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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Goatlord - Reflections of the Solstice
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28/05/2016
( 1525 letture )
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L'immaginario comune che si ha su una città come Las Vegas è basato principalmente su stili e stramberie tipicamente U.S.A.: occhiali da sole, casinò, lusso e tutte quelle altre cose che il mondo dei media hanno utilizzato per alimentare le nostre, a volte errate o esagerate, fantasie sulla cittadina del Nevada. Immagini e realtà che contrastano pienamente con i Goatlord, gruppo di quattro scalmanati che nel 1991 rilasciano un vero e proprio disco di culto: Reflections of the Solstice. I Goatlord, ispirandosi inizialmente a Hellhammer, Bathory e Sodom, decideranno poi di virare su sonorità doom pregne di un'atmosfera sinistra, desolante e asfissiante. Agli inizi il gruppo poteva essere considerato come una delle tante band estreme che non avevano la benché minima intenzione di evolversi o cambiare, e lo stesso facevano intuire i membri, convinti che la strada da seguire fosse quella del metal estremo più primordiale di sempre. Il cambio di stile però avvenne e, nonostante continuassero ad essere presenti richiami agli Hellhammer, il sound diventò ancora più semplicistico e privo di qualsivoglia tecnicismo. Nelle intenzioni della band vi era quella di volersi distaccare da tutti quei gruppi che, secondo loro, erano interessati solo all'aspetto tecnico.
Great metal is not about intellectualism or virtuosity, in many ways it represents a rejection of such conventions adopted by mainstream society. When it comes down to it, atmosphere and brutality supersede technique in many of the most classic metal releases and Reflections of the Solstice is equally deserving of such praise
E allora, cosa è di preciso Reflections of the Solstice? Potrebbe essere definito come una delle più riuscite esaltazioni del male più ritualistico, oscuro e perverso. Le tempistiche doom si mescolano ad accelerazioni thrash che assumono un aspetto ancor più aggressivo, complice anche la semplicità dei riff stessi; Blood Monk, Distorted Birth, Acid Orgy, Underground Church e Sacrifice, sono sicuramente tra i pezzi simbolo del disco in cui si fanno subito notare le caratteristiche del gruppo. Nonostante la band non si dirà mai soddisfatta della produzione, che si sarebbe dovuta avvicinare a quella del secondo demo di culto Sodomize the Goat, è proprio questa a dare al disco un tocco del tutto particolare; ascoltando il disco, infatti, si ha sempre l'impressione di essere in una landa deserta e nebbiosa dove il vento si fa sentire in modo sinistro, quasi impercettibile. È per questo che The Fog è in assoluto la perla del lavoro, complici sia quel continuo soffio di vento che si fa sentire per tutta la sua durata che le ritmiche lente e morenti che sono poi il fiore all'occhiello del gruppo. Pur essendo un ensemble che rigettava la ricerca sonora, è un piacere notare come certe scelte non siano affatto figlie di un menefreghismo completo; i suoni delle chitarre ad esempio, in grado di enfatizzare il taglio ipnotico di ogni singolo riff, sono semplicemente perfetti per questo stile, così come la voce di Ace Still (e di Mitch Harris su Sacrifice, Underground Churches e Acid Orgy) è in grado di enfatizzare l'aspetto maligno del lavoro, riuscendo ad adattarsi sia alle ritmiche più spinte che a quelle più lente. Lo stesso discorso non vale per la batteria di Jeff Nardone: come lui stesso dichiara, decise di utilizzare una batteria elettrica poiché riusciva ad ottenere il suono desiderato, ma sfortunatamente, in fase di registrazione, quel suono mutò in qualcosa di troppo artificiale. Quando nel 1991 la Turbo Germany rilasciò il disco, il mondo dell'underground fu rapito da queste sonorità e, nonostante le recensioni negative delle riviste specializzate, il gruppo riuscì a conquistarsi una fetta di fan non indifferente e interviste su riviste specializzate. Ma le soddisfazioni, terminarono qui; l'etichetta infatti "pagò" il gruppo con delle copie del disco (una copia in LP, CD e musicassetta per membro) e nient'altro, e i ragazzi, inizialmente intenzionati a far causa, incassarono il colpo e si misero subito al lavoro. Dopo aver firmato un contratto con la Turbo America, il gruppo torna in studio per ri-registrare il disco (che verrà rilasciato con il titolo Goatlord nel 1992) e si lancia in un'assurda serie di date nel deserto del Nevada, che costringe la band ad utilizzare dei generatori portatili.
Ma questa è solo una delle stramberie del gruppo; non è facile capire se i Goatlord si siano presi seriamente o no, fatto sta che parliamo di gente che abusava di acidi ed LSD e, stando alle loro dichiarazioni, le droghe erano un elemento fondamentale della composizione ed è proprio grazie a queste che il gruppo riuscì a scrivere testi carichi di perversione. Non è difficile capire perché Reflections of the Solstice sia venerato e ritenuto un disco di culto della musica estrema, poiché contiene tutti gli elementi che gli permettono di esserlo; le storie assurde dei membri, la musica, la leggendaria copertina di Chris Moyen, il voler apparire estremi vestendosi in modo grottesco. Difficili da apprezzare, ovviamente, ma chi conosce la materia e stravede per la musica più malata e non convenzionale, non avrà problemi a definire Reflections of the Solstice un disco tra i più rappresentativi del suo genere e a riconoscere l'influenza che esso ha avuto negli anni a venire.
Come to the throne of blood Come to the throne of lies...
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7
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Uno dei più grandi album di culto della scena estrema. I Goatlord nel 91 tirarono fuori un disco di insano e orrorifico death/doom con una patina black anni 80... un disco di un\'atmosfera malsana, marcia e da film horror unica (vedere pure i rumori di sottofondo in \"The Fog\" o \"Chicken Dance\"). Il loro intento era quello di essere tra le band più marce e catacombali del periodo... e con un disco cardine come questo ci riuscirono in pieno. Ad ogni ascolto è come essere circondati da un\'aura oscura e dannatamente tenebrosa, grazie anche alle vocals di una malignità incredibile! Per tutti i cultori di certe sonorità underground anni novanta.... un disco assolutamente storico e influente per tutto il filone doom/death catacombale venuto dopo!! |
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6
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Peccato, poteva spararsi qualche giorno prima senza fare male ad altri. |
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5
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Dischetto di culto...peccato che la tape che avevo di questo album era veramente registrata da schifo e anche la produzione non era proprio il massimo! effettivamente il suono della batteria elettronica non rimase per usare un eufemismo memorabile..Il voto però è appropriato! |
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4
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esiste anche una versione raw mix. |
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3
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On October 2, 2015, Frankulin gunned down his neighbor, abducted her 8-year-old son, and murdered him too. Shortly after, Frankulin committed suicide by gunshot. Sempre fonte Metal Archives . |
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2
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Statement from Joe Frankulin 11th February 2014: "Some of you might have heard that I've been trying to get a Goatlord reunion happening to play at the NWN Festival in Germany. Sadly, that looks like it is not going to happen. As much as I tried, I couldn't get Jeff Nardone and Ace Still to agree to do it. Apparently Jeff Nardone is afraid of flying. Yes, that's right. The reason that is preventing Goatlord from reuniting again and to play in Germany is because the drummer is afraid of flying. Sorry everyone. I apologize for this." Fonte Metal Archives . |
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1
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tra L'altro Marco , da quanto ho appreso da Metal Archives , nel 2014 c'era stato un tentativo di reunion con eventuale data in Germania,fallito a causa della paura di volare di Mike Sabbione . In Fine Joe Frankulin amazzò il vicino adusse il figlio di 8 anni del vicino e si sparò . |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Blood Monk 2. Distorted Birth 3. The Fog 4. Underground Church 5. Chicken Dance 6. Acid Orgy 7. Possessed Soldiers of War 8. Sacrifice
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Line Up
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Ace Still (Voce) Joe Frankulin (Chitarra) Jeff Schwob (Basso) Jeff Nardone (Batteria)
Musicisti Ospiti Mitch Harris (Voce nelle tracce 4, 6, 8)
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RECENSIONI |
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