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19/04/24
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Tragacanth - Anthology of the East
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19/05/2016
( 996 letture )
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Anthology of the East è il debutto discografico dei Tragacanth, band olandese fondata nella città di Utrecht nel 2014 dal chitarrista e bassista Erik Brouwer e dal batterista Jasper van Minnen, entrambi già membri della band thrash metal Chained Messiah, che reclutarono Oq Pe Bune proveniente dai rumeni Negura Bunget e in seguito il vocalist Terry Stooker.
Questo debutto, al momento unica release del gruppo, si muove pricipalmente su territori melodic death metal, ma si caratterizza per la forte presenza di tastiere che donano alle composizioni un' atmosfera epica e talvolta vagamente medievaleggianti o addirittura orientaleggianti (vedasi l'intro di Birth of a Goddess che vanta una suadente chitarra acustica e delle azzeccatissime percussioni dal sapore esotico, elementi che si ripeteranno lungo tutto il pezzo) e per ibridazioni black. Tutti gli strumentisti dimostrano ottime capacità tecniche, a cominciare dal versatile batterista Jasper van Minnen, passando per la coppia di asce formata da Oq Pe Bune e Erik Brouwer, capace di assoli tecnici e melodici, riff potenti di scuola death e altri in tremolo che strizzano l'occhio al black e atmosferici arpeggi in clean; da menzionare anche l'ottimo lavoro alle tastiere di Julia Driessen, la quale dimostra un'ottima padronanza dello strumento non limitandosi a semplici accompagnamenti, ma dimostrandosi vera e propria colonna portante del sound della band. Infatti è soprattutto grazie all'ottimo uso delle tastiere che questo Anthology of the East si innalza una spanna sopra alla maggior parte delle uscite black/death coeve.
Il breve intro Rebirth subito ci immerge nel mood del disco, con delle evocative tastiere che ci guidano al primo pezzo vero e proprio, The First Noble Truth, in cui le profonde atmosfere dell'intro si fondono alla perfezione con l'indole più aggressiva della band. Ci troviamo infatti di fronte ad un vero e proprio assalto all'arma bianca fatto di un death violentissimo con qualche venatura black, il tutto nobilitato però dalla presenza quasi costante del synth. La già citata Birth of a Goddess, che mette in risalto il lato più melodico ed esotico del gruppo, è legata a doppio filo con la seguente The Gates of Naraka che invece si dimostra ben più violenta e incisiva. Un altro pezzo degno di nota è la conclusiva Edimmu per cui è stato realizzato anche un lyric video, che è il pezzo più lungo del lotto, oltre ad essere l'unico a mantenersi per quasi tutta la sua durata su tempi medi, salvo qualche improvvisa accelerazione.
Anthology of the East è dunque una valida release, che lascia intravedere ottimi spunti a livello tecnico e di songwriting, muovendosi su territori vicini al death metal con evidenti incursioni nel campo del black sinfonico, e inserendo ottimamente gli arrangiamenti di sintetizzatore all'interno dei vari brani. Ci troviamo quindi di fronte a un disco che dimostra la grande personalità di questo combo olandese, che riesce abilmente a distinguersi nel vasto mare di uscite estreme odierne.
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3
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Nel post di un paio di anni fa Le Marquis non ci ha visto giusto.
Per me è un grande album...assolutamente da ascoltare. Alzerei il voto anche di un paio di punti. |
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2
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Ascoltato. Non mi piace proprio. Resta la copertina... Au revoir. |
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1
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La copertina è bellissima. Poi, ascolteremo. Au revoir. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Rebirth 2. The First Noble Truth 3. Birth of a Goddess 4. The Gates of Naraka 5. Kutayuddha 6. God of Hell 7. Destroyer of Worlds 8. Edimmu
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Line Up
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Terry Stooker (Voce) Erik Brouwer (Chitarra, Basso) Adrian “OQ” Neagoe (Chitarra) Julia Driessen (Tastiera) Jasper van Minnen (Batteria)
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RECENSIONI |
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