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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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19/08/2016
( 1929 letture )
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Nel Kirghizistan settentrionale, a meno di venti km dal confine col Kazakistan, sorge Biškek, fiorente centro culturale ed economico del paese che nel 1999 assistette alla nascita di una band dal nome Darkestrah intenzionata a narrare storie riguardanti la loro terra, il paganesimo e il tanto avverso Cristianesimo attraverso un black metal condito a dovere con influenze folk. Dopo due demo il gruppo pubblica il suo primo full-length nel 2004 e da quel Sary Oy si sono susseguiti due EP, un live album, uno split con i sauditi Al-Namrood e quattro album fino ad arrivare a questa sesta fatica dal nome Turan, che rimanda ad una antica divinità etrusca.
I brani, che in questo caso si concentrano su storie che spaziano dagli antichi agli sciamani e dalle divinità allo spiritualismo, iniziano con One With The Grey Spirit, che è caratterizzata da una lenta intro in lingua che poi esplode progressivamente nei meandri musicali più “neri”, pur mantenendo una costante componente epica ed evocativa nonostante lo scream e i blast beat. L’ansimare di un uomo seguito da una voce femminile tipica orientale aprono le danze al secondo brano, Erlik-Khan. Carico di folklore e di atmosfera, il brano si rivela un’ invocazione al dio sia mongolo che turco del mondo dei morti, da cui il titolo del brano prende spunto, a cui l’uomo si affida totalmente:
Beyond life, beyond death, beyond reason Guide me, Erlik-khan! To the worlds of unseen and unspoken, Lead me, Erlik-khan!
Poche e semplici parole, ma abbastanza esplicative. Un riff differente da quelli sentiti fino ad ora da inizio a Conversions Of The Seer, pezzo più black rispetto ad altri che verso metà rallenta per poi ripartire con i classici estremismi, dove la voce comunque non dice nulla di nuovo e inizia a farsi un po’ ridondante, data anche la durata delle tracce, che non va mai al di sotto dei sette minuti (con un massimo di dieci), per un totale di poco più di cinquanta minuti di album. Segue Gleaming Madness, la composizione sfortunatamente meno interessante e meno riuscita del lotto soprattutto a causa di un riff alla lunga leggermente cacofonico e noioso. Superata questa mediocrità, l’opera si salva “in corner” con le ultime due canzoni: Bird Of Prey sembra all’inizio una traccia come le altre, salvo poi rivelare la propria anima solenne e capace di emozionare come pochi, mentre la conclusiva The Hidden Light, a parte l’intro, non si distacca di molto dai canoni dei primi due brani rivelandosi comunque un grande pezzo rimandando l’ascoltatore a sonorità vicine al viking. Prima di chiudere, è giusto aggiungere un dettaglio: questo platter è stato inizialmente prodotto al di fuori di una casa discografica e distribuito esclusivamente in digitale. Solamente in un secondo momento la Osmose Productions si è presa a carico la distribuzione prima sotto forma di cd e poi di vinile.
Arrivati alle conclusioni, questa fatica giunta dall’Oriente, per nulla complessa o poco immediata, sa regalare un buon ascolto sia a chi mastica queste sonorità da diverso tempo, sia a chi vi muove i primi passi e non è ancora “forgiato” a dovere, presentandosi come un’ alternativa insolita -ma assolutamente valida- alle band black/folk/viking europee a cui siamo maggiormente abituati.
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5
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Gran disco pagan black. Nulla di nuovo, ma rende perfettamente l'idea di cosa deve essere un disco di questo genere. |
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4
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Lo aspettavo da tempo ma mi ha un pò deluso. Al suo interno ci sono ottime idee ma sono sviluppate male all'interno dei brani. Le parti migliori durano poco e i pezzi, spesso, sono dilatati da riff poco riusciti ripetuti per troppo tempo |
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3
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@Enry, vai tranquillo potrebbero piacerti...Dai anche un ascolto se ti capita al debutto che considero ottimo...ma anche al mini ( si fa x dire) Khagan o Kaghan, non ricordo che parla della saga di Temugin. |
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2
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Questo me lo segno, sembrano interessanti ma non li ho mai approfonditi. |
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1
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Buon album, per questa band che ormai non e' più una sorpresa o underground. Per me i primi lavori, quelli da semi sconosciuti insomma sono ancora i miei preferiti..soprattutto il primo Sari Oy, ma comunque sono cresciuti hanno smussato alcuni lati del loro sound, conservano ancora fortunatamente quella matrice misteriosa e sciamanica del loro paese. Band sicuramente da seguire o comunque da conoscere per chi ancora non lo ha fatto. Anche per me un 7,5 abbondante. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. One With The Grey Spirit 2. Erlik-Khan 3. Conversions Of The Seer 4. Gleaming Madness 5. Bird Of Prey 6. The Hidden Light
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Line Up
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Merkith (Voce) Ragnar (Chitarra) Resurgemus (Tastiera, Chitarra) Cerritus (Basso) Asbath (Batteria, Percussioni, Temir-Komuz)
Musicisti Ospiti Sharthar (Violoncello) Sara (Mandolino)
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RECENSIONI |
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