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Distant Past - Rise of the Fallen
19/08/2016
( 1450 letture )
L’eterna lotta tra le forze della luce e quelle dell’oscurità: questo il “grande” tema attorno al quale ruota il nuovo album degli svizzeri Distant Past. Un tema che sembra fare al caso nostro, dato che proprio l’alternanza di luci e ombre è ciò che più contraddistingue Rise of the Fallen. A prevalere sono però decisamente le ombre, ovvero gli aspetti negativi dell’opera, che emergono in modo netto fin da subito. Ma andiamo con ordine. Rise of the Fallen è il quinto album pubblicato dalla band originaria di Berna, il secondo sotto l’ala protettrice della tedesca Pure Steel Records (i primi tre furono autoprodotti), e vede il ritorno in formazione del batterista Al Spicher, già presente nell’album Alpha Draconis (2010). Non di secondaria importanza gli ospiti segnalati, tra cui il batterista Geri Baeriswyl, il quale si presta nella traccia Heroes Die (che, lo anticipiamo, è anche una delle migliori), il chitarrista David Luterbacher, presente su tre tracce, ma soprattutto il cantante Thomas Winkler (Gloryhammer), praticamente una prima voce avendo preso parte a ben otto canzoni su dieci, in alternanza però sempre a Jvo Julmy, membro fisso della formazione svizzera da due anni a questa parte.

I Distant Past propongono un heavy metal dai tratti possenti, epici ma non sinfonici, e melodici quanto basta. La percezione che si ha, però, fin dai primi istanti, è quella di un lavoro piatto con poco, anzi molto poco da dire. Dal punto di vista ritmico le emozioni non si avvertono quasi mai, salvo qualche sprazzo interessante qua e là, senza citare un brano in particolare semplicemente perché nessuno merita una menzione in questo senso; le parti di chitarra sono aggressive e tecniche il giusto, ma non dimostrano mai una gran personalità da parte del duo Schafer/Curty. Discorso simile per la sezione voci: tanto Jvo Julmy quanto Thomas Winkler non sono propriamente all’altezza del compito, ci mettono tanta passione e impegno, ma non riescono ad impressionare o lasciare un significativo segno del loro passaggio. Acuti a non finire, talvolta anche gradevoli, ma poca, pochissima sostanza. Rise of the Fallen non è comunque un album da disprezzare a man bassa, qualche buono spunto ce l’ha ed è giusto segnalarlo. L’accoppiata formata da The Road to Golgotha e Heroes Die, ad esempio, funziona e anche piuttosto bene. Al di là di tutte le carenze cui vanno incontro i Distant Past lungo l’intera durata dell’album, sfidiamo qualunque appassionato di heavy metal (ma anche i thrasher sono qui chiamati all’ascolto) a non apprezzare l’accelerata infernale presente verso la metà di The Road to Golgotha, che porta alla classica calma dopo la tempesta sul finale del pezzo. E se ciò non vi basta, l’energia travolgente di Heroes Die farà il resto. Peccato che oltre a questi due singoli pezzi vi sia ben poco da tramandare ai posteri. Basteranno i primi minuti, con Masters of Duality e la la successiva Die As One a chiarirvi le idee sull’effettivo standard qualitativo dell’album.

Nonostante i tanti anni (ben quattordici) di attività alle spalle, il combo svizzero non ha ancora raggiunto un livello tale da poter spiccare finalmente un deciso balzo verso l’alto, anzi, questo Rise of the Fallen ci mette di fronte una band praticamente priva di idee interessanti o innovative che le permettano di distinguersi all’interno di una scena sempre più colma di doppioni. I Distant Past potrebbero (dovrebbero) già aver fatto il loro tempo, e a meno di radicali cambiamenti difficilmente sentiremo parlare a lungo di loro.



VOTO RECENSORE
55
VOTO LETTORI
99 su 2 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2016
Pure Steel Records
Heavy
Tracklist
1. Masters of Duality
2. Die As One
3. End of the World
4. Ark of the Saviour
5. Scriptural Truth
6. Redemption
7. The Road to Golgotha
8. Heroes Die
9. The Ascension
10. By the Light of the Morning Star
Line Up
Jvo Julmy (Voce)
Christof Schafer (Chitarra)
Alain Curty (Chitarra)
Adriano Troiano (Basso)
Al Spicher (Batteria)

Musicisti Ospiti:
Thomas Winkler (Voce nelle tracce 1, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 10)
David Luterbacher (Chitarra solista nelle tracce 3, 8, 9)
Geri Baeriswyl (Batteria nella traccia 8)
 
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