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ALAIN JOHANNES + THE DEVILS + ANANDA MIDA feat. CONNY OCHS
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TRAUMA hc
HEADBANGERS PUB, VIA TITO LIVIO 33A - MILANO

Rage - The Devil Strikes Again
18/07/2016
( 5193 letture )
A distanza di ben quattro anni dall'ultimo lavoro in studio (tre se si considera LMO dei Lingua Mortis Orchestra e dopo un cambio traumatico di line-up, con l'uscita del geniale polistrumentista e compositore Victor Smolski, ecco finalmente fare ritorno sulla scena i tedeschi Rage: chi conosce la loro lunghissima storia sa come anche la perdita di un musicista tanto importante, che avrebbe facilmente distrutto altre band, possa invece far poco per demolire questi inossidabili metallari teutonici, che sono passati nel corso degli anni attraverso cambi disparati ed evoluzioni stilistiche impressionanti, passando dal classico speed metal all'heavy duro e puro, passando a contaminazioni power e persino sinfoniche. In tutto ciò, la vera costante del gruppo è naturalmente Mr Peavy Wagner, che si è rimpossessato una volta per tutte del songwriting del gruppo, negli ultimi album sempre più influenzato dalle derivazioni operistiche del compositore bielorusso; intendiamoci, l'innesto di Smolski nel 1999 ha ridato nuova linfa ai Rage, consentendogli di scrivere album splendidi in questo lungo lasso di tempo, ma, a dire del buon Wagner, la sua influenza era divenuta fin troppo preponderante, rendendo alla fine inevitabile la separazione della band e l'inaugurazione di un nuovo progetto, gli Almanac.

Pertanto, come peraltro anticipato dall'EP My Way (titolo emblematico), la band tedesca torna a fare ciò che le è sempre riuscito maledettamente bene: pestare duro quanto basta, senza rinunciare però alla melodia. L'apertura del nuovo lavoro, intitolato The Devil Strikes Again (con tanto di cover slayeriana) e rilasciato dalla Nuclear Blast, è affidata alla title-track, una spettacolare cavalcata simil thrash, dove chitarre e batteria svolgono un lavoro egregio e devastante, senza però rubare la scena all'inconfondibile ugola di Wagner, più maligno che mai. Un inizio davvero con i fiocchi! My Way rallenta un po', configurandosi stavolta come classico brano heavy, nel quale fa un'eccellente figura, peraltro, il batterista Vassilios “Lucky” Maniatopoulos, altro nuovo acquisto del gruppo assieme al chitarrista Marcos Rodriguez ed allievo dello storico drummer Chris Efthimiadis. Trattandosi di singolo, My Way presenta perfino un ritornello che potremmo definire “catchy” e che, nell'economia del brano, dimostra di funzionare benissimo, per quanto il nostro cuore batta maggiormente per la title-track. La terza traccia, Back on Track (continuano gli omaggi al passato!) costituisce un po' una summa delle prime due: la base sonora è nuovamente veloce e sostenuta, ma le linee vocali di Peavy sembrano più interessate a narrare una storia che a sputar veleno, con una melodia a tratti quasi bizzarra, ma indubbiamente intrigante. Se volete ascoltare la malignità nella voce del frontman, The Final Curtain è più indicata, con il suo groove ben costruito, benché il ritornello, un po' come su My Way, si confermi nuovamente improntato sulla melodia. La band, insomma, non ha affatto rinunciato ad inserti meno violenti e maggiormente carichi di “feeling”, ma li ha privati dell'epicità delle composizioni di Smolski, componendo brani di stampo classico dotati di una maggiore immediatezza. Un altro esempio emblematico di questi nuovi/vecchi Rage è War, che si barcamena efficacemente fra parti più pesanti ed altre più ariose, tutte ottimamente interpretate dal frontman e dai suoi musicisti, fra cui va segnalato Rodriguez, autore di un bellissimo assolo. Un altro buon brano è Ocean Full of Tears, che non si discosta troppo dalle caratteristiche musicali che abbiamo individuato poc'anzi, risultando però egualmente fresco e piacevole. C'è poco da fare, però: benché anche gli inserti melodici siano godibili, ci piacciono i Rage più veloci, quelli di Spirits of the Night, altra cavalcata azzeccata o delle prime strofe di Deaf Dumb and Blind. Ci avviciniamo alla chiusura del disco e la band tira fuori dal cilindro prima l'atipica Times of Darkness, ricca di ritmi cadenzati e poi The Dark Side of the Sun, che costituisce un po' un riepilogo di tutto The Devil Strikes Again: vi troviamo una cavalcata di heavy classico, parti più melodiche e persino un certo gusto orientale, che chiude alla grande un brano fra i migliori del disco ed il disco stesso.

The Devil Strikes Again costituisce un ottimo ritorno alle sonorità che hanno reso indimenticabile l'incarnazione dei Rage anni 90, quella per intenderci di album come The Missing Link e Black in Mind; gli orpelli sinfonici dell'era Smolski sono stati abbandonati, anche se inevitabilmente un po' della sua influenza è rimasta con la band, come si può notare dalle frequenti parti melodiche. Questo lavoro, insomma, potrebbe risultare il primo dell'ennesima “seconda” vita del gruppo, un eterno ritorno di una band data troppe volte per finita o alla frutta. Forse non raggiungerà ancora la bellezza di 21, canto del cigno della formazione con Victor Smolski, ma probabilmente piacerà anche di più a chi non ha mai digerito più di tanto la svolta operistica avvenuta con il compositore bielorusso.



VOTO RECENSORE
79
VOTO LETTORI
81.77 su 27 voti [ VOTA]
Andrew Lloyd
Venerdì 2 Dicembre 2022, 18.09.26
54
Un album CLAMOROSAMENTE bello: non mi esaltavano così da 'End of All Days'
Aceshigh
Giovedì 12 Aprile 2018, 9.20.14
53
Nuova line up e cambio stilistico per i Rage. Di per sé non ci troviamo di fronte a un capolavoro (c'è un calo nella seconda parte secondo me, eccezion fatta per la top track The Dark Side of the Sun); ma d'altra parte neanche 21 era un capolavoro, anzi: questo lo trovò un filo superiore; a conferma del fatto che i Rage hanno fatto album più o meno validi indipendentemente da chi ruotava attorno a Peavy, che rimane responsabile in larga parte del songwriting. Questo album è stato un buon rodaggio per il successivo Seasons of the Black, con cui la band è ritornata a livelli molto alti. Qui invece mi fermo a un 77.
jek
Giovedì 22 Dicembre 2016, 21.01.58
52
Bel disco un giusto equilibrio tra melodia e mazzolate. Alcuni pezzi sconfinano un po' nel ruffianotto ma tutto sommato un buon lavoro. Per me un 75.
Fra
Lunedì 12 Dicembre 2016, 21.30.19
51
Mi trovo d'accordo quasi su tutto, ma dire che 21 è migliore di questa nuova uscita è insensato. E' da anni che non sentivo i Rage così incazzati, mi azzardo a dire che questa è forse una delle loro migliori release, 79 è troppo poco.
Klunk
Venerdì 19 Agosto 2016, 15.56.09
50
Piu si ascolta piu' piace x me sentendo le ultime uscite uno dei migliori del 2016
Pink Christ
Lunedì 8 Agosto 2016, 18.19.40
49
UUUUUHuuuuuuhHHHHHH che album cazzutoooooo!!!! Era da Black in mind che non sentivo un album dei Rage cosi fico. Sensazionale, adrenalinico, senza vocine da effemminati seeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee MIO MIO MIOOOOOOO
terzo menati
Domenica 24 Luglio 2016, 21.20.34
48
Con nuovi musicisti e assolutamente non professionisti.
jonny
Sabato 23 Luglio 2016, 17.03.58
47
Ascoltato un paio di volte e devo dire niente male , disco sonoramente bello cicciotto, nel senso di bello peso al punto giusto, duro , forte , con riffs coriacei , cambi di ritmo, atmosfere oscure, assoli stupendi ,e ritmi duri ed intensi, ma al contempo meloidie svettanti, grandi choires, cori da stadio, ma che sa essere veloce, e con indole power tipicamente teutonica con increspature thrash, insomma il loro tipico marchio di fabbricausicale, rabbia e melodia che si sposano alla grande, con qualche ammiccamento di lontananza da Megadeth-Metallica, e qualche infarinate di doom,comunque l'intero album sembra pervaso da una coltre a bastanza densa di umori sonori fine anni 80 primi 90, come in Iron Curtain che riaente di echi era MissingLink, si sente poi ancora qualcosa residuale Smolski sound, tipo Spirits of The Night, mentre bella cadenzata e un po doom effetto finale risulta essere Time Of Darkness. Riuscite anche le belle sezioni di assoli nei.pezzi come War, Ocean Full of Tears e Deaf, Dumb And Blind, le prime 2 tracce sono veramente belle, grazie ai nuovi innesti nella band, Marcos e Vassilios veramente bravi nel reggere bene il loro battesimo del fuoco, bellissima War uno dei brani piu forti che rispecchia bene il testo sulla inutilita' della guerra, una galoppata intensa di emozione che descrive il brano centrandolo emotivamente in pieno, ma la ciliegina silla torta la da l'ultima traccia, da brividi, The Dark Side Of The Moon, un brano meravigliosamente intenso , interpretato alla giusta maniera anche vocalmente da Wagner anche con rialzo di tonalita' nel pre ritornello che da un bel risalto e che contrasta con la bella melodia del ritornello , brano orgasmico anche il coinvolgente e profondo assolo di Marcos, che ci da un assaggio di cosa e'capace scrivere sul pentagramma di interpretare in modo sublime con la sua chitarra.Tirando le somme, per me e' un disco che sa il fatto.suo, ottimo in molti punti, ma con ancora delle limature da apportare nel sound e nel songwiting, sicuramente ci sono brani come certi di cemento, cioe'diretti e a"pronta presa", anche live ontendo,, Ma devono ancora smussare certi angoli e lavorare di piu' sul fatto che alcune volte versi e strofe con le loro lhrics zoppicano leggermente rispetto alla musica e alla resa sel significato li insito, ma per essere la prima volta con nuovi musicisti , niente male sul serio.Per me siamo a 81.
lux chaos
Giovedì 21 Luglio 2016, 19.58.25
46
Concordo con Mauro e xxx, disco carino, simpatico, che fa il suo dovere e va bene cosi...però dico che è un capolavoro se no BlackInMind piange, quindi: capolavorone!!!! Miglior disco di sempre!!!
tino ebe
Giovedì 21 Luglio 2016, 10.31.33
45
proverò sicuramente altrimenti cosa servono i consigli degli amici
Kai Shiden
Giovedì 21 Luglio 2016, 9.23.12
44
@Tino Ebe, provala secondo me ti piacerà!
Kappa
Giovedì 21 Luglio 2016, 8.24.23
43
Classix Metal tratta tutti i generi di metal ma li tratta fino a un certo periodo storico, cioè non tratta cose odierne, salvo qualche articolo e recensione. Tratta in pratica dischi ed epoche di band anni 80 e 90.
tino ebe
Giovedì 21 Luglio 2016, 8.13.17
42
cioè non ho capito classix non è solo heavy classico e si alterna con classix che è solo hardo rock?
Kai Shiden
Mercoledì 20 Luglio 2016, 22.12.49
41
@Tino ebe, no no Classix non è solo Heavy classico, tratta tutti i generi come Rock Hard e a parer mio, molto meglio. Questo mese c'era lo speciale sui Testament, molto interessante, Unica pecca è che esce ogni due mesi, si alterna con Classix che è solo rock/hard rock.
jonny
Mercoledì 20 Luglio 2016, 15.45.22
40
Inizialmente Smolski, come sorpresa, appena giunto nei Rage andava pure bene, il suo apporto strumentale virtuosistico e classichegiante era interessante, e di tutto rispetto, poi ha cominciato ad esagerare, in special modo il suo lato piu' sinfonico orchestrale non dico per carita' che fosse diventato sbrodoloso, perche' e' un chitarrista in gamba, ma per i miei gusti era diventato troppo noioso e poco attrente, fallace anche sul lato emotivo, belle note ma poca resa e presa sull'ascoltatore, e poi a dirla tutta, lo confesso, personalmente preferisco la tappa sinfonico orchestrale di un album come Lingua Mortis, dove il duo Fisher-Efthimiadis, le loro ritmiche, i loro fraseggi, arpeggi, assoli li hanno creato delle stupende e struggenti melodie, veramente emozionanti, per il versante sonoro piu' consono alla loro tradizione, per me il loro picco carrieristico assuto rimane Trapped.Questo mi arriva domani, non vedo l'oa di ascoltarlo, comunque penso che sia stato un bene che Smolski sia andato altrove, con troppe tensioni , non si va da nessuna parte.Ora per i Rage, si volta pagina , comincia un nuovo capitolo, una nuova avventura di gruppo con nomi nuovi, che col tempo faranno sicuramente bene.
Klunk
Mercoledì 20 Luglio 2016, 14.56.12
39
Ragazzi io degli ultimi album con smolski non ho in mente nessun ritornello mentre canto a memoria quelli senza di lui ps io non avrò gran competenza come tanti di voi ,ma un ritornello come quello di the final curtain al primo ascolto ti entra in testa e giù a cantare di brutto anche senza fascia e capelli lunghi Peavy x me resti un grande .......anche se un passo falso lo hai fatto ......ghost ma mi chiedo ancora ma che cazzo gli e' passato s la testa a fare un album così ......ma
Metal Shock
Mercoledì 20 Luglio 2016, 13.48.41
38
@Tinoebe: Rockhard e` sicuramente il miglior magazine cartaceo che c`e` oggi in italia, ed il suo omonimo tedesco e` per me il migliore a livello europeo. Mi ricordo che gia` vent`anni fa lo "leggevo" presso La Stampa a Torino. Purtroppo sono tre anni che causa crisi ho dovuto tagliare il giornale, meno male che con internet si puo` supplire a tale mancanza
xXx
Mercoledì 20 Luglio 2016, 13.42.33
37
disco carino, scorre via bene anche se i veri capolavori della band restano anni luce lontani. voto 75
tino ebe
Mercoledì 20 Luglio 2016, 11.00.29
36
Classix metal non l’ho mai preso, non la conosco anche se l’ho vista esposta, ma penso sia solo metal classico. RH secondo me è veramente completa, divisa in sezioni ben distinte come flash, in più ci sono sezioni legate al passato, al rispolvero, un sacco di report di concerti anche all’estero, angoli legati al non prettamente metal, alle autoproduzioni emergenti, in più graficamente è fatta veramente bene
Kai Shiden
Mercoledì 20 Luglio 2016, 10.51.06
35
E tra l'altro è anche vero che se negli anni 80/90 di gruppi che incidevano un disco ce ne erano "40" adesso ce ne sono "4000" i costi sono più bassi e spesso con un computer e un abbozzo di impianti adatti si registra a casa.
Kai Shiden
Mercoledì 20 Luglio 2016, 10.49.02
34
@Tino Ebe. Anche io sfogliando rivisti, riscopro lo spirito di approfondire un disco, ma Rock Hard ci riesce a metà, preferisco Classix Metal che nelle recensioni non mette voto, ma solo giudizio e ha degli speciali ottimi.
tino ebe
Mercoledì 20 Luglio 2016, 10.41.16
33
Aggiungo che da buon over 40 mi piace ogni tanto sfogliare la rivista cartacea e non affidarmi solo al web, quindi sono un lettore di rock hard, un ottima rivista che non fa rimpiangere il mitico flash di vent’anni fa, anzi molti dei redattori storici (cerati, oriani, biani,…) sono lì. Ebbene se lo sfoglio è più la roba che non conosco che la roba che conosco, tra vecchio, nuovo, contemporaneo, gruppi che ho sentito bene solo due album (la maggior parte), novità, insomma un bagno di sangue. Poi ci si lamenta perché ai concerti medio piccoli ci sono venti persone, ma è chiaro, ora l’audience se la spartiscono centinaia di band dove ognuno di noi ha quelle venti o trenta preferite e ignora o conosce a malapena le altre 666…
Metal Shock
Mercoledì 20 Luglio 2016, 10.29.21
32
@Tinoebe: sottoscrivo quello che hai scritto, specialmente l'ultimo paragrafo, eheheh!
tino ebe
Mercoledì 20 Luglio 2016, 9.56.40
31
Metalshock non tutti sono ascoltatori come te e molti altri che si prendono tutto il tempo necessario per apprezzare un opera. L’ascolto della musica al giorno d’oggi è cambiato da vent’anni a questa parte e anche il modo per venire a conoscenza di cosa ascoltare. Primo non tutti comprano, oggi non c’è più nemmeno bisogno di scaricare visto che la musica è già disponibile su tube, quindi c’è una sovrabbondanza di materiale fruibile che può portare (attenzione al può) ad ascolti superficiali. Sono discorsi ormai fatti mille volte, un tempo un disco lo desideravi, te lo sudavi, lo ascoltavi con gusto decine di volte, se non ce lo avevi c’era chi ti passava la cassetta registrata, poi c’è stata l’epoca del masterizzatore, insomma si ascoltava meno ma si ascoltava meglio. Ora secondo me si ascolta di più e si ascolta peggio, io ad esempio compro, non tutto ma compro, e avrò una trentina di album che devo ancora ascoltare o ho ascoltato due volte (questo album è uno di questi), proprio perché manca il tempo, spesso la voglia, ma c’è il desiderio di possesso che ti spinge all’acquisto, in queste condizioni è facile dare un giudizio frettoloso. Io seguo il metal da oltre 35 anni ma ci sono decine di gruppi più o meno anziani che ho sempre sentito nominare ma non ho mai ascoltato proprio perché all’epoca non me ne fregava un cazzo e mi concentravo solo su quello che mi attirava, ora invece, bombardato di informazioni, sono tentato spesso di andare a riscoprire cose che mi sono perso, ma è un’impresa letteralmente impossibile
Metal Shock
Martedì 19 Luglio 2016, 19.29.05
30
@Tinoebe: ma se una persona compra un nuovo disco senza ascoltarlo bene e dargli la giusta importanza, cosa lo prende a fare? Io prima di valutare seriamente un disco lo ascolto quattro o cinque volte per bene, e difatti The devil strikes again all`inizio non mi diceva tanto, ma poi ascoltandolo bene e` cresciuto e tanto. Non sara` un capolavoro ma e` n ottimo album in linea con quanto fatto dai Rage in passato. Poi la tiritera con Smolski la trovo stucchevole: si sono separati, ognuno fa il suo punto e basta, se ad uno piace uno o l`altro o tutti e due dipende dai gusti personali. Io l`album degli Almanac lo trovo noioso, preferisco i Rage.
Kai Shiden
Martedì 19 Luglio 2016, 19.19.01
29
Basta sentire gli Almanac per capire cosa volesse fare Smoslkij con i Rage. Lo stile fresco l'ha portato nei primi due dischi, poi è diventato stantio e se leggete le interviste di Peavy, più atto a fare vedere quanto fosse bravo con la chitarra "piripiri" (cit.) e ultimamente anche dannoso per le casse del gruppo, tant'è che il managaer che ora suona l'ha salvato più di una volta. Il disco è onesto, niente di particolare, ma è Rage e se un po' conosco quella volpe, ha già pronto un secondo tiro.
guitarmadness80
Martedì 19 Luglio 2016, 15.32.03
28
Personalmente seguo i Rage dal 1995, anno di Black in mind, disco che ho letteralmente consumato...i miei preferiti, oltre a quello ovviamente, sono Trapped, Ghosts (per me un assoluto capolavoro), Perfect Man e Speak of the dead
guitarmadness80
Martedì 19 Luglio 2016, 15.29.02
27
Allora, ho ascoltato molte volte l'album sin dal giorno della sua uscita. Ho votato 77 perché il disco mi piace, si lascia ascoltare, ma ci sono diversi riferimenti al passato...molti brani ricordano altri (specialmente del periodo da Trapped a Welcome to the offre side). La separazione fra Victor e Peavy credo sia stata giusta, il geniale musicista bielorusso aveva davvero preso il sopravvento e rubato la leadership a Wagner (anche nel songwriting faceva tutto lui...). Per i Rage non poteva essere giusto così, dovevano trovare un giusto compromesso e sarebbero andati avanti a regalarci grande musica ancora per anni. Vedremo come andrà a finire per entrambi e chi avrà avuto ragione. I due nuovi Rage sono giovani, bravi e motivati a far bene (certi soli di Marcos sono davvero belli...mi ricordano molto la coppia dei Maiden Smith/Murray, bravo !).
Mauro Paietta "My Refuge"
Martedì 19 Luglio 2016, 15.14.18
26
Paietta, non "Il paletta", grazie
tino ebe
Martedì 19 Luglio 2016, 14.20.48
25
Per la cronaca io invece seguo i rage dal 1986 quando ancora c’era jorg michael, è vero quello che dice il paletta, che il sinfonico era già partito da lontano ma con smolski questa componente ha preso il sopravvento e sicuramente lui si è preso molti dei meriti e alla fine molte delle critiche dei vecchi fan più scettici e meno convinti (come il sottoscritto). A leggere la sua ultima intervista su rock hard dove spiega la questione delle sue scelte sembra che la situazione gli sia sfuggita di mano fino quasi a renderlo sul lastrico e a fare cose che non gli piacevano più, non fa mai il nome di smolski ma è sottinteso che il russo avesse preso il sopravvento. Dice che si sentiva come su un treno che andava a tutta velocità contro un muro ma che non riusciva a saltare prima dello schianto. È stato “salvato” dal batterista a cui ha affidato la gestione manageriale oltre al seggiolino nel gruppo. Sembra un po’ come quelle donne che stanno con il marito che non amano più perché non hanno il coraggio di ferirlo mollandolo, salvo poi scappare quando trovano il ragazzo aitante più giovane e prestante (vale anche per i maschietti). Da quel punto di vista condivido in toto la sua scelta.
Mauro Paietta "My Refuge"
Martedì 19 Luglio 2016, 13.51.41
24
A me sembra si stia facendo molta confusione e non si conosca bene la storia dei Rage... la parte "sinfonica" ed orchestrale era già presente in Missing Link (Lost in the Ice) e Black in Mind (A nameless time e All this Time) per non parlare poi di Lingua Mortis che risale al 1996, ed allora Smolsky non era nemmeno lontamente coinvolto coi Rage, inoltre a parte alcuni brani ed il progetto LMO non che gli album con Smolsky fossero totalmente orchestrali. E' stato Peavey che già allora diceva di essere molto appassionato di musica classica, e un disco come Lingua Mortis che oggi va tanto di moda nel 1996 era decisamente innovativo e sperimetale per un genere come il power e l'heavy classico. Personalmente amo dischi come Perfect Man, Secrets in a Weird world, Trapped, e seguo i Rage dal 1995, ma in questo nuovo disco non ci trovo l'ispirazione di quei dischi, oltre il fatto che si parla di ritorno alle origini, ma io non ci vedo un approccio molto diverso da un disco come Carved in Stone...
tino ebe
Martedì 19 Luglio 2016, 12.25.05
23
Se vogliamo dire che tendiamo a considerare ogni uscita passata migliore di ogni uscita recente ci può stare, io penso che molto dipende dal fatto che ogni uscita recente non viene apprezzata a dovere, non viene desiderata, e non gli si dedica abbastanza tempo, cosa che invece si faceva nel passato e quindi tendiamo a vederla meno efficace. Non trovo invece corretto definire scialbo o banale un prodotto come questo che segna una svolta improvvisa rispetto alla direzione musicale che questa band aveva intrapreso. Se uno è abbastanza maturo (vecchio) da aver metabolizzato (e amato) un disco come perfect man, si renderà conto che è fatto di canzoncine semplici, dirette, brevi, con testi di 4 righe in croce che sembrano fatte da un bambino delle elementari, ma è proprio questo il bello, la semplicità, l’immediatezza, la freschezza unita a una tecnica eccellente ma non fine a se stessa
BlackInmind
Martedì 19 Luglio 2016, 12.01.33
22
sti discorsi li ho sentiti ad ogni uscita dei rage da black in mind in poi...il passato è sempre migliore e intoccabile. Perdita di tempo. Au revoir. VOTO: 85
Mauro Paietta "My Refuge"
Martedì 19 Luglio 2016, 11.16.41
21
Concordo con tino ebe, l'apice compositivo anche secondo me è Trapped, vario, potente, originale sia nel sound che nei pezzi, senza un solo calo. A seuire di poco Black in Mind, Missing link ed end of all days. Adoro i Rage, ma sinceramente questo disco mi pare un po' troppo osannato, carino ma decisamente poco ispirato, banale, dal vivo qualche nuovo pezzo funziona e loro sono macchine da live, coinvolgenti e massicci, ma il paragone di questo disco col passato non regge affatto
Metal Shock
Martedì 19 Luglio 2016, 10.49.19
20
Per me hanno fatto ottimi album e album discreti sia con la svolta sinfonica che prima. Dipenderà dai gusti ma ho trovati ottimi spunti prima di Smolski e col suo avvento e anche adesso, tutto il resto sono sempre le solite discussioni tra chi preferisce questo o quello, ponendosi dei limiti senza senso, perchè di buono ci trovi sempre qualcosa, mica hanno cambiato genere.
tino ebe
Martedì 19 Luglio 2016, 10.29.30
19
Siccome ci sono due fazioni che pacificamente si contrappongono, specie quando le band cambiano pelle in maniera più o meno radicale, sarebbe interessante sapere quanti di coloro che apprezzano la svolta sinfonica e soprattutto l’era smolski sono fans della prima ora della band. Si tende a considerare l’apice della band black in mind e end of all days, due dischi eccezionali senza dubbio, però se devo essere sincero questa formazione con i due chitarristi fisher e spiros al posto di manni non mi aveva mai convinto del tutto, per me l’apice rimane trapped, uno dei miei album preferiti di tutti i tempi.
BlackInmind
Martedì 19 Luglio 2016, 9.50.20
18
voler ridurre tutto al solto concetto per cui la musica deve innovare, è profondamente sbagliato. Qui c'è molto di più, c'è l'essenza del power metal stesso. Se uno non è in grado di sentirla, passi ad altro, siamo pieni di gruppi ultra sofisticati che fa figo ormai ormai urlare alla rivoluzione ad ogni nuova uscita. Album sontuoso questo dei Rage in quanto semplice, immediato ed energico. Voto:85
lux chaos
Martedì 19 Luglio 2016, 9.28.48
17
Concordo con rada e entropy, purtroppo il legame col “genere” fa sì che un dischetto sufficiente, di mestiere e ultra mega stra sentito come questo, solo perchè “ritorna alle origini del gruppo”, venga incensato come salvatore della patria quando è evidente che Smolski aveva portato uno stile fresco che ormai era perfettamente integrato con la band…e purtroppo anche tsar ne esce solo discreto, ci hanno smenato (e molto) entrambi, anche se di sicuro quello che ha la possibilità di far meglio è Smolski, mentre i Rage resteranno un buon gruppo, come sempre sono stati…
terzo menati
Martedì 19 Luglio 2016, 8.49.35
16
Peavy in evidente crisi di mezz'età invece che farsi la spider e l'amante di trent'anni si e' fatto la band nuova con due ragazzi giovani che pestano di brutto. Come lo amo. Grandissimo ritorno. Voto 80
Klunk
Lunedì 18 Luglio 2016, 23.05.46
15
Kai hai perfettamente ragione si sono alleggeriti di zavorre varie, ritorno alle origini brani veloci e diretti ritornelli che fanno subito presa . Grandi, vi avevo persi ma finalmente vi ho ritrovati !!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Kai Shiden
Lunedì 18 Luglio 2016, 20.28.42
14
Finalmente! Si sente che la zavorra è stata allontanata.
jonny
Lunedì 18 Luglio 2016, 17.49.38
13
Deve arrivarmi, avevo ascoltato i pezzi in precedenza fatti uscire da loro , e sembrava un ritorno alle origini, e cosi' a quanto pare sembra leggendo i vostri commenti e la recensione, sembra in taglio netto con lo stile classico sinfonico orchestrale alla Smolsky a quanto pare.
AL
Lunedì 18 Luglio 2016, 14.18.11
12
ottimo album e sono contento del ritorno al passato della band! visti recentemente dal vivo e sono in formissima e spaccano alla grande. di quest'album non c'è un pezzo sotto la media. ho la versione con i bonus e le cover e devo dire che il pezzo Into the fire poteva starci benissimo. grande peavy. per me 85
tino ebe
Lunedì 18 Luglio 2016, 12.42.03
11
leave my cloud and stay away if u steal my refuge
Oh yeah!
Lunedì 18 Luglio 2016, 12.39.39
10
Eh, si vede che Radamanthis non CONOQUE bene la storia Rage/Refuge...
tino ebe
Lunedì 18 Luglio 2016, 12.07.17
9
non c'è di che
Radamanthis
Lunedì 18 Luglio 2016, 11.47.39
8
Thanx!
tino ebe
Lunedì 18 Luglio 2016, 11.13.35
7
I refuge sono un side project di peavy che gira per festival e crociere varie ma senza essere una band vera e propria, diciamo che sono una cover band dei rage da perfect a missing. Hanno una pagina facebook ufficiale (manni pure) ed evidentemente gli altri due hanno altri lavori per cui suonano solo per passione.
Radamanthis
Lunedì 18 Luglio 2016, 11.09.10
6
Ma i Refuge esitono quindi? Sapete dirmi perchè non ha fatto una reunion con loro nei Rage ed ha preso due nuovi musicisti?
entropy
Lunedì 18 Luglio 2016, 11.04.27
5
Io cmq non capisco bene perché imputare la parte "melodico sinfonica" dei rage al solo smolsky. Nella carriera della band vi è stata un periodo" di mezzo" (il mio preferito tra l'altro) che va dal primo lingua mortis a ghost dove già erano fortissime tali tendenze. Ed è una fase della band che io adoro, sia per XIII che per end of all days (dove diciamo le soluzioni melodiche si alternavano a quelle più heavy). Questa nuova fatica sicuramente riporta ai tempi di black in mind,con una punta di melodia in più come dice giustamente il recensore. Però il disco non mi ha convinto al 100%. Buono, ma non strepitoso, Direi 70/75
tino ebe
Lunedì 18 Luglio 2016, 11.01.27
4
Ho ritrovato finalmente la band che ho amato da metà anni 80 fino a black in mind. La mia predilezione del trio delle meraviglie che oggi si fa chiamare refuge rivive oggi grazie alla saggezza e all’umiltà di un peavy che è ripartito da zero con due ragazzi giovani, inesperti e fan della band, un incontro fra due generazioni distanti ma unite dalla passione per il rock duro. Non ho mai digerito la svolta ipersinfonica del gruppo, la presenza di smolski, e infatti li avevo abbandonati, ora finalmente siamo ritornati su coordinate semplici, dirette, sulla scia del seminale perfect man, tanta umiltà, lavoro duro, metriche semplici e via pedalare. L’album è semplice ma suona piacevole, immediato, onesto, per i fans della prima ora questa è una boccata di aria fresca. Peavy ha dichiarato che ha rischiato di rimanere in bolletta per gli investimenti di un gruppo che ormai non riconosceva più e che aveva perso la sua identità originale, si è salvato grazie all’aiuto del giovane batterista che oltre che un fan della band è un esperto in management e lo ha aiutato anche a tirarsi fuori dai casini finanziari. Bentornati
Metal Shock
Lunedì 18 Luglio 2016, 10.58.49
3
Beh, sentendo l'album fatto da Smolski con i Tsar, penso che i Rage abbiamo comunque fatto un disco migliore
Radamanthis
Lunedì 18 Luglio 2016, 10.53.14
2
Ho atteso tanto questo disco per vedere un pò come sarebbe suonato. Volevo capire se veramente ci sarebbe stato un ritorno netto al passato, ai suoni storici della band, a quei suoni che mi fecero impazzire da metà anni 90 in poi (conoqui i Rage in quel periodo grazie all'amico di sempre, dai tempi delle scuole superiori Mauro). Che dire? Si, sono tornati a certe sonorità, maligne, violente e veloci con quel tocco di melodicità soprattutto nei refrain che rendono la band quasi unica nel suo genere. Smolski era (anzi, è...) un grandissimo compositore e, ad essere sincero, credo mancherà alla band. Come dice anche Barry questo disco non raggiunge le vette di "21" ma per essere il primo di una band ancora da rodarsi direi che siamo sulla strada giusta. Speriamo continuino così a sto punto anche se all'inizio, devo ammetterlo, la mancanza di Viktor si è fatta sentire! Voto 77
Metal Shock
Lunedì 18 Luglio 2016, 10.49.22
1
Penso che questo album dividerà i fans, tra quelli soddisfatti del ritorno al passato e quelli che invece lo criticheranno. A me è piaciuto molto, ottimo album, belle canzoni che crescono col passare del tempo. Completamente d'accordo con la recensione.
INFORMAZIONI
2016
Nuclear Blast Records
Heavy
Tracklist
1. The Devil Strikes Again
2. My Way
3. Back on Track
4. The Final Curtain
5. War
6. Ocean Full of Tears
7. Deaf, Dumb and Blind
8. Spirits of the Night
9. Times of Darkness
10.The Dark Side of the Sun
Line Up
Peter "Peavy" Wagner (Voce, Basso)
Marcos Rodríguez (Chitarra, Cori)
Vassilios "Lucky" Maniatopoulos (Batteria, Cori)
 
RECENSIONI
80
74
79
81
80
69
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