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21/03/24
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Necrodeath - Black As Pitch
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30/07/2016
( 2756 letture )
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Dopo il grandioso ritorno in pista nel 1999 con il superlativo Mater Of All Evil e con la conferma della nuova formazione, i genovesi Necrodeath, leggenda globale del black thrash più oltranzista, non perdono tempo e si mettono subito al lavoro per pubblicare un degno successore del più che positivo comeback discografico. Il sodalizio con Scarlet Records è più solido che mai e Peso e soci ripagano la fiducia con un album fin troppo sottovalutato come Black As Pitch, per niente un disco di passaggio o di sperimentazioni ma bensì una ennesima conferma del potenziale della band ligure, in grado di tritare tutto e tutti se in palla come in questo periodo.
Si comincia subito senza pietà alcuna con la slayeriana Red As Blood, una furia incontrollabile al cui interno, oltre al drumming furioso di Peso, si stagliano superlative le ritmiche e gli assoli acidi del riff-master Claudio, vero e proprio motore inarrestabile della band. Si prosegue senza rifiatare con Riot of Stars, dove la sezione ritmica non dà un attimo di tregua grazie anche all’apporto sempre preciso e mortale del basso di John e il mattatore Flegias al microfono sembra davvero essere nato per ricoprire il ruolo di cantante dei Necrodeath. Burn and Deny è un efficace alternarsi tra sfuriate black e ritmi groove, con una parte centrale assestata su ritmi cadenzati che trasudano malignità da ogni nota, mentre Mortal Consequence, se non per il ritornello rallentato, è se possibile ancora più malvagia e veloce della precedente, anche grazie agli ottimi fill-in di batteria di Peso e ai sermoni black del sempre più indiavolato Flegias. La produzione e i suoni del nuovo corso metallico blasfemo in casa Necrodeath sono decisamente più pulite rispetto al passato, merito anche delle registrazioni agli Underground Studios in Svezia, che però non fanno minimamente perdere la band in cattiveria e acidità sonora. Il risultato è ben udibile in due pezzi da novanta: Sacrifice 2K1, versione ri-registrata superveloce e superincazzosa della storica Eucharistical Sacrifice presente sull’immenso Fragments of Insanity, in cui la differenza acustica con l’originale è evidente ma risulta quasi indistinguibile la mefitica aria che si respira al solo ascolto a occhi chiusi, se non ovviamente per la diversa tonalità di voce vista la differenza tra l’attuale cantante e lo storico Ingo; tocca poi all’anomala Process of Violation, uno slow tempo sulfureo dal cantato aspro che fino a questo momento mai si era sentito nella discografia dei genovesi (brano per il quale è stato anche girrato un video). Le composizioni arrivano a fatica ai tre minuti di lunghezza, a dimostrazione di quanto i Necrodeath vogliano essere sempre e comunque ricordati come uno degli ensemble più estremi che il mondo ricordi e del quale l’Italia deva essere orgogliosa. Quindi via a rotta di collo con la travolgente Anagaton, con una parte di cantato in latino letteralmente da brividi, con l’ancora più veloce ed estrema Killing Time, dalle forti tinte black e con un Peso sugli scudi, con il malefico mid tempo cadenzato e soffocante di Saviours of Hate che a metà brano si tramuta in una carneficina di demoni indiavolati per attaccarsi perfettamente all’insostenibile leggerezza della violenza di Join the Pain, una vera e propria mitragliata black/thrash da premio Nobel. Chiude l’album la magnifica Church’s Black Book, un brano che in poco più di quattro minuti di sfuriate senza ripresa di fiato racchiude ciò che sono e sempre saranno considerati i liguri.
I Necrodeath con questo Black As Pitch confermano prima di tutto di essere tornati per restare, di non aver perso minimamente lo smalto più violento ed estremo della loro carriera iniziale, di avere una formazione solida e compatta in cui ognuno dei membri, siano essi fondatori o new entry, rappresentano l’essenza di ciò che la band vuole trasmettere, ma soprattutto di essere ancora uno degli invidiabili capisaldi del metal tricolore, estremo e non: un faro e un esempio da seguire ciecamente anche oltreoceano, dove sono sempre stati considerati, a ragione, dei precursori capaci di influenzare musicalmente decine e decine di band storiche. Inossidabili.
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4
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Questo disco ha un solo difetto: è uscito dopo Mater Of All Evil. |
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3
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Grande album, grande randellata! Bellissima conferma dopo il ritorno sulle scene di Mater of All Evil. Difficile rimanere indifferenti di fronte a mazzate come Red as Blood, Church’s Black Book, Mortal Consequence, così come alla più tranquilla Process of Violation. Concordo col voto della recensione, comunque per me fino a 100% Hell sono tutti album da avere. |
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2
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c'è poco da dire, un grande album di una grande band! |
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1
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Bello, bello, bello! Gli preferisco un pochino di più il precedente, ma anche questo è un vero e proprio martello pneumatico di gran thrash. "Church's Black Book" apice del disco! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Red As Blood 2. Riot of Stars 3. Burn and Deny 4. Mortal Consequence 5. Sacrifice 2K1 6. Process of Violation 7. Anagaton 8. Killing Time 9. Saviours of Hate 10. Join the Pain 11. Church’s Black Book
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Line Up
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Flegias (Voce) Claudio (Chitarra) John (Basso) Peso (Batteria)
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