degli strumenti dell’oscuro fascino del platter. Qui, difatti, più che la perizia tecnica dell’esecuzione o questa o quella variazione sul tema, ad essere fondamentale è il senso di annichilimento, l’epico incedere e l’indugiare in atmosfere dipinte in sfumature fosche, come la scena crepuscolare rappresentata nell’artwork. Tutti elementi che si ravvisano in gemme dall’inequivocabile bellezza quali la title track, in cui si viene assaliti dal muro sonoro generato dalla componente chitarristica, o la potente My Dark Desires, tutt’ora inconfondibile cavallo di battaglia dei nostri in sede live, caratterizzata da un refrain e da un giro melodico difficilmente trascurabili. Non si può che fare menzione inoltre di The Dawn No More Rises, in cui spicca la potente interpretazione di Themgoroth fautore di uno screaming espressivo ed agghiacciante o lo sporco e malefico incipit di Bloodfrozen, in cui il drumming sempre energico e furioso di Equimanthorn ci concede metriche meno serrate e più articolate, offrendo il destro ad un riffing senz’altro ammaliante. Se da un lato si è sospinti a proseguire l’ascolto e si rimane quasi ipnoticamente avvinti alla tela tessuta dai Dark Funeral , non può sfuggirci quelle che sono le debolezze costitutive della release ovvero l’ossessione compulsiva per l’aggressività e la velocità quasi fine a sé stesse unite a un songwriting che, pur nel suo indubbio fascino, resta statico e non sempre particolarmente brillante. Nonostante ciò, The Secrets of the Black Arts resta un debutto assolutamente convincente nonché, probabilmente, l’apice compositivo dei Dark Funeral sicché farlo proprio ed abbandonarsi al suo abbraccio tenebroso non può non costituire un’esperienza fondamentale per chiunque apprezzi il black metal. Esso è inoltre un disco che, nel bene e nel male, merita di essere conosciuto quale lavoro emblematico del contributo svedese al metal estremo degli anni Novanta.
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28
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Lascia il tempo che trova interagire 2 volte di fila con post di 8 anni orsono. Può darsi che i protagonisti nel frattempo siano già andati in pensione. Tuttavia,il 10mi pare un maleducato,col 14(nel merito)mi trovo daccordo.Band sopravvalutata.E chi lo pensa,ha diritto di dirlo senza essere offeso. |
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27
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quoto in tutto il commento n° 10.
voto 90 |
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26
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Disco molto bello. 80.
Concordo assolutamente con il commento n°10 |
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25
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@ Ivan
Ma quale True norwegian che so svedesi questi.. |
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24
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album maestoso realizzato perfettamente la chitarra è veloce e onnipervasiva il lavoro di batteria è magistrale e il tutto richiama allo stile blackmetal piu classico a livello tecnico. Purtroppo proprio per queste caratteristiche cosi estremizzate presenti in tutto il disco lo rendono anche un po monotono e privo di una vera originalità che non gli rendono giustizia. Concordo con il voto e con la recensione album contraddittorio nonostante spicchi molto tra gli album anche di quel periodo. Sataaaan !!! P.S molto bello il songwriting |
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23
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Tutt'ora probabilmente il loro miglior album,forse persino di Vobiscum Satanas e Attera Totus Sanctus...dagli Abyss studios del genio Peter Tagtren esce il loro capolavoro e uno dei migliori album di Black metal del 96,che se considerate i livelli dell uscite di quell'anno non è poco...l'intro stessa ci avvisa che sta arrivando l'era oscura e ci prepara a quello che ci aspetta,dieci canzoni terrificanti che tendono omaggio ad un album maligno e catacombale come raramente si è sentito...The Dawn of No More Rises è sicuramente quella che rimane maggiormente impressa,ma sono notevoli anche Shadow over Transylvania e Bloodfrozen,mentre Whne Angel Forever Dies,The Fire Eternal e Satan's Mayhem sono il manifesto assoluto di anticristianià della band svedese...la titletrack,my Dark Desire e la conclusiva consegnano quest'album alla storia |
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22
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che album!! una potenza una delle uscite migliori black anni 90! voto massimo |
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21
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Concordo con voto e recensione |
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20
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Questa è l'essenza del black metal! Cattivo, oscuro, veloce. Album eccellente senza compromessi. TRUE NORWEGIAN BLACK METAL ..... |
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19
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D'accordo col commento 3 |
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18
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Album bellissimo e coinvolgente. Assieme a Vobiscum Satanas, concordo con la recensione e con altri, il loro migliore. Personalmente non mi dispiacciono neanche gli altri. Certo, il songwriting non è "vario" ma forse li sta il loro fascino. Au revoir. |
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17
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Lord ahriman e' un musicista al di sopra di ogni sospetto, parlare di poser e' una sciocchezza, l'unico difetto che posso trovare e' la ridondanza della proposta ma la qualità e' fuori discussione. Grande disco di una grande band |
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16
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Album comprato appena uscito, amavo e amo il black come genere musicale, più di ogni altra cosa e questo album fu subito mio. Mi colpì la copertina, poi il resto. Il miglior album dei Dark Funeral, anche Vobiscum Satanas è valido, peccato non c'è la recensione. E visto che siamo in argomento, spero che la redazione possa recensire Moon in the Scorpio dei Limbonic Art, un capolavoro del genere e tra i dischi da me più amati. Comunque, 90 a questo album, tanti ricordi importanti per me. |
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15
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non mi spiego la necessità di arrivare a minacciare uno sconosciuto online, in pieno stile \"leone da tastiera\", per quisquilie simili. Ah, comunque; a meno che non si tratti di vinili tutti i dischi sono di policarbonato, e di conseguenza... plastica! |
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14
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chiunque fosse già nel giro dal 90/91 sa quante e quali band nacquero dal nulla per cavalcare l\'onda.. i dark funeral rappresentavano in pieno questo fenomeno e si sente tutto in questo disco di plastica. |
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13
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Undercover, la pensiamo uguale su questa band, ma ne avevamo già parlato anni fa...anche per me intorno al 90. |
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12
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Io sono più drastico per me questo e l'ep sono le uniche uscite da campioni prodotte dalla band... Il voto lo alzo fino a 90. Salvo i successivi due album, dopo di quelli praticamente quasi nulla. |
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11
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Il loro migliore insieme al debut EP del 94, mai più su questi livelli. Bellissima My Dark Desires, forse il loro brano migliore. Adesso non mi interessano più, tanta brutalità ma le melodie oscure degli esordi sono andate perse purtroppo. |
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10
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Samael sei un povero scemo.. questo è un capolavoro |
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9
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riferito al commento n.3, magari avere tanti mestieranti così, poi magari tu ne saprai molto di più di me, io non sono un grande esperto del black metal dei '90, conosco al massimo 50 o 60 band, però mi piace la roba veloce e schietta.. |
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8
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Ottimo disco, voto giusto, ma che casso posers, visti anche live mi erano piaciuti, per me poi vanno bene quando c'è caldo, da me oggi ci saranno 20 gradi, troppo caldo, ahaha, un brivido di gelo nel culo ci sta bene.... |
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7
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il loro migliore, voto 90 |
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6
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Che gruppo...che Disco...che RICORDI! 88 |
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5
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Gruppo storico, ma fra i big del Black metal sono quelli che mi sono piaciuti di meno. |
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4
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quante pippe mentali che ti fai.. posers? io lo vedo come un ottimo gruppo che ha sempre sfornato buoni dischi molto ben prodotti voto 90 |
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3
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posers. band inutile che cavalcò il trend. puri mestieranti. merde insomma. |
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2
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Cavolo! Questi si che e' un discone di swedish Black. Di sicuro per me un classicone e il mio loro preferito. Conservo ancora il digipack preso appena uscito. The dawn no more rises e' ancora un cavallo da battaglia. In numero parto anche io con 8,5...ma anche qualche punticino in piu. Da avere x forza. |
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1
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Capolavoro! Il punto piu alto della loro discografia! Che suono che potenza! Una raccolta di hits voto 95 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Dark Age Has Arrived 2. The Secrets of the Black Arts 3. My Dark Desires 4. The Dawn No More Rises 5. When Angels Forever Die 6. The Fire Eternal 7. Satan's Mayhem 8. Shadows Over Transylvania 9. Bloodfrozen 10. Satanic Blood 11. Dark Are the Path to Eternity (A Summoning Nocturnal)
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Line Up
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Themgoroth (Voce, Basso) Blackmoon (Chitarra, Voce) Lord Ahriman (Chitarra) Equimanthorn (Batteria)
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