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Logical Terror - Ashes of Fate
24/08/2016
( 1334 letture )
Ne hanno macinati di chilometri i modenesi Logical Terror dalla loro nascita nel 2009 ma soprattuto dalla pubblicazione del loro primo album Almost Human nel 2011, che li ha portati a girare praticamente ovunque lungo tutto lo stivale e aprendo per band enormi del calibro, tra le tante, di Sepultura, Arch Enemy, Primal Fear e Soilwork. E proprio a quest’ultimi e alla scuola svedese melodica, tecnica e massiccia si sono ispirati i nostri nella composizione del nuovo lavoro intitolato Ashes Of Fate: un concentrato di technical groove metalcore con spruzzate di cyber alla Fear Factory, giusto per dare una panoramica più precisa e dettagliata sul tornado sonoro scatenato dal quintetto modenese, che in nove brani articolatissimi e ipermoderni dispensano tecnicismi e orchestrazioni di livello internazionale, regalandoci anche un paio di chicche grazie a ospiti d’eccezione.

Si viene subito travolti dall’attacco alla giugulare di Ten Thousand Falls, dove l’alternare le voci melodiche a quelle acide e scream permette ai due cantanti Emi e Sic di dare una notevole “pacca” in faccia a chi ancora dubita che certo metalcore possa lasciare il segno, soprattutto contando che le orchestrazioni e le parti elettroniche riempiono sì qualunque secondo sonoro ma possono anche risultare molto ostiche a un orecchio poco allenato o addirittura abituato alla “vecchia scuola”. Non contenti di cotanta apertura i Logical Terror buttano in tavola il primo asso e lo fanno attraverso il technical thrashcore svedese di The World Was Mine, un brano perfettamente strutturato e bilanciato tra melodia accattivante e violenza ritmata, grazie anche all’apporto del primo ospite al microfono, cioè nientemeno cheMr.Bjorn “Speed” Strid diretamente da casa Soilwork, che con una prestazione stellare rende il brano una delle punte di diamante dell’intero album. Con Nowhere To Nowhere invece i richiami ai lavori degli Mnemic e degli italianissimi e fin troppo sottovalutati Empyrios si fanno decisamente evidenti soprattutto nella ricerca di campionamenti e melodie accattivanti, senza però disdeganre la parte puramente strumentale grazie alla fase solista della chitarra di Ash e ai continui cambi di tempo di Fede dietro le pelli. Se Shattered Crown, con il suo incedere cadenzato e scandito dalle chitarre stoppate e dal cantato puramente trasognante tipico di un certo stile vicino al gothic più moderno ed elettronico (chi ha detto Lacuna Coil?), lascia una buona impressione a livello esecutivo ma non di songwriting, la title-track dell’album rimette subito le cose in chiaro con una prestazione magistrale sotto ogni punto di vista, tirando fuori dal cilindro una grinta esagerata e una ricerca melodica degna dei numeri uno del genere, con un ritornello che ti si stampa in testa e che ti induce a fischiettarlo in continuazione, il tutto impreziosito dalla performance ruvida e abrasiva del secondo ospite d’onore, cioè Jon Howard direttamente da dietro il microfono dei superlativi canadesi Threat Signal. L’influenza di band seminali quali Soilwork e Darkane aleggia continuamente nelle scelte ritmiche degli italiani, ed è tutto grasso che cola perchè il risultato si palesa in un brano schizzatissimo e melodicissimo come Sleep Well The Darkest Night, un concentrato di tutto quello che la band sa fare e sa dare senza risparmiarsi sotto nessun aspetto. Più si va avanti nell’ascolto dell’album più si denotano senza mezzi termini o dubbi le intenzioni e gli obiettivi musicali dei Logical Terror, cioè puntare il più possibile sulla dicotomia della doppia voce e su strutture armoniche che partono da lidi melodici sicuri ma articolati (The Long Descent), attraversano territori minati con rimandi al post grunge misto al thrashcore (Another Day Gone), per approdare al modern core più soft e di facile presa ma con un retrogusto altamente progressivo (Coming Undone), il tutto ottimamente eseguito perchè vissuto in modo convinto e non costruito a tavolino.

Il messaggio ambizioso dei Logical Terror non è di certo soggetto a equivoci o male interpretazioni, questi ragazzi vogliono arrivare in alto in ambito metalcore e lo vogliono fare usando tutti i mezzi a loro disposizione, che a dire il vero sono un bell’arsenale se si conta tutto ciò che è presente in questo Ashes Of Fate. C’è forse da essere meno derivativi e più spinti verso una direzione ben precisa (o si accelera e si rimane in ambito metal o si rallenta, si melodizza e si armonizza tutto spostandosi sensibilmente da esso), ma la scelta personale della band non influirà di certo sulla volontà e gli intenti genuini di un progetto che merita di essere seguito e supportato a prescindere.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
70 su 2 voti [ VOTA]
HP
Domenica 28 Agosto 2016, 21.20.50
1
Come inizio non c'è male, ma è spaventosamente "già sentito"..
INFORMAZIONI
2016
Dark Tunes Music Group
Thrash Core
Tracklist
1. Ten Thousand Falls
2. The World Was Mine
3. Nowhere To Nowhere
4. Shattered Crown
5. Ashes Of Fate
6. Sleep Well The Darkest Night
7. The Long Descent
8. Another Day Gone
9. Coming Undone
Line Up
Emi (Voce)
Sic (Voce)
Ash (Chitarra)
Sid (Basso)
Fede (Batteria)

Musicisti 0spiti
Bjorn “Speed” Strid (Voce nella traccia 2)
Jon Howard (Voce nella traccia 5)
 
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