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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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26/08/2016
( 3619 letture )
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Gli Equilibrium sono una band bavarese che di certo non ha bisogno di presentazioni, vista la propria carriera ultradecennale, durante la quale sono stati pubblicati quattro album, e l’attiva presenza sui palchi di tutta Europa. Dal 2008, i nostri militano sotto l’ala protettrice della famosa Nuclear Blast, che ai tempi seppe riconoscere la grande validità della prima release Turis Fratyr e colse l’occasione per prenderli al di sotto della propria ampia ala protettrice. Ad oggi, sono passati due anni dal discusso Erdentempel, due anni durante i quali la formazione ha subito diversi cambi di line-up, più precisamente alla chitarra e al basso, che tuttavia non hanno portato a tangibili cambiamenti nello stile proposto dal gruppo teutonico, che si ripete come da copione. Come Sagas e Rekreatur possono essere considerati tra loro molto simili, questa quinta fatica è davvero molto simile alla precedente, come appare già piuttosto chiaro dalla copertina. Simile perché, in fondo, la band ha solamente alleggerito leggermente le composizioni rendendole meno “pompose” ed epiche, scaricandole dall’unico tratto che contraddistingueva il quintetto in questione. Quindi agli Equilibrium cosa è rimasto? Poco o nulla.
Vediamo perché entrando nel dettaglio di Armageddon. Sehnsucht apre le danze dell’album in modo epico, o almeno sembra all’inizio, in quanto poi il brano va spegnendosi progressivamente nonostante la doppia cassa inizi a dettare i tempi. Il pezzo finisce di punto in bianco, non dando nemmeno l’idea di diventare una sorta di intro per la successiva Erwachen, che sembra uscita dalla sigla di un cartone animato con uno scream strozzato nel tentativo –fallito- di creare un’atmosfera evocativa. Nonostante i cori e la partecipazione di diversi musicisti ospiti, occupati tutti al flauto, diverse sono le composizioni che passano piuttosto inosservati e non aggiungono pressoché nulla a quanto finora offerto dai tedeschi, come Katharsis e Heimat. Con Born To Be Epic la band tocca con tutta probabilità il fondo: liriche banali, componente “folk” è inascoltabile, senza dimenticare il lyric video realizzato proprio per questa canzone, durante il quale si possono ammirare pugnali, flauti e teschi che danzano piegandosi a destra e a sinistra, come in un cartone giapponese di terza categoria. Potrebbe chiaramente comunque trattarsi di un pezzo che vada anche preso poco sul serio, con una prospettiva più spensierata come alcune note composizioni dei maggiormente affermati colleghi Korpiklaani, Alestorm e Finntroll, anche se non sembra questo il caso. Seguono Zum Horizont e Rise Again che, proprio nominando i Finntroll, ricordano molto quanto già portato alle stampe proprio dai finlandesi, forse a causa di mancanza di idee. Arrivando a Prey, primo singolo pubblicato verso la fine di giugno, si vede uno spiraglio di luce, per il semplice fatto che in questa traccia la band sia “tornata” alle composizioni epiche e caricate di qualche anno prima, creando un brano che difficilmente scontenterà come i precedenti. Parte bene anche Helden, che però successivamente si abbandona a riff confusi e pacchiani che non dicono assolutamente nulla, come la successiva Koyaaniskatsi, che prende le distanze dalle composizioni precedenti presentandosi più rallentata. Il compito di chiudere questi cinquanta minuti spetta a Eternal Destination, traccia più lunga dell’opera, che si pone sicuramente sopra le righe, convincendo molto più delle altre, Prey ovviamente esclusa.
Tirando le somme Armageddon è un album di cui si può certamente fare a meno, sfacciatamente banale e molto commerciale che in ogni caso non mancherà di piacere a qualcuno, in particolare ai neofiti, tanto che non manca addirittura l’edizione con doppio cd, che include la versione strumentale dell’intero platter. Definirlo “folk metal” suona tuttavia abbastanza irrispettoso verso quelle formazioni maggiormente professionali e virtuose, che non si mettono sotto una grande ala protettrice tanto per avere ben distribuita la loro musica, adagiandosi eccessivamente sugli allori. Il discorso di Mitja dei finlandesi Moonsorrow riportato nella recensione del precedente Erdentempel è ancor oggi valido, forse ancora di più.
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8
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La svolta verso il commerciale della band teutonica. Il sound è alleggerito rispetto al passato, e risulta pure di facile presa. I testi fatta eccezione per Heimat ed Helden (molto buone anche musicalmente) sono mediocri. Il cantato in inglese di tre brani non regge il confronto con quelli concepiti in lingua madre. I nuovi innesti non brillano, e anche la prestazione di Dahn sembra sottotono. Per concludere, dico non una bocciatura ma sicuramente un passo falso, sufficienza striminzita. 61 |
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7
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...e chi sarebbero sti professionisti Fulvio?!a me sembra che gli Equilibrium nel fare folk metal siano tra i migliori!Sagas ,Turis Fratyr ed Erdentempel mi piacciono un sacco questo lo devo ancora assimilare cmq |
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6
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Diciamo solo che il folk metal ha rotto il cazzo. Lasciatelo fare ai professionisti. |
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5
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Sicuramente il loro lavoro più blando, per quanto alcune tracce mantengano il "fattore Equilibrium" (penso a Heimat e Helden). Rimane comunque un ascolto gradevole, anche se i fasti del passato sono lontani. In ogni caso, valutare questo meglio di Erdentempel è assurdo. D'altro canto, quel 47 fu ed è tuttora una pagliacciata. |
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4
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Sagas e Turis Fratyr Mi erano piaciuti parecchio,questo armageddon si candida tra i piu brutti album usciti nel 2016.ma sono davvero loro??una schifezza di dimensioni bibliche,posticcio,falso. |
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3
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Scusate ragazzi, piccola nota: il nome della band è stato scritto "Equilibrum" senza la i finale e quindi a lato non si vedono gli altri dischi della band (: |
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2
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gli esordi non erano male...questo è merda |
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1
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Ho ascoltato qualcosa di questo album...Ma chi sono i Sabaton (dell'ultimo) versione death folk???...Non sò se sia un album da 50 oppure da 60, l'ho ascoltato giusto per curiosità al momento e neanche tutto quindi posso esprimermi solo parzialmente. Vero però che in alcuni passaggi ti lascia veramente con dei punti interrogativi...Condivido il discorso che risulti un sound mooooolto commerciale (sembra come dire una colonna sonora di quei rifacimenti attuali di quei film epico fantasiosi degli anni 80..non riusciti ovviamente imho). Anche se devo dire che ci sono un paio di brani talmente tamarri da risultare gradevoli...Chissà, se riesco a finire di ascoltarlo due o tre volte per bene gli assegno un voto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Sehnsucht 2. Erwachen 3. Katharsis 4. Heimat 5. Born To Be Epic 6. Zum Horizont 7. Rise Again 8. Prey 9. Helden 10. Koyaaniskatsi 11. Eternal Destination
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Line Up
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Robse (Voce) Dom R. Crey (Chitarra, Voce) René (Chitarra, Voce) Makki (Basso) Hati (Batteria)
Musicisti Ospiti Charly (Voce in traccia 11) Jenny Böhm (Voce in traccia 4) Christoph Wellm (Flauto in traccia 4) Robert Leuschner (Flauto in traccia 4) Martin Hahn (Flauto in traccia 4) Sebastian Fauth (Flauto in traccia 4) Galo (Flauto traccia in 7)
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