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Agent Steel - Omega Conspiracy
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11/06/2016
( 2063 letture )
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Quando si parla degli Agent Steel, bisogna ancora una volta fare riferimento a quell'enorme numero di gruppi arrivati sulla soglia della vera notorietà, senza mai oltrepassarla. Come già sottolineato nella puntata a loro dedicata all'interno della nostra serie Almost Famous -appunto- alla quale vi rimando per la loro storia completa, gli Agent Steel hanno avuto, almeno fino ad un certo punto, la possibilità di spiccare il volo verso lidi di primo piano. La figura controversa del cantante John Cyriis ed il suo operato talvolta criticabile, hanno però fermato un'ascesa che sembrava destinata alla conquista di ben altri picchi. La divisione del gruppo in due tronconi dopo un buon disco come Unstoppable Force sembrava aver decretato la fine della band, ma dopo un silenzio ufficiale di circa dodici anni, fu Omega Conspiracy a far riaccendere i riflettori su una realtà che nel frattempo era comunque molto cambiata, dentro e fuori dal gruppo.
Con un nuovo cantante come Bruce Hall, meno irruente e più controllato nell'interpretazione rispetto al suo predecessore (una nefandezza, per molti "duri e puri"), ed una line-up che, oltre a lui, annoverava Versailles e Garcia alle chitarre e la coppia Medina/Profus come sezione ritmica, gli Agent Steel diedero alle stampe un album con molte frecce al proprio arco, ma accolto in maniera contrastante dal pubblico. Omega Conspiracy confermava in parte l'attitudine speed-metal dell'esordio e parallelamente, in particolare nella seconda parte, esaltava invece la componente thrash del loro approccio. Il tutto, però, puntando su un metodo più raffinato che, considerando il contesto ed il tipo di band in questione, potrebbe essere definito quasi sperimentale. Mantenuto il retroterra extraterrestre dei testi, gli Agent Steel confezionarono un disco che parlava di cospirazioni con il coinvolgimento degli alieni, degli Illuminati e di altri agenti -tanto per restare in tema- con la serie X Files sullo sfondo. Tutto questo utilizzando una formula musicale di per sé stessa niente affatto malvagia, ma che scontava alcuni problemi perlopiù di natura esterna alla band. Pezzi come Destroy the Hush, Illuminati Is Machine, Fighting Backwards, New Godz e Know Your Master, rappresentano un modo di comporre ed eseguire figlio degli anni 80, ma evidenziavano il raggiungimento di un equilibrio formale molto più ambizioso che in precedenza, pur senza rinunciare all'aggressività tipica degli Agent Steel. La seconda parte dell'album, come detto, presenta momenti più variegati e mostra come la band volesse dare segni precisi di volersi evolvere, mantenendo in ogni caso i piedi saldamente avviluppati alle proprie radici. In questo quadro, canzoni come Awaken the Swarm -questa in particolare-, Into the Nowhere, la power-ballad Bleed Forever e l'ottima It's Not What You Think, sembrano concepite per aprirsi nuove strade senza dare molto nell'occhio mediante l'inserimento di note oscure, ma anche per presentare meglio le possibilità di Bruce Hall al pubblico. Da notare che la versione Metal Blade dell'album conteneva anche un undicesimo pezzo, ossia una cover di Beyond the Realms of Death dei Judas Priest.
Omega Conspiracy fruttò agli Agent Steel un discreto successo, ma non eclatante come sarebbe loro servito dopo un'assenza così lunga. Album vittima dell'eccessiva identificazione di gran parte del loro pubblico tradizionale con il primo cantante e di un certo ritardo storico rispetto alle derive che il thrash aveva nel frattempo assunto, Omega Conspiracy restituì alla scena una band potenzialmente in grado di fare ottime cose, ma che sarebbe ancora una volta stata vittima della sua incapacità di cristallizzarsi in una formazione stabile. Tutte questioni peraltro ben spiegate nell'articolo linkato al primo paragrafo. Generalmente valutato con un certo manicheismo -pessimo oppure ottimo, senza troppe sfumature- Omega Conspiracy va probabilmente collocato a metà strada rispetto alle due posizioni. Relativamente lontano dalla produzione degli anni 85/87, si tratta comunque di un lavoro contenente molto di buono, che potrebbe anche risultare una buona introduzione all'ascolto per chi si approcciasse per la prima volta alla musica del gruppo di Los Angeles, facendo da ponte tra il periodo storicamente più rilevante ed i due album pubblicati dopo quello qui analizzato.
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6
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Stimolato dalla notizia del ritorno degli Agent Steel con Cyriis (ma senza nessun altro tra i componenti storici), ho rispolverato quest'album che segnava la prima reunion del gruppo... con i componenti storici, ma senza Cyriis. Album discreto, differente da quanto fatto negli anni ottanta, qui decisamente meno speed metal e più thrash, contiene buoni spunti (specialmente nella seconda parte), però a me è proprio la performance di Bruce Hall che non convince fino in fondo. Album non riuscitissimo ma comunque piacevole. Voto 75 |
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5
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Uno degli album meno riusciti del gruppo, ma comunque prova più che discreta! Masters of metal, agents of steel! |
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4
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Agent Steel, vecchie glorie dello speed metal. Questo è un buon lavoro, fu un bel ritorno in pista, certo i primi due gioielli della band sono molto distanti... confermo il voto della rece |
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3
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@Lizard : certo ci mancherebbe, è solo una mia opinione... mad locust rising ? Splendido extended play !!! |
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2
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Mah... non sono d'accordo. Era ovvio che qualcosa dovesse cambiare dopo 12 anni, ma quando uscì questo disco, in piena epopea power/black, per me fu una boccata d'aria fresca. Speed/thrash di qualità assoluta e, come giustamente dice Raven, una vena sperimentale nella parte conclusiva del disco che lo rendeva ancora più intrigante. Bruce Hall era un grande cantante e dal vivo dava il 110%, altroché... aveva una timbrica meno acuta di Ciirys, ma non per questo meno apprezzabile. Poi è ovvio che i primi due album fossero più coerenti tra loro, come d'altra parte questo lo è con i tre successivi. Fu un bel comeback e se qualcuno mi chiedesse quali dischi degli Agent Steel comprare, direi senz'altro i primi due, ma ci aggiungerei anche questo (e magari Mad Locust Rising ). |
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1
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Come giustamente ribadito dal recensore nelle ultime righe, a questo album è meglio che si avvicini un neofita del gruppo. Anche loro purtroppo sono incappati nella sostituzione del singer storico, peccato. Nei primi due album ci sono i veri agent steel, imho. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Destroy The Hush 2. Illuminati Is Machine 3. Fighting Backwards 4. New Godz 5. Know Your Master 6. Infinty 7. Awaken The Swarm 8. Into The Nowhere 9. Bleed Forever 10. It's Not What You Think
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Line Up
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Bruce Hall (Voce) Bernie Versailles (Chitarra) Juan Garcia (Chitarra) Karlos Medina (Basso) Chuck Profus (Batteria)
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RECENSIONI |
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