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Zealotry - The Last Witness
21/09/2016
( 1288 letture )
Questa piccola perla con il meraviglioso artwork a cura di Alex Eckman Lawn risponde al titolo di The Last Witness ed è il secondo album della band americana Zealotry. Attiva sin dal 2005 per mano del frontman R. Termin, ha visto l’ingresso qualche anno dopo del giovane e talentuoso P. Tougas, quest’anno salito veramente alla ribalta con i suoi solismi classicheggianti e tecnicamente ineccepibili in altri progetti, quali First Fragmen e Chthe’ilist, e di Alex Zalatan degli Inhumatus. Il risultato è un death metal con molti meno fronzoli rispetto all’opulenta prova riscontrabile in un disco come Dasein, ma che non disdegna virtuosismi ed elaborazioni nella sua composizione. Dopo il debutto di The Charnel Expanse, accolto positivamente da quasi tutta la critica, giunge quindi il momento di ascoltare questo The Last Witness e delle sue tematiche più cupe e nichiliste.

Arc of Eradication attacca con tutta la sua sulfurea prepotenza, tipica di un death metal che guarda con ammirazione agli anni novanta, ma ricerca una certa modernità ed un incontro con elementi un po’ più cupi ed oscuri, senza puntare tutto sulla velocità e sull’impatto frenetico. Infatti, le sonorità tipiche dei capostipiti del death, nella produzione degli Zealotry, trovano un incontro con frammenti di doom e, soprattutto, sludge, riuscendo nella costruzione di un sound complessivo che riesce a stupire ed a farsi apprezzare dagli ascoltatori del metal più estremo. Ne è un esempio anche la meravigliosa Heralding the Black Apostle dove la gran voce di R. Termin viene affiancata da linee di chitarra che sembrano provenire direttamente dagli abissi dell’inferno, a cui si associa il basso mai troppo invasivo ma ben presente di Adan Collins e, sopra a tutto, gli assoli sempre di ottimo gusto del talentuosissimo P. Tougas, qui in veste più cupa e maestosa, rispetto alla cascata di tecnicismi sentiti nei First Fragment. L’album procede su livelli di qualità piuttosto stabili, anche se si possono notare un paio di brani notevolmente più interessanti rispetto ad altri: è il caso di Progeny Omega che ricalca un sound più simile agli ultimi Incantation, pur partendo in sordina e della conclusiva Silence. Questi due brani sono, verosimilmente, i migliori e più personali dell’intero lotto e fanno letteralmente le scarpe a brani più standard e prevedibili quali Cybernetich Eucharist o Yliaster. Nonostante questi dettagli, la produzione carica di zolfo ed i suoni melmosi degli strumenti, rendono The Last Witness un album in cui è quasi spontaneo immergersi per riuscire a catturare tutte le sue sfaccettature. Che si tratti di un brano tirato dall’inizio alla fine, o di una composizione che parte con un’inquietante sezione in acustico avvalendosi anche di violoncelli, cori e parti più evocative, gli Zealotry dimostrano di saper fare il proprio dovere con onore e rendono l’intera produzione una piccola chicca da ascoltare ad ogni costo.

Appassionati del death metal moderno, che punta più alle cupe e nichiliste visioni sporcate di doom e sludge, piuttosto che all’indistinta carneficina strumentale degli anni novanta, questo 2016 vi ha regalato anche The Last Witness. Un disco non perfetto, non eccelso ma che, alla fine della fiera, si presenta come un lavoro onesto, valido e che vi soddisferà sin dal primo ascolto. In attesa del terzo album che dovrà essere necessariamente quello del definitivo passo in avanti, possiamo chiudere questa disamina con la speranza che gli Zealotry imbocchino definitivamente la strada che li ha portati a comporre brani come Silence e Progeny Omega, vere e proprie luci che potrebbero essere in grado di rendere splendente il futuro di questa realtà americana.



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
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Northcrossdeath1
Venerdì 23 Settembre 2016, 17.55.49
1
Altra bella recensione Davide. Catturato dalle citazioni ai "First Fragment", non ho potuto fare a meno di andarmelo a sentire e ne sono rimasto spiazzato! Hai giustamente parlato di cupo e nichilistico, ma non me lo aspettavo così "malsano"... è un sound a cui non sono troppo avvezzo, ma comunque lo ascolterò ancora perchè ci sono parti che mi piacciono.
INFORMAZIONI
2016
Lavandome Productions
Death
Tracklist
1. Arc of Eradication
2. Heralding the Black Apostle
3. Cybernetic Eucharist
4. Progeny Omega
5. Mutagenesis
6. Yliaster
7. The Last Witness
8. Silence
Line Up
R. Termin (Voce, Chitarra)
P. Tougas (Chitarra, Cori)
Alex Zalatan (Batteria)

MUSICISTI OSPITI
Adan Collins (Basso, Violoncello)
X. Berthiaume (Voce in traccia 8)
Tommy Parnelle (Cori in traccia 4)
 
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