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Vanadium - SeventHeaven
02/07/2016
( 4073 letture )
Rabbia e un pizzico di malinconia. Pensare alla carriera dei Vanadium suscita inevitabilmente questi sentimenti. Nel 1987, dopo l’uscita di Corruption of Innoncence, disco che aprì la svolta stilistica più orientata al rock da radio d’oltre oceano, sembrava finalmente che un meritatissimo successo planetario stesse per arrivare. Ma gli eventi si accanirono contro la band: la Durium, storica casa discografica che li aveva accompagnati fin dall’esordio, dichiarò fallimento. I ragazzi seppur scossi e scoraggiati firmarono un nuovo accordo con la più modesta Green Line che purtroppo non si rivelò all’altezza nel lavoro di promozione del nuovo disco in corso di registrazione.
Il gruppo non ha bisogno di introduzioni, parliamo probabilmente di una fra le migliori realtà di rock duro europeo degli eighties e dei veri pionieri del genere nella difficile scena della penisola italica. Una band composta da musicisti decisamente fuori dall’ordinario, guidata dall’ugola possente di Pino Scotto che era un vero cavallo di razza dietro al microfono, un chitarrista dal gusto sopraffino a cui si sommano enormi capacità compositive come Steve Tessarin, un tastierista raffinato come il buon Ruggero Zanolini e una sezione ritmica rocciosa e di impatto composta da Mimmo Prantera al basso e il mitico Lio Mascheroni dietro alle pelli.

Il settimo album per i Vanadium intitolato SeventHeaven porta definitivamente a compimento la svolta sonora che li ha portati dall’hard rock di chiaro stampo Profondo Porpora degli esordi, verso il sound AOR che stava spopolando oltre oceano con band del calibro di Foreigner, REO Speedwagon e Survivor a dominare le classifiche; i nostrani non si fanno intimidire e sfornano un disco in grado di competere con le migliori uscite del genere. Rispetto al passato le tastiere diventano molto più rilevanti nel sound complessivo, la voce di Pino lascia da parte (purtroppo) un po’ della ruvidità alcolica per una chiarezza cristallina spesso accompagnata da cori di voci femminili e anche il riffing di Steve si fa meno blueseggiante e più rock con un’attenzione più marcata alla melodia. Per ottenere il suono cromato, ipervitaminico ed esplosivo che ci si attendeva da LP di questo genere produzione e missaggio vengono affidate a Guy Bidmead che aveva già registrato Rock’n’Roll dei Motörhead e vantava collaborazioni anche con Tina Turner. Missione compiuta poiché SeventHeaven suona praticamente impeccabile in ogni sua parte, ed è di gran lunga il migliore da questo di punto di vista nella carriera della band.
Una summa dei "nuovi" Vanadium si ascolta già ad inizio LP con la pirotecnica Italian Girl: riffone granitico di Steve ad aprire, subito sovrapposto dalle tastiere seguite dagli altri strumenti e dall’arrivo di Pino che dopo poche strofe fa partire il refrain da stadio che si stampa nel cervello. Ottima la sezione ritmica quadrata e potente, spettacolare il terremotante solo di chitarra centrale. Niente pause perché segue un’altra perla di AOR: Natural Born Loner, ancora una pioggia di tastiere che più eighties non si può, su cui ricama la sei corde prima dell’arrivo di un coro cromato e bombastico che non fa prigionieri. Classica e immancabile pausa strappa lacrime con la power-ballad Takes My Blues Away in cui Pino suona un po’ fuori dal suo habitat, ma il risultato è comunque pregevole grazie ad un grande lavoro di Steve soprattutto in fase solista.
La title track è un’intro di tastiera per aprire la strada a Bad Attitude che richiama prepotentemente la vecchia vena della band, un assalto all’arma bianca guidato dalla chitarra aggressiva, quasi priestiana, Lio che pesta sul gas e il redivivo hammond che sostiene il sound sullo sfondo. Discorso similare per la successiva One Way Ride in cui è ancora una riff da antologia teso e affilato a fare da impalcatura alla traccia che solo nel ritornello torna al nuovo corso con docili donzelle ad accompagnare il singer. Ruggero si riprende il centro del palco in Kill the Killer, forse un po’ troppo patinata e senza mordente, Step Ahead of Time e To Be a Number One sono AOR all’ennesima potenza con tastiere, cori e chitarra cromati ed esagerati. Chiusura con il botto con Warriors potentissima grazie al basso pulsante e alla batteria quadrata su cui si appoggia l’ennesimo grande riff e un Pino al vetriolo.

SeventHeaven venne criticato da alcuni fan della prima ora che non apprezzarono la svolta più melodica e “commerciale” mentre altri capirono l’evoluzione del sound considerando questo disco il punto più alto della carriera della band meneghina. Purtroppo lo scarso successo in termini di vendite decretato da una poco efficace distribuzione della label portarono alla crescita delle tensioni interne al gruppo che si sciolse nel 1990. Il vuoto lasciato sulla scena italica fu assordante (nonostante un breve ritorno nel 95), ma ancora oggi il nome Vanadium è circondato da un’aura leggendaria che solo i più grandi possono vantare.



VOTO RECENSORE
88
VOTO LETTORI
75.98 su 68 voti [ VOTA]
cowboy big 80
Lunedì 20 Gennaio 2020, 23.00.58
22
e' un disco molto piu' bello di Corruption of innocence, quello era troppo fuori le corde dei Vanadium, troppo USA per loro. Qui e' calibrato come se fosse un album di hard melodico britannico, infatti la Green Line, era un'etichetta che recuperava i lavori Seventies psyche progressive; oscuri, inglesi, qui da noi i Vanadium e' logico che sono un mito solo per i real rockers. C'e' una logica in questo album, almeno ripeto, da puristi del RRRRock
Masterburner
Sabato 28 Dicembre 2019, 14.50.48
21
Album magnifico, le canzoni sono una più bella dell'altra, voto meritato!
Daddo
Lunedì 18 Luglio 2016, 17.22.24
20
per quanto riguarda il discorso dei CD, questo disco esiste eccome in versione ufficiale (io ho sia il compact sia la cassetta).
Daddo
Lunedì 18 Luglio 2016, 17.21.14
19
Grande album di Hard Rock metallizzato con cui la band tenta di accodarsi alle produzioni estere del momento (discorso giù avviato in precedenza con l'ancor più americaneggiante "Corruption"), riuscendo quantomeno in parte ad avvicinarvisi (ma si sente che il budget destinato alla produzione è risicato). Eviterei inoltre di citare il termine "A.O.R" a sproposito, poiché in questo caso ci incastra meno di zero. p.s. KILL THE KILLER è super.
Alex
Mercoledì 13 Luglio 2016, 22.32.18
18
Sono troppo legato ai loro primi lavori per apprezzare questa produzione tardo ottantiana.
Abarth
Venerdì 8 Luglio 2016, 18.21.54
17
Di Seventheaven e di "Nel cuore del caos" esitono le versioni in CD Ufficiali, ma soprattutto il primo è praticamente impossibile da trovare. Per gli altri dischi tutto rigorosamnete sul caro vecchio LP, per scrivere la recensione ho recuperato Seventh a 20 euro sigillato dall'epoca
InvictuSteele
Venerdì 8 Luglio 2016, 11.21.22
16
Esatto, i cd ufficiali dei Vanadium non esistono, non li hanno mai stampati, l'unico che si trova in cd è l'ultimo Nel cuore nel caos... tutti gli altri sono prodotti illegali. Comunque io li comprerei lo stesso ma non mi è mai capitato di trovarli
blackiesan74
Venerdì 8 Luglio 2016, 10.47.44
15
Comunque il disco è davvero bello, anche se forse un po' troppo patinato come produzione
blackiesan74
Venerdì 8 Luglio 2016, 10.46.48
14
I cd dei Vanadium li ho trovati solo alle fiere del disco, e per quanto ne so non sono nient'altro che i vecchi vinili riversati direttamente su cd, quindi nessuna opera di rimasterizzazione. Tra le altre cose credo che l'operazione sia anche irregolare, perché se ricordo bene avevo letto che i diritti sui master appartengono a Tessarin e lui non ha mai autorizzato ristampe in cd né rimasterizzazioni.
Argo
Mercoledì 6 Luglio 2016, 11.12.21
13
Si trovano i cd di questi album?
Vecchio Sunko
Martedì 5 Luglio 2016, 16.15.39
12
Bello... 90
Fly 74
Martedì 5 Luglio 2016, 10.24.45
11
A me piace anche il successivo " Nel cuore del caos ".
Maurilio
Martedì 5 Luglio 2016, 9.02.06
10
Purtroppo sono fra quelli a cui non é mai piaciuto questo disco. Troppo morbido e troppo diverso dai precedenti, soprattutto diverso dal suono grezzo e potente dei primi dischi. Persino Corruption of..alla fine mi é piaciuto ma questo lo comprai all´epoca e dopo averlo ascoltato l´ho lasciato a prendere polvere, al contrario tutti gli altri vinili dei Vanadium li ho consumati a forza di ascolti registrandomeli anche in cassetta per averli in macchina o nel walk-man( accidenti sembra che parlo della preistoria...).
tino ebe
Lunedì 4 Luglio 2016, 12.29.21
9
concordo sul valore dei vanadium che non hanno raccolto ciò che hanno seminato in virtù purtroppo della carta d'identità. Per Pino scotto c'è da dire che ha fatto buone cose con i fire trails, aveva una bella band con un chitarrista notevole come steve agartal, un tastierista capace, ma non ha saputo dare continuità al progetto e quindi a farlo crescere. Adesso poi è solo un pallone gonfiato molto abile a far caciara scuola sgarbi.
InvictuSteele
Lunedì 4 Luglio 2016, 11.55.39
8
Vanadium band enorme, una delle migliori nella storia rock/metal italiana. Peccato per la separazione avvenuta tanti anni fa e per la discutibile carriera solista di Pino Scotto, divenuto un personaggio rincoglionito, contraddittorio e alquanto buffo. Ma prima di rincoglionirsi era un vero artista e con una grande voce, gli album dei Vanadium sono tutti stupendi davvero, anche questo è un capolavoro.
Radamanthis
Sabato 2 Luglio 2016, 16.30.47
7
...ma almeno in quegli anni era un cantante vero...
Radamanthis
Sabato 2 Luglio 2016, 16.30.01
6
Mai apprezzata la voce di Scotto!
Vitadathrasher
Sabato 2 Luglio 2016, 16.11.13
5
È un album che va stereotipando certe sonorità rock made in USA del periodo, come anche gli album precedenti. Questo è più di maniera, però bisogna dire che musicalmente i vanadium hanno confezionato dei bei lavori di qualità.
Fly 74
Sabato 2 Luglio 2016, 12.41.11
4
Comprai la musicassetta al mercato del paese nel 93. È più leggero e hard rock dei loro dischi precedenti ma suonato con classe e maturità. Poi c'è Bad attitude che è potentissima.
simo
Sabato 2 Luglio 2016, 10.22.06
3
Datevi fuoco
lux chaos
Sabato 2 Luglio 2016, 10.17.22
2
STU-PEN-DO....anche se trovarne uno sotto tono nei primi 6 è impresa impossibile...discone, e bellissima rece
Andrew Lloyd
Sabato 2 Luglio 2016, 10.11.26
1
Per me il loro disco migliore. Bne suonato e ben prodotto. Purtroppo decretò praticamente la fine della band.
INFORMAZIONI
1989
Green Line
AOR
Tracklist
1. Italian Girl
2. Natural Born Loner
3. Take My Blues Away
4. Seventh Heaven (Ruggero's Theme) / Bad Attitude
5. One Way Ride
6. Kill the Killer
7. Step Ahead of Time
8. To Be a Number One
9. Warriors
Line Up
Pino Scotto (Voce)
Steve Tessarin (Chitarra)
Ruggero Zanolini (Tastiere)
Mimmo Prantera (Basso)
Lio Mascheroni (Batteria)
 
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