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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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27/06/2016
( 4141 letture )
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I Be’lakor sono un gruppo australiano che col tempo è riuscito a ricamarsi una buona fetta di seguito, specialmente dopo la pubblicazione degli album Stone’s Reach e soprattutto Of Breath and Bone che li hanno consacrati definitivamente al di là della propria Isola, con una generosa diffusione anche nel web visto che gli album della band sovente vengono inseriti o consigliati nelle varie playlist che si trovano su YouTube.
I Be’lakor anche in questo nuovo episodio della loro carriera si espongono al grande pubblico con un death metal che si riveste di trame melodiche di evidente ispirazione Nord europea, prendente ispirazione da band come Insomnium e ricreante atmosfere particolarmente distaccate e di un certo livello. La melodia, in Vessels come nelle precedenti pubblicazioni, gode della più assoluta centralità; tutto si compone in funzione di questa e le note delicate riecheggiano nelle orecchie anche alla conclusione dei vari ascolti. Le canzoni, a parte la traccia iniziale e un intermezzo, godono di un ampio minutaggio, ma la band riesce a gestire la lungaggine dei vari brani che comunque hanno una trama e uno sviluppo coerente. Vessels è una continua oscillazione fra passaggi più raccolti, dove a prevalere sono appunto queste atmosfere intime ma allo stesso tempo abissali, e momenti dove l’impeto sonoro diventa più potente, in certi frangenti epico, ma comunque sempre composto, senza che comunque la cornice di contorno venga maldestramente “spostata” da poderosa brutalità. I Be’lakor rimischiano le carte in continuazione, senza apportare contaminazione da parte di elementi esterni o comunque distaccati dalla tradizione death melodica. La band ha l’evidente intenzione di esprimersi con tracce di una certa cultura e di un certo livello artistico, raccontando il tema della ritualità e della natura con testi criptici, lasciando così un certo alone di mistero.
Ma senza dover scoprire il telo che si cela dietro alle idee e al concept dell’album, la band irrimediabilmente ricade nell’immagine di se stessa come Narciso; perché comunque va bene la volontà di generare qualcosa di distante, di atmosferico, ma di fatto Vessels è un album che si dimostra senza mordente e con minimali picchi artistici di rilievo. Questo è sicuramente dato da un eccessivo minutaggio, dalle sonorità che tendono a ripetersi sia nei pezzi più ruvidi (come in Roots to Sever), ma anche dall’elemento che dovrebbe muovere le dinamiche dell’album; le melodie appunto. Queste sì, sono affascinanti, poetiche, tutto quello che si vuole, ma spesso i Be’lakor ripetono espedienti utilizzati in contesti previ o nell’album medesimo. An Ember’s Arc e Withering Strands (bella soprattutto l’alternanza fra arpeggi delicati e fraseggi più corposi) sono i pezzi sicuramente migliori, messi subito all’inizio quando orecchio e interesse sono ancora freschi e pronti a immergersi in queste dinamiche che sembrano così distaccate e eteree; ma proseguendo per le restanti cinque tracce l’album non assume nessuna spinta o evoluzione tale da sostenere un attenzione quanto meno costante per tutto il resto della durata del disco. Più si va avanti con i minuti, più le sonorità diventano dispersive e più l’attenzione comincia a scemare per via appunto di soluzioni ripetitive, monocorde inesorabilmente travolte dall’eccessiva durata delle tracce.
Va bene il fattore di novità e curiosità che si poteva riscontrare nelle prime uscite, ma forse è arrivato il momento per i Be’lakor, a mio modo di vedere, sebbene immagino che i fan più attaccati non saranno d’accordo, di rivedere le proprie volontà e prerogative, perché l’adepto medio difficilmente riuscirà a sostenere l’ascolto di altre pubblicazioni così ridondanti e poco strutturate.
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Disco geniale, e miglior uscita "proggy" Melodic Death Metal del decennio. Quella che per il recensore è mancanza di struttura per il pubblico è estro creativo senza pari. 92/100 |
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Album validissimo, inferiore ai loro primi due ma sicuramente con un songwriting curato e di livello. Questi ragazzi non sbagliano un colpo e hanno rivitalizzato, praticamente da soli, un genere ormai dato per morto. E lo hanno fatto osando, miscelando diverse influenze in modo sempre ispirato e credibile. "Withering strands" canzone dell'anno. Voto: 75 |
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...gran bel gruppo....hanno fatto albums veramente eccezionali.... |
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Per me il disco e’ molto interessante con linee melodiche di gusto ed estremamente varie. Non capisco la rigidità’ nei loro confronti e nei confronti degli Insomnium perché, se parliamo di death melodico di stampo scandinavo (anche se loro sono australiani), non conosco nulla di meglio (dt a latere) in questa decade.voto 85.vae victis! |
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Per me il disco e’ molto interessante con linee melodiche di gusto ed estremamente varie. Non capisco la rigidità’ nei loro confronti e nei confronti degli Insomnium perché, se parliamo di death melodico di stampo scandinavo (anche se loro sono australiani), non conosco nulla di meglio (dt a latere) in questa decade.voto 85 |
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Ma che problemi ha il recensore? 60? Disco enorme di una band enorme. |
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Immensi e queste recensioni ve le potete risparmiare.
Oggettivamente è una band di alto livello e l'album è molto bello…Dei Be Lakor e degli Insomnium non capite una mazza, fateli recensire ad altri siti. VOTO 80 |
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15
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Ho come l'impressione che su questo sito i Be'lakor, al pari degli Insomnium, non siano i benvenuti. Per carità, non metto in discussione l'opinione del recensore che ne sa sicuramente più di me, essendo io entrato nel mondo metal solamente due anni fa. Allo stesso tempo però, personalmente, trovo quest'album semplicemente fantastico. Non è assolutamente immediato, anzi va ascoltato tantissime volte, bisogna dargli tempo ed essere pazienti, ma alla fine sboccia come una farfalla dalla crisalide (almeno questo è successo a me). Le melodie ti rapiscono, ti danno una sensazione di pace interiore, la tecnica non è mai fine a se stessa, un growl gutturale che, a dispetto di quello che si potrebbe pensare, si sposa benissimo con le strumentali proposte dal gruppo e una sensazione di magico che pervade tutte le tracce. Come voto penso si meriti un bel 90, perché in effetti alcuni momenti potrebbero risultare un filo monotoni, ma questo non toglie il fatto che questo sia un disco fenomenale, superiore (anche se di poco) ai suoi predecessori. Le tracce che ho apprezzato maggiormente sono An Ember's Arc, Withering Strands e The Smoke Of Many Fire, senza nulla togliere alla altre canzoni, tutte di pregevolissima fattura. Ben fatto Be'lakor! |
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@lisablack e chi sono!i game over?hahahhaah ma taci |
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Semmai i gruppi italiani non hanno mai ottenuto quello che meritavano,e band di livello ci sono sempre state..ma l'italiano è esterofilo e dall'America accetta pure la merda. |
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12
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Ottimo album altro che 60 ! Non e' che il recensore oltre ad aver ascoltato il disco alla velocita' supersonica era anche sotto effetto di Birra? Ma dai ! Mah ! e poi vediamo dare voti da 80 a salire a ciofeche di gruppi solo perche' sono italiani (vedi Game Over)...Mah!!! Obiettivita' -0 io posseggo il disco e me ne fotto ... CAPOLAVORO !!!! VOTO 90 |
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11
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Miglior album nel death (prog/melodic) del 2016 bollato con un 60? Ok i gusti, ma un pò di oggettività quando si parla di un prodotto praticamente perfetto nel suo genere, ma i un momento di stanca, mai un filler o un riempitivo, sta tutto al posto giusto e nel momento giusto, tecnica sopraffina e canzoni sempre e comunque che lasciano il segno. Ripeto, può non piacere ma oggettivamente nel 2016 non si è ascoltato nulla di meglio nel genere a mio avviso. |
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10
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La musica così come il mondo è bella xchè varia, e varie sono le impressioni, le sensazioni e le emozioni che si hanno ascoltandola. Il mio modestissimo parere è che la recensione non è fedele al lavoro prodotto dai cangurotti........ Io mi schiero con chi reputa i Be`lakor una spanna sopra la media, e sopra la media di coloro che "provano" a produrre o a imitare il death melodico. Mi permetto altresì di aggiungere che se invece di essere cangurotti fossero stati vikinghi saremmo qui a parlare di miracolo...come giusto che sia.. GRAN GRUPPO DI SBARBATI CHE SUONANO CON LE PALLE Lavoro appena inferiore ai 2 precedenti ma da 85 pieno... |
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9
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Sentito 28 volteb prima di giudicare e commentare!!!!!!!!!!! Gran bel lavoro!! suonato veramente bene........... la recensione non conta un cazzo!!! |
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8
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60, ma per cortesia..... Per caso ascoltato solo una volta, e pure di fretta ? |
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7
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ma secondo me.il.recensore non ha ascoltato bene l'album....forse il piu' bello del loro genere melodic death metal poi il precedente era un pelino sopra ma.questo e' valido altrettanto voto 80 x me no 60 come ha detto il recensore... |
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6
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Per me un piccolo passettino indietro rispetto a Stone's reach e Of breath and Bone,ma nonostante questo un album degno di nota.Trovo questa band estremamente sottovalutata,per me tra i più validi del genere...a tratti anche emozionanti,forse l'approccio e la produzione di quest ultimo disco lo rendono leggermente più "moscio" per i miei gusti...comunque da 75 bravi bravi |
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5
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La sperimentazione non è la prerogativa per fare un bel album, assolutamente, mi trovo pienamente d'accordo. Ma sinceramente da questa band mi aspettavo molto di più, perché avendo ascoltato i lavori precedenti, ho riscontrato una sorta di immobilismo da parte loro che a distanza di tempo e pubblicazioni mi ha stancato. Ripeto, non sono l'unico a pensarla così, quindi mi sembra legittima la mia posizione. Questo non l'ho trovato un bel lavoro, per le motivazioni scritte nell'articolo. Si possono fare bei dischi senza sperimentare, utilizzando e rimodellamento strumenti già appresi lungo il proprio percorso artistico, ma questo qua non l'ho trovato. Poi va sempre a gusti, ci mancherebbe. |
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4
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Mea culpa, ci mancherebbe altro. Ho solo espresso il mio punto di vista sulla recensione. Per prevenuto, non è che intendevo il rapporto tra te e la band, ma la tendenza che si ha a giudicare con superficialità uno stile che non ammette particolari sperimentazioni. Non appena non si scorgono particolari innovazioni si tende a considerare il disco di gruppo x mediocre. Vero, non bisogna mai andare a giudicare un recensore dal numero di ascolti, perché non si può avere una sfera di cristallo, però la mia impressione era quella e fidati, che di recensioni in cui si spara sulla croce rossa, ne ho lette parecchie. Non cito le fonti, ma è così.Bocciature a dischi validi perché poco innovativi e promozioni a pieni voti per dischi commerciali e poco più che sufficienti. Tutto sommato, continuo a trovarmi in disaccordo con il tuo pensiero. |
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3
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Scusa ma vanno bene le critiche o che la recensione non piaccia (ci mancherebbe), trovo particolarmente stupido credere che sulla base di una recensione si possa elaborare un giudizio ontologico su un disco, ma trovo obsolete le tue considerazioni sul mio lavoro "frettoloso"; il disco l'ho ascoltato tante volte e te di certo non puoi dire quanto il mio ascolto sia stato maturo; tu c'eri? No, quindi. Il disco è uscito ieri,non avrei nessun interesse nel fare uscire una recensione incompleta, soprattutto nel bene della redazione. Ancora un appunto; non è che se si giudica un disco come mediocre "bisogna avercela" con la band di turno, ma cosa mi avrebbero fatto i BE'lakor? Chi li conosce personalmente?. Questo è il classico ragionamento da 4 soldi che lascia il tempo che trova. A te è piaciuto? Mi fa piacere, a me non ha fatto per niente impazzire, e non sono l'unico che ha fatto questi appunti, basta anche vedere altri commenti alla band e dischi previ. Buona permanenza. |
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2
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Ecco uno dei motivi per cui uno non dovrebbe elaborare un giudizio su un disco, basandosi su una recensione. Mi dispiace per il recensore, ma si vede che è stato poco coerente nel cimentarsi nell' elaborazione del suo scritto. Dalle parole del suo elaborato è evidende che il suo è stato un ascolto frettoloso e, aggiungerei, prevenuto nei confronti di una band e di un genere che oramai hanno consolidato il loro sound su questo stile, che, apputno, non ammette particolari sperimentazioni. Mi ricorda tanto la recensione del disco degli Insomnium di due anni fà: Stroncato perchè poco originale. Uno che basa il suo giudizio solo sull' originalità e sull inventiva per forza di cose stronca gruppi simili tra di loro a priori, senza sanalizzare a fondo nelle trame che compongono un determinato disco, senza riconoscerne pregi e difetti. Poi questo suona tutto fuorchè un album senza mordente, ci sono come di consueto passaggi aggressivi alternati a passaggi più melodici. Tra questi passaggi convive un equilibrio, un' armonia compositiva: Ed è qui che i Be'Lakor fanno la differenza. tutto sta nel trovare il nesso compositivo che unisce il tutto, cercando di assaporare la classe e l'eleganza di uno stile definito ed elaborato nei minimi dettagli e liriche da poetica crepuscolare e gotica. Poi se diamo la sufficienza scarsa a questo, a gruppi come Amon Amarth, Children of Bodom, Arch Enemy, In Flames e compagnia bella che voto diamo? Con quale criterio lo analizziamo un loro lavoro, visto che questi continuano ad essere prigidi e fossilizzati nel già sentito e nello sconta e nel momento in cui tentano di sperimentare sputtanano la loro proposta? |
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1
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Non mi trovo per niente d'accordo. Uno degli album melodic death migliori degli ultimi 10 anni. È così che si suona questo genere. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.Luma 2.An Ember’s Arc 3.Withering Strands 4.Roots to Sever 5.Whelm 6.A Thread Dissolves 7.Graspring Light 8.The Smoke of Many Fires
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Line Up
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George Kosmas (Voce, Chitarra) Shaun Sykes (Chitarra) John Richardson (Basso) Elliot Sansom (Batteria) Steve Merry (Tastiere, Piano)
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RECENSIONI |
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