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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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Twilight Force - Heroes of Mighty Magic
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29/09/2016
( 3270 letture )
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Lo abbiamo detto più e più volte: il genere che probabilmente vive le maggiori difficoltà a tirarsi fuori dalle secche di un modo di comporre troppo standardizzato è probabilmente il power metal. In linea di principio, quindi, chiunque cerchi di trovare soluzioni a questo problema dovrebbe essere considerato in maniera assolutamente positiva, ma non sempre le cose vanno completamente per il verso giusto. Nato a Falun -stessa cittadina svedese che ha dato i natali ai Sabaton- il gruppo dei Twilight Force, capitanato dal cantante Chrileon, si è già segnalato nel 2014 con un debutto intitolato Tales of Ancient Prophecies. Il disco in questione è stato salutato dai più come una prima uscita più che interessante, lasciando intravedere la possibilità di avere a che fare con una band dal futuro luminoso, tanto da fruttare loro un contratto con la Nuclear Blast. L’arrivo del secondo album, battezzato stavolta Heroes of Mighty Magic doveva quindi segnare una svolta sia nella loro carriera che, a detta di alcuni, nell’intero panorama power fantasy internazionale.
L’assetto della band, per chi non lo sapesse, prevede una formazione a sei con l’uso di coreografici abiti di scena che fanno da corollario a quello che i Twilight Force chiamano “adventur metal”. L’uso di piano, liuto e violino e la proposta di testi di estrazione fantastica basati sull’evoluzione di quelli narrati nel disco precedente -abbiamo a che fare con un concept sulla trasformazione di un drago in arcidrago e parti singole per ogni musicista nella trama- completano il tutto. Musicalmente, i Twilight Force possono essere considerati una sorta di amplificazione dello stile Rhapsody (Fabio Lione è ospite in un brano, mentre in un secondo appare Joakim Broden), ma arricchito di uno spirito happy-metal e, in questo secondo lavoro, di arrangiamenti densi di sovrastrutture ottenute in studio. Queste portano le canzoni in parte in territori che a tratti sono addirittura da musical ed alcune volte risultano effettivamente arricchire la proposta, ma spesso soffocano la fruibilità dei pezzi sotto un incredibile muro di effetti. Campane, xilofoni, orchestrazioni magniloquenti e mille altri suoni che spesso avvolgono le canzoni in un pesante mantello che, se da un lato testimoniano un grande lavoro svolto in studio ed il tentativo di fare qualcosa di diverso dal consueto, dall’altro spesso risultano ridondanti e “fumosi”. Inoltre, tendono a soffocare talvolta l’impatto degli strumenti tradizionali, portando tutto in situazioni più da commedia musicale, come detto, che da power metal, pur non arrivando mai ad uccidere gli assoli di Lynd, sempre molto nel mood del gruppo. Il tutto, si badi, è frutto di una precisa ed autonoma scelta del gruppo, che ha prodotto Heroes of Mighty Magic nel proprio Twilight Forge Studio, con tutte le parti orchestrali a cura di Lynd e Blackwald affidate quindi al computer. Le varie canzoni si susseguono in maniera teoricamente più che accettabile, mantenendo uno standard che oscilla tra qualche caduta di tono tipica della costruzione di un normale brano power secondo gli stilemi del genere e qualche vetta di eccellenza, passando per altri perlomeno gradevoli. A causa di quanto scritto prima, il CD risulta però poco immediato (non necessariamente un difetto, questo, dato che i molti ascolti richiesti per la sua assimilazione indicano necessità di prestare attenzione alla musica) ed anche un po’ “plasticoso” in molti suoi passaggi. Le due suite There and Back Again -quella con Lione- e Heroes of Mighty Magic gli highlights del disco, con il singolo Battle of Arcane Might a fare da ponte col passato e tante cose buone nel mezzo. Molto bella, infine, la copertina di Kerem Beyit. Per la cronaca, la penultima traccia Epilogue, che spiega la trama del disco, è totalmente recitata, mentre l’ultima è una vera e propria canzone da opera teatrale cantata mediante l’uso di un coro e viene presentata come l’inno nazionale dei regni del crepuscolo.
A conti fatti, la valutazione di Heroes of Mighty Magic deve tenere conto della sua complessità. I parametri da valutare, sono di conseguenza davvero molti. Innanzi tutto va tenuta presente la voglia di migliorare mostrata dagli svedesi i quali, rispetto all’esordio, portano il minutaggio dell’opera su valori praticamente doppi ed inseriscono elementi che vanno considerati come facenti parte del loro concetto di power metal. La ricerca della melodia è stata ulteriormente curata, così come i vari aspetti esteriori del prodotto, ma tutta questa voglia di fare ha prodotto alcuni passaggi in cui la musica diventa coreografia rispetto al resto. Con ciò dimostrando come, a volte, ricorrere ad un buon produttore in grado di osservare tutto con occhio più distaccato e di lavorare anche per sottrazione rispetto a certi barocchismi concettuali, possa essere una scelta vincente. Soldi permettendo. Tanto lavoro a monte, dunque, ma l’operazione di “stratificazione” del prodotto risente del fatto che i Nostri si sono lasciati prendere un po’ la mano in studio. In conclusione, si tratta di vedere il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, ma forse c’è un altro modo per godere davvero di un disco come Heroes of Mighty Magic, cioè quello di avere il coraggio di considerarlo davvero un musical più che un album power metal. Se immaginiamo le canzoni eseguite in teatro, con coreografie adeguate, luci ad hoc ed attori e figuranti ad affiancare i musicisti mentre la storia si dipana, tutto assume più senso. Così, la parte di “falsità” che ammanta i pezzi diventa addirittura quella più centrale e godibile. Oppure, si potrebbe pensare al tutto come colonna sonora di un ipotetico film scritto appositamente o meglio ancora, di un grandioso videogame. Chiaramente, è impensabile che il gruppo possa avere i soldi per operare in tal senso, almeno nel breve e, tornando con i piedi per terra, Heroes of Mighty Magic rimane un normale album musicale e come tale va inquadrato. Tutto sommato, comunque, il coraggio va premiato al di là degli evidenti errori commessi, pur non sbilanciandosi oltre il lecito ed anche se non deve tramutarsi in spavalderia senza senno. Sarà il prossimo loro lavoro a dirci se i Twilight Force sono il nuovo che avanza inarrestabile, innovatore e divertente, o se si trasformeranno in una parodia di loro stessi. Il confine tra capolavoro ed opera ridicola può essere davvero molto sottile.
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10
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Il disco d'esordio l'ho adorato e continuo tutt'oggi ad ascoltarlo, questo non ce l'ho fatta, 70 minuti che sembrano 700, troppe orchestrazioni alla Rhapsody seconda fase. Nuclear Blast rovina troppi album potenzialmente buoni aumentando il minutaggio fino allo stremo. |
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9
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il disco è bello. Basta con queste schiocchezze dei generi "morti". E' heavy metal? Sì. Bene! E' sufficiente! Cosa serve fare sempre critiche fastidiose e inutili? |
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8
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Sarà anche un concept usato e riusato, ma io sento invece una vena compositiva che ai blasonati Rhapsody of Fire sta mancando senza il buon vecchio Turilli e i ritornelli sono più che orecchiabili. |
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7
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Dato un ascolto la prima volta appena adesso,sicuramente l'approccio tentato è con l'idea di arricchire ciò che è già stato sentito con qualcosa di nuovo e magniloquente,non so però ancora se sia la strada giusta perchè al momento pur piacendomi un sacco non so se mi trovo davanti un possibile capolavoro o un'operazione furba della luclear blast,effetti ambientali sono già stati usati molto bene dagli Equilibrium,questi sembrano voler quasi forzare a rendere ogni canzone da favola...visto tutte le etichette che fioccano adesso,che si possa parlare di Disney metal? |
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6
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Sarà tutto già sentito, ma lo ho trovato irresistibile. Se la batte con il primo dei Rhapsody e asfalta tutto il resto. Booklet meglio di un manuale di role playing. Grandiosi 1 |
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5
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Copia incolla spudorato, atto dalla Nuclear Blast nel cercar di creare (e di colmare) di nuovo lo stesso trend che tanto andava di moda 15 anni fa e più. A questo punto mi vien da dire, ascoltatevi gli originali non la copia carbone di essi. Non portano nulla di nuovo, sfruttano uno stereotipo di un genere che non c'è e non esiste più almeno da dieci anni buoni; non mi stupisce che il power sia bello morto che sepolto da parecchio tempo viste le "nuove" leve non fanno altro che fare del manierismo (Sabaton) o del semplice copia incolla come questi TF. Poi sì, è tutto bello, tutto infiocchettato, tutto perfetto, ma di nuovo non c'è nulla. Ecco perché poi in fini dei conti il genere è morto; di nuove leve non ce ne sono affatto. Gli altri generi hanno un ricambio continuo, nuovi gruppi che portano qualcosa di nuovo o quantomeno diverso, nel power tutto ciò non avviene dal.. humm..mah..da fine anni 90? Ok era il periodo in cui vendeva come il pane, ma anche in cui tutti i gruppi power che uscivano sembrava che si facessero la guerra a rubarsi le idee di disco in disco. Ed è anche uno dei motivi per cui dopo alcuni anni, il genere è andato in vacca completa. Gli ultimi che hanno portato qualcosa di nuovo furono i Sonata e i nostri Rapsody, Labirinth, Vision Divine a fine ed inizio nuovo millennio, poi? Rimangono in piedi i soliti noti, ma anche loro tra non molto molleranno e comunque pure loro si sono dovuti adattare ad una situazione mutata assai più ristretta, in fatto di vendite, concerti, incassi ecc.. Se avete voglia di power rispolverate la vostra copia di Simphony of the Enchated Lands, altrimenti c'è di meglio in giro, il silenzio ad esempio. |
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4
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Booklet bellissimo, sembra il manuale di un gioco di ruolo. Musicalmente...ammetto che il primo ascolto mi ha annoiato e non ho ancora osato darne un secondo, complice anche il fatto che compro troppi cd e sono pure abbonato a spotify, il che fa sí che se un cd non fa breccia al primo colpo, a volte non ha diritto ad un secondo round. Mi aspettavo di piú viste le recensioni super che questo gruppo prende...invece ho trovato poca freschezza, il che in una band al secondo album non mi pare accettabile. Prodotto comunque perfetto in ogni suo aspetto, gli dò 75. Sono sicuramente condizionato dalla mia età e dal fatto che ascolto questo genere ormai da piú di vent'anni. Chi si approccia oggi al genere probabilmente lo amerà come la mia generazione ha amato Land of Immortals |
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3
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Per me questo genere non ha più modo di esistere. Tutto uguale e copia spudorata dei Rhapsody, i quali hanno inventato il power sinfonico fantasy ma che pure loro hanno esaurito le idee dopo un disco ripetendosi all'infinito (da adolescente li amavo). Poteva fare breccia del cuore dei metallari alla fine degli anni 90 ma oggi non ha senso, nonostante le buone melodie happy e la discreta tecnica dei musicisti. Sinceramente non saprei che voto dare, forse 45 ma ammetto che è proprio il genere che mi ha stufato, lo ascoltavo quando avevo 15 anni. |
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2
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Si, l'effetto videogame è inevitabile. L'ho anche scritto |
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1
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Ho provato ad adcoltarlo ma dopo un po` avevo due p...e cosi`. Sembra quasi sempre la stessa canzone e per di piu` troppo lunga. Passo Comunque il titolo e` lo.stesso di una serie di videogame: Heroes of might and magic! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Battle of Arcane Might 2. Powerwind 3. Guardian of the Seas 4. Flight of the Sapphire Dragon 5. There and Back Again 6. Riders of the Dawn 7. Keepers of Fate 8. Rise of a Hero 9. To the Stars 10. Heroes of Mighty Magic 11. Epilogue 12. Knights of Twilight’s Might
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Line Up
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Chrileon (Voce, Chitarra) Lynd (Chitarra solista, Liuto) Aerendir (Chitarra) Born (Basso) Blackwald (Tastiere, Piano, Violino) De’Azsh (Batteria)
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